Per salvare il nostro mare votiamo Si

Aprile 11, 2016 1868

saracino maria teresa-Il nostro mare è più prezioso del petrolio.

Il nostro petrolio si chiama turismo: per questo dobbiamo difendere le bellezze marine della Puglia e votare “Si”. Così il movimento civico VIZZINO rilancia anche a Mesagne la battaglia per la più ampia partecipazione dei cittadini al referendum del 17 aprile contro le trivellazioni dei mari. “Bisogna andare a votare per scongiurare l’astensionismo che punta a far fallire il referendum e difendere così la democrazia e dobbiamo votare “Si” per tutelare i nostri territori e il futuro dei nostri figli”, afferma in una nota la coordinatrice Maria Teresa Saracino che sottolinea alcune delle ragioni a sostegno del “Si”. “Secondo alcuni studi nelle aree dove si trivella negli anni le spiagge subiscono abbassamenti e sprofondano. Inoltre nei sedimenti marini e nelle cozze che vivono vicino alle piattaforme sarebbero state rinvenute, in alcuni casi, sostanze chimiche in quantità superiori ai limiti di legge. E poi – prosegue – non c’è nessun rischio occupazionale visto che il settore è in crisi da molti anni a causa del crollo del mercato e dei prezzi petroliferi ed è l’ora di puntare sulle energie rinnovabili e pulite”. Il referendum – ricorda ancora – “serve a cancellare un inammissibile regalo fatto alle compagnie petrolifere che oggi possono estrarre petrolio e gas entro le dodici miglia nei nostri mari, senza alcun limite di tempo. Mettere una scadenza alle concessioni date a società private, che svolgono la loro attività sfruttando beni appartenenti allo stato, dovrebbe essere previsto dalla legge. Nel nostro Paese, però, la politica pro trivelle messa in campo dal governo ha reso necessario una consultazione referendaria per ristabilire questo diritto. Quanto al significato politico del referendum il movimento civico VIZZINO mette in evidenza un altro aspetto. “La battaglia della Puglia e delle altre regioni che hanno promosso il referendum punta a convincere il governo a imitare la moratoria alle estrazioni petrolifere decisa dalla Francia e dalla Croazia. L’interesse del Paese che non può prescindere da un modello energetico pulito, rinnovabile, distribuito e democratico".