Nel corso della riunione, dopo una breve valutazione della situazione politica generale che si va determinando nei partiti e tra i partiti in seguito ai risultati delle recenti elezioni amministrative e al mancato raggiungimento delle firme per l’abrogazione dell’ITALICUM per le ripercussioni di tali vicende sul referendum del prossimo autunno, sono stati ripresi e sviluppati alcuni aspetti specifici della riforma della Costituzione tali da consentire una rilettura critica più ampia del progetto di revisione.
Una particolare attenzione è stata riservata alle contraddizioni che presenta il nuovo “Bicameralismo” proposto dalla riforma:
· il coinvolgimento ampio del Senato nell’esercizio dell’attività legislativa, sia con riferimento alle proposte di cambiamento delle leggi approvate dalla Camera, sia in riferimento alla ratifica di Atti internazionali, sia soprattutto in riferimento all’assunzione di responsabilità diretta del potere legislativo in alcuni campi e settori, a fronte di Senatori che già svolgono rilevantissime funzioni politico-istituzionali come Consiglieri regionali e Sindaci, paradossalmente eletti in quanto tali, dai Consigli regionali, a farsi carico anche di un “servizio” nazionale;
· a complicazione dei procedimenti legislativi (dalla lettura del testo è possibile ricavarne da 8 a 12) con la conseguenza prevedibile di lungaggini e conflitti.
Un secondo motivo di approfondimento è stato dedicato alla fine di fatto del Governo parlamentare per lo svuotamento dell’autonomia legislativa della Camera e per la centralità tendenzialmente assoluta del Governo e in particolare del Presidente del Consiglio, il quale di fatto assumerà il potere legislativo e quello esecutivo.
Un terzo motivo di approfondimento ha riguardato il ridimensionamento degli Istituti di garanzia perché l’elezione del Presidente della Repubblica, anche per le modalità con cui è regolata, dei componenti la Corte costituzionale e del Consiglio superiore della Magistratura che spettano alle Camere, sarà facilmente sotto l’influenza del Capo del Governo.
Emerge complessivamente un disegno ordinamentale delle Istituzioni della Repubblica che presenta un altro modello di democrazia, lontano da quello partecipativo scritto nella prima parte della Costituzione; un modello, quello della riforma, teso a svuotare il mondo dell’associazionismo, da quello politico a quello sindacale a quello socio-culturale, e a ridurre la cittadinanza attiva all’esercizio del voto ogni 5 anni.
I componenti del Comitato hanno infine deciso, sulla base di tali riferimenti, di essere presenti nel periodo estivo nei vari Comuni per favorire e partecipare a momenti di incontro, anche occasionali, per porre all’attenzione ragioni ideali e contenuti politici di un impegno perché la nostra Costituzione, pure con opportuni ed essenziali rivisitazioni, sia applicata e non stravolta.
Brindisi, 14 luglio 2016
Per il Comitato prov.le
Donato Peccerillo e Fortunato Sconosciuto