del Partito democratico di Mesagne. Secondo alcune indiscrezioni la scelta sarà fatta con le primarie. In lizza ci sono Francesco Mingolla, dirigente medico presso gli ospedali di Mesagne e San Pietro Vernotico, oggi unica espressione al loro interno che potrebbe opporsi, con i voti e con i fatti, alla corrazzata elettorale varata dall’onorevole Toni Matarrelli e dal suo candidato sindaco, Pompeo Molfetta, e il presidente del Consiglio comunale, Fernando Orsini. La scelta, frutto di un’ampia discussione fatta all’interno della segreteria, tra le varie correnti di cui il Pd di Mesagne è composto, o scomposto, è alla luce dei tanti rivoli presenti che, tuttavia, potrebbero non convergere su un unico obiettivo. Infatti, al loro interno, vi è la corrente tradizionale, poi c’è LabDem, Mesagne cambia verso, e coloro che fanno riferimento al senatore Dario Stefàno. Per molti di loro la parola d’ordine è “discontinuità con il passato”. Perciò, in quest’ottica, potrebbero non accettare la candidatura di Mingolla poiché è stato vice presidente della Provincia di Brindisi, durante la gestione Ferrarese, e più volte ha seduto in Consiglio comunale di cui è stato anche presidente. “Noi di LabDem crediamo nell’importanza della coalizione, in un’alleanza politica e non elettorale, basata sugli intenti e sulle cose da realizzare” – ha spiegato Mino Carriero, responsabile regionale di quest’area. Carriero ha tenuto a precisare come LabDem si è “spesa per portare nell' alveo del centrosinistra “Progettiamo Mesagne” e per far sì che il Pd aprisse un’interlocuzione con loro”. Il loro progetto, però, è naufragato. “La nostra ambizione – ha aggiunto Carriero - era costruire una coalizione larga che andasse dal centro fino alla sinistra, passando per il Pd, che doveva esserne il motore trainante. Prendiamo atto che così non è stato. Il centrosinistra è diviso, il Pd è in ritardo e annaspa a costruire un progetto alternativo e convincente”. Al motto “rottamazione” si muovono coloro che hanno aderito al progetto “Mesagne cambia verso. “Abbiamo deciso, stufi di una politica ancorata a vecchi schemi che non appassionano più nessuno tranne gli eterni addetti ai lavori, di andare oltre, provando a riempire di contenuti, idee e partecipazione il percorso verso le amministrative”, hanno spiegato i dirigenti di Mesagne cambia verso. “Lo facciamo sapendo che è molto rischioso correre controvento, con quasi tutti i dirigenti politici che fanno a gara a chi fa la dichiarazione più ostile, non si sa verso chi, mostrando i muscoli, parlando della città ma non esprimendo mai un'idea programmatica per questa Mesagne”, hanno aggiunto i giovani ch fanno riferimento al presidente Renzi. “Lo facciamo sapendo che solo mettendosi in gioco possiamo cambiare Mesagne. E noi, renziani e rottamatori, della prima ora vogliamo sì cambiare le persone che sono nelle giunte e nei consigli comunali ma vogliamo soprattutto cambiare il destino di questa nostra città”, hanno concluso. Davanti a questo quadro politico, in cui non c’è stata discontinuità col passato, Progettiamo Mesagne si potrebbe svincolare dal progetto politico steso con il Pd e correre da sola proponendo alla città Antonio Calabrese come candidato sindaco.
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