Redazione
VIZZINO: OSPEDALI DI COMUNITA’ NEI COMUNI DEL BRINDISINO PRIVI DI STRUTTURE OSPEDALIERE
La gravissima emergenza sanitaria, in atto ormai da marzo del 2020, ha creato le condizioni perché si ridiscuta il modello organizzativo della sanità pubblica anche nella nostra regione.
Le strutture ospedaliere non risultano più sufficienti a garantire livelli di assistenza accettabili e sempre più spesso i pronto soccorso vengono intasati anche da chi necessita di interventi assistenziali a “bassa intensità”.
Il problema è ancora più evidente in provincia di Brindisi dove, di fatto, era stato accentrato tutto nell’ospedale “Perrino” di Brindisi e nel “Camberlingo” di Francavilla Fontana prima che si rendesse necessaria una redistribuzione dei carichi anche sulle altre strutture ospedaliere (Ostuni, Mesagne, Cisternino, Ceglie Messapica, San Pietro Vernotico).
Lo scorso anno la Conferenza Stato-Regioni ha affrontato il problema nella sua globalità ed è emersa con chiarezza la volontà di ridare corpo ad un programma di aperture di “ospedali di comunità”.
Si tratta, come è noto, di strutture di ricovero breve per quei pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minori o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica. L’ospedale di comunità deve svolgere, insomma, una funzione intermedia tra la cura domiciliare e il ricovero ospedaliero.
Sempre in riferimento alla provincia di Brindisi, ritengo che ci siano le condizioni perché l’Asl operi – di concerto con le Amministrazioni Comunali – per l’apertura di “ospedali di comunità” nei comuni privi di strutture ospedaliere.
Si tratterebbe di una scelta in grado di colmare anche le “falle” apertesi con il progressivo depotenziamento dei poliambulatori e con le accresciute esigenze di assistenza da parte dei cittadini.
Mauro Vizzino – Presidente Commissione Sanità della Regione Puglia
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CARBONARA DAY: COLDIRETTI PUGLIA, +10% PASTA E +15% UOVA SU TAVOLE PUGLIESI.
E’ Carbonara Day, il tradizionale appuntamento dedicato ad una delle ricette più rappresentative della tradizione culinaria nazionale che quest’anno registra il record delle sfide in cucina che quest’anno registra il record delle sfide in cucina con gli acquisti aumentati per la pasta (+10%) e le uova ( +15%) da parte dei pugliesi. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Puglia divulgata in occasione della Giornata internazionale della carbonara che si festeggia il 6 aprile in tutto il mondo e anche nei mercati contadini di Campagna Amica di Via Appia 226 a Brindisi e in Via della Repubblica 78 a Foggia. Un piatto che ha trainato il successo della pasta italiana con la necessità di passare il tempo fra le mura domestiche a causa del lockdown che ha spinto al ritorno della cucina casalinga con – sottolinea la Coldiretti regionale – la riscoperta di ricette della tradizione, a partire proprio dalla pasta alla carbonara.
L’invito – sottolinea la Coldiretti regionale – è quello di condividere sui social ai fornelli, in cucina, in salotto o dai balconi la propria esperienza nella preparazione del tipico piatto Made in Italy conosciuto in tutto il mondo. La carbonara è un primo piatto tipico della cucina laziale a base di uova, guanciale, pecorino romano grattugiato e pepe.
Tra gli errori più comuni commessi in Italia – spiega la Coldiretti – ci sono quelli di usare la pancetta al posto del guanciale e di sostituire il pecorino romano con formaggi anonimi. Un rischio molto diffuso all’estero dove – riferisce la Coldiretti – viene utilizzato spesso il cosiddetto “Romano cheese” che, oltre a non rispettare il rigoroso disciplinare di produzione, viene addirittura ottenuto negli Stati Uniti e in Canada dal latte di mucca e non di pecora.
Una crescita che ha favorito purtroppo anche la moltiplicazione di inquietanti tarocchi del prestigioso piatto della tradizione popolare italiana a partire dall’abitudine belga di modificarla in molti continenti con l’impiego della panna fino alla “Smoky Tomato Carbonara”, ovvero la carbonara di pomodoro affumicata pubblicata recentemente dal prestigioso New York Times. La versione inventata dal quotidiano Usa utilizza oltre al pomodoro – riferisce la Coldiretti – il bacon al posto del guanciale mentre il Pecorino Romano viene sostituito dal Parmesan una brutta copia Made in Usa del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano. La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre terreno fertile alla proliferazione di prodotti alimentari taroccati all’estero dove – conclude la Coldiretti – le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine.
La Coldiretti Puglia quest’anno propone la pasta alla carbonara “patriottica”, oltre al pecorino Dop anche la pasta di grano italiano al 100% e il guanciale da maiali allevati nella Penisola come le galline dalle quali si ottengono le uova. Una versione promossa dai cuochi contadini di Terranostra e di Campagna Amica che in occasione dell’emergenza hanno promosso dei video tutorial per aiutare i consumatori a riscoprire le ricette del passato.
L’origine del nome incerta, dai movimenti carbonari a Carbonia, località sarda originaria di un cuoco che lavorava a Roma, fino all’aspetto conferito dal pepe che, aggiunto alla pasta, assomiglia al carbone. Per preparare la ricetta tradizionale occorre tagliare il guanciale a dadini e rosolarlo in una padella con poco olio fino a farlo divenire trasparente mentre a parte si grattugia il pecorino romano da aggiungere in una terrina con due uova sbattute e una manciata di pepe, amalgamando gli ingredienti per ottenere un condimento cremoso. La pasta cotta – conclude la Coldiretti – deve essere versata in padella e fatta saltare con il guanciale per un minuto per poi aggiungere il condimento mescolando molto rapidamente con il cucchiaio di legno per poi spegnere il fuoco e servire la pasta.
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Pasquetta: due arresti della polizia
La Polizia di Stato di Brindisi continua, incessantemente, la propria attività per la verifica delle norme in vigore sul contenimento dell’emergenza epidemiologica, con peculiare attenzione al divieto di assembramento e al divieto di spostamento se non per comprovate esigenze.
Nei giorni di Pasqua e Lunedì dell’Angelo, nel capoluogo è stato predisposto un ingente numero di equipaggi della Polizia di Stato che hanno proceduto al controllo di 468 persone e 4 esercizi commerciali. In seguito a tali controlli sono state rilevate 21 sanzioni per non aver ottemperato alle disposizioni di legge.
La Sezione Volanti della Questura, il giorno di Pasquetta, ha proceduto a due arresti in flagranza di reato, il primo, nella mattinata, per rapina, l’altro, in tarda serata, per evasione.
In particolare alle ore 11.00 circa, alla Sala Operativa della Questura, una donna, in via Santa Maria del Casale, segnalava di essere stata strattonata e colpita con un pugno dal fratello, il quale si era poi impossessato della propria borsa dandosi alla fuga. Un equipaggio della Sezione Volanti, in servizio di controllo del territorio proprio al rione Casale, in pochissimi istanti giungeva sul posto e notava il rapinatore in fuga, con la borsa stretta al petto. Gli operatori prontamente lo raggiungevano e cercavano di bloccarlo. Ne nasceva una breve colluttazione ove i due agenti intervenuti rimanevano leggermente feriti, ma riuscivano a bloccarlo e ad ammanettarlo.
In sede di denuncia, la donna riferiva di un passato di soprusi e continue richieste di denaro da parte del fratello, ai suoi danni e dell’anziana madre, culminate con l’evento della rapina.
Pertanto, con l’avallo dell’Autorità Giudiziaria, il soggetto, identificato per G.L. di anni 31, veniva tratto in arresto e associato alla Casa Circondariale.
Nella tarda serata, altra pattuglia della Sezione Volanti, in piazza Cairoli, procedeva al controllo di una persona che camminava da sola. Il soggetto veniva identificato per S.G di anni 26, il quale risultava essere sottoposto agli arresti domiciliari. Veniva accompagnato presso gli Uffici della Questura e dopo le formalità di rito, d’intesa con il P.M. di turno veniva arrestato e posto nuovamente agli arresti domiciliari.
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Il Sindacato Cobas dichiara lo stato di agitazione di tutto il personale delle ditte appaltatrici e dell'Enel per unificare la lotta, per non perdere la battaglia occupazionale a piccoli pezzi.
La ditta SIR ha vinto la gara per la movimentazione del carbone della Centrale di Cerano con la clausola da parte Enel di utilizzare solo la vecchia platea storica composta di 45 lavoratori.
In questi anni i lavoratori impegnati per le attività di movimentazione del carbone sono stati oltre 80 e la SIR, dopo l’ultima gara vinta, ha quantificato gli esuberi in 38 unità per i le quali ha avanzato una proposta di ricollocazione ad altre attività.
Sono 16 i lavoratori di questa platea di espulsi dal processo produttivo della centrale Enel di Cerano che hanno rifiutato a diverso titolo la proposta di ricollocazione e di conseguenza sono interessati da una procedura di licenziamento collettivo da parte della SIR.
Inizia così ufficialmente il processo di dismissione della Centrale alla quale come al solito Cgil-Cisl-Uil arrivano sempre in colpevole ritardo.
E’ arrivato il momento di unire tutti i lavoratori della Centrale di Cerano nella lotta per trovare soluzioni alternative, di rispondere insieme come territorio per ribadire che tutti abbiamo diritto ad avere la continuità occupazionale, anche attraverso un modello di sviluppo diverso e possibile.
Denunciamo intanto il comportamento non collaborativo dell’Enel che tarda soddisfare la richiesta di gruppi di lavoratori di avere la possibilità di utilizzare una sala per svolgere un'assemblea aperta con la parlamentare di 5 Stelle, Valentina Palmisano, che si sta occupando della questione, e con il Cobas, rappresentato da Roberto Aprile, che da tempo aveva chiesto un incontro con il MISE proprio per porre al centro la discussione sulle prospettive occupazionali legate alla dismissione della centrale a carbone.
Candidamente però, i rappresentanti dell’Enel hanno affermato che la sala può essere concessa, ma alla sola condizione che sia inibito l’ingresso al rappresentante dei Cobas, Roberto Aprile.
Ribadiamo qui la nostra proposta di fare comunque una assemblea all’ esterno, così come abbiamo già fatto il 24 ottobre dello scorso anno davanti ai cancelli della centrale e, nel caso, continueremo a fare assemblee ovunque si possano fare.
Per i lavoratori dell’indotto e dell’Enel è arrivato il momento della verità.
Non ci possiamo far trovare divisi perché così ci hanno fatto perdere tante volte in questa città.
Le proposte del Cobas:
- l’utilizzo di un ammortizzatore sociale ad hoc non solo per i dipendenti dell’Enel ma anche per i dipendenti delle ditte appaltatrici prossimi al pensionamento, della durata di 7 anni
- pianificazione dello smantellamento, bonifica e ripristino dello stato dei luoghi delle due centrali che darebbe continuità occupazionale non di poco conto per tutto il periodo occorrente allo svolgimento delle tre fasi
- il resto lavoratori giovani che sarebbero lontani dall’età pensionabile inserirli in percorsi di corsi di formazione professionali specifici sullo sviluppo, installazione e manutenzione delle filiere rinnovabili compreso l’idrogeno verde prodotto con il 100% dell’energia da fonti rinnovabili
- no alla trasformazione a gas della stessa Cerano e dall’altra centrale storica di Brindisi Nord, oggi A2A
- no a nuovi gasdotti che legherebbero il nostro futuro a scelte climalteranti e speculazioni internazionali assai opache come con il TAP.
-chiediamo che quei soldi invece di essere spesi per la riconversione a gas delle Centrali vengano investiti per realizzare Comunità Energetiche in tutti i comuni della Provincia, un utilizzo quindi delle rinnovabili in ogni casa, condominio e ogni struttura pubblica: ci sarebbe molta più occupazione che delle poche decine di occupati previsti con una centrale a gas
- non vogliamo che i soliti furbi del quartierino si accaparrino i finanziamenti europei tanto attesi dall’Italia, soldi di cui Brindisi nei programmi del Governo nazionale è ancora a tutt’oggi escluso
- creazione di un centro di ricerca e sviluppo delle tecnologie delle fonti rinnovabili.
Solo una lotta su questi contenuti potrà contribuire a costruire un futuro diverso per Brindisi.
COBAS Brindisi
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Coldiretti. Domani è la "Carbonara day"
DOMANI 6/4 È #CARBONARADAY NEI MERCATI CONTADINI E CON I CUOCHI CONTADINI DEGLI AGRITURISMI.
E’ Carbonara Day il tradizionale appuntamento dedicato ad una delle ricette più rappresentative della tradizione culinaria nazionale che quest’anno registra il record delle sfide in cucina con gli acquisti triplicati per la pasta (+10%) e le uova ( +15%) da parte dei pugliesi durante l’emergenza Coronavirus.
E’ Coldiretti Puglia a dare vita ai festeggiamenti domani martedì 6 aprile 2021, a partire dalle ore 9,30, nei mercati contadini di Campagna Amica di Via Appia 226 a Brindisi e in Via della Repubblica 78 a Foggia, in occasione dell’iniziativa che si celebra il 6 aprile in tutto il mondo.
Saranno i cuochi contadini degli agriturismi di Campagna Amica con i loro video tutorial a consigliare i consumatori sui giusti ingredienti ed i corretti procedimenti per riproporre fedelmente in cucina la famosa ricetta dalla pasta alla carbonara.
L’invito – sottolinea la Coldiretti regionale – è quello di condividere sui social ai fornelli, in cucina, in salotto o dai balconi la propria esperienza nella preparazione del tipico piatto Made in Italy conosciuto in tutto il mondo. La carbonara è un primo piatto tipico della cucina laziale a base di uova, guanciale, pecorino grattugiato e pepe.
Caregiver, oltre duemila vaccinazioni a Pasqua e Pasquetta. Sono state oltre duemila, in provincia di Brindisi, le dosi somministrate, a Pasqua e Pasquetta, nella sessione straordinaria dedicata a caregiver e familiari conviventi di persone con gravi disabilità. L’iniziativa è stata realizzata dal Servizio di Igiene e Sanità pubblica della Asl, su indicazione della cabina di regia regionale. Per le due giornate sono restati aperti sei centri vaccinali: il PalaVinci a Brindisi, Conforama a Fasano, la palestra della scuola De Amicis a Francavilla Fontana, la scuola Falcone a Mesagne, la scuola primaria a San Donaci e il centro pressostatico a San Vito dei Normanni.
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Covid - 19. Oggi 677 casi positivi in Puglia, 5 in provincia di Brindisi con 2 decessi
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 5 aprile 2021 in Puglia, sono stati registrati 3978 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 677 casi positivi: 211 in provincia di Bari,5 in provincia di Brindisi, 23 nella provincia BAT, 265 in provincia di Foggia, 125 in provincia di Lecce, 44 in provincia di Taranto, 3 casi di residenti fuori regione, 1 caso di provincia di residenza non nota.
Sono stati registrati 20 decessi: 9 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi, 2 in provincia di Foggia, 6 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.926.979 test.
145.721 sono i pazienti guariti.
51.220 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 201.872 così suddivisi:
78847 nella Provincia di Bari;
19697 nella Provincia di Bat;
14626 nella Provincia di Brindisi;
37220 nella Provincia di Foggia;
19254 nella Provincia di Lecce;
31230 nella Provincia di Taranto;
700 attribuiti a residenti fuori regione;
298 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
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Villa Castelli. Esecuzione ordinanza applicativa di misura coercitiva personale di divieto avvicinamento ai luoghi frequentati da persona offesa. I militari della Stazione di Villa Castelli hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misura coercitiva personale di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati da persona offesa, emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi, nei confronti di un 60enne del luogo. Il provvedimento è scaturito a seguito di maltrattamenti in famiglia nei confronti dei conviventi dello stesso.
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Maltratta la compagna in presenza dei figli minori, arrestato
San Vito dei Normanni. Maltratta la compagna in presenza dei figli minori, arrestato. I Carabinieri della locale Stazione hanno tratto in arresto in flagranza di reato un 21enne di nazionalità ghanese e domiciliato a San Vito dei Normanni, perché resosi responsabile di maltrattamenti in famiglia in presenza di minori nei confronti della sua compagna, una 39enne anch’ella di nazionalità ghanese, attualmente in stato di gravidanza. In particolare, nel corso della notte del 4 aprile, a seguito di una segnalazione giunta sull’utenza di emergenza 112 pervenuta da un cittadino che aveva sentito urlare una donna, i militari si portavano prontamente nei pressi del centro storico, ove soccorrevano la stessa, che nel frattempo era risuscita a divincolarsi e fuggire dall’uomo, evitando ulteriori conseguenze. Nella circostanza, la donna riferiva agli operanti di essere stata percossa, minacciata e morsa dall’uomo, il quale anche alla presenza dei militari reiterava le medesime condotte. La vittima è stata soccorsa e medicata dal 118 e l’uomo dopo essere stato arrestato è stato tradotto presso la casa circondariale di Brindisi, dove rimane ristretto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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Mesagne. Alla vista dei carabinieri parrucchiera e cliente fuggono e si chiudono in sgabuzzino
Nel week end pasquale i carabinieri della stazione di Mesagne hanno effettuato diversi controlli presso le attività commerciali per constatare il rispetto del protocollo anti Covid. Una parrucchiera con cliente son state beccate in flagranza di reato e sanzionate. L’attività commerciale di parrucchiera, hair style, è stata chiusa per 5 giorni e l’ingresso sigillato. Proseguono senza sosta i controlli da parte dei carabinieri di Mesagne per far rispettare le norme anti Covid nella zona rossa. Durante tali controlli i militari si sono accorti che un’attività di parrucchiera era aperta e stavo svolgendo regolarmente il suo lavoro. Gli uomini dell’Arma, quindi, si sono fermati a debita distanza e senza farsi accorgere hanno fotografato sia l’attività sia la cliente che al suo interno era intenta a farsi acconciare i capelli. La parrucchiera, infatti, era intenta a colorare i capelli bianchi della sua cliente. A quel punto i carabinieri, acquisite le prove del reato, sono entrati nell’attività commerciale. Le due donne appena hanno visto che i militari si dirigevano verso la porta d’ingresso sono fuggite per non farsi trovare e hanno trovato come nascondiglio un ripostiglio attiguo alla sala. Gli uomini della Benemerita non si sono fatti ingannare da un tale stratagemma e aperta la porta hanno invitato le due donne a uscire. Una volta fuori hanno chiesto loro i documenti di riconoscimento e le hanno identificate. Si tratta di una parrucchiera 42enne, titolare di un’attività commerciale, e di una sua cliente 64enne. Le due sono accusate di non aver rispettato le vigenti norme relative al rischio di contagio da Covid-19. Pertanto sono state sanzionate. Nella circostanza, anche alla luce di recenti segnalazioni, i militari hanno effettuato una serie di specifici servizi di osservazione al fine di contrastare il fenomeno dei servizi per la persona, vietati dalle vigenti normative per il contenimento delle infezioni. Al termine del controllo i carabinieri hanno emessa la sanzione accessoria con la chiusura per giorni 5 dell’attività di coiffeur femminile. Infine, all’ingresso del salone sono stati posti i sigilli per evitare la reiterazione del reato.
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