Nessuno di noi pensava che la stessa non avrebbe suscitato polemiche e discussione. Ma al silenzio ed alla più politicamente conveniente “quiete” del passato, abbiamo preferito il frastuono delle polemiche e della discussione che immancabilmente travolge tutti coloro che “osano”.
La vera spinta a “mettere mano” alla riorganizzazione dei servizi, però, è arrivata dalla nostra consapevolezza che tra chi amministra e chi è amministrato è aumentata la distanza e la diffidenza, separando nettamente questi due mondi.
Oggi, nella maggior parte della cittadinanza, le colpe per le inefficienze del Comune sono ben individuate ed equamente ripartite tra i dipendenti pubblici, rei di essere fannulloni ed incapaci alla “Checco Zalone”, ed i politici di turno colpevoli di non mettere in riga i “monelli” anzidetti.
L’operazione che cerchiamo di portare avanti ha tra gli obiettivi principali quello di riaccreditare i dipendenti comunali agli occhi dei propri concittadini. Dotare di nuovi strumenti organizzativi più dinamici, e ripartendo meglio ruoli e competenze, aiuterà ad individuare sempre, in una sorta di auto controllo, dove il sistema fa acqua e dove si deve intervenire con le idonee contromisure.
Sappiamo bene che è un percorso lungo e tortuoso e che si dovrà concludere con la fantomatica “Carta dei Servizi”, che, questa sì, permetterà di evidenziare professionalità e competenze, di chi partecipa a soddisfare la Città con il proprio operare e con le proprie performance.
Vogliamo disincastrare l’operare quotidiano dal “vecchiume gestionale” che oggi impera, e tentare di ridare una immagine di una Mesagne a gran velocità, dove la burocrazia è minima e più fluida, veloce e snella, dove le risposte alle necessità sono sempre più professionali e chiare, e dove conviene viverci ed investire per il proprio futuro.
Il sempre più risicato bilancio economico del nostro comune, con il perdurare di questa crisi economica, ci costringe a barcamenarci tra tagli ai servizi ed agli investimenti, lotta allo spreco di denaro nella sua gestione, ma, soprattutto, ci impone di gridare a voce alta che anche con quotidiani comportamenti incivili come devastare il bagno pubblico della Villa Comunale, buttare spazzatura per le campagne, o carte e cicche per la Città e tanto altro ancora, comportano un costo rilevante che tolgono spazio ad investimenti per il futuro o addirittura servizi primari necessari a moltissimi di noi. Come si suol dire, tutto fa brodo in tempo di guerra.
Noi il vecchio metodo “del fare oggi e far pagare domani a chi verrà”, che ha tolto il futuro ad intere generazioni, non lo vogliamo adottare e soprattutto non vogliamo il peso sulla coscienza di non provare a cambiare qualcosa.
Muoviamo passi in una direzione diversa rispetto all’amministrare del passato e, chiaramente, possiamo solo ipotizzare i risultati, ma non siamo spaventati dalle critiche e né tantomeno dagli ostruzionismi che possono arrivare da chi non vuol cambiare.
Roberto D’Ancona
Capogruppo “La mia Città”