Ettore Rosato, è arrivato a Mesagne, accompagnato dall'onorevole Elisa Mariano, per spiegare le ragioni per votare "Si". Dopo il benvenuto del segretario del Pd di Mesagne, Francesco Rogoli, ha preso la parola l’onorevole Mariano. “E’ una battaglia democratica – ha spiegato la parlamentare -. Io la definisco così perché è innanzitutto una battaglia politica che dobbiamo fare come dirigenti del nostro partito che in questo momento regge le sorti del Paese”. Ed ha aggiunto: “Abbiamo a portata di mano un traguardo importantissimo: la possibilità di concretizzare, di realizzare, degli obiettivi che sono divenuti una necessità storica per l’Italia. Noi inseguiamo questa riforma da almeno trent’anni”. L’onorevole Mariano ha ricordato che come parlamentari “abbiamo fatto il nostro dovere pur nelle difficoltà di questa legislatura, nata monca, giacché non c’è mai stata una maggioranza piena, specialmente al Senato. Difficoltà che ci ha spinto a fare ciò che non è stato fatto in altre legislature”. Sulla stessa lunghezza d’onda dell’onorevole Mariano si è trovato il capogruppo del Pd, Rosato quando, introducendo il suo intervento, ha fatto riferimento a due figure politiche storiche italiane. “Nilde Iotti e Aldo Moro – ha detto – sono stati due personaggi che hanno rappresentato il dna del nostro partito. Già negli anni Settanta affermavano che bisognava finirla con il bicameralismo”. Nel suo excursus non poteva mancare un riferimento all’onorevole Massimo D’Alema. “La differenza che c’è tra il bicameralismo di D’Alema e quello che abbiamo fatto noi – ha messo in rilievo Rosato - è che con D’Alema c’era più potere per il presidente del Consiglio cosa che noi non abbiamo voluto mettere”. Infine, il capogruppo del Pd ha ricordato che la modifica della seconda parte della Costituzione ha visto la presentazione di 83 milioni di emendamenti. “Una vera a fatica che abbiamo sintetizzato in cinque punti della riforma”. Il primo punto è il Bicameralismo perfetto che comporterà maggiore efficienza nel meccanismo legislativo e stabilità dei governi; Ciò comporterà la riduzione dei senatori da 315 a 95 oltre ai 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica per la durata di 7 anni, con evidente e conseguente riduzione dei costi anche in virtù dell’eliminazione dei senatori a vita. Il Senato costituirà una Camera di rappresentanza delle Regioni e dei Comuni; Poi c’è il rafforzamento della partecipazione popolare attraverso l’abbassamento del quorum per il referendum abrogativo richiesto da 800 mila cittadini; l’introduzione del referendum propositivo e d’indirizzo; l'obbligo per la Camera di esaminare le proposte di legge d’iniziativa popolare avanzate da 150.000 cittadini Ed ancora l'abolizione delle province e del Cnel; la riforma del titolo "V" della Costituzione che ridefinirà le competenze dello Sato e delle Regioni rispetto alle materie di legislazione concorrente. Infine, il controllo di costituzionalità preventivo sulle nuove leggi elettorali che potrà avere effetto retroattivo anche sull’Italicum.
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