Redazione

Consorzi commissariati, CIA e Copagri protestano contro la Regione Puglia. 

Il 22 maggio, sit-in davanti alla sede istituzionale: serve riforma che azzeri tutto e ricostruisca Stagione irrigua alle porte, nessuna comunicazione, ma intanto le tariffe irrigue sono raddoppiate

BARI – Contro l’immobilismo della Regione Puglia sulla disastrosa situazione dei Consorzi di bonifica commissariati, lunedì 22 maggio Copagri Puglia e CIA Agricoltori Italiani Puglia protesteranno con un sit-in davanti alla sede dell’assemblea e del governo regionale. É quanto annunciano le due organizzazioni agricole attraverso un comunicato stampa congiunto firmato da Gennaro Sicolo, presidente CIA Puglia, e da Michele Palermo, presidente Copagri Puglia. Entrambi, nei giorni scorsi, avevano già preannunciato l’intenzione di portare in strada la protesta, un’iniziativa che presto, in assenza di risposte, potrebbe portare alla mobilitazione su più vasta scala degli agricoltori pugliesi.

STAGIONE IRRIGUA SENZA CERTEZZE. Le questioni di più stretta attualità, rispetto alla cattiva gestione dei Consorzi, sono due problematiche connesse: l’imminente avvio della stagione irrigua e il raddoppio delle tariffe dell’acqua per le aziende agricole. “La stagione irrigua è alle porte, ma i Consorzi non hanno fatto ancora nulla per avviarla. Nel giro di qualche giorno arriverà il caldo torrido, dovuto anche ai repentini cambiamenti climatici, pertanto migliaia di aziende agricole avranno l’esigenza di irrigare le proprie coltivazioni. Nulla si sa a riguardo, nemmeno le date ufficiali di avvio del servizio, in compenso i Consorzi hanno avuto la solerzia di comunicare il raddoppio delle tariffe.

TARIFFE RADDOPPIATE. Per le aziende agricole del sub-comprensorio Litorale Barese, il Consorzio Terre d’Apulia ha raddoppiato i costi dell’acqua a uso irriguo portandoli da 0,72 euro/mc dell’aprile 2022 a ben 1,45 euro/mc”, spiegano Sicolo e Michele Palermo. “Per quanto riguarda il sub comprensorio Destra Ofanto, invece, dopo una prima decisione di raddoppiare la tariffa da 0,33 a 0,68 euro/mc, Terre d’Apulia è tornata sui propri passi. Ecco, lo faccia anche per il sub- comprensorio Litorale Barese, non è penalizzando gli agricoltori che si fanno gli interessi del territorio”. “Anche le tariffe imposte dall’Arif sono aumentate: nell’area consortile di Bari il costo al metro cubo passa da 34 a 70 centesimi; in quella di Brindisi da 20 a 40; in quella di Lecce da 20 a 40; in quella di Taranto da 21,51 a 35.

AZIENDE IN DIFFICOLTÁ. “L’aumento delle tariffe per l’utilizzo dell’acqua nei campi mette a rischio la tenuta di centinaia di aziende agricole, impossibilitate a sostenere il raddoppio dei costi”. “I Consorzi commissariati scaricano interamente sulle spalle degli imprenditori agricoli l’incremento del costo energetico relativo all’erogazione e l’esiguità, rispetto agli scorsi anni, del contributo garantito dalla Regione Puglia. In pratica, i Consorzi commissariati e la stessa Regione Puglia dicono alle aziende agricole ‘arrangiatevi’, scaricando sul comparto primario tutto il peso dei loro ritardi e delle loro inadeguatezze rispetto alla questione idrico-irrigua che vede la Puglia indietro di 20 anni rispetto alle altre regioni”.

PROBLEMI IRRISOLTI. CIA Puglia e Copagri Puglia, dunque, fanno fronte comune sul disastro dei Consorzi di Bonifica, mentre le altre organizzazioni agricole, non si sa bene per quali motivazioni, vanno in ordine sparso, di fatto impedendo una unitarietà del mondo agricolo pugliese che rafforzerebbe le istanze del comparto primario. “La riforma dei Consorzi si è fermata agli annunci. Stessa cosa per i piani di classifica. Noi siamo a favore di un azzeramento totale della gestione commissariale e la costruzione di una nuova governance orientata sulle istanze dei diversi territori, obiettivo che riteniamo difficile centrare con la costituzione di un consorzio unico. Sarebbe opportuno almeno ipotizzare la costituzione di due nuovi organismi. Non c’è più tempo da perdere. Occorre che la Regione Puglia dia risposte concrete, subito”.

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GIORNATA DI STUDIO E INAUGURAZIONE DELL’ALLESTIMENTO, “IL GIOCO DEL TEMPO”.

di Emilia Serra

venerdì 19 maggio

Un dialogo fra passato e presente, tra archeologia e nuove tecnologie digitali, segnato dall’incontro fra design e artigianato, il tutto in un luogo che custodisce tracce importanti della presenza delle antiche culturedel nostro Mediterraneo: è quanto si definirà nel Museo archeologico di Egnazia il prossimo 19 maggio a conclusione di un lungo progetto di cooperazione tra Italia, Albania e Montenegro.

Nell’ambito del progetto 3D-IMP-ACT, realizzato all’interno del programma Interreg IPA CBC Italy-Albania-Montenegro, venerdì 19 maggio a partire dalle 9.30 nel Museo ArcheologicoNazionale “G. Andreassi” di Egnazia, un riccoprogramma sintetizzerà gli esiti del percorso di realizzazione dell’opera “Il gioco del tempo” della designer romana Emilia Serra, con una giornata di studi e l’apertura al pubblico dell’allestimento.

Il programma di capitalizzazione della Direzione Regionale Musei Puglia mira a valorizzare un metodo di lavoro che inserisce nellecollezioni musealiallestimenti innovativi affidati ad artisti e designer contemporanei, realizzati a seguito di percorsi di residenza e collaborazioni interdisciplinari.

Il progetto elaborato con 3D-IMP-ACT nel Museo Archeologico di Egnaziaha coinvolto la designer che,all’interno di un nuovo spazio del Museo dedicato all’arte contemporanea, ha realizzato un’opera materica e interattiva.

Un’équipe composta dall’artista, dall’archeologa Sandra Sivilli, dai modellatori 3D del Politecnico di Bari e dall’artista della ceramica Cosimo Vestita, tra i più stimati e riconosciuti a livello nazionale, ha realizzato l’opera in un anno di lavoro, attraverso incontrie visite al museo coinvolgendo archeologi, restauratori e tecnici, sotto la supervisione scientifica dei funzionari della Direzione Regionale Musei, Angela Ciancio e Fabio Galeandro.

Il risultato di questo percorso è un luogo dove l’archeologia viene reinterpretata in un gioco dedicatoalla materia e al tempo: una stanza espositiva diversadal resto dello spazio museale. Un altro museo definito: Il gioco del tempo, in cuiconsiderare i reperti e le collezioni inun modo creativo, senza tradire i contenuti e la forza delle storie raccontate nel Museo di Egnazia.

Un gioco che tocca tutte le età rivolto ai bambinie agli adulti,un’occasione per dialogare con il passato cogliendone anche i più piccoli dettagli.

Con quest’opera il Museo Archeologico di Egnazia si propone quale luogo di sperimentazione perl’esposizione di opere contemporanee fondate su contenuti e materiali archeologici per innovare lafruizione e la relazione in presenza e a distanzacon visitatori, comunità e studenti.

Attorno all’inaugurazione dello spazio “Il gioco del tempo”, in programma alle ore 11.30,

prenderà corpo il fitto programma dellagiornata di studiche si aprirà alle 9,30 e continuerà fino alle 17 concentrandosi su tre momenti fondamentali:

- Un laboratorio dedicato a professionisti e ricercatori in cui si potrannosperimentare l’approccio creativo e collaborativo alla base de “Il gioco del tempo” (ore 9,30-11,30).

- Un dialogo con due esperti,il professor Fabio Fatiguso del Politecnico di Bari e il designer Jorge Lopes dell’Università Cattolica di Rio de Janeiro sulle opportunità che un archivio 3D offre per laricostruzione e la reinterpretazione di reperti e resti archeologici ormai perduti (ore 12,30 – 13,30).

- Un tavolo di lavoro aperto a professionisti, ricercatori, imprese culturali e spettatori interessatialle possibili evoluzioni della ricerca digitale, in funzione sia della ricostruzione immateriale chedella restituzione materica del modo digitale (ore 14.30 – 17.00).

Il progetto “3D-IMP-ACT - Virtual reality and 3D experiences to IMProveterritorialAttractiveness, Cultural heritage smart management and Touristicdevelopment”, ha visto come capofila il Politecnico di Bari, e come partners la Direzione Regionale Musei Puglia,l’Istituto dei Monumenti culturali “GaniStrazimiri”,il Politecnico di Tirana per l’Albania, l’Università Crne Gore di Podgorica del Montenegro.Obiettivo principale del progetto è stato quello di sperimentare modalità di valorizzazione dei beni culturali e museali a partire dalle tecniche digitali, per sviluppare forme di valorizzazione basate su tecnologie digitali 3D e di realtà virtuale.

IL GIOCO DEL TEMPO

Di Emilia Serra

Il progetto è stato realizzato all’interno del Museo Nazionale Archeologico di Egnazia dove il racconto del sito di Egnazia e del suo territorio, dall’età del Bronzo al Medioevo, è proposto attraverso un suggestivo percorso di valorizzazione recentemente rinnovato (2022).

Emila Serra, architetto e designer, è affascinata dall’archeologia, dalle forme e dai processi della ricerca archeologica.Il suo lavoro nasce da una contaminazione tra tecnologie digitali e produzioni artigianaliprevalentemente in ceramica.

Il progetto per il Museo archeologico di Egnazia è stato realizzato in un anno di lavoro partendo dallo studio del sito e dei reperti conservati all’interno del museo, ha coinvolto archeologi, ingegneri restauratori e artigiani. Il processo creativo si è sviluppato in costante dialogo con gli specialisti, attraversando linguaggi tecnici e artistici, confrontandosi sul senso e il valore dei reperti archeologici, sui metodi di conservazione dei reperti, sulle fasi e sul fascino della ricerca archeologica e sui modi di rappresentarla.

L’opera, interattiva, da un lato mette in evidenza la complessità e il fascino della storia e della ricerca archeologica, dall’altro offre una visione simbolica e poetica che trasforma la fruizione del pubblico in un’esperienza attiva e creativa.

Il percorso è stato sviluppato in diverse fasi.

Sono stati selezionatialcuni dei repertiesposti, tra i più rappresentativi ed evocativi del museo (le statuine femminili e le melagrane di età ellenistica, la testa di Attis di età romana) che, grazie all’aiuto degli ingegneri del Politecnico di Bari coinvolti nel progetto, è stato possibile scansionare, digitalizzare e successivamente stampare in 3D in materiali plastici (PLA).

Sono stati successivamente selezionati frammenti archeologici decorati, senza contesto di rinvenimento, conservati nei depositi del museo, cheSerra ha potuto “toccare” e “manipolare” per realizzare composizioni (totalmente reversibili secondo la normativa del restauro)che offrono nuove possibilità di visione e interpretazione. La passione per i frammenti e per la ceramica ha condotto l’artista a dialogare con un artigiano della ceramica, Cosimo Vestitadi Grottaglie. Nella Bottega Vestita, una “ricerca archeologica” l’ha portata a recuperare frammenti del XX secolo e a disegnare oggetti ispirati al materiale conservato nel museo che sono stati realizzati dall’artigiano per diventare oggetti di design.

Il risultato del lavoro è stato l’allestimento di una piccola sala che propone una sintesi di visita, metaforica e interattiva. Il Gioco del Tempo invita specialistici e visitatori a guardare i reperti archeologici in modo poetico, suggerendo che le interpretazioni possono dipendere da chi le guarda.

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Ancora successi per gli allievi del centro ippico AcquadueO nel weekend 12-14 maggio appena trascorso. I ragazzi hanno montato cavalli del Centro ippico che confermano le loro doti di spiccata attitudine per gli sport equestri, in particolare nelle discipline del salto ostacoli e completo di equitazione. Tornano a casa felici dopo la partecipazione all’A3* “Memorial Ida Andrisano” all’Horse Club Terra Jonica, tre giorni di gare davvero intensi. Luigi Gorgoni e Quevador Gaia (razza Sella italiano) infermabili in C125 conquistano la 2° posizione venerdì con 0/0 in 31,11, la 2° posizione sabato con 0/8 in 30,3 e la 1 posizione domenica con 0 in 54,17. Francesca Musa e Stellina (razza Anglo arabo) iniziano a dimostrare di che pasta sono fatte ottenendo un bellissimo 0 in LB80 il venerdì che si riconferma il sabato e la domenica in B90 ottenendo rispettivamente la 5° e l’8° posizione. Danilo Papadia e Vhar (razza Sella italiano) per la prima volta in gara insieme iniziano a creare le basi per il loro percorso e tornano consapevoli di dover lavorare ancora tanto, ma con la grinta giusta per ottenere buoni risultati.

 Presenti anche alla seconda tappa di Cross Country e Country Derby al circolo ippico Red Water. Nonostante le avverse condizioni meteo siamo riusciti a portare a termine una giornata all’insegna di amicizia, passione ed emozioni grandissime. Tanti bellissimi percorsi, tanto impegno nei nostri piccoli ragazzi. Spiccano le posizioni di: Francesco Solito e Priscilla (razza Haflinger), 1° posto Avviamento A ludico; Martina Alò e Andromeda Frolic (razza Anglo arabo), 1° posto Avviamento A; Valentina Guarini e Emanuelas (razza Anglo arabo) 5° posto C40; Elois Campana e Ambra (razza Anglo arabo), 2° posto in C70 e C80.

 Le parole dei loro tre istruttori, i tre fratelli Valerio, Marcello e Davide e del supporter n° 1 Bruno Ostuni, il loro infaticabile maniscalco e padre, sintetizzano l’entusiasmo anche dei genitori: “ Ragazzi e ragazze  coraggiosi e determinati, non si fermano davanti a nessun ostacolo … della vita, Marika, Maria, Noemi, Gabriel, Sveva, Checco, Angelica, Gaia, Elena, Laura, Anita, Nicholas, Federica, Rebecca, Francesca, Francesco, Sofia, Emily, Valentina, Martina, Elois, hanno portato a termine percorsi precisi e studiati, siamo molto fieri di ognuno di voi e dei nostri cavalli, adesso inizia la preparazione per i prossimi appuntamenti di luglio per i nostri agonisti! “

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ACQUA: COLDIRETTI PUGLIA, SIT-IN AGRICOLTORI CONTRO COSTI E CARTELLE PAZZE. Da Bari al Salento si mobilita la gente dei campi prima che prenda avvio la stagione irrigua.

Sit-in degli agricoltori contro le ‘cartelle pazze’ e i costi dell’acqua che schizzano fino a 1,45€ al metro cubo con gravi disparità sul territorio, dopo il ventennale commissariamento che impone una stretta per la gestione dell’acqua e della bonifica in Puglia, con uno sforzo straordinario in termini di progettualità e investimenti per modernizzazione il settore, nonché per la maggior sicurezza dei territori rispetto ai sempre più frequenti fenomeni climatici calamitosi. Al presidio organizzato da Coldiretti Puglia dinanzi all’Assessorato all’Agricoltura su cartelli e  striscioni si leggono gli slogan ‘No acqua no agricoltura’, ‘Puglia assetata’, ‘Senza acqua l’agricoltura muore’, ‘SOS siccità’, ‘No acqua no rigenerazione salento’, ‘Stop commissariamento infinito’, ‘Ripartire da incompiute’, ‘Con campi a secco agricoltura ko’, ‘Stop cartelle pazze’, per chiedere di definire costi irrigui equi e lo stop alle cartelle pazze recapitate agli agricoltori per il pagamento degli oneri di contribuenza, senza che ci sia un effettivo servizio reso alle campagne.

“Emblematico il caso di costi applicati dal consorzio di bonifica Terre d’Apulia – ha dichiarato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - che applica la tariffa  0,33 €/mc per il solo sub-comprensorio Destra Ofanto “al fine di rendere competitive le produzioni agricole”, mentre lo stesso consorzio impone 1,45 Euro/mc per il sub-comprensorio Litorale Barese. Bene per le imprese del sub-comprensorio Destra Ofanto, per la maggior parte  dedite prevalentemente alla frutticoltura e pertanto con prelievi irrigui di grande volume, ma non si comprende la ratio per cui da un lato si salvaguarda la competitività e dunque il reddito  di queste aziende agricole, mentre dall’altra si decide di determinare la crisi delle imprese del secondo comprensorio, in quanto il costo di € 1,45 al metrocubo è insostenibile, specialmente in considerazione di un molto più che probabile decorso caldo e siccitoso della prossima estate”, ha insistito Muraglia.

“Va risolto definitivamente il ‘caso Puglia’, uniformando la gestione della bonifica al modello adottato nel resto d’Italia, riconsegnando le attività dei Consorzi all’autogoverno del mondo agricolo, stanziando risorse per fronteggiare la debitoria pregressa, coprendo le spese di personale che andrà riorganizzato e meglio qualificato e portando a regime le manutenzioni ordinarie e straordinarie. Necessario rifare i Piani di classifica, riperimetrando le quote consortili, per fare in modo che tutti gli utenti paghino, ma paghino il giusto”, ha affermato il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni.

La mancanza di una organica politica di bonifica comporta, tra l’altro, che lo stesso costo dell’acqua in Puglia sia caratterizzato da profonde ingiustizie e abbia raggiunto livelli stellari. Per esempio irrigare un ettaro di uva da tavola a Palagianello, Ginosa o Castellaneta – di competenza del consorzio di Bonifica Stornara e Tara – costa da 650 euro fino agli 800 euro con l’erogazione di acqua ogni 10 giorni per 5 ore per 4 mesi da giugno a settembre, mentre rispetto ai pozzi gestiti da Arif per esempio a Conversano il costo è pari ad oltre 2.500 euro per irrigare 1 volta alla settimana per 8 ore per circa 14 settimane da giugno a metà settembre. Una enormità che incide direttamente sulle voci di spesa delle imprese agricole pugliesi e, quindi, ne influenza pesantemente – denuncia Coldiretti Puglia - il grado di competitività rispetto a quelle europee, competitività che l’agricoltura pugliese riesce molto spesso a sostenere, grazie all’elevata professionalità e qualità raggiunte. Inoltre, non è mai stato rinegoziato il costo dell’acqua con la Regione Basilicata.

Il Salento colpito dalla Xylella si trova in una condizione di stato di calamità permanente a partire dal 2014 e gli areali olivetati – denuncia Coldiretti Puglia - risultano progressivamente distrutti dalla fitopatia, causando l’assoluta perdita di prodotto e di reddito per la stragrande maggioranza dei produttori, con la inapplicabilità del vigente piano di classifica, strumento per la determinazione dell’onere consortile, che “allo stato non può, in tali condizioni oggettive, costituire il presupposto per l’attribuzione del contributo in capo ai diversi contribuenti.

La Puglia non può più permettersi di perdere risorse vitali e opportunità per innovare le reti, ammodernare e rendere più efficiente l’infrastrutturazione, completare le incompiute, negli anni più siccitosi di sempre, con l’acqua che manca ed oltre il  57% del territorio a rischio desertificazione. Oltre agli sprechi con l’89% dell’acqua piovana che va persa ogni anno, ci sono le incompiute, con la diga del Pappadai, opera idraulica in provincia di Taranto costruita tra il 1994 ed il 1997 in pietrame con manto, con una quota di massimo invaso di 108,5 metri sul livello del mare, mai utilizzata e di fatto abbandonata – ricorda Coldiretti Puglia – che sarebbe utile a convogliare le acque del Sinni per 20 miliardi di litri di acqua da utilizzare per uso potabile e irriguo e una volta ultimata andrebbe a servire l’Alto Salento, ancora oggi irrigato esclusivamente con pozzi e autobotti. La mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione - aggiunge la Coldiretti Puglia - comporta che lo stesso costo dell'acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Per questo vanno rivisti gli accordi fatti con la Regione Basilicata, circa il ristoro del danno ambientale, e con la Regione Molise per la realizzazione di una condotta – insiste Coldiretti Puglia - di 10 chilometri per drenare acqua dall'invaso del Liscione sul Biferno fino all'invaso di Occhito sul Fortore.

Si sono consolidate nel tempo, come denunciato dalle aziende agricole di Coldiretti Puglia, nuove ed inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non debbono essere scaricate sugli utenti, i quali hanno, loro malgrado, subito nell’ultimo decennio innumerevoli danni per mancata manutenzione e oggi non possono soggiacere agli effetti di percorsi legislativi impraticabili e deleteri.  

Inoltre, la terra frana a causa della mancanza di un’adeguata politica di prevenzione e di governo del territorio, colpita da fenomeni meteorologici sempre più intensi, dove – insiste Coldiretti Puglia - l’andamento climatico impazzito  si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) sono a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e/o geomorfologica.  Sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni (dati ISPRA).

La tropicalizzazione del clima sottopone ormai ciclicamente, incalza Coldiretti Puglia, alla violenza di nubifragi e bombe d’acqua che si abbattono su un territorio fragile, dove l’incuria e la mancanza di opere di manutenzione ordinaria dei canali e delle reti di scolo aggravano la situazione. Serve un piano organico pluriennale per gli interventi di manutenzione straordinaria, al fine di non gravare di oneri impropri i consorziati, già colpiti sia patrimonialmente che nella formazione del reddito, in considerazione dei ripetuti danni subiti, a causa della mancata manutenzione delle strutture di bonifica e che realizzi investimenti in infrastrutture irrigue e, soprattutto, avvii fattivamente interventi di manutenzione straordinaria degli impianti irrigui collettivi, pozzi compresi e delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali.

In Puglia i consorzi di bonifica – conclude Coldiretti Puglia - rappresentano strumenti di utilità pubblica straordinaria, dato che nel settore irriguo gestiscono una superficie servita da opere di irrigazione di oltre 210mila ettari, 102 invasi e vasche di compenso, 24 impianti di sollevamento delle acque a uso irriguo, 560 chilometri di canali irrigui e circa 10.000 chilometri di condotte tubate.

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Alla scoperta di uno dei più antichi e avvincenti mestieri del mondo: quello della pesca. Con una giornata di formazione a scuola e successivamente un'altra da trascorrere interamente in mare con i pescatori professionisti brindisini per apprendere dal vivo le tecniche, ma anche il funzionamento, i rischi e vivere appieno una giornata da pescatori provetti.

E' in quest'ottica che la Flai – venerdì 19 maggio - incontra gli studenti dell'Istituto tecnico Nautico Carnaro-Marconi-Flacco-Belluzzi di Brindisi.

Scoprire il mestiere della pesca è un progetto avviato dalla Flai, nell'ambito del Programma triennale della pesca e dell'acquacoltura 2022/2024 – finanziato dal ministero dell'Agricoltura e della sovranità alimentare, per far conoscere un mondo di grande tradizione, che rischia tuttavia di estinguersi senza il necessario ricambio generazionale.

Flai Brindisi, in uno con la Camera del lavoro, Flai Puglia ed il Dipartimento pesca della Flai nazionale, da sempre sensibili a questa tematica – incontrando la disponibilità dello storico Istituto Nautico brindisino – hanno programmato una giornata di formazione ed informazione destinato agli studenti del terzo e quarto anno.

Nel corso della giornata sarà illustrato il progetto della Flai, saranno spiegate le difficoltà, le prospettive e l'importanza di un settore strategico per l'economia locale e nazionale. La bellezza di un mestiere antico ma sempre attuale e che si integra perfettamente con il turismo e la cultura aprendo a nuovi orizzonti  per questa bellissima attività. La giornata di formazione sarà propedeutica ad una giornata da vivere a settembre, interamente in mare, a contatto con i pescatori professionisti per pescare e apprendere tecniche, storie di vita e aneddoti.

Alla giornata di formazione prenderanno parte: il dirigente scolastico Pantaleo Raffaele Lattante; i; Gabrio Toraldo Segretario Generale Flai Brindisi , Gabriele Guarino Segretario Flai Cgil Brindisi ; Antonio Macchia Segretario Generale Cgil Brindisi; Antonio Ligorio Segretario Flai Puglia; Antonio Gagliardi Segretario Generale Flai Puglia; Antonio Pucillo Capo dipartimento Pesca Flai Cgil Nazionale.

«Crediamo fortemente – sottolinea Guarino - che parlare con gli studenti di scuola superiore a indirizzo nautico sia un elemento strategico per il ricambio generazionale di tale settore. Un mestiere antico ma sempre attuale che rischia di sparire a causa delle enormi difficoltà perché le nuove generazioni non intravedono un futuro, non intravedono una stabilità economica. Allora gli studenti sono i benvenuti, per lasciare da parte almeno per qualche ora i problemi quotidiani, e scoprire il mestiere della pesca sempre affascinante ed attuale che può riservare sempre grandi soddisfazioni».

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La Giornata Internazionale della Famiglia si celebra ogni anno il 15 maggio. Nel 1994 l'Assemblea Generale delle Nazioni Uniti (ONU) ha proclamato questa giornata, dedicandola al "fondamentale gruppo sociale e l'ambiente naturale per lo sviluppo e il benessere di tutti i suoi membri, in particolare i bambini".

Le famiglie in tutto il mondo stanno cambiando, molte diventano più piccole, con l’aumentare del numero di famiglie monoparentali. Attualmente, il 65% di tutte le famiglie è composto da coppie che convivono con figli di qualsiasi età o da coppie che convivono con entrambi i bambini e da membri della famiglia allargata, come i nonni. La diminuzione del numero di famiglie allargate e il crescente numero di famiglie monoparentali mettono in risalto il tema della protezione sociale.

Molti paesi, nelle proprie leggi fondamentali, mettono al centro della società la famiglia dedicandole alcuni articoli molto importanti e densi di grandi obiettivi morali e sostanziali ma tuttavia in un gran numero di essi le famiglie si trovano spesso abbandonate a sé stesse in pessime condizioni economiche, culturali, sanitarie, lavorative e sotto molti altri aspetti. Ad esempio, l’art. 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sancisce che uomini e donne, in età adatta, hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento.

Sfortunatamente tutt’oggi molti sono i paesi nei quali sono forti le discriminazioni razziali e religiose per cui questi principi diventano fonte di scontri interiori per chi si trova in queste situazioni, e proprio la situazione pandemica che stiamo vivendo rimarca pesantemente queste diversità.

Gioventù per i Diritti Umani si occupa di diffondere la carta dei 30 diritti dell’Uomo. Si tratta di un’organizzazione non a scopo di lucro fondata nel 2001 per insegnare ai giovani di tutto il mondo i diritti umani, in particolare la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, in modo che diventino sostenitori della tolleranza e della pace. YHRI è ora cresciuta in un movimento globale di individui, gruppi e leader nazionali e comunitari che stanno diffondendo il messaggio di ciò che sono i diritti umani e di come implementarli e proteggerli.

Il diritto umano numero 16 sancisce che:

“1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all’atto del suo scioglimento.”

“2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.”

“3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.”

Gioventù per i Diritti Umani Internazionale fornisce materiale didattico sui diritti umani per le scuole e al di fuori dei tradizionali contesti educativi. Con l’obiettivo di raggiungere i giovani provenienti da diversi background, i materiali di YHRI fanno appello a persone di tutte le generazioni. Dall’insegnamento dei diritti umani attraverso conferenze e convegni a gruppi di hip-hop e danza, il messaggio si diffonde in tutto il mondo.

Questo, con l’obiettivo che si era prefissato anche l’umanitario L. Ron Hubbard “I diritti umani devono diventare una realtà non un sogno idealistico.”

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PRIMO SQUILLO DELLA VIPOSTORE ALL’ESORDIO NEI PLAYOFF.

La Vipostore si impone con un secco 3 a 0 nell’insidioso campo di Crotone.

A dispetto di un finale così netto, le compagini in campo si sono date battaglia dal primo all’ultimo punto senza esclusioni di colpi.

La Vipostore scende in campo  con Mercanti al palleggio opposta a Morone, Kostadinova e Cristofaro ai lati, Tornesello e Labianca al centro, libero Quarto.

La Pallavolo Crotone schiera Gernone al palleggio, opposto Misceo, Biscardi e Cesario in banda, Greco e Kuz al centro, libero Maggipinto.

Prima e seconda frazione di gioco caratterizzate da un sostanziale equilibrio. Entrambi i team in campo esprimono un ottimo livello di gioco, la concentrazione ben visibile sui volti delle protagoniste in campo si trasforma in una bagarre fino al finale dei primi due set. L’ esperienza delle nostre beniamine ha permesso nei momenti più caldi dei set di mantenere la lucidità, limitare gli errori, difendere sempre quella palla in più rispetto alle avversarie e concludere con attacchi efficaci.

I primi due parziali, a favore con il medesimo punteggio (23-25) scrollano di dosso la tensione e danno la consapevolezza alle ragazze di mister Giunta di poter portare a casa il bottino pieno.

Il terzo set, a differenza dei primi due, vede la Vipostore allungare sin da subito, tenendo a debita distanza le ragazze del team calabrese. Il set scorre liscio fino al 21-25 evidenziando ancora una volta l’ottima organizzazione di gioco che il duo Giunta-Vannicola ha saputo dare a questa squadra.

Ora testa e concentrazione in vista della gara di ritorno in programma Domenica 21 Maggio alle ore 18.00 presso il palazzetto di Francavilla Fontana.

 

TABELLINO

PALLAVOLO CROTONE – VIPOSTORE FRANCAVILLA 0-3 (23-25/23-25/21-25)

CROTONE: Kuz 6, Barile, Gernone, Maggipinto (L), Cosentino 2, Confaloni, Misceo 13, Cesario 4, Biscardi 16, Greco 9, Boscacci. All. Asteriti.

VIPOSTORE FRANCAVILLA: Kostadinova 10, D’Onofrio, Tornesello 7, Quarto (L), Di Paola, Santoro (L), Mercanti 4, Labianca 9, Lapenna, Cristofaro 7, Fanigliulo, Caforio, Morone 16. All. Giunta.
Arbitri: Reynaud – Esposito.   

TENNIS, SERIE B1: ESORDIO POSITIVO PER IL CT BRINDISI CHE SUPERA VISERBA. 

Sul campo di casa, davanti al proprio pubblico, la pioggia e il freddo diventano il tempo della felicità, della vittoria. Esordio casalingo positivo per i ragazzi del Circolo Tennis Brindisi che ieri (domenica 14 maggio), nella prima giornata del Campionato Nazionale a Squadre di Serie B1 Maschile, si sono imposti per 4 a 2 sugli ospiti del Tennis Club Viserba.

Sei gli incontri disputati (4 singolari e 2 doppi) e un successo che vale i primi tre punti stagionali incassati dalla formazione biancazzurra, al termine di una sofferta, lunga nove ore di tennis non stop.

Nei singolari: Matteo De Vincentis (Brindisi, classifica 2.3) ha battuto Alberto Bronzetti (Viserba, classifica 2.3) 4-6/6-1/6-2; Andrea Massari (Brindisi, classifica 2.6) ha battuto Francesco Giorgetti (Viserba, classifica 2.5) 6-4/6-2; Marek Jaloviec (Brindisi, classifica 2.3) è stato sconfitto da Manuel Mazza (Viserba, classifica 2.1) 6-4/6-7/6-3; Jacopo Tarlo (Brindisi, classifica 2.7) ha battuto Alessandro Canini (Viserba, classifica 2.5) 7-6/5-7/-7-5.
Nei doppi: Jaloviec/De Vincentis (Brindisi, entrambi classifica 2.3) hanno battuto Mazza/Riccardi (Viserba, classifica 2.1 e 2.7) 6-7/6-1/12-10; Massari/Desolda (Brindisi, classifica 2-6 e 2.8) sono stati sconfitti da Giorgetti/Bronzetti (Viserba, classifica 2.5 e 2.3) 6-2/6-4.

«È stata una gara sofferta, ma vincere in casa è sempre bello – ha affermato nel post gara Vito Tarlo, capitano del CT Brindisi -. Conquistiamo i primi tre punti stagionali ed è molto importante, contro Viserba, la squadra tra le più forti del girone, non era facile. Abbiamo espresso un tennis di alto livello, disputato un’ottima gara e questo, al di là del risultato, mi rende orgoglioso: Tarlo ha vinto una partita che sembrava persa; De Vincentis ha fatto un grande ritorno, incassando una brillante vittoria; Massari è stato lineare, superando senza intoppi l’avversario. Buono anche l’esordio di Desolda nel secondo doppio, malgrado la sconfitta. Che dire, la prima è andata benissimo, sono molto contento di tutti i ragazzi. Ci godiamo il momento e da domani ci prepariamo per la prossima sfida».

Domenica prossima (21 maggio) prima trasferta stagionale per i biancazzurri che affronteranno i padroni di casa del JC Next Gen di Marina di Massa.

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FOLLIE NEL PIATTO, DA ALLARMI VINO A ETICHETTE SEMAFORO. COLDIRETTI A TIMMERMANS: NON C'E' EUROPA SENZA AGRICOLTURA.

Dal terrorismo sul vino alle etichette a semaforo che bocciano le eccellenze tricolori, dagli attacchi agli allevamenti al divieto della pesca a strascico, dalle frontiere colabrodo da cui è entrata la Xylella in Puglia allo stop agli imballaggi che rischia di cancellare dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete ma anche le bottiglie magnum di vino sono le normative ideologiche e follie senza freni che arrivano dall’Unione Europea e rischiano di stravolgere per sempre lo stile alimentare della Dieta Mediterranea e il sistema produttivo nazionale basato sulla qualità e su tradizioni millenarie. A denunciarlo è la Coldiretti che con centinaia di agricoltori ha accolto dinanzi al Teatro Comunale Fusco a Taranto Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega all’azione per il clima e il Green Deal europeo.

In grande evidenza lo striscione con la scritta “Niente Europa senza agricoltura, no al cibo da laboratorio”. Sotto accusa l’autorizzazione concessa dall’Ue all’Irlanda che potrà adottare sulle bottiglie di vino e birra un’etichetta con avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità, – afferma la Coldiretti - come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” nonostante i pareri contrari di Italia. Francia e Spagna e altri sei Stati Ue, che considerano la misura una barriera al mercato interno, e l’annuncio della stessa Commissione di possibili iniziative comuni sull’etichettatura degli alcolici. Ma nel mirino Ue è finita anche la pesca italiana. Le nuove linee di indirizzo ad integrazione della Politica Comune proposte dal Commissario alla Pesca ed all’Ambiente Virginijus Sinkevicius prevedono provvedimenti choc a partire dal divieto del sistema di pesca a strascico che rappresenta in termini di produzione ben il 65% del pescato nazionale, secondo l’analisi di Coldiretti Impresapesca. Le misure impongono anche la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% di quelle attuali. Scelte che aprono di fatto alle importazioni selvagge, andando ad aggravare ulteriormente una situazione che nel 2022 ha visto arrivare in supermercati e ristoranti del nostro Paese oltre 1 miliardo di chili di prodotto straniero tra fresco e trasformato, pronto spesso per essere servito come tricolore.

Nell’autunno 2023 verrà discussa la proposta di regolamento sull’etichetta a colori, con il fronte dei Paesi del Nord che spinge il cosiddetto Nutriscore. Si tratta di un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che – sottolinea la Coldiretti – finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti sintetici di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo – continua la Coldiretti – si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine.

Intanto la Ue ha autorizzato l’uso di larve del verme della farina minore, grillo domestico, larva gialla della farina e cavallette – evidenzia Coldiretti – in una serie di alimenti come pane, panini, cracker, grissini, barrette ai cereali, nei prodotti a base di pasta, pizza o cioccolato mentre mette sotto accusa per le emissioni gli allevamenti tradizionali aprendo di fatto le porte all’arrivo in Europa dei cibi di laboratorio. Si tratta di una minaccia letale per l’agricoltura italiana, la salute dei consumatori e la biodiversità del pianeta contro la quale sono state già raccolte oltre mezzo milione di firme nella mobilitazione bipartisan della Coldiretti che ha portato il Governo Meloni a presentare uno schema di disegno di legge che vieta la produzione, l’uso e la commercializzazione in Italia del cibo sintetico.

L’UE – conclude la Coldiretti – ha gravi responsabilità sulla Xylella per le frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto che ha causato un danno irreparabile all’olivicoltura pugliese. L’Unione Europea, se da un lato ha disposto la rimozione delle piante infette e di quelle presenti nei 50 metri attorno, si è lavata le mani sugli indennizzi da riconoscere agli olivicoltori che hanno subito e dovuto affrontare in solitudine l’aggressione del patogeno da quarantena Xylella fastidiosa e devono fare i conti con ingenti perdite di reddito presenti e future, rimandando l’intera partita al Governo italiano.

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UE: COLDIRETTI, BLITZ AGRICOLTORI AD INCONTRO TIMMERMANS, VICEPRESIDENTE COMMISSIONE ACCOLTO DA PROTESTE E CARTELLI. 

Blitz della Coldiretti con centinaia di agricoltori provenienti dalle campagne contro le follie dell’Unione Europea tra normative ideologiche e follie senza freni che rischiano di stravolgere per sempre lo stile alimentare della Dieta Mediterranea e l’agricoltura tricolore. Una colorata manifestazione ha accolto dinanzi al Teatro Comunale Fusco (Via Ciro Giovinazzi, 49) a Taranto Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega all’azione per il clima e il Green Deal europeo.COLDIRETTI_BLITZ_AGRICOLTORI_AD_INCONTRO_TIMMERMANS_A_TARANTO_4.jpg

In testa al gruppo di agricoltori in protesta campeggia un grande striscione con la scritta “Niente Europa senza agricoltura, no al cibo da laboratorio” ma su striscioni e cartelli si legge “Timmermans scendi dal pero!”, “Timmermans think different!”, “Ue svegliati! la Xylella ti invade”, “Stop ai cibi stranieri inquinati, regole uguali per tutti”, “L'allevamento non fa inquinamento”, “No consumo di suolo, i pannelli mettiamoli sui tetti”, “Direttiva emissioni=stalle chiuse”, “No alla direttiva ammazza stalle”, “No alla distruzione della pesca europea”, “Il nutriscore inganna i consumatori”, “Ue senza carne e formaggi apre le porte al cibo da laboratorio”, “Timmermans non ti è rimasto nulla di socialista”.COLDIRETTI_BLITZ_AGRICOLTORI_AD_INCONTRO_TIMMERMANS_A_TARANTO_2.jpg

Sotto accusa sono infatti “le follie a tavola dell’Ue”, con gli effetti sull’agricoltura degli orientamenti comunitari, dalle frontiere colabrodo che hanno fatto entrare in Puglia la Xylella alle indicazioni allarmistiche sul vino, dalle etichette a semaforo che bocciano le eccellenze tricolori a partire dall’olio extravergine pugliese al divieto della pesca a strascico, dalla direttiva ammazza stalle al via libera a larve e grilli nel piatto. Tutte scelte che colpiscono l’agricoltura e l’allevamento tradizionale ed aprono le porte alla messa in commercio di carne, pesce e latte di laboratorio.

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