Redazione

INFLAZIONE: COLDIRETTI PUGLIA, STANGATA A TAVOLA SALE A 1,1MLD EURO PER FAMIGLIE PUGLIESI; 1/3 IMPRESE IN CRISI. Salirà a 1,1 miliardo di euro la stangata a tavola per le famiglie pugliesi a causa dell’inflazione mai così alta dagli anni 80 e dall’esplosivo aumento dei costi energetici, trainato dalle bollette del gas, con i rincari della spesa alimentare che costeranno alle famiglie pugliesi oltre 680 euro in più nel 2023. E’ quanto stima la Coldiretti Puglia, sulla base dei rincari che nel corso del 2023 avranno un effetto dirompente sull’inflazione e sui costi dei beni alimentari.

A causa dei rincari più di un consumatore su due (52%) sta tagliando la spesa nel carrello, mentre un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 30% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa. I pugliesi – sottolinea la Coldiretti regionale – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – precisa la Coldiretti – si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa.

Ma a rischio alimentare ci sono oltre 800mila famiglie, con la Puglia che supera la media con il 27,5 per cento dell’incidenza di povertà relativa, il peggiore su scala nazionale, la punta dell’iceberg delle difficoltà – denuncia Coldiretti Puglia - in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari.

Con la crisi un numero crescente di persone è stato costretto a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente – sottolinea la Coldiretti regionale – ai pacchi alimentari che hanno aiutato tra gli altri bambini (di età uguale o inferiore ai 15 anni), anziani, senza fissa dimora (di età uguale o superiore ai 65 anni) e disabili. Fra i nuovi poveri – continua la Coldiretti Puglia – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalle misure contro la pandemia. Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.

Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua la Coldiretti regionale – più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

A pesare sul settore è anche l’aumento del costo dei fertilizzanti, che in un anno è più che raddoppiato. In particolare – continua la Coldiretti – l’urea è balzata a 1.100 euro a tonnellata contro i 540 euro a tonnellata dello scorso anno, secondo Cai – Consorzi Agrari d’Italia, mentre il perfosfato è passato da 185 agli attuali 470 euro/tonnellata e i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 455 a 1005 euro/tonnellata. I prezzi dei fertilizzanti sono aumentati dopo le sanzioni contro le aziende bielorusse che producono potassio e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha gettato nel caos una grossa fetta delle forniture globali. Si stima che Russia e Bielorussia costituiscano circa il 40% della produzione globale di potassio mentre la Russia produce circa il 20% dell’azoto mondiale.

L’Italia negli ultimi 25 anni ha perso ¼ della propria superficie coltivabile per colpa dell’insufficiente riconoscimento economico del lavoro in agricoltura. Il risultato è che l’Italia è obbligata ad importare il 62% del grano per il pane, il 35% di quello necessario per la pasta, ma anche il 46% del mais e il 73% della soia, fondamentali per l’alimentazione degli animali, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.

L’approvvigionamento alimentare è assicurato in Puglia grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica, nonostante le preoccupazioni per le difficoltà economiche, la ridotta disponibilità di manodopera ai blocchi alle frontiere per i trasporti, un  impegno quotidiano senza sosta che è stato sostenuto anche dalle consegne a domicilio, dall’asporto e da importanti momenti di solidarietà verso gli indigenti.

Nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro, conclude Coldiretti nel sottolineare che occorre anche lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.

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E' uscito il nuovo libro di Diego Protani "Quando l'Italia si Arrapaho con gli Squallor" edito dalla Lfa Publisher. Un saggio impertinente, pieno di aneddoti su una band unica nel panorama mondiale della cultura. Non solo musica: un libro sulla nostra storia e attualità.
Gli Squallor hanno avuto il merito di dire tutto quello che non si poteva dire in un periodo storico molto difficile. Con irriverenza e goliardia sono riusciti ad affrontare le ipocrisie sulla cultura italiana, in un dialogo costante con  gli artisti che sono presenti nel libro.
Tra loro ci sono Nino Frassica, Marisa Laurito, Patrizio Maria, Giorgio Tirabassi, Francesco Baccini, Renato Marengo e Pino Leoni. La prefazione è di Jacqueline Savio e la Postfazione di Ernesto Bassignano.
Con questo volume si ha l'occasione di approfondire e comprendere anche il panorama culturale attuale.Il libro si può trovare in tutte le librerie e nei negozi online.
Questo è il terzo libro dello scrittore originario di San Pancrazio Salentino, per la LFA Publisher ha pubblicato con Viviana Vacca "Sulle labbra del tempo - Area tra musica gesti e immagini " e "Sunshine I colori della musica".

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Servizio Civile Universale: due progetti per complessivi 8 posti rivolti ai giovani tra i 18 ai 29 anni

Le domande di partecipazione devono essere presentate entro e non oltre le ore 14:00 del 10 Febbraio 2023

FASANO – Al via due nuovi progetti di Servizio Civile Universale promossi dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Fasano e dall’Acli (Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani): «Voglia di Futuro» (4 posti) e «Più libri, più liberi» (4 posti).

Il Servizio Civile Universale è un’esperienza di impegno sociale rivolta ai giovani dai 18 ai 29 anni non compiuti (cittadini italiani, cittadini di paesi appartenenti all’UE o stranieri regolarmente soggiornanti in Italia) e sui quali le istituzioni pubbliche, insieme agli enti di accoglienza, hanno deciso di investire. 

Per presentare domanda c’è tempo fino alle ore 14:00 del 10 Febbraio 2023. I posti disponibili per il Comune di Fasano sono in tutto 8. I giovani selezionati saranno impiegati per 5 giorni a settimana per un totale di 25 ore. Gli aspiranti operatori volontari dovranno presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone.

«Affinché le nuove generazioni possano credere nelle istituzioni occorre porre i loro interessi al centro dell’azione amministrativa - spiega l’assessore alle Politiche giovanili Pier Francesco Palmariggi –. Per questo abbiamo messo in campo tante iniziative rivolte al protagonismo dei giovani nella vita della città, dando a questo obiettivo, che è concreto e trasversale, sempre maggiore prospettiva e continuità. Il Servizio Civile Universale, in particolare, rappresenta un’opportunità importante di formazione, di crescita personale e professionale che rinnoviamo anche quest’anno».

IPROGETTO “VOGLIA DI FUTURO” (4 posti)

L'impegno dei 4 ragazzi selezionati sarà destinato alle seguenti attività presso "Sportello360", il nuovo servizio del Comune di Fasano rivolto ai giovani del territorio: 

  • Azioni di promozione della partecipazione attiva, di educazione alla cittadinanza attiva e dell’empowerment;
  • Sportello Informa e Orienta;

PROGETTO “PIÙ LIBRI, PIÙ LIBERI” (4 posti)

L'impegno dei 4 ragazzi selezionati sarà destinato alle seguenti attività presso la Biblioteca Comunale “Ignazio Ciaia”: 

  • Supporto alla gestione dei prestiti e del sistema di consultazione e catalogazione dei libri;
  • Organizzazione di iniziative ed eventi per la promozione del patrimonio librario.
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“Le priorità in ambito sanitario sono le malattie da curare e prevenire e non le carte da scrivere per i Ministeri o per l’autorità giudiziaria. E questo perché senza la cura delle malattie le prenotazioni possono essere fatte solo per prestazioni cimiteriali, rendendo le carte bollate e il burocratismo privi di senso. E se il problema riguarda la carenza di personale per adempiere ai numerosi obblighi imposti dalle leggi statali e regionali, bisogna avere il coraggio d’insorgere contro il presidente Emiliano e la Giunta regionale, piuttosto che contro il Consiglio regionale e i suoi doveri di rappresentanza dei cittadini. Sbagliare obiettivo nelle rimostranze, per sussiego al potente, è un espediente politicista e vergognoso, tutto incentrato sugli ingranaggi del potere e non sul dolore della condizione umana. Si mediti su questo, immedesimandosi nella vita dei comuni cittadini”.

Lo dichiara il Commissario regionale di Azione e consigliere regionale Fabiano Amati, promotore e primo sottoscrittore delle leggi per il potenziamento degli screening del tumore al seno e al colon retto, e per la riduzione della spesa farmaceutica. 

“Ho letto diverse note dirigenziali, transitate con atto di comunicazione nell’ultima seduta della Giunta regionale, contro le leggi regionali di potenziamento degli screening per i tumori al seno e al colon-retto, riferite al fatto che gli adempimenti richiesti sono molto stringenti e mettono i dirigenti regionali e i Direttori generali delle ASL di fronte a conseguenze ritenute addirittura eversive ma in fondo più ovvie del più ordinario ovvio : la mancata erogazione dell’indennità di risultato in caso di mancato raggiungimento dei risultati attesi, e questo per i dirigenti regionali, e la decadenza dei DG ASL in caso di mancato rispetto degli impegni di salute che essi stessi si danno con gli atti aziendali. 
In pratica, le leggi dicono che se non fai il tuo dovere manageriale non puoi fare il manager e se non te la senti non è obbligatorio l’esercizio di funzioni manageriali. 
Gli argomenti usati e posti alla base delle varie comunicazioni, peraltro, sono tecnicamente privi di pregio. 
Il pacchetto di leggi regionali salva-vita delle persone contiene una pluralità di norme incentrate sugli adempimenti a quanto già previsto dalle leggi statali e dalle stesse delibere della Giunta regionale e non oggetto di alcun sospetto d’incostituzionalità. Andiamo per titoli sommari: l’estensione al 100 per cento della popolazione target degli screening; le modalità d’innovazione organizzativa e informatica per assicurare l’esatta periodicità degli screening; la gratuità dei test genetici per persone con rischio eredo-familiare; la gratuità della sorveglianza clinico-strumentale per persone con mutazione genetica e maggiore rischio d’esposizione al tumore. 
A tutto questo non è stato dato totale adempimento, nonostante ripetuti solleciti durante le Commissioni consiliari. 
Una parte molto residuale di quel pacchetto legislativo, invece, è stata osservata dal Governo per sospetto d’incostituzionalità, e viene strumentalizzata per giustificare il mancato adempimento alla maggior parte della disciplina legislativa: la pretesa illogica di far acciuffare il meno dal più. Questa parte residuale, su cui l’Avvocatura regionale ha comunque spiegato le più convincenti difese (ma alla Regione nessuno legge gli atti di altri rami della stessa amministrazione), riguarda l’estensione degli screening a classi d’età più ampie rispetto ai piani nazionali, comunque in accoglimento di quanto sostenuto dal mondo della medicina e pure dall’ultima raccomandazione europea in materia di lotta ai tumori. Insomma, pur ammettendo come fonte dell’impugnazione il disinteresse delle burocrazie ministeriali sulla più efficace e moderna prevenzione dettata dalle linee guida e dalla legislazione europea, e pur assumendo l’obbligo della burocrazia regionale ad associarsi al menefreghismo ministeriale, la maggior parte degli adempimenti contenuti nel pacchetto di leggi regionali non riguarda argomenti sottoposti al vaglio della Corte costituzionale. Per cui il capro espiatorio si scopre che non è un bovino né è uscito al pascolo. 
Che senso ha dunque assumere un argomento residuale per consentirsi di galleggiare e auto-giustificarsi sugli inadempimenti relativi agli argomenti più numerosi e non oggetto d’impugnativa? 
Se manca il personale per correre dietro queste numerose incombenze, si chieda al presidente Emiliano e alla Giunta regionale il personale necessario, con una lettera di poche righe e senza l’impegno di numerose ore di lavoro per scrivere le abbondanti comunicazioni, ma non si maledica la necessità di un’organizzazione più ferocemente adattata al contrasto delle malattie. 
Mi rendo conto che la nuova modalità legislativa introdotta con le leggi del pacchetto screening, fortemente auto-esecutiva e priva del nascondino dei Regolamenti attuativi e delle delibere esecutive, cominci a mietere vittime sul piano pratico e psicologico, ma non si poteva continuare così. Non si poteva continuare a legittimare antiche modalità legislative, avallate da un potere politico in stato di sudditanza tecnica, che finiscono per far silenziosamente primeggiare la funzione burocratica rispetto agli eletti dal popolo, in un surreale capovolgimento di prospettive e con esiti paradossali: le colpe delle disfunzioni addossate ai politici per un potere di fatto non esercitato e paralizzato dai procedimenti attuativi. 
È tutta qui la questione. Detto con sincerità. Ma lo stato di malattia, la prevenzione e i nostri obblighi, non possono essere scantonati per una ridefinizione del potere che alla burocrazia regionale non piace. Raggiungere i risultati è l’obbligo dei manager e a questo si lega l’indennità di risultato. Appunto. Averlo scritto nero su bianco può anche dispiacere, me ne rendo conto, ma la pubblica amministrazione non può agire a passi felpati come in una seduta psichiatrica. Il tempo e il suo trascorrere sprecato portano troppo dolore e perciò va perdonato il minor uso di convenevoli per eccesso di risolutezza”.

"Non ci voleva una sfera di cristallo per capire che la Sanità brindisina – in modo particolare il Pronto soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi – fosse in affanno. Lo abbiamo denunciato da tempo suonando il campanello d’allarme nella speranza che non si arrivasse al collasso dichiarato nei giorni scorsi, quando la ASL ha chiesto lo stato di emergenza per i tre Pronto soccorso della provincia (oltre a quello di Brindisi anche quello di Francavilla Fontana e Ostuni). 
Sono tre strutture sanitarie che come Fratelli d’Italia abbiamo visitato su segnalazione degli operatori sanitari che vi lavorano e dei pazienti che usufruiscono dei servizi: a Francavilla siamo stati non ieri ma il 9 luglio del 2021 (un anno e mezzo fa, circa) e a Ostuni anche prima, il 12 novembre 2020, e poi ancora il 6 aprile del 2022. Infine al Perrino, l’ultima volta il 28 novembre scorso. Come consiglieri regionali di opposizione avevamo intuito da tempo che vi erano problemi abnormi, che sicuramente dipendono dalla carenza di organico, ma che nel Brindisino sta provocando una situazione più disastrosa che altrove e che finisce per mettere a rischio la salute dei cittadini. Perché alla carenza di personale negli ospedali si aggiunge quella di organico nei PPIT di Ceglie Messapica, Fasano, Mesagne, San Pietro Vernotico dove a mala pena viene assicurata la presenza di un medico su un turno su tre.
E’ evidente che siamo di fronte a una vera e propria ‘fuga’ di medici dalla Terra di Brindisi… ci sarà un motivo? Così come vorremmo capire quali sono i motivi veri dello scontro fra l’Ordine dei Medici e i vertici della Asl.
Così come è evidente che qualcuno sarà pur responsabile di tutto questo, forse, perché incapace e inadeguato al ruolo che riveste.  Per questo Fratelli d’Italia chiede l’immediato azzeramento dei vertici della Asl, mentre l’assessore alla sanità, Rocco Palese, dopo le notizie di stampa di oggi, dovrebbe trarre le conseguenze e dimettersi”.

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Epidemia COVID-19

Bollettino Epidemiologico
Regione Puglia

Dati del giorno: 02 gennaio 2023

566
Nuovi casi
3.388
Test giornalieri
0
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 186
Provincia di Bat: 41
Provincia di Brindisi: 59
Provincia di Foggia: 61
Provincia di Lecce: 152
Provincia di Taranto: 55
Residenti fuori regione: 12
Provincia in definizione: 0
17.215
Persone attualmente positive
262
Persone ricoverate in area non critica
15
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.599.732
Casi totali
13.494.388
Test eseguiti
1.573.082
Persone guarite
9.435
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 511.839
Provincia di Bat: 134.386
Provincia di Brindisi: 152.988
Provincia di Foggia: 223.043
Provincia di Lecce: 339.816
Provincia di Taranto: 215.482
Residenti fuori regione: 16.844
Provincia in definizione: 5.334

Per contribuire anche da Mesagne alla formazione del manifesto dei valori e dei principi del Partito Democratico, ci vediamo domani a partire dalle ore 18,00 presso la sede dell’associazione ”G. Di Vittorio” in via Castello XX. L’incontro, che ha l’obiettivo di far arrivare al comitato costituente nazionale idee e proposte sulla missione principale del PD, sugli strumenti e sulle procedure con i quali il PD intende realizzarla, nonché sui contenuti che devono caratterizzare il nuovo partito, è aperto alla partecipazione di simpatizzanti, elettori e cittadini che intendono esprimere il loro punto di vista sul  dibattito in corso.

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Capodanno con i botti a Mesagne dove la dea della fortuna ha fatto vincere ben 46mila 514 euro al Superenalotto presso la ricevitoria del Nuovo bar Magrì, in via Guatiero d'Ocra. Una vincita che dovrà essere divisa, però, tra 21 clienti che avevano giocato il sistema pensato dal proprietario del bar, Alessandro Magrì. Ciascuno dei 21 giocatori riceverà 2mila 214 euro. In particolare il sistema giocato ha realizzato due 5 e sfiorato il 6.

In questo caso la vincita sarebbe stata di 340 milioni di euro. Altro che bruscolini. I vincitori sono tutti clienti affezionati del Nuovo bar Magrì che c’è da giurarci continueranno a giocare per rincorrere una vincita ben più grande.vincita_Superenalotto_al_nuovo_BAR_caffè_magrì.jpg

In ogni modo la Puglia a Capodanno ha ottenuto complessivamente un monte vincite di circa 190mila euro. Il 10eLotto, infatti, ha premiato la Puglia con vincite complessive per oltre 107mila euro: la più alta è stata centrata a Squinzano, in provincia di Lecce, con un 9 Oro da 50mila euro, seguito da un 6 Doppio Oro da 30mila euro a Bari. A Taranto si è festeggiato con un 9 da 20mila euro, mentre un 6 Oro da 7.500 euro è stato realizzato a Molfetta, in provincia di Bari.

L'ultimo concorso del 10eLotto del 2022 ha distribuito premi per 27 milioni di euro in tutta Italia, per un totale di oltre 3,7 miliardi durante tutto l’anno. Sul fronte del loro sono stati vinti oltre 38mila euro, Si è festeggiato a Bari con un colpo da 23.750 euro e a Surbo, in provincia di Lecce, con altri 14.500 euro. L'ultimo concorso del Lotto del 2022 ha distribuito 8,8 milioni di euro in tutta Italia, per un totale che supera il miliardo di euro in tutto l'anno.

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L’Amministrazione Comunale ha approvato il restauro delle due tele che ritraggono Andrea I e Michele III Imperiali. L’intervento, affidato alla restauratrice Rita Cavalieri, è frutto di una inedita collaborazione con i discendenti della famiglia Imperiali che cofinanzieranno il progetto.

“In questi anni – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – ci siamo impegnati per restituire alla Città un patrimonio monumentale che necessitava di urgenti interventi di restauro. La Torre dell’Orologio, il basolato di via Roma, la Porta della Croce e, a breve, la Porta del Carmine, la Piazza Coperta e Palazzo del Sedile. A tutto questo si aggiunge ora il recupero dei ritratti di Michele III e Andrea I.”

L’idea del restauro è nata con il Bilancio Partecipato del 2019. In quella occasione un gruppo di cittadini, rappresentato da Giuseppe Leone, candidò un progetto per la valorizzazione dei due grandi ritratti. La proposta, che ottenne ampi consensi nella consultazione online, è stata successivamente recuperata dal Comitato “Si può fare” e ha trovato l’interesse dell’Amministrazione Comunale e dei discendenti della famiglia. Da qui, grazie al grande lavoro di ricerca, supporto e consulenza dei professionisti di “Si può fare”, è stato dato impulso ad una sinergia tra pubblico e privato per la valorizzazione delle due opere, risalenti alla prima metà del ‘700, che rappresentano le uniche testimonianze in Italia dell’aspetto dei componenti della famiglia Imperiali.denuzzo_tela.jpeg

“Il percorso che porterà al restauro delle tele – prosegue il Sindaco – vede un ruolo da protagonista dei discendenti della famiglia Imperiali e dei giovani professionisti del comitato “Si può fare”. Una operazione dal grande valore culturale che vedrà la luce non appena la Soprintendenza esprimerà il parere di competenza.”

Mercoledì 4 gennaio alle 17.00 a Castello Imperiali l’Amministrazione Comunale, la famiglia Imperiali e il Comitato “Si può fare” presenteranno l’intervento di restauro nel corso di una iniziativa pubblica cui prenderanno parte il Sindaco Antonello Denuzzo, l’Assessora Maria Angelotti, Riccardo e Francesco Imperiali, la restauratrice Rita Cavalieri, e i componenti del comitato Mirko Belfiore, Giuseppe Leone e Davide Balestra. Protagonisti della serata saranno anche le studentesse e gli studenti che frequentano le classi quarte e quinte della Scuola Primaria del Terzo Istituto Comprensivo. Nel corso dell’incontro bambine e bambini reciteranno dei brani e doneranno alcuni oggetti nati dalla loro creatività.

“Così come avvenuto con il restauro della Porta della Croce – conclude il Sindaco – abbiamo ritenuto di fondamentale importanza coinvolgere sin da subito le bambine e i bambini, i cittadini di domani, che avranno il compito di tutelare il patrimonio storico e artistico cittadino. Il principio che ci siamo dati è quello di promuovere la conoscenza per prendersi cura della nostra storia.”

Il restauro delle tele è pensato come un vero e proprio evento. La squadra di restauratori realizzerà l’intervento al Castello sotto forma di laboratorio aperto al pubblico.

La partecipazione all’iniziativa di mercoledì 4 gennaio è libera e gratuita.

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CONSUMI: COLDIRETTI PUGLIA, AVANZI FESTE A TAVOLA PER 4 FAMIGLIE SU 5; MA ANCORA IN PATTUMIERA CIBI COTTI, FRUTTA E VERDURA. Nel 42% dei casi viene buttato cibo già cotto, nel 27% frutta e verdura e nel 4% il pane, secondo un sondaggio condotto sul sito puglia.coldiretti.it.
Sulle tavole di quasi quattro famiglie su cinque (77%) si riciclano gli avanzi di capodanno e pranzo del 1° gennaio che vengono riutilizzati in cucina anche per una crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi per motivi economici, etici e ambientali. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ dalla quale si evidenzia che dai banchetti delle feste solo nel 9% delle case non avanza niente, mentre un 11% ha messo le pietanze non consumate nel freezer per riutilizzarle prossimamente, Il 2% dona in beneficenza e l’1% dichiara di buttare gli avanzi nel bidone. In Puglia, in cima alla lista dei prodotti che finiscono in pattumiera, nel 42% dei casi viene buttato cibo già cotto, nel 27% frutta e verdura e nel 4% viene buttato il pane, secondo un sondaggio condotto sul sito puglia.coldiretti.it.

L' alternativa alla conservazione in frigo – sottolinea Coldiretti – è la “trasformazione” degli avanzi in nuovi piatti, con la cosiddetta cucina del giorno dopo. Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono ottime soluzioni per recuperare il cibo del giorno prima, ma anche le frittate possono dare – sottolinea la Coldiretti – un gusto nuovo ai piatti di verdura o di pasta, senza dimenticare la ratatouille. La frutta secca in più può essere facilmente caramellata per diventare un eccellente “torrone”, mentre con quella fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie. E per dare un nuovo sapore ai dolci più tradizionali, come il pandoro o il panettone, si ricorre spesso alla farcitura con creme. Recuperare il cibo è una scelta che – continua la Coldiretti – fa bene all’economia e all’ambiente anche con una minore produzione di rifiuti.

Il carovita scatenato dalla crisi energetica e dalla guerra in Ucraina spinge dunque i cittadini – sottolinea la Coldiretti regionale – ad adottare comportamenti responsabili per salvare i bilanci, anche se il problema dello spreco resta rilevante. Proprio per aiutare le famiglie ad adottare comportamenti responsabili i cuochi contadini nei mercati di Campagna Amica hanno elaborato una serie di consigli, attingendo alle numerose ricette antispreco della tradizione contadina italiana e mostrando che mostreranno in diretta come organizzare e preparare un pasto completo a “spreco zero” ad alto tasso di risparmio per facilitare la vita quotidiana delle famiglie.

Molti dei piatti più tradizionali afferma la Coldiretti Puglia – hanno origine proprio dall’esigenza di non sprecare cibo come – prosegue la Coldiretti – le polpette di pane, la frittata di pasta, Se avanza del pane, si può optare per la classica cialda utilizzando semplici ingredienti presenti in ogni casa o la panzanella, con pomodoro olio e sale per arrivare alla tradizionale ribollita che utilizza elementi poveri come fagiolo, cavoli, carote, zucchine, pomodori e bietole già cotte da unire al pane raffermo. Anche la frutta – ricorda la Coldiretti  regionale – può rivivere se caramellata o diventare marmellata oppure macedonia., la marmellata con i frutti avanzati.

Ma la tradizione rurale insegna anche a usare come ingredienti anche quelle parti della preparazione dei cibi che solitamente si gettano. L’acqua della pasta, soprattutto se abbiamo cotto paste ripiene come gli agnolotti, è acqua arricchita dagli amidi e dalle proteine del grano. Si può dunque conservare in frigo per usarla come base per il brodo per risotti, carni, verdure in padella. L’acqua della bollitura delle verdure ha lo stesso utilizzo. E che dire del brodo delle carni e dei pesci lessati? Questi sono i liquidi più preziosi perché sono brodi ricchi delle proteine delle carni e del pesce. Vanno congelati e utilizzati per cotture successive o per piatti liquidi come le minestre.

Nonostante la maggiore attenzione il tema dello spreco alimentare resta rilevante. Ogni anno nel mondo viene gettato complessivamente quasi un miliardo di tonnellate di cibo, pari al 17% di tutto quello prodotto, con un impatto devastante sull’ambiente e sul clima, oltre che su un’economia già duramente colpita dall’emergenza Covid, secondo una analisi della Coldiretti su dati Onu.  A guidare la classifica degli sprechi sono le abitazioni private – rileva Coldiretti – dove si butta mediamente circa l’11% del cibo acquistato mentre mense e rivenditori ne gettano rispettivamente il 5% e il 2%. Un fenomeno che determina anche – conclude la Coldiretti – effetti dirompenti sull’economia, sulla sostenibilità e sul piano ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Si stima, infatti, che le emissioni associate allo spreco alimentare rappresentino l’8-10% del totale dei gas serra.

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