Nell'arena della politica è sceso l'onorevole Toni Matarrelli che da una parte ha rinforzato il rapporto con il sindaco Pompeo Molfetta mentre dall'altra ha bacchettato il Pd che, per la verità, ha respinto colpo su colpo gli strali arrivati dal deputato, relativo alla vicenda dei trasporti scolastici Stp e sulla " discutibile moralità" di alcuni consiglieri comunali di maggioranza. "Quello del sindaco Molfetta è stato un intervento saggio per cercare di porre la parola fine, almeno per il momento, ad una serie di attacchi sguaiati, offensivi e fuorvianti finora pervenuti dal Partito democratico di Mesagne, o meglio, da una parte del Pd cittadino", ha spiegato l'onorevole consapevole che oggi il Pd "sembra aver dimenticato, quando non perduto, gli antichi fasti di una storia anche molto onorevole". E giù con le accuse: "Gli insulti, è appena il caso di dirlo, troppo spesso sono stati pronunciati da chi nella sua stessa professione ha sguazzato nell'ambiguità o nell'opacità". Una querelle sfociata all'indomani del Consiglio comunale quando, per la verità, dal Pd non c'era stata una particolare animosità. "Insulti che - ha continuato l'onorevole - arrivano sempre dopo che il confronto si è consumato nelle sedi democratiche, quale è una seduta consiliare dove spesso invece si assiste a qualche scena muta, come se qualche burattinaio oscuro ed insoddisfatto tirasse i fili all'indomani. Intanto massima solidarietà al sindaco e ai colleghi consiglieri aggrediti con inusitata veemenza". Accuse gravi quelle lanciate da Matarrelli che hanno scosso, come una sisma, la dirigenza del Pd che le ha rinviate al mittente. Così, il segretario del Pd, Francesco Rogoli, ha risposto punto su punto alle esternazioni del deputato. "Ci rendiamo conto che un Pd diviso sarebbe il sogno di Matarrelli, ansioso come è di potersi insinuare in qualche spazio dal momento che va cercando casa dopo aver abbandonato i porti che un tempo furono sicuri e forieri di scalate personali - ha esordito Rogoli che ha aggiunto - sappiamo anche che non è avvezzo alla pluralità, dal momento che ha sempre fatto e disfatto a suo piacimento nei suoi partitini padronali, senza mai dar conto ad alcuno e dividendo il “mondo” in chi sta con lui e chi sta contro di lui, preoccupandosi sempre di isolare ed allontanare dal suo raggio d’azione questi ultimi". Poi giù con le accuse: "L'onorevole Matarrelli, come al solito, coltiva il gusto di sguazzare nel torbido e, a differenza di come abbiamo fatto noi, citando nomi, interventi e circostanze precise, si lascia andare a infamanti e calunniose accuse su non meglio precisati professionisti del Pd che sguazzerebbero, a suo dire, “nell’opacità” e “nell’ambiguità”". Chiaro l'invito a esprimere apertamente a chi fa riferimento "ma evidentemente è ben consapevole di dichiarare il falso e correrebbe il rischio di incappare in spiacevoli conseguenze", ha tenuto a precisare il segretario del Pd che ha anche voluto precisare che l'onorevole Matarrelli "davanti ai problemi che hanno a che fare con il destino di Mesagne è aduso ad imboscarsi nella sua poltrona d’oro da parlamentare e nessuno ha ancora capito come vuole mettere questa sua funzione a disposizione, oltre che di se stesso, anche della sua città".
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