Pasqua 2023, Enpa: “Lo scorso anno uccisi oltre 2 milioni di agnelli, solo a Pasqua 380 mila"

Aprile 04, 2023 646

Pasqua 2023, Enpa: “Lo scorso anno uccisi oltre 2 milioni di agnelli, solo a Pasqua 380 mila. Diciamo basta a sangue e sofferenza: partiamo da noi, cambiamo le nostre abitudini”. Queste sono le ultime ore di vita per migliaia di agnelli destinati a finire nel piatto di molti italiani in occasione delle festività pasquali. Alcuni di loro hanno fatto migliaia di chilometri, spesso in condizioni inaccettabili e contro ogni regolamentazione, solo per raggiungere i macelli. Lo scorso anno sono stati uccisi quasi 2 milioni e 200 mila agnelli, e solo tra Natale e Pasqua quasi un milione.

“E’ una mattanza di cuccioli che fa sanguinare il cuore – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – in una ricorrenza che dovrebbe significare rinascita si pone invece fine alla vita, in modo crudele e atroce, a giovanissimi animali, strappati subito alle loro mamme, per finire sui nostri piatti e onorare la cosiddetta tradizione. Cuccioli che probabilmente hanno affrontato ore infinite di viaggio, spesso in condizioni inaccettabili, solo per raggiungere il macello più vicino. Piangono tutto il tempo, fino all’ultimo respiro che emettono negli atroci luoghi di sangue e sofferenza che sono i mattatoi. Cosa possiamo fare per fermare tutto questo? La legge lo consente e quindi l’unica vera rivoluzione può partire solo da noi, attraverso l’unica scelta possibile: smettere di comprare e mangiare agnelli”.

“Come Enpa – continua Carla Rocchi - per questa Pasqua abbiamo lanciato una campagna intitolata “L’amore è un gesto rivoluzionario” perché solo partendo dal cambiamento delle nostre abitudini, della nostra quotidianità possiamo sperare di ambire ad un sempre maggiore rispetto e alla tutela di questi esseri viventi. Se solo tutti potessero vedere come giocano a palla, socializzano con cani, gatti e cavalli, cercano coccole e sanno dare amore, sono certa che in tanti smetterebbero di cercarli negli scaffali dei supermercati. Bisognerebbe iniziare dalle scuole, insegnare fin da piccoli a capire davvero da dove arrivano i cibi che mangiamo e come fanno a finire infine nel nostro piatto e lasciare alla loro sensibilità la scelta di mangiarli o meno”.

“Purtroppo – conclude Carla Rocchi - la strada verso il riconoscimento della dignità di questi animali è ancora lunga. Si pensi ai trasporti, le condizioni in cui vengono fatti viaggiare. Eppure una legge ci sarebbe, basterebbe, intanto, iniziare a farla rispettare, in modo rigoroso, il Regolamento Europeo sul trasporto degli animali. Servono controlli e conseguenze certe per chi infrange le regole. La sensibilità degli italiani verso queste tematiche sta crescendo di giorno in giorno. Lo stesso periodo difficile che stiamo vivendo ci obbliga a riconsiderare le nostre abitudini, le nostre scelte. Allora iniziamo subito: diciamo no all'uccisione di milioni di agnelli e basta alle sofferenze atroci che devono sopportare. E le istituzioni non rimangano indietro ma seguano l’esigenza di un cambiamento che è già iniziato e non deve essere fermato”.

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