Il sindaco Molfetta ormai isolato nel "Palazzo"

Gennaio 19, 2019 1622

molfetta pompeo fasciaLa città di Mesagne è in attesa.

Non certo del Bambin Gesù che è già nato a Natale bensì della sfiducia del sindaco Molfetta. I “dissidenti” sono ormai pronti a recarsi presso un notaio per autenticare le firme dell’atto di sfiducia. Secondo alcuni rumors la prossima settimana potrebbe essere quella cruciale. Così, mentre il primo cittadino resta chiuso, e isolato, a Palazzo dei Celestini, sede della residenza municipale, c’è chi ha iniziato la prossima campagna elettorale. Sono i potenziali candidai consiglieri che stanno già chiedendo i voti agli amici più intimi. Si parla addirittura di due candidate donne alla poltrona di primo cittadino. Una per il centrosinistra e una per il centrodestra. Entrambe svolgono la stessa professione. Anche gli assessori stanno posando le “armi”, cioè stanno chiudendo i lavori in itinere, e si stanno avviando verso la nuova campagna elettorale. Per legge la sfiducia del primo cittadino dovrebbe arrivare entro il 20 febbraio affinché le consultazioni elettorali possano tenersi a maggio 2019 in concomitanza con quelle del rinnovo del parlamento europeo. Per lunedì pomeriggio è stato convocato un iconro di maggioranza. Il sindaco, da parte sua, sulla situazione di sfiducia preannunciata dai suoi stessi partner non vuole ancora pronunciarsi. Lo farà a giochi fatti fornendo la sua versione dei fatti. Intanto, l’Amministrazione è ingessata poiché non ci sono in cantiere nuove progettualità. Si sta cercando di portare a termine quelle già iniziate. Insomma, si tratta di una sorta di un “commissariamento” interno alla maggioranza politica. “Che l’Amministrazione Molfetta non abbia brillato è un dato di fatto, ci si aspettava altro, fosse solo per storia politica o per carattere”, ha esordito Andrea Tenore di Mesagne bene comune -. Ma farne il capro espiatorio di un’Amministrazione incapace e senza visione, unico responsabile, e farlo senza nemmeno la parvenza di un dibattito cittadino, non è accettabile”. Secondo Tenore “Le responsabilità vanno riportate su tutta la maggioranza. Soprattutto se gli accusatori che si proclamano vergini sono gli stessi che la città l’hanno governata, oggi e in tutte le passate “stagioni””. Per l’ambientalista la sfiducia del sindaco Molfetta è “un’operazione rischiosa perché potrebbe trasformare il sindaco in vittima, e le vittime si sa diventano simpatiche. E potrebbe offendere l’intelligenza degli elettori che, a farsi propinare un pacco, ci stanno pure, ma a condizione che sia almeno confezionato in maniera decente”. Tuttavia, ha concluso Tenore “a Mesagne questo rischio è remoto: l’opposizione diventa maggioranza, la maggioranza diventa opposizione, la società civile diventa incivile”. Molto critico è il presidente del comitato civico “Terra di Mesagne”, Mimmo Stella: "Dopo un doveroso "atto di dolore" ed un "mea culpa" bisogna però ammettere che alcuni ex "talebani" bravi in passato a "sfasciare" governi rivendicando ruoli di primi attori successivamente hanno dimostrato la loro inefficacia e la loro pochezza come Amministratori. Basta avere memoria storica di cio' che è accaduto a Mesagne nell'ultimo quarto di secolo”. 

Ultima modifica il Sabato, 19 Gennaio 2019 09:00