si fanno sempre più febbrili. Per tutti i candidati è prioritario assicurarsi quanti più voti è possibile. Da una parte c’è la coalizione “Insintonia”, forte di nove liste, con il candidato sindaco, Toni Matarrrelli, che sta lavorando affinché possa vincere a primo turno. Dall’altra ci sono gli altri quattro candidati sindaco, Antonio Calabrese, Carmine Dimastrodonato, Carlo Ferraro e Rosanna Saracino che stanno lavorando per andare al ballottaggio. Con questa strategia possono cercare, grazie a alcune alleanze e apparentamenti del tutto possibili, di battere infine il Matarrelli. Come sempre in ogni campagna elettorale c’è lo spettro dei voti di scambio, ossia la compravendita di voti. È un argomento che sovente si ripete ad ogni elezione, anche se, spesso, si tratta più di voci, percezioni e supposizioni non suffragate da riscontri oggettivi. Per fare chiarezza su questa pratica Fernando Orsini, candidato consigliere del Partito democratico, ha rivolto un invito a tutte le forze politiche in campo affinché la campagna elettorale sia chiara e trasparente. D’altronde la sua candidata sindaca, Rosanna Saracino, era stata chiara quando ha presentato la sua candidatura alla città. Nell’auditorium del castello aveva detto con chiarezza che: “noi non obblighiamo nessuno a votare nessuno perché noi siamo un’altra cosa, perché il voto deve essere libero. Noi crediamo ancora nella più alta forma della democrazia per come orientare il voto”. Quindi aveva aggiunto: “Noi non abbiamo posti di lavoro da dare o da promettere. Solo su una cosa possiamo scommettere e promettere: sul nostro lavoro, sul nostro impegno disinteressato e sull’amore incondizionato per Mesagne e per i mesagnesi”. Anche Orsini su questo argomento, piuttosto spigoloso, è stato chiaro: “A scanso di ogni equivoco e pur registrando sin qui, a Mesagne, il corretto svolgersi - non essendoci notizie di casi formalmente denunciati alle autorità preposte è da ritenersi proprio così - di questa prima parte di campagna elettorale, non sarebbe comunque auspicabile, prima che termini la campagna elettorale, se tutti i candidati sindaci dicessero in maniera perentoria, senza rifugiarsi nel politichese e, comunque, senza giri di parole, che la pratica - chiunque la metta in atto - di promettere un posto di lavoro, tornaconto personale, favore e qualsivoglia altra utilità in cambio di un voto è - prima ancora ed a prescindere dagli aspetti e rilievi di carattere giuridico - cosa spregevole che calpesta i diritti e la dignità delle persone”. Infine, rivolto ai candidati sindaco ha detto che sarebbe auspicabile: “Se assumessero l'impegno che, ove dovessero venire a conoscenza di “pratiche” simili da parte di candidati della propria coalizione, le denunceranno pubblicamente, considerando politicamente esclusi dalle loro liste gli autori. Una dichiarazione in tal senso farebbe schizzare in alto, molto in alto, prima ancora che quella della legalità, l’asticella della serietà e responsabilità”.
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