a due mesi da quando era stato firmato il protocollo di attuazione del nuovo piano ospedaliero. A oggi il Punto di primo intervento lavora con fatica, i reparti di Medicina e Lungodegenza non sono stati del tutto dismessi, se pur il numero dei posti letto disponibili si sia di fatto ridotto, la tac continua a non funzionare. L’unica novità sembra essere rappresentata dalla nuova gestione dell’attuale servizio del 118 che, nei prossimi giorni, pare dovrà passare ai privati con la conseguenza che alcuni autisti di ambulanze, loro malgrado, saranno costretti alla mobilità. "Eppure tutti ricorderanno le parole pronunciate dal sindaco Molfetta che aveva affermato che gli era stato assicurato dal direttore generale dell’Asl, Giuseppe Pasqualone, che il Piano territoriale assistenziale avrebbe iniziato a essere operativo già da aprile, con l'avvio dell'hospice, giacché la trasformazione in Pta era stata già finanziata con 8 milioni di euro", ha tenuto a fare notare Antonio Calabrese, coordinatore di Progettiamo Mesagne, secondo cui "non solo l’hospice non è stato avviato ma non c’è alcun segnale che possa far pensare ad attivazioni di nuovi servizi nel breve periodo: hospice, ospedale di comunità, centro trasfusionale, potenziamento dei day service medici, eccetera, eccetera". Inoltre, riguardo la gestione delle urgenze/emergenze, stando a quanto previsto dal regolamento di riordino ospedaliero pubblicato all’indomani della firma del protocollo d’intesa fra la regione e il sindaco Molfetta (Bollettino regione Puglia 32 del 14 marzo 2017), il Punto di primo intervento è destinato a chiudere definitivamente entro il 30 settembre 2017 per trasformarsi in una postazione medicalizzata di 118. "Intanto, in questa situazione di confusione e incertezza per il futuro, il "Perrino" di Brindisi, che dovrebbe essere l’ospedale d’eccellenza della provincia, continua a congestionarsi sia riguardo alla ridotta disponibilità di posti letto per acuti, venutasi a determinare a seguito della progressiva chiusura dei presidi ospedalieri nella provincia, e sia per il sovraffollamento del Pronto soccorso che necessiterebbe almeno di una doppia corsia, una delle quali da dedicare ai casi meno gravi, codici bianchi e verdi, anche in previsione della completa dismissione dei pronti soccorso di Fasano e San Pietro Vernotico", ha chiosato Calabrese che ha messo in rilievo "l'indeterminatezza, la confusione, l'inattendibilità delle parole del sindaco Molfetta, e un’unica certezza, che a pagare le conseguenze di quest’assurda e inconcepibile riorganizzazione della sanità pugliese è come sempre il cittadino". Da contraltare a Calabrese ci sono le dichiarazioni del consigliere delegato alla Sanità del Comune di Mesagne, Vito Lenoci. "Posso assicurare - ha spiegato il medico - che il Piano ha preso avvio con il trasferimento in ospedale di alcuni servizi che precedentemente si trovavano fuori dal plesso ospedaliero. Inoltre, ha preso avvio anche l'ospedale di comunità con la concertazione avviata con i medici di famiglia che vogliono aderire all'iniziativa. Preciso che il tutto dovrà attuarsi in 18 mesi".
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