Redazione

Tutte dentro le leve giovanili nelle fasi “Oro” della Federazione Italiana pallacanestro. Ottimi risultati per le formazioni della Mens Sana Mesagne che partecipano a tutti i campionati giovanili. Gli Under 19, campioni regionali in carica allenati da Angelo Capodieci e Fabio Mellone, sono ormai qualificati con  tre giornate di anticipo alle finali regionali che si disputeranno a Fasano. Impegno gravoso per Malvindi e compagni sempre in campo anche in DR1. Gli Under 17, allenati da Fabio Mellone, si giocheranno l’accesso alle finali di categoria con Basket Francavilla, Virtus Brindisi e Nardò Basket. Gli Under 15, allenati da Mimmo De Vita e classificati al primo posto nella prima fase, passano alla fase “Oro” dove trovano Valentino Castellaneta, Tre Anelli Maglie, Magic Galatina, Pallacanestro Ugento e Boys Statte. Gli Under 14, anche questi allenati da Mimmo De Vita, hanno iniziato nel migliore dei modi la fase finale battendo La Scuola di Basket Lecce e Tre Anelli Maglie, mentre gli Under 13, allenati da Antonio Monaco, secondi in classifica, puntano alla qualificazione ai quarti di finali regionali nella Jr NBA Championship.
 

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L’affaire Messe scotta ancora?.

Intervengo a proposito di un articolo che Enzo Poci ha scritto, qualche giorno fa, sul Maresciallo d’Italia Giovanni Messe.

Egli prendeva lo spunto da una lettera che la dottoressa M. Carmela Errico aveva inviato al Sindaco di Mesagne in data 21.03.2015. Sembra che quella lettera non abbia avuto risposta; di sicuro essa non ha avuto alcuna eco sulla stampa locale e quindi sembra caduta nel vuoto, forse a causa dell’allora imminente spegnimento della Giunta Scoditti. Bene ha fatto Poci a riprenderla e riproporla, con le sue efficaci e puntuali note.

Vorrei aggiungere ciò che ricordo della mia esperienza sulla questione, quale allora direttore della Biblioteca e del Museo di Mesagne, a beneficio di una ulteriore conoscenza.

L’Amm.ne guidata da Damiano FRANCO approvò, (se ricordo bene nel 1999), oltre ad una lunga serie di iniziative nel campo culturale (Assessore Stefania ZUFFIANÒ), anche il “progetto Messe”; esso consisteva nell’affidare ad uno storico l’approfondimento della vita e delle opere di G. Messe, in un Convegno in cui presentare i risultati e, infine, nella pubblicazione degli Atti del Convegno. Fui incaricato di coordinare il progetto.

Già, anni prima, vari appassionati e studiosi mesagnesi si erano dedicati all’affaire Messe, con iniziative, scritti e manifestazioni (M. Ignone, il Gen. Giambartolomei, L. Argentieri ecc.).

L’Amm. ne Franco decise di porre la parola fine alla questione, superando vecchie ritrosie di natura politica. Lo studio fu affidato alla prof.ssa Rosita ORLANDI, dell’Università di Bari, meticolosa e competente studiosa, individuata anche grazie al suggerimento di Fortunato SCONOSCIUTO, collaboratore nel progetto.

La Orlandi lavorò sulle carte custodite presso l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito e comunicò i risultati delle sue ricerche in un Convegno di Studi che si svolse a Mesagne presso il Castello, nei giorni 27 e 28 ottobre 2000.

A quel Convegno parteciparono altri studiosi, quali Italo Garzia e Mario Spagnoletti (Univ. di Bari), Carmelo Pasimeni (Univ. di Lecce), Leopoldo Nuti (Univ. di Roma tre), i Generali Aldo Giambartolomei e Enrico Boscardi, gli studiosi Enzo Poci e Rosario Jurlaro, nonché il sottoscritto. Intervenne anche il figlio del Maresciallo Messe, il prof. Gianfranco Messe.

La relazione della Orlandi e gli interventi degli altri studiosi furono pubblicati nel volume n.12 della collana “Studi e ricerche della Biblioteca Comunale”, Il Maresciallo d'Italia Giovanni Messe : guerra, forze armate e politica nell'Italia del Novecento, Congedo Editore, 2003.

Ad oggi, quella relazione è tuttora insuperata (anzi è stata copiata da altri “studiosi”); in essa viene fuori un personaggio a tinte forti, uno che partì da Mesagne non ancora diciottenne, volontario nell’Esercito Regio, attraversò tutti i gradi possibili, fino al massimo, quello di Maresciallo d’Italia; uno dei pochissimi Generali monarchici venuti dalla gavetta. Non solo; dopo l’armistizio e lo sfacelo dell’Esercito Italiano, fu incaricato di ricostruirlo da zero. E, tra mille difficoltà, riuscì a creare un contingente che ebbe la prova del fuoco nella famosa battaglia di Montecassino, a fianco degli alleati anglo-americani.

Un monarchico convinto, coerente, fedele al giuramento prestato a V. E. III, fino allo scioglimento di quel giuramento da parte di Umberto II, il re di maggio.

In poche parole, con quel Convegno e gli interventi che esaminarono l’opera e la vita di Messe da varie angolazioni, il Mar. Messe fu riabilitato (se ce n’era bisogno) agli occhi della sinistra mesagnese (e nazionale) che fino ad allora lo aveva considerato poco più che un fascista arrivista, succube di Mussolini, ecc. ecc.; si stabilì che Mesagne può e deve andare fiero di G. Messe.

Conseguenza della “riabilitazione” fu una Delibera che risolveva la questione del busto. Come forse non tutti sanno, negli anni ’70 si voleva sistemare un busto in gesso del maresciallo Messe nella piazzetta del Carmine, precisamente nell’aiuola adiacente la scuola media “Materdona”. Per evitare disordini, la cerimonia fu sospesa, il busto fu conservato da un parente del Maresciallo e giace, ignorato, da qualche parte.

Ordunque, quella Delibera stabiliva che il busto si sarebbe collocato nell’androne della Biblioteca Comunale. Restai in attesa che qualcuno me lo consegnasse (anzi lo sollecitai pure), per disporlo adeguatamente; ma ciò non avvenne.

Con l’Amm.ne INCALZA, il discorso fu ripreso, sopratutto per la spinta di Franco PRETTICO, allora Presidente del Consiglio Comunale. Avevo proposto di approfondire il periodo storico, nella vita di Messe, successivo al pensionamento, quando entrò in politica. È un periodo non del tutto noto, e sul quale non sono stati fatti studi approfonditi. Nel frattempo, continuava l’amicizia sorta con il figlio del Mar. Messe, il Prof. Gianfranco Messe, con il quale ero entrato in contatto e avevamo cominciato a fare progetti in tale direzione. E, dando continuità a quanto già intrapreso, avevo dato vita, nella Biblioteca, ad un “Fondo Messe”, costituito da alcuni opuscoli, riviste, relazioni, ecc., opere scritte da Messe, ecc., e anche alcune fotografie originali.

Di pari passo, a 40 anni dalla morte, il 18 dicembre 2008, nell’auditorium del castello, si tenne una commemorazione, con la relazione della prof.ssa Rosita ORLANDI e la partecipazione di autorità civili e militari. Al termine della serata, ci recammo in piazza Orsini del Balzo, presso la Sede dell’Associazione Combattenti e Reduci, la quale aveva deciso di intitolare la propria Sezione al Maresciallo Messe; l’avvenimento, sottolineato dagli onori di un picchetto militare, fu immortalato con una targa affissa al fianco dell’ingresso.

Successivamente, grazie anche all’interessamento del compianto Gen. DELLOMONACO, andai a fare un sopralluogo all’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, per verificare la consistenza delle carte private donate dalla famiglia. Poi cadde l’Amm.ne Incalza, sopravvenne il Commissario, e… non se ne fece più nulla.

Questo, molto sinteticamente, è ciò che ricordo; comunque, se si volesse riprendere la faccenda, al mio pensionamento lasciai, nei faldoni della Biblioteca, tutte le carte, i fascicoli (anche con i miei appunti) e le delibere relative.

Sono tuttora convinto che Messe merita ancora di essere studiato, per la sua attività politica ventennale. Fra le molte luci, ci saranno sicuramente molte ombre (fra cui quelle sui precursori della Gladio), ma oggi, quelle si possono considerare con la freddezza dello sguardo storico; anzi, diradare le ombre serve anche a capire che cosa veramente stava avvenendo in Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale. Nel bene e nel male, il Mar. Messe ne fu un protagonista ai massimi livelli.

PREZZI: COLDIRETTI PUGLIA, GRANO RECUPERA A FOGGIA 15 €/TON; ESIBITI IN BORSA MERCI CONTRATTI CHE INVERTONO LA ROTTA.

Il grano recupera valore con le quotazione che guadagnano 15 euro a tonnellata, tornando a 335 euro a tonnellata, con la presentazione di contratti che hanno invertito la rotta, facendo recuperare terreno ai prezzi del frumento pugliese. A darne notizia è Coldiretti che in occasione della commissione della Borsa Merci a Foggia ha esibito contratti che hanno fatto invertire la rotta delle quotazione, facendo recuperare 15 euro a tonnellata al grano duro fino.

Al contempo, la proposta della Ue di imporre dazi sul grano di Putin si tradurrebbe in una “stangata” da oltre 40 milioni di euro di dazi aggiuntivi sulle importazioni di prodotto dalla Russia e risponde alle richieste di Coldiretti di tutelare i produttori colpiti dal drammatico crollo delle quotazioni causate dall’invasione selvaggia di prodotto straniero. L’idea della Commissione di imporre dazi – afferma Coldiretti – è un primo passo verso uno stop deciso alle importazioni sleali, al quale devono essere aggiunte più risorse per i contratti di filiera del grano. Solo così sarà possibile tutelare il reddito degli agricoltori.

Le importazioni di grano duro dalla Russia hanno infatti raggiunto il valore record di 445 milioni di chili nel 2023 in aumento di oltre 11 volte (+1013%) rispetto all’ anno precedente, provocando il crollo delle quotazioni del grano made in Italy che ha messo in ginocchio i produttori agricoli, secondo lo studio dell’Osservatorio strategico della Coldiretti sulla base dei dati Istat. Con le quotazioni scese ampiamente al di sotto dei costi di produzione, a rischio è la sopravvivenza di 38mila aziende agricole in Puglia, il Granaio d’Italia, e la sovranità alimentare del Paese con l’aumento della dipendenza dall’estero.

Sotto accusa ci sono gli accordi gli accordi di libero scambio europei – incalza Coldiretti Puglia – per cui vanno fermate le importazioni sleali, introducendo con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno, poiché è intollerabile la concorrenza sleale che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole. Ad aumentare sono anche gli arrivi dalla Turchia sulla quale grava peraltro il sospetto di triangolazioni dalla Russia.

Nel 2023 dal Paese di Erdogan, secondo l’Osservatorio strategico della Coldiretti, sono arrivati ben 417 milioni di chili di grano duro in aumento dell’807% rispetto all’anno precedente e il Tmo, l’ente statale turco per i cereali – denuncia la Coldiretti Puglia – avrebbe bandito una nuova gara internazionale per la vendita e l’esportazione di ulteriori 150 milioni di chili di prodotto nel 2024. Un vero e proprio fiume di prodotto destinato in gran parte ad arrivare in Italia che, aggiunto a quello di grano canadese, impatta sui prezzi del grano nazionale, praticamente in caduta libera.

Le aste turche del frumento affossano ancora i prezzi del grano pugliese – conclude Coldiretti Puglia - con il crollo delle quotazioni sia a Foggia che ad Altamura ed il prezzo del grano fino che scende ancora a 320 euro a tonnellata, mentre nei porti pugliesi continua il via vai di navi mercantili provenienti dalla Turchia. Si tratta di valori che portano la coltivazione sotto i costi di produzione, rendendola di fatto antieconomica ed esponendo le aziende agricole al rischio crack, soprattutto nelle aree interne senza alternative produttive. Un abbandono dei terreni che pesa anche sull’assetto idrogeologico del Paese aprendo al rischio di desertificazione.

Sarà la Provincia di Brindisi ad eseguire gli interventi infrastrutturali previsti per il G7: il Commissario Straordinario Fulvio Maria Soccodato ha individuato la Provincia di Brindisi quale soggetto attuatore per gli interventi infrastrutturali connessi alla presidenza italiana del G7 relativo agli interventi principali sulle infrastrutture stradali della rete provinciale e comunale di Fasano. 

 
Il Commissario, nell’approvazione del secondo Stralcio del Piano Commissariale, ha deliberato l’importante piano di lavori con particolare attenzione alla città di Fasano, per un ammontare complessivo di quasi 3 milioni e 900mila euro: un grosso investimento utile a mettere in sicurezza la rete viaria del territorio. 
 

“E’ stato abrogato l’art. 66 della legge regionale n. 32 del 2022 che affidava le dune ai privati. Per noi geologi è un importante successo visto che sin da subito abbiamo manifestato il nostro dissenso, insieme all'università di Bari - facoltà di Geologia. Con la legge Regionale n.32 del 29 12. 2022, più precisamente, i cordoni dunali non sarebbero stati più protetti”.  Lo ha affermato Giovanna Amedei, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Puglia.

La piena soddisfazione dei geologi.   

“Forse si era tralasciato che quasi tutte le aree a depositi eolici, le “nostre” dune e i “nostri” cordoni dunali sono ricchi di macchia mediterranea, di associazioni floro-vegetazionali ed animali protetti.  Forse si era dimenticato che per realizzare una passerella di “facile rimozione” – ha continuato Amedei -  che poi  rischia di restare più del tempo di scadenza dell’autorizzazione, forse per sempre, si sarebbero potuti distruggere delicati equilibri ecosistemici. Forse si era dimenticato che negli ultimi 20 anni circa la presuntuosa e drammatica gestione della fascia costiera con interventi pesanti di pulitura delle spiagge e con presenze antropiche oltre la capacità di  carico sopportabile dalle singole spiagge ha determinato, insieme alle variazioni del livello del mare e del regime meteomarino locale dovute al cambiamento climatico, profondi arretramenti dei sistemi dunali e deficit sedimentario dei cordoni dunali che sono profondamente erosi tanto che le radici della macchia mediterranea sono esposte.  In mezzo ai tanti “forse” l’abrogazione dell’art. 66 appare una scelta giusta e doverosa specie alle porte della prima Giornata Regionale della Costa. Oggi, più che distruggere, abbiamo bisogno di conoscere prima, proteggere e rivalutare poi un patrimonio paesaggistico, geologico, geomorfologico ed ecologico essenziale e vitale quali le dune e i cordoni dunali. E per questo l'attenzione dei noi geologi sarà Sempre molto alta”.

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Sono 34 i comuni pugliesi ammessi ad un finanziamento finalizzato ad arginare il rischio incendio ed idrogeologico nel proprio territorio. I Comuni potranno contare, complessivamente su risorse per oltre 2,7 milioni di euro da investire sul fronte della prevenzione e contrasto degli incendi boschivi e di interfaccia urbano rurale. Il finanziamento è stato assegnato nell’ambito del Programma Operativo Complementare POR Puglia 2014 - 2020, Azione 5.2 "Interventi per la riduzione del rischio incendi e del rischio sismico".

I Comuni ammessi al finanziamento avranno tempo fino a dicembre 2024 per completare gli investimenti grazie ai quali si potranno adottare tecnologie avanzate che potranno essere utili anche alla prevenzione del rischio idrogeologico. Il tutto, grazie all'impiego di tecnologie avanzate, quali sensori, videocamere, droni e sistemi di telerilevamento con i quali si punta a un coordinamento operativo e precoce all'interno del sistema di Protezione Civile Regionale, migliorando la capacità di intervento e di gestione degli eventi critici.

Le azioni previste all'interno delle proposte progettuali selezionate includono, oltre all'impiego di sistemi di monitoraggio e di comunicazione digitale avanzati, l'identificazione e la caratterizzazione della viabilità forestale, la localizzazione dei punti di approvvigionamento idrico e l'individuazione di punti di osservazione per l'avvistamento precoce. Tali misure sono destinate a migliorare significativamente la capacità di prevenzione e di reazione della Regione Puglia di fronte agli incendi boschivi, contribuendo in maniera efficace alla salvaguardia del patrimonio naturale e alla sicurezza dei cittadini.

“L'iniziativa rientra in un più ampio contesto di tutela del territorio e delle risorse naturali della Regione Puglia, che, con uno dei tassi di boscosità più bassi d'Italia, - ha commentato l’ing. Barbara Valenzano Dirigente della Sezione Protezione Civile della Regione Puglia - evidenzia l'urgenza di proteggere un patrimonio centrale nel sistema di gestione sostenibile dell'ambiente. La strategia adottata dalla Regione e dalla Protezione Civile pugliese si inserisce in un percorso di investimenti mirati a rafforzare la conservazione degli ecosistemi forestali e a promuovere una loro gestione sostenibile, a beneficio non solo dell'ambiente ma anche delle comunità locali.”

I comuni che hanno beneficiato del finanziamento sono: Martina Franca, Castellaneta, Gioia del Colle, Laterza, Santeramo in Colle, Nardò, Ugenti, Mottola, Ginosa, Vieste, Manduria, Lecce, Gravina, Casamassima, Bitonto, Palagianello, Spinazzola, Polignano a Mare, Palagiano, Ostuni, Fasano, Lesina, Gallipoli, Cassano Murge, Torremaggiore, Crispiano, Castrignano del Capo, Deliceto, Chieuti, Toritto, Accadia, Ruffano, Peschici, Diso.

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Dopo aver chiesto inutilmente, ascolto, per un anno e mezzo al governo nazionale, senza   ad oggi, aver avuto mai nessun tipo di riscontro, ho deciso di scrivere di nuovo alla Presidenza della Regione Puglia, e subito mi è stato fissato un appuntamento.

Ieri martedì 26 marzo, ho avuto un cordiale incontro con il Presidente del SEPAC “sistema economico produttivo e delle aree di crisi” della Regione Puglia, Dott. Leo Caroli. Ci eravamo già conosciuti nel Febbraio 2019, quando dopo diverse mie mail fui convocato in Regione. Ho raccontato al Presidente il mio calvario, ed ho portato alla sua attenzione con dati di fatto eclatanti, “in special modo dopo le crisi economiche causate da Covid e Guerra”,

--che la Legge 108/96 su Usura e Stretta Creditizia non funziona, e i fondi sono pochissimi, “dopo che tutti i politici sono andati in TV a dire attenti all’Usura”, ci prendono in giro.

--il dramma del Sovraindebitamento legge 3/2012, che ha bisogno di miglioramenti.

--e il drammatico e continuo aumento, di pignoramenti e vendita all’asta di case di proprietà di onesti cittadini, frutto di una vita di lavoro.

1—Ho suggerito di creare presso la Regione Puglia una struttura tipo il SEPAC, per prevenire i Suicidi imprenditori e non, per cause economiche, che vanno avanti dal 2008, senza che nessun Governo vi abbia posto fine, semplicemente una vergogna per uno Stato Occidentale. Struttura che deve essere di ascolto, di indirizzo, e soprattutto di intervento e soluzione dei problemi.

 2--Sollecitare tutte le Prefetture della Regione per creare un tavolo permanente che si occupi di: Sovraindebitamento/Usura e Rischio Usura, “io lo faccio senza che nessuno mi ascolti, da 4 anni”.

 3--Trovare la soluzione legislativa, affinché tutti gli Assessorati alle Attività Produttive, di tutti i Comuni della regione Puglia, si dotino di uno sportello di ascolto, indirizzo e informazione, sulle leggi 108/96 Antiusura, e 3/2012 sul Sovraindebitamento. Pubblicizzare l’apertura di detto sportello a tutti i livelli tramite i Parroci, le Associazioni di categoria, i Commercialisti e i Sindacati.

--Visto anche l’esperienza, mio malgrado, maturata in settori non proprio di mia competenza, Legislativo/Bancario/Sovraindebitamento/Usura/Crediti Deteriorati, vorrei che nascesse qualcosa di veramente utile e bello per aiutare le migliaia di persone che in Italia si trovano nelle mie stesse condizioni, e che la nostra amata Regione Puglia, facesse da apripista e guida per tutte le altre Regioni Italiane e per la nostra amata Patria Italia.

 --Legiferando in materia per quelle che sono le competenze Regionali, e sollecitando il Governo centrale per quello che è di sua competenza.

 4—Ho anche informato il Dott. Caroli, del DDL 788 sui crediti deteriorati, a firma del Ministro Urso, che giace nei cassetti del Governo, DDL che se approvato aiuterebbe milioni di Italiani a tornare in bonis, e a comprare i propri crediti deteriorati a prezzi stracciati.

Ho fatto un’ultima raccomandazione al Dott. Leo Caroli, che se ne parli il più possibile in tutte le sedi Istituzionali, affinché si ponga finalmente fine a questo dramma che continua dal 2008 che con il Covid e la guerra e peggiorato tantissimo, e riguarda milioni di onesti cittadini Italiani.

 

Angelo Gabriele Pignatelli


Delegato Regionale per la Puglia del Movimento Politico

Popolo Partite Iva-Unione Nazionale

Queste sono le ultime ore di vita per migliaia di agnelli destinati a finire nel piatto di molti italiani in occasione delle festività pasquali. Alcuni di loro hanno fatto migliaia di chilometri, spesso in condizioni inaccettabili e contro ogni regolamentazione, solo per raggiungere i macelli. Lo scorso anno sono stati uccisi 1.729.491 agnelli, e solo tra Natale e Pasqua oltre un milione.

“La Pasqua – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa - dovrebbe essere l’occasione per dire basta alla sofferenza invece ogni anno si trasforma in una mattanza di agnelli. Una ricorrenza che dovrebbe significare rinascita diventa l’occasione di crudeltà e morte per migliaia di cuccioli strappati subito alle loro mamme, per finire sui nostri piatti e onorare la cosiddetta tradizione. Cuccioli che probabilmente hanno affrontato ore infinite di viaggio, spesso in condizioni inaccettabili, solo per raggiungere il macello più vicino. Piangono tutto il tempo, fino all’ultimo respiro che emettono negli atroci luoghi di sangue e sofferenza che sono i mattatoi. E dire che anche la Chiesa Cattolica negli ultimi anni ha scoraggiato questa barbara usanza. Quest’anno siamo stati anche contattati da parroci sensibili che ci hanno chiesto materiale informativo per diffondere meglio il messaggio che non ha senso uccidere degli agnelli nella sofferenza per celebrare la Pasqua.

La legge purtroppo consente questa mattanza quindi l'unica vera rivoluzione possibile è cambiare le nostre abitudini! La Protezione Animali invita tutti a fare la propria parte per fermare questa inutile sofferenza. Smettere di comprare e mangiare agnelli è una scelta di rispetto e compassione. Fondamentale educare fin da piccoli i bambini al rispetto per gli animali. Bisognerebbe iniziare dalle scuole, insegnando ai bambini da dove provengono i cibi che mangiamo e le sofferenze che si nascondono dietro la loro produzione.

“Purtroppo – conclude Carla Rocchi - la strada verso il riconoscimento della dignità di questi animali è ancora lunga. Si pensi ai trasporti, le condizioni in cui vengono fatti viaggiare. Eppure una legge ci sarebbe, basterebbe, intanto, iniziare a farla rispettare, in modo rigoroso, il Regolamento Europeo sul trasporto degli animali. Servono controlli e conseguenze certe per chi infrange le regole. La sensibilità degli italiani verso queste tematiche sta crescendo di giorno in giorno. Lo stesso periodo difficile che stiamo vivendo ci obbliga a riconsiderare le nostre abitudini, le nostre scelte. Allora iniziamo subito: diciamo no all'uccisione di milioni di agnelli e basta alle sofferenze atroci che devono sopportare. E le istituzioni non rimangano indietro ma seguano l’esigenza di un cambiamento che è già iniziato e non deve essere fermato”.

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"Sventare la chiusura dello stabilimento ex Sanofi di Brindisi. Non possiamo permetterci di perdere un pezzo importante del nostro tessuto industriale, lasciando per strada centinaia di lavoratori".
Lo dichiara Massimiliano Stellato, consigliere regionale di Italia Viva, insieme ai presidenti provinciale e cittadino di Iv Brindisi, Tiziana Palmisano e Gianni Palmiero.
"Con una audizione congiunta nelle commissioni consiliari attività produttive e lavoro, prosegue Stellato - ho chiesto di fare immediatamente chiarezza sulla questione, mettendo allo stesso tavolo la governance dell'azienda, le parti sociali e le istituzioni del territorio.
La prospettiva e le condizioni fornite da Euroapi per Brindisi erano positive fino a poco tempo fa, sia  per i lavoratori che per la collettività, ma oggi, incredibilmente, si parla di esuberi.
Io non ci sto. L'azienda chimico-farmaceutica dovrebbe rendere conto, anche alla comunità brindisina, delle scelte manageriali che l'hanno portata a questo punto. Sanofi, multinazionale francese che detiene il 30% delle azioni di Euroapi, è chiamata ad un'operazione di verità e trasparenza verso la comunità, il territorio e le istituzioni.
Così come noi, partendo dal piano industriale dell'azienda, abbiamo il dovere di vigilare a salvaguardia del futuro dello stabilimento e del destino dei lavoratori".

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Pregevoli collezioni, mostre temporanee e suggestivi itinerari archeologici arricchiranno di arte e cultura il lungo weekend alle porte. Domenica di Pasqua e lunedì di Pasquetta sarà possibile visitare Castelli, Musei e Parchi archeologici alle consuete tariffe di ingresso.

 Nell’ottica di andare incontro alla maggiore disponibilità di tempo libero dei visitatori, sia domenica 31 marzo, che il 1° aprile, lunedì dell’Angelo i luoghi della cultura della Direzione regionale Musei Puglia saranno, quindi, regolarmente aperti.

«Siamo convinti che anche quest’anno il fascino delle mete culturali della nostra Regione trascinerà in Puglia numerosi turisti - commenta l’arch. Francesco Longobardi, delegato alla Direzione regionale Musei Puglia dal Direttore Generale Musei, prof. Massimo Osanna - Siamo felici di accoglierli nei nostri siti aperti per l’occasione grazie alla consueta disponibilità del personale addetto alla accoglienza, fruizione e vigilanza dei luoghi della cultura».  

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