La fiammella di Rita Greco
Da poco ho avuto la possibilità di leggere un bel libro di poesie, La gioia delle incompiute (Ladolfi Editore 2021) della poetessa Rita Greco, alla sua seconda raccolta poetica.
Rita Greco è nata e vive a Mesagne (Br). Nel 2007pubblica la raccolta di poesie “Perché ho sempre addosso un cielo” (Il Filo Edizioni). Attrice professionista, conduce laboratori di teatro-poesia per bambini. È vicepresidente dell’associazione culturale “Solidea 1 Utopia”.
Questa nuova fatica della poetessa mesagnese contiene poesie scritte negli ultimi quindici anni ed è accompagnata dalla prefazione di Alfonso Guida, tra i poeti meridionali più apprezzati nel panorama poetico contemporaneo; Guida coglie (come poteva essere altrimenti?) nella poesia della Greco la “fiammella”, l’aspetto luminescente della sua parola poetica.
La lettura delle poesie della Greco mi ha riportato in mente il discorso che Eugenio Montale tenne in occasione della consegna del premio Nobel nel dicembre del 1975 (È ancora possibile la poesia?). Ne consiglio la lettura o la rilettura, perché è indubbio che nella nostra superficiale società consumistica, la gente non legge le poesie. Spesso non legge e basta. Di sicuro, la cultura di massa non contempla la poesia. Eppure, “la poesia è uno dei destini della parola” (G. Bachelard, 1972) ed oggi è più che mai un antidoto al virus della stupidità umana, cresciuta in maniera abnorme nell’era digitale che offre “tutto a tutti”.
Non so quale strada abbia preso l’umanità, posso solo ipotizzarlo, ma so per certo che durante questo tragitto, breve o lungo che sia, mi piacerebbe avere qualcuno con cui confrontarmi e, nel farlo, sia io a sforzarmi e a concentrami. Ora, i poeti e la poesia permettono questo sforzo e questa concentrazione. Ascoltare o leggere poesie è scoprire che sotto la superficie della quotidianità, in profondità nella nostra psiche (o, se più vi garba, chiamatela anima), c’è un mondo, magari sopito o tacitato, ma tutto da scoprire o riscoprire.
Per me è qualcosa che viene da lontano, dal nostro passato remoto, e che spinge tutti noi verso un futuro ancora da costruire, migliore solo se sapremo accendere o riaccendere la fiammella di una umanità persa per strada e che possiamo ritrovare se saremo capaci di far risorgere la poesia che è in noi e a considerare i poeti come i nostri migliori compagni di viaggio.
La poesia non ha nome e la sua essenza è nella sua energia, nel suo fiore di luce…
La poesia non ha nome
la poesia
si chiama resurrezione
e io la ricevo
con la gratitudine
che si deve a un dono inatteso
la contemplo
come un fiore di luce
che si schiude
tra le mie mani.
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