Un secolo addietro, proprio come oggi, c’era una notevole produzione editoriale tesa ad agevolare gli sforzi di chi si preparava agli esami di maturità, prima prova selettiva (così dicono) e bivio principale nella vita dei giovani. Cento anni addietro – evidentemente per gli studenti di quegli anni – l’editore Giusti di Livorno pubblicò, tra l’altro, l’«Economia politica» e la «Introduzione alla scienza economica» di Niccolò Pínsero (nella nostra amata “Granafei”, rispettivamente collocazione: XIX R 19 e XIX R 20).
Confrontandoci con i ponderosi studi compiuti da Massimo M. Augello e Marco E. L. Guidi, curatori dei temi riguardanti «La scienza economica come “dottrina”, manuali e trattati di economia politica nell’Italia liberale (1840-1920)» prima ne «La manualistica delle scienze economiche e sociali nell’Italia liberale» pubblicata ne «Il Pensiero economico italiano» (a, XIV, n. 1, 2005, 37-74), quindi nel primo, recentissimo volume di «Economisti e scienza economica nell’Italia liberale (1848-1922), 1. Una storia istituzionale» (Franco Angeli, Milano, 2019), possiamo concordare sull’assunto che questo libro è testimonianza conclusiva dell’evoluzione di un fenomeno che parte dall’Unità d’Italia, perché negli anni immediatamente successivi ad essa ci fu una «crescita della produzione di trattati e manuali». L’incremento era dovuto – hanno detto gli studiosi - «essenzialmente a fattori istituzionali, e cioè all’affermazione dell’economia politica come materia d’insegnamento nelle università e nelle Scuole superiori di commercio ed al connesso fenomeno delle adozioni».
Le teorie dello Stato corporativo, poi, di lì a qualche anno orienteranno gli studi su nuove questioni, ma quei libri “resisteranno” e giungeranno fino a noi come esempio di come, nel primissimo Novecento, inizi ad emergere una vera e propria industria dei libri per le scuole. Un’industria «che attua strategie di mercato moderne – è stato osservato – come l’allestimento di collane specializzate e l’organizzazione a scadenza quasi annuale di edizioni (più o meno effettivamente) aggiornate da proporre alle successive classi liceali». E gli studiosi del fenomeno aggiungono: «Ne sono esempio gli Elementi di economia politica dell’ “avvocato professore” siciliano Niccolò Pinsero, pubblicati nel 1902 a Modica e passati poi all’editore Raffaello Giusti di Livorno che, con il semplice titolo Economia politica ne cura la pubblicazione all’interno della sua “Biblioteca degli studenti”, sfornandone ben diciannove edizioni (più altre ristampe) tra il 1904 e il 1939».
In soldoni, come negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso c’erano i “Bignami” e come adesso vi è un’editoria particolare per gli esami universitari ed i concorsi, così cento anni addietro vi era anche il “Pínsero” per preparare gli esami. Sulla copertina, infatti, l’editore, dopo aver annunciato che la collana era quella della “Biblioteca degli studenti”, più esplicitamente faceva presente che la collana presentava “Riassunti per tutte le materie d’esame” ed a scorrere i cataloghi delle librerie antiquarie, per un prezzo contenuto si può anche acquistarne una copia. Il collezionista librario potrà essere contento, perché – opinione degli storici delle scienze economiche - «il testo di Pinsero batte così tanto il successo dei “Primi elementi” di Cossa quanto quello del “Sunto” di Nazzani. Pinsero pubblica – leggiamo ancora – sempre nella “Biblioteca degli studenti” anche una Introduzione alla scienza economica (1913), e una Economia sociale. Esposizione critica delle dottrine socialiste (1921), attuando così con il suo editore una vera e propria differenziazione del prodotto al fine di massimizzare le vendite».
Sarebbe stato davvero bello possedere nella “Granafei” di Mesagne anche l’Economia sociale pubblicata nel 1921. Ma, vedere collocati già due titoli su tre, è possesso meritorio: in provincia di Brindisi nessuna biblioteca possiede tutti e tre i titoli di cui abbiamo parlato.