Redazione
Pd. L'Amministrazione comunale aumenta la tari già per il 2024
“Quella che nei giorni scorsi qualcuno della maggioranza ha derubricato come la solita polemica della minoranza, si sta trasformando in una valanga politica per l’amministrazione comunale.
Il riferimento è alla variazione urgente di giunta comunale con cui hanno inteso aumentare la tari, per l’anno in corso, di 3,5 milioni di euro.
A causa del pressappochismo amministrativo dell’attuale amministrazione, che ha confermato incomprensibilmente le tariffe relative al 2022 non tenendo conto delle tariffe stabilite da Ager, il 2025 si preannuncia un ‘annus horribilis’ per la tari. Infatti gli effetti, tra aumenti diretti e oneri riflessi, sulla tari 2025 dei brindisini saranno devastanti e, come emerso durante la commissione consiliare bilancio, vedranno un incremento dei costi che oscillerà tra i 9 e i 12 milioni di euro circa.
Un vero salasso sia per le famiglie, sempre più penalizzate dall’alto costo della vita, sia per le aziende della zona industriale, in un momento in cui la crisi economica sta colpendo duro, che subiranno una maggiorazione della tari tra il 35% e il 50% dei costi attuali.
Per questo durante il consiglio comunale di qualche mese addietro in cui si sono adottate le tariffe relative alla tari 2024, avevamo sollevato i nostri dubbi e le nostre perplessità per l’atteggiamento imprudente dell’Amministrazione comunale, contestando proprio la mancanza di un piano economico finanziario aggiornato.
Questa superficialità amministrativa si ripercuoterà inevitabilmente sui cittadini brindisini e sulle aziende insediate in questo territorio, acutizzando la percezione negativa della tassa rifiuti e rischiando di far accrescere l’”evasione di sopravvivenza”.
Lo diremo chiaramente nel prossimo consiglio comunale in cui la maggioranza di centrodestra ratificherà questa decisione di aumento della tassa rifiuti, ammettendo così una grave responsabilità politica.
I consiglieri comunali Francesco Cannalire, Riccardo Rossi, Roberto Fusco, Lino Luperti, Alessio Carbonella, Denise Aggiano, Diego Rachiero, Alessandro Antonino, Rino Giannace, Giampaolo D’Onofrio, Michelangelo Greco
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CARNE ARTIFICIALE: COLDIRETTI, OPPOSIZIONE A LEGGE VA CONTRO SCIENZA E SALUTE CITTADINI
CARNE ARTIFICIALE: COLDIRETTI, OPPOSIZIONE A LEGGE VA CONTRO SCIENZA E SALUTE CITTADINI; IN PUGLIA 94% DICE ‘NO’ A CIBO IN PROVETTA
L’opposizione alla legge italiana che vieta la coltivazione e commercializzazione di cibi a base cellulare prodotti in laboratorio va contro la salute dei cittadini, la scienza e il principio di precauzione. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla presentazione di un’interrogazione parlamentare sull’argomento da parte di singoli esponenti di alcuni partiti.
Si tratta di un chiaro attacco da parte di un pugno di oligarchi all’agroalimentare italiano e non solo, con intenti di evidente speculazione finanziaria e di omologazione del cibo. Un attacco a una legge sostenuta da due milioni di firme e da un fronte trasversale che include rappresentanti di tutti i partiti politici, i governatori delle Regioni, oltre tremila sindaci.
In Puglia, dove sono state raccolte oltre 100mila firme, con il 94% dei pugliesi che dice no ai cibi in provetta – sottolinea Coldiretti Puglia - ‘coltivati’ in laboratorio dalla carne al latte fino al pesce, secondo un sondaggio condotto nei mercati contadini, perché preferisce mangiare solo cibo naturale coltivato e allevato in campi e stalle (74%), manifesta consistenti dubbi sul fatto che siano sicuri per la salute (13%), mentre il 7% dei pugliesi lo boccia perché il cibo sintetico sfrutta comunque le cellule animali.
Per Coldiretti è necessario un miglioramento della legislazione europea che garantisca il principio di precauzione e la tutela della salute dei cittadini che dovrebbe essere considerata patrimonio comune da tutti i partiti. A rischio c’è una filiera, quella agroalimentare, che vale 620 miliardi di euro con 4 milioni di occupati, che Coldiretti intende difendere ad ogni costo.
Coldiretti non lascerà passare i tentativi di chi sta muovendo i suoi uomini in Parlamento per realizzare il proprio disegno di mettere le mani sul cibo Made in Italy. Una trama che vedrà l’argine fermo e deciso della scienza libera e da un forte supporto popolare, come dimostra l’ampio consenso riscontrato dalla petizione della Coldiretti dalla quale è poi scaturita la legge nazionale.
Oltre a cittadini e associazioni, hanno aderito alla raccolta di firme, tra gli altri, il premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il presidente del Partito Democratico Stefano Bonaccini, il vicepremier Antonio Tajani di Forza Italia, il vicepremier Matteo Salvini della Lega, il leader di Azione Carlo Calenda, il capo politico di Noi Moderati Maurizio Lupi, il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato Stefano Patuanelli ma anche tantissimi parlamentari come Luca Pastorino di +Europa o Elena Bonetti di Italia Viva.
Tra i firmatari della petizione promossa Coldiretti ci sono anche i presidenti delle Regioni della Basilicata (Vito Bardi) Calabria (Roberto Occhiuto), Campania (Vincenzo De Luca), Emilia Romagna (Stefano Bonaccini), Friuli-Venezia Giulia (Massimiliano Fedriga), Lombardia (Attilio Fontana), Marche (Francesco Acquaroli), Molise (Donato Toma), Piemonte (Alberto Cirio), Puglia (Michele Emiliano), Sardegna (Christian Solinas), Sicilia (Renato Schifani), Toscana (Eugenio Giani), Umbria (Tesei Donatella), Veneto (Luca Zaia) e il Presidente della Provincia Autonoma di Trento (Maurizio Fugatti). E tra i sindaci – rileva la Coldiretti – hanno firmato, tra gli altri, quelli di Firenze, Bari, Napoli, Venezia, Verona, Aosta, Ancona, Catanzaro, Cagliari e Perugia.
Uno schieramento che rafforza la volontà di Coldiretti di opporsi a questo gioco al massacro messo in atto da “magnati” o sedicenti filantropi pur di creare contesti per una evidente destabilizzazione dei mercati agroalimentari europei, spinti da una famelica ricerca di speculazioni finanziarie.
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Consorzio tra Comuni ATS BR4, Antonio Calabrese riconfermato presidente all’unanimità
Consorzio tra Comuni ATS BR4, Antonio Calabrese riconfermato presidente all’unanimità.
L’assemblea dei sindaci del Consorzio fra Comuni dell’Ambito Territoriale BR4, durante l’incontro svoltosi nella mattinata di ieri presso la sede di via Santacesaria a Mesagne, ha confermato il Consiglio di Amministrazione uscente. Voto unanime per l'elezione di Antonio Calabrese, che continuerà a svolgere il ruolo di Presidente dell’Ente costituitosi nel 2021 con l’obiettivo di realizzare sui territori dei nove Comuni che ne fanno parte un sistema integrato di welfare, nello spirito della legge 328 del 2000.
«I risultati scaturiti dall’impegno con cui il Consiglio di Amministrazione e il presidente Calabrese si sono spesi in questi anni avvalorano la scelta di riconfermare la compagine istituzionale alla guida del Consorzio, nessuna incertezza sulla continuità», ha spiegato il presidente dell’Assemblea dei sindaci, Mino Maiorano. Sono consiglieri di amministrazione del Consorzio: la vicepresidente Lucrezia Morleo, assessore ai servizi sociali di Torre Santa Susanna; Valentina Carella, consigliere comunale di San Pietro Vernotico; Paola De Masi, assessore ai servizi sociali di Torchiarolo; Alessandra De Mitri, assessore ai servizi sociali di San Donaci; Anna Fiore per il Comune di San Pancrazio Salentino; Clarita Mingolla, consigliere comunale di Latiano; Daniela Renna, consigliere comunale di Cellino San Marco; Chiara Saracino, assessore ai servizi sociali di Erchie.
«Ringrazio l’assemblea dei sindaci per la fiducia che mi viene nuovamente accordata; rimanere presidente del cda del Consorzio è per me un onore di cui sento tutta la responsabilità, anche alla luce dell’esperienza degli ultimi tre anni. Continueremo ad operare con spirito di servizio e consapevolezza, con l’obiettivo di cogliere appieno le opportunità che consentono di migliorare la vita delle persone più fragili», ha dichiarato il presidente Calabrese.
All’incontro erano presenti i sindaci, o loro delegati, dei Comuni del Consorzio ATS BR4. Oltre al primo cittadino di Latiano, Mino Maiorano, sono intervenuti: il sindaco di San Pietro, Maria Lucia Argentieri; Elio Ciccarese, sindaco di Torchiarolo; Giuseppe Gallù, assessore al bilancio di Torre Santa Susanna; il sindaco di Cellino San Marco, Marco Marra; il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli; Giancarlo Miccoli, sindaco di San Donaci; Edmondo Moscatelli, sindaco di San Pancrazio Salentino; Cinzia Saracino, presidente del consiglio comunale di Erchie. Unanime l’apprezzamento dei presenti per l’azione con cui il Consorzio ha caratterizzato l’istituzione e la gestione di servizi e interventi a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione.
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Oggi in Commissione Sanità si è discusso sulle norme per il sostegno del caregiver familiare
La III Commissione del presidente Mauro Vizzino ha ascoltato la dirigente della Sezione benessere del Dipartimento welfare della Regione Puglia, Laura Iddo e il Garante dei diritti delle persone con disabilità, Antonio Giampietro. L’incontro è stato programmato allo scopo di fare il punto (clausola valutativa) sulle norme per il sostegno del caregiver familiare.
La Regione Puglia ha approvato la programmazione per l’utilizzo delle risorse assegnate con Decreto 27 ottobre 2020 dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri del “Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare per gli anni 2018, 2019, 2020” pari euro 4.508.767,69. A queste risorse vanno aggiunte quelle assegnate con Decreto 28 dicembre 2021, pari a 1.504.898,74.
La figura del caregiver familiare è “ la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell'altra parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati dall'articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sè, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18”.
Il programma regionale prevede che le risorse vengano utilizzate a sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare della persona in condizione di gravissima disabilità.
Le risorse sono assegnate dalla Regione Puglia agli Ambiti territoriali, titolari della misura “budget di sostegno al caregiver familiare”. Gli Ambiti territoriali liquidano le risorse finalizzate a sostenere il ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare attraverso un percorso definito.
Gli Ambiti istruiscono le domande, in collaborazione con i Distretti sociosanitari e con le UVM competenti per la certificazione della condizione di gravissima disabilità della persona non autosufficiente assistito dal caregiver familiare, a partire dall’elenco predisposto dalla Regione Puglia (elaborato dalla Società Innovapuglia) ad esito dei dati inseriti dagli utenti nella domanda di accesso. Tali dati riguardano la situazione ISEE del nucleo familiare del caregiver, la condizione socio lavorativa del nucleo familiare del caregiver familiare e la condizione di fragilità sociale del nucleo familiare del caregiver. Gli Ambiti territoriali liquidano gli aventi diritto fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Gli Ambiti territoriali e hanno un registro territoriale di Ambito dei caregiver familiari delle persone in condizione di gravissima disabilità, nella prospettiva di avviare una prima ricognizione utile anche a programmare interventi efficaci a favore dei caregiver familiari.
Molto è stato realizzato ma secondo il garante dei diritti dei disabili, sarebbe opportuno un alleggerimento delle procedure burocratiche, che spesso rappresentano un ostacolo alla risoluzione dei problemi.
Il punto sull’attuazione della legge che contiene, con particolare riferimento alla sclerosi laterale amiotrofica (SLA), misure obbligatorie per la precisazione della diagnosi attraverso test genetici e istituzione del registro delle malattie neurodegenerative.
All’audizione, richiesta dall’assessore Fabiano Amati, hanno partecipato il direttore del laboratorio di medicina genomica e un rappresentate dell’AReSS.
Con la legge della Regione Puglia, proposta da Amati primo firmatario, ma al tempo approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, si istituisce l'obbligo della prescrizione di test genetico, salvo espressa rinuncia della persona interessata o di chi ne abbia la facoltà legale, per individuare eventuali mutazioni dei geni SODI, PUS, C90RFeTDP43, o anche di ulteriori geni individuati nel tempo come responsabili della SLA.
L’iniziativa della Puglia, risponde all’obiettivo di meglio precisare la diagnosi di malattia e conseguire maggiore efficacia terapeutica per i casi con causa genetica, e ridurre la spesa per mobilità passiva anche per gli esami diagnostici.
La consulenza genetica (CGSLA) deve essere assicurata a tutte le persone affette e a quelle con rischio di predisposizione accertata su base familiare, allo scopo di programmare eventuali iniziative di sorveglianza diagnostica, nel rispetto delle linee guida nazionali e internazionali.
Il Laboratorio di Medicina genomica competente, per la parte di sequenziamento vero e proprio, è quello dell’ospedale “Di Venere” di Bari-Carbonara, diretto dal dr. Mattia Gentile.
Purtroppo dalle risposte fornite nell’ambito dell’audizione non risulta ancora completo il Registro regionale malattie neurodegenerative, utilissimo per meglio gestire l’epidemiologia e le attività di ricerca. Il Registro deve raccogliere i dati anagrafici, genetici e clinici, compresi i percorsi diagnostici e terapeutici, dei pazienti affetti da malattie neurodegenerative, per finalità epidemiologiche e di ricerca, così da ottenere una più adeguata conoscenze delle diverse malattie e contribuire ad accelerare lo sviluppo di terapie e trattamenti innovativi.
Per questo, su richiesta dell’assessore Amati l’audizione è aggiornata per poter ascoltare il direttore di AReSS. Questo perché secondo Amati l’assenza del registro fa venir meno il senso della legge stessa che “mira a precisare la diagnosi di malattia e conseguire maggiore efficacia terapeutica, riducendo anche la spesa investita nella diagnostica extra regione”.
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Oggi alla Presidenza della Regione Puglia la presentazione della missione umanitaria in Madagascar della Cooperativa Sociale San Bernardo di Latiano
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Monica Priore: passa dal nuoto alla corsa per sostenere la ricerca sul diabete tipo 1
"Correrò in una delle staffette solidali per la Fondazione Italiana Diabete, con l'obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca sul Diabete di tipo 1. Questa iniziativa è fondamentale per sostenere le persone affette da questa patologia e per promuovere la ricerca scientifica" dice la Priore, che sarà accompagnata in questa avventura da Nicola Zeni presidente della Fondazione Italiana Diabete ETS e da Marcello Grussu vice presidente di Diabete Italia Rete Associativa ODV e da atleti con diabete tipo 1 che si stanno spostando dal nord al sud Italia pur di esserci.
"Invito tutti a unirsi a noi in questo sforzo comune. Ogni donazione conta, sono 43 anni che attendo una cura definitiva per questa malattia e ci sono molti, forse troppi bambini che ne sono affetti, per noi solo finanziando la ricerca il lume della speranza può rimanere acceso."
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Antonio Ligorio è il nuovo segretario generale della Flai Cgil Puglia, L’ha eletto l’assemblea generale della categoria dei lavoratori dell’agroindustria e della pesca riunitasi a Bari.
Classe 1973, Ligorio ha iniziano il suo impegno sindacale nella struttura Cgil di Villa Castelli, per poi entrare nella segreteria provinciale della Flai brindisina che ha guidato successivamente prima di entrare nella segreteria regionale della categoria. Succede ad Antonio Gagliardi, eletto presidente del Caaf Cgil Puglia.
Presente ai lavori dell’assemblea il segretario generale della Flai nazionale, Giovanni Mininni, che ha avanzato la proposta di elezione di Antonio Ligorio. Mininni si è soffermato sui temi generali che vedono la Flai in prima linea nel contrastare lo sfruttamento del lavoro in agricoltura, per una degna accoglienza dei migranti, per i diritti di chi lavora che non sono diversi a prescindere dalla provenienza geografica e devono riportare alla centralità del lavoro – sicuro e ben retribuito – nella società italiana.
Il saluto e il ringraziamento della segretaria generale della Cgil Puglia Gigia Bucci “per l’impegno in un settore fondamentale per l’economia regionale, su cui ci costruisce un pezzo di brand Puglia legato alle produzioni di qualità, eppure attraversato ancora da sfruttamento e violazioni contrattuali. La scelta di investire sul sindacato di strada, il lavoro coordinato con i territori, l'azione svolta ai tavoli istituzionali e negli enti bilaterali hanno da tempo accreditato la Flai come soggetto autorevole rispetto alle politiche di sviluppo dell’agroalimentare che non può che partire dalla centralità del lavoro”.
Nella sua relazione, Antonio Ligorio ha ricordato “l’impegno della categoria per le mobilitazioni nazionali che sono proprio dentro la nostra visione di società e centralità del lavoro, dalla campagna per i referendum sul lavoro a quello contro l’autonomia differenziata, nonché l’azione di informazione di lavoratori e cittadini sul collegato lavoro e la manovra economica che non danno risposte al disagio crescente e arretrano sul piano delle tutele collettive e individuali”.
L’approccio non cambia, “per noi il sindacato di strada, il rapporto diretto con le persone è il metodo per costruire consenso attorno alle nostre proposte e mobilitare lavoratori e cittadini”. L’agenda delle cose da fare è lunga, “dall’impegno per l’azione di contrasto al caporalato e per il superamento dei ghetti, con la piena attuazione di quanto previsto dal Pnrr che ha stanziato per la Puglia 114 milioni dei 200 complessivi della misura.
Inoltre, “dal segmento della pesca ai forestali, dal rinnovo dei contratti provinciali di lavoro sui quali dobbiamo ora essere tutti impegnati affinché vi sia il rispetto degli aumenti salariali e degli strumenti di welfare previsti, la categoria vive nell’azione fondamentale dei territori, che sono il primo presidio di rapporto con lavoratori e lavoratrici. Il nostro è un settore strategico perché oltre la tutela del lavoro rimanda all’accesso al cibo buono, inteso come sano e socialmente sostenibile, così come è fondamentale per la difesa dell’ambiente e la tenuta dell’ecosistema, tutti aspetti che rimandano alla qualità dei luoghi e della salute”.
I lavori dell’assemblea generale ha provveduto anche ad eleggere quale componente della Segreteria regionale della Flai Vito Piazza – che affiancherà Ligorio e la segretaria regionale Maria Viniero - che arriva dall’esperienza nella segreteria della Fiom provinciale di Bari. Nel suo impegno sindacale si è occupato di sicurezza sul lavoro, di organizzazione, di industria. “Proseguiamo nel nostro naturale ricambio del gruppo dirigente, in una fase complessa per il Paese e il mondo del lavoro.
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A Mesagne il concorso "Presepi nel cuore"
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Mamma e figli ricevono 1232 euro per volo cancellato Brindisi Milano
Per un volo cancellato, una madre e i due suoi figli della provincia di Brindisi hanno ricevuto 1232 euro. Una cancellazione del volo Brindisi Milano del 8 settembre 2022 da parte della compagnia Easyjet, che ha dato comunicazione del volo cancellato solamente pochi giorni prima ai passeggeri, che hanno dovuto comprare dei nuovi biglietti con altra compagnia aerea. Sulla questione è intervenuto il Giudice di Pace di Brindisi, che, pochi giorni fa, ha disposto che Easyjet dovrà effettuare il pagamento di 1232 euro nei confronti dei tre passeggeri.
«Il Giudice di Pace di Brindisi – commentano da ItaliaRimborso, che ha fornito supporto ai passeggeri aerei – ha applicato il Regolamento Comunitario 261/2004, che tutela i passeggeri aerei anche in casi di volo cancellato, con i passeggeri che possono richiedere la compensazione pecuniaria. Nella fattispecie non vi erano circostanze di sciopero o di condizioni meteo avverse».
ItaliaRimborso punta a far valere i diritti dei viaggiatori ed ancora una volta ha ricevuto una sentenza accolta, accaduto come il 97,8% dei casi. Per attivare l'assistenza, senza alcun prezzo per il passeggero, è possibile farlo agevolmente, compilando il form presente nell'homepage del sito italiarimborso.it.
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TERRA: COLDIRETTI PUGLIA, IN 10 ANNI CRESCE VALORE TERRENI AGRICOLI IN PUGLIA (+6%); CRISI FRENA ACQUISTO MENTRE SALE AFFITTO
Registrano un aumento del 6% rispetto a 10 anni fa i prezzi della terra in Puglia, con aumenti che si stanno via via contraendo da un anno all’altro, mentre l’affitto si sta ulteriormente rafforzando. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del CREA, con il valore fondiario dei terreni in Puglia cresciuto dell’1,3% nel 2023 rispetto all’anno precedente, con valori medi per ettaro di oltre 15mila euro.
La disponibilità di terra è il principale ostacolo alla nascita di nuove imprese agricole condotte da giovani soprattutto perché la vera novità rispetto al passato sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze che non possono contare sul patrimonio fondiario familiare. Oltre alla crescita dell’1,3% nel 2023, che si aggiunge al + 1,5% nel 2022 e al + 1,6% nel 2021, si registra - aggiunge Coldiretti Puglia – una media dei valori fondiari di 15.100 euro ad ettaro di Superficie Agricola Utilizzata in Puglia, su una superficie agricola totale di oltre 1,2 milioni di ettari, il dato più alto d’Italia, con picchi di 16.400 euro per ettaro dei terreni in pianura.
A tirare sono i terreni vocati per le coltivazioni di qualità, mentre il mercato è fermo per le aree marginali e interne. La crescita dell’interesse per gli affitti è confermata dal balzo della superficie che negli ultimi trent’anni è più che raddoppiata. Le aziende che hanno rafforzato la maglia poderale sono quelle che hanno fatto ricorso all’affitto, mentre la contrazione ha per lo più interessato le strutture produttive con soli terreni in proprietà. Nel caso di aziende di oltre 20 ettari la metà della superficie risulta in affitto o in comodato gratuito. L’offerta ha superato la domanda in particolare nelle aree interne e meno produttive. Le prospettive non sono però negative nonostante i fattori geopolitici, i costi energetici e i cambiamenti climatici. Gli operatori infatti prevedono una tendenziale crescita del mercato, o per necessità di ampliamento aziendale o per la nascita di nuove aziende (grazie anche ai finanziamenti previsti per i giovani imprenditori). Anche se in un clima di prudenza da parte degli investitori.
C’è poi da aggiungere che le conseguenze del cambiamento climatico non stanno dando tregua, ma gli agricoltori – dice Coldiretti regionale - continuano ad essere animati dalla voglia di puntare su un’attività produttiva che, con le misure del Pnrr e la svolta delle nuove tecniche genetiche, potrebbe diventare sempre più competitiva. Ed è questo che spiega il rafforzamento della maglia poderale realizzato soprattutto con il ricorso agli affitti.
L’ingente importo dell’investimento fondiario contrasta, per esempio, con la bassa redditività media delle attività agricole - denuncia Coldiretti regionale - che negli ultimi anni tra pandemia e guerre sono state costrette ad affrontare rialzi insostenibili dei costi di produzione non compensati dai prezzi dei prodotti, mentre sono scarse le terre in aree vocate e che garantiscono alta produttività. Occorre dunque sostenere il ritorno alla terra e la capacità dell’agricoltura – conclude Coldiretti Puglia - di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale superando gli ostacoli burocratici che si frappongono all’insediamento.
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