Redazione

GIORNATA PATATE: COLDIRETTI PUGLIA, SOTTO ATTACCO DI TAROCCHI ESTERI E CLIMA; IN PUGLIA SE NE PRODUCONO 600MILA Q.LI

Le patate pugliesi, con primati come la ‘patata rossa’ tipica della provincia di Lecce, quella di Calimera, la Sieglinde, le patate di Zapponeta  e la patata di Galatina DOP, sono sotto attacco del clima pazzo e dell’invasione di prodotto estero, con le importazioni che nel 2024 sono cresciute del 18% e quelle dall’Egitto che sono addirittura triplicate nei primi due mesi rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat, in occasione della prima giornata internazionale della patata, indetta dalla FAO il 30 maggio con lo scopo di mettere in evidenza il ruolo chiave di questo prodotto nell’alimentazione globale, con una produzione mondiale che si aggira intorno ai 3,75 miliardi di quintali. Un evento celebrato al Mercato di Campagna Amica al Circo Massimo a Roma, con un incontro alla presenza dell’assistente direttore generale e capo scienziato a.i. dell’Organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura, Beth Crawford. Per l’occasione è stata allestita un’esposizione sulla biodiversità del prodotto italiano con i cuochi contadini  protagonisti di uno show cooking con la preparazione del piatto più tradizionale della cucina Made in Italy a base di patate: gli gnocchi.

Ma il tubero più usato in cucina, che in Puglia vanta una produzione di 600mila quintali, subisce anche gli attacchi della tropicalizzazione del clima, tra siccità e grandinate, come quella – aggiunge Coldiretti Puglia - che ha colpito nelle scorse ore i campi a Nardo e Copertino, azzerando in pochi minuti la produzione di patate in pieno campo. 

L’aumento delle importazioni quest’anno segue un 2023 durante il quale hanno attraversato le frontiere nazionali 791 milioni di chili di patate straniere, in crescita del 39% rispetto a dodici mesi prima, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. A questi ne vanno aggiunti altri 288 milioni di chili congelate e 74 milioni di chili cotte e congelate, oltre a 10 milioni di chili di patatine già pronte tipo quelle fritte dei sacchetti. Prodotto che spesso finisce per essere venduto come italiano grazie al principio dell’ultima trasformazione permesso dal codice doganale sull'origine dei cibi. Ma sono state scoperte anche delle truffe con patate francesi vendute come nazionali. 

I risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione – conclude Coldiretti Puglia - con la riforma dei reati in materia agroalimentare perché l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie.

Piatto povero per eccellenza, le patate – sottolinea la Coldiretti Puglia – sono tra gli alimenti più presenti sulle tavole in case e nei ristoranti, consumate tal quali o come ingrediente in mille modi diversi, fritte, bollite, croccanti al forno o in padella, a purea ma anche in ricette dolci o salate. Originarie del continente americano, nello specifico delle Ande, raggiunsero le coste europee solo nel XVI secolo per poi conquistare le cucine del mondo per la loro versatilità, contenuti nutrizionali e il basso costo.

Circa l’80%  dei consumatori mangia patate almeno una volta a settimana e tra i principali criteri di acquisto spicca il rapporto qualità/prezzo – conclude Coldiretti -  fattore decisivo per il 53% dei consumatori coinvolti che si posiziona poco più in basso la provenienza nazionale, importante per il 45% degli intervistati, secondo l’indagine promossa da Unapa, l’Unione nazionale di settore.

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Il Sindacato Cobas nel corso degli incontri con la ditta SIR relativa  alla procedura dei 76 licenziamenti ha ricevuto la risposta che non è possibile utilizzare la cassa integrazione per crisi aziendale ;ricordiamo che la SIR è la  ditta che  si è occupata per numerosi anni  dello scarico del carbone ed adesso per i lavoratori non ci sono più attività lavorative ,a detta dell’Enel ,nell’ultima riunione a Bari presso la task force regionale sulla occupazione.

Avevamo sperato che approvata questa modalità di cassa integrazione per crisi aziendale per i lavoratori della  ditta SIR tutti gli altri di Cerano l’avrebbero potuta usufruire.

L’utilizzo di questo ammortizzatore sociale ci avrebbe permesso di avere più tempo per riprenderci quello che l’Enel aveva destinato a Brindisi, poi dirottato in altri territori.

Rimane la sola possibilità di 1 anno di cassa integrazione per cessata attività.

A questo punto per avere più tempo a disposizione per trovare le soluzioni più idonee alle crisi occupazionali rimane la possibilità di essere inseriti dal Governo Nazionale nelle cosiddette  “crisi industriali complesse”, tipo Ilva per intenderci, adoperandoci però a realizzare proteste importanti per gli investimenti alternativi .

Se poi dobbiamo aggiungere che il nostro tentativo di unire le forze sindacali ,esplicitato anche nel corso dell’ultima riunione a Bari ,  è andato miseramente a vuoto.

Avevamo deciso di partecipare allo sciopero del 31 maggio ed abbiamo chiesto alla Cgil se condividevano la nostra presenza.

La Cgil ha chiesto alla Uil la possibilità di stare insieme ricevendo a questi  una risposta di assoluta chiusura nei nostri confronti.

Insomma se il tempo è poco, un fronte sindacale disastroso , una classe politica a dir poco inesistente, come si fa a salvare una città.

Ma il Cobas c’è sempre , pur nelle difficoltà.

Brindisi 30.05.2024

Per il Cobas Roberto Aprile

Il “Tavolo di Coordinamento NO G7” invita associazioni, movimenti, cittadini, a partecipare Venerdì  31 Maggio alle ore 18,00 giù al porto di Brindisi all’altezza dei giardinetti di Piazza Vittorio Emanuele, dove vogliamo portare alla attenzione della opinione pubblica    scelte che ricadono sulla nostra città come la dislocazione a Brindisi della nuova portaerei “Trieste”, depositi di gas gnl della Edison e tanto altro ancora .

Parleremo quindi di  militarizzazione del territorio che i cittadini brindisini assaggeranno anticipatamente con i disagi che subiranno quando i G7 verranno a cena il 13 Giugno presso il Castello Svevo a Brindisi.

Le decisioni che i paesi del  G7 hanno deciso nel corso degli anni sono già davanti ai nostri occhi ;decisioni  che ci stanno portando alla terza guerra mondiale  , vorremmo portarle all’attenzione della opinione pubblica Venerdì 31 Maggio ore 18,00 davanti la Autorità Portuale che  ha già concesso 500 metri di banchina alla portaerei “Trieste”.

La scelta del luogo dove collocare  la nuova portaerei però non è certamente casuale.

In  una città caduta in una grave crisi industriale , con la previsione di perdere migliaia di posti lavoro, si fanno spazio le  nuove forme di occupazione come quella militare alla luce anche del ritorno alla leva obbligatoria.

Le spese per il riarmo e per un esercito molto più grande cancelleranno sanità, istruzione , servizi sociali ,fondi sempre più miseri per comuni e province e regioni.

Unitamente ai  nuovi investimenti che confermano la scelta di ricorrere ai fossili per tanti altri anni ancora, come il  deposito Edison di GNL e di Brundisium che vuole realizzare affianco  un deposito di benzina e gasolio.

Insomma un porto ancor più militarizzato unitamente al fatto che il porto diventa una stazione di servizio.

Questo è il modello di sviluppo che ci stanno proponendo .

Dobbiamo opporci con tutte le nostre forze  a queste scelte!!!

Brindisi 25.05.2024

Per il “Tavolo di Coordinamento NOG7” Roberto Aprile , Ciccio Lussone, Cosimo Quaranta

Epaca Brindisi avvia campagna di sensibilizzazione sulle allergie di origine professionale con consulenze mediche gratuite su tutto il territorio provinciale.

Tutti i lavoratori affetti da allergia dovrebbero sapere - dicono gli operatori Epaca - che se tale patologia è contratta sul posto di lavoro può essere considerata come malattia professionale ed perciò possibile richiedere - tramite i nostri consulenti medici e i nostri Operatori- un indennizzo o altre prestazioni, tra cui cure ambulatoriali, indennità per inabilità temporanea e rendita per inabilità permanent

Alcune professioni e alcuni settori risultano più predisponenti di altri all’insorgenza o al peggioramento di una condizione allergica, a causa della natura dei materiali con cui il lavoratore si trova a venire a contatto. I principali ad esempio sono:

-Agricoltura e trasformazione di vegetali

-Lavorazione e trasformazione del legno

-Alimentare e ristorazione

-Chimica, Farmaceutica, Petrolchimica

-Parrucchieri e estetisti

-Edilizia:

-Meccanica e metallurgia

-Carrozzieri

-Sanità

Naturalmente, le allergie possono interessare anche mansioni e settori diversi e se sospetti che la tua allergia diventa dal lavoro non rischiare di perdere gli indennizzi e i benefici e contatta urgentemente Èpaca Brindisi.

Epaca Brindisi è sempre con te. Ogni giorno

Ufficio Provinciale di Brindisi, vico Appia, 22:

dott.ssa Serena Valente

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cell 3345876049

Ufficio Zona di Mesagne, p.zzale San Michele Arcagelo, 7:

Sig.ra Tonia Manelli

mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. cell. 3316653620

Ufficio Zona di Fasano, via Ruggiero Bonghi, 108:

dott.ssa Carla Maggi

mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. cell. 388 469 5163

Responsabile Provinciale Epaca: dott. Angelo Carluccio

mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. cell. 3386100945

Consulenti Medici: dott. Giovanni Campana, dott. Giuseppe Mitrotta

Consulente Legale: avv. Simonetta Galizia

Sezioni e Recapiti Comunali Epaca - Coldiretti dove puoi fissare un appuntamento con i nostri Operatori

-Recapito di San Vito dei Normanni Via Donato Carbotti 15, tel 0831609062

-Recapito di Ceglie Messapica Via Giovanni XXIII, 5 tel 0831379517

-Recapito di Ostuni corso Vittorio Emanuele, 240, tel 0831339582

-Recapito di Latiano Piazza Capitano D’Ippolito, 1 tel 0831721054

-Recapito di San Pietro Vernotico Via Carrozzo, 5 tel 083101981302

-Recapito di San Pancrazio Salentino Via San Pasquale, 7 tel 0831666541

-Recapito di Francavilla Fontana Via Regina Elena, 40/42 tel 0831853205.

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Primo sì di Icomos, l'organo tecnico consultivo dell'Unesco,  per l'iscrizione della via Appia Antica, la Regina Viarum, nelll'elenco dei beni patrimonio mondiale dell'umanità. Il parere sarà preso in considerazione nell'incontro del prossimo 21 luglio da parte del comitato del patrimonio mondiale dell'umanità dell'Unesco che si riunirà a New Delhi. Lanotizia è stata accolta con entusiasmo dal minitro per la Cultura, Gennaro Sangiuliano. "Si tratta - ha commentato il ministro Sangiuliano - di un riconoscimento di eccezionale valore per l'Italia, per la nostra storia e per le comunità che vivono lungo l'antico tracciato della Via Appia. La candidatura è stata promossa dal Ministero della Cultura con il coinvolgimento di quattro Regioni - Lazio, Campania, Puglia e Basilicata - 13 tra città metropolitane e province, 73 Comuni e 14 enti parco su cui insiste l'antica strada consolare romana e dove sono ancora presenti sue vestigia. A questi enti s'è aggiunto il prezioso contributo della Pontifica Commissione di Archeologia Sacra. Una volta che la candidatura de La Via Appia - Regina Viarum sarà approvata dal Comitato del Patrimonio Mondiale, l'Italia raggiungerà il traguardo di 60 siti riconosciuti come Patrimonio dell'Umanità confermando, ancora una volta, la sua indiscussa leadership mondiale in questo campo".

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I suoi primi passi, il conseguimento della patente di guida, il giorno del diploma: queste sono alcune pietre miliari nella vita di un figlio che emozionano anche i genitori. Meno celebrato, ma altrettanto importante, è il lavoro, impegnativo e quasi sempre stressante, che igenitori svolgono dietro le quinte per aiutare i loro figli a raggiungere questi traguardi. Non c’è da stupirsi che molti trovino la genitorialità faticosa, addirittura frustrante. Riconoscendo ilruolo fondamentale dei genitori nell’educazione dei propri figli, le Nazioni Unite hanno persino istituito la Giornata Mondiale dei genitori, il 1° giugno, per valorizzare l’impegno altruistico e la cura dei genitori.

Anche la Regione Puglia sta promuovendo diversi progetti a sostegno della genitorialità siadirettamente che tramite enti del terzo settore, cioè organizzazioni senza scopo di lucro e con finalità diutilità sociale. In uno di questi progetti attivato su Lecce e provincia è stato recentemente riscontratocome “un neo genitore può talvolta sentirsi turbato da emozioni come paura, ansia e tristezza, o dasensazioni di inefficienza, impotenza, frustrazione, stanchezza fisica e mentale”.Un sito che contiene consigli tratti dalla Bibbia sta aiutando migliaia di genitori in tutto il mondo asvolgere al meglio il loro ruolo. Si tratta di jw.org, il sito ufficiale dei Testimoni di Geova, che propone gratuitamente video, audio e articolisu vari argomenti basati sui pratici e collaudati consigli della Bibbia.

“Spesso i genitori sono sorpresi del fatto che solo con alcuni clic possono avere accesso a un’interabiblioteca di informazioni utili per la vita quotidiana”, ha detto Giuseppe Carbonara, portavoce deiTestimoni di Geova. “I contenuti gratuiti di jw.org hanno aiutato molte famiglie a diventare più forti e piùfelici”.Articoli dal tema:• Come essere bravi genitori.• Come essere un bravo papà.• Cosa significa essere un bravo genitore?

Sono solo alcuni dei 22 milioni di contenuti digitali scaricati ogni giorno da jw.org. I Testimoni di Geova, in qualità di organizzazione mondiale senza scopo di lucro impegnata in un’opera diistruzione biblica, attribuiscono grande importanza a legami familiari solidi. Incoraggiano infatti genitorie figli a riunirsi nei loro luoghi di culto, chiamati Sale del Regno, a partecipare a un’opera volontaria diistruzione biblica, a dedicare ogni settimana del tempo alla famiglia e a svolgere insieme sane attivitàricreative. “I genitori possono fare molto perché all’interno della famiglia regnino amore e unità”, ha dettoCarbonara, “Famiglie forti creano comunità forti. Nei nostri luoghi di culto genitori e figli imparano non soloa essere buoni cristiani, ma anche bravi componenti della società”. Per leggere gli articoli elencati sopra e i contenuti ad essi correlati, visita jw.org e digita il titolo dell’articolo nella barra di ricerca.

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Nell’assemblea del 28 maggio, che si è svolta nella sala Francigena della direzione generale della Asl Brindisi, le associazioni accreditate hanno eletto Giuseppe Di Giorgio come nuovo presidente del Comitato Consultivo Misto della Asl Brindisi.

Giuseppe Di Giorgio è presidente dell’Aism, associazione italiana sclerosi multipla sede di Brindisi e subentra a Flavio Dipietrangelo, che è stato alla guida del CCM per due mandati, nominato attualmente come vice presidente.

Come componenti della segreteria sono stati eletti Marzia Di Giulio (Fondazione Di Giulio), Ugo Calò (Protezione civile Croce Amica) e Laura Esperti (referente Urp della Asl Brindisi).

Il Comitato Consultivo Misto è attivo nella Asl Brindisi dal 2004, regolamentato da direttive regionali e istituito con l'obiettivo di garantire la partecipazione democratica del cittadino e disciplinare rapporti di collaborazione efficaci e continuativi con le associazioni, funzionali al miglioramento della qualità dei servizi.

Per aderire al Comitato, e partecipare alle attività dell’assemblea, è possibile presentare domanda con la modulistica scaricabile nella sezione dedicata sul sito istituzionale.

Si ringrazia Flavio Dipietrangelo, presidente uscente, per l’impegno di proficua collaborazione garantito in questi anni.

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Abbiamo apprezzato l’invito rivolto dal Presidente Emiliano ai Sindacati ed il clima propositivo dell’incontro che si è tenuto nella giornata di ieri [martedì 28 maggio] in Regione. Siamo il Sindacato delle Persone e valutiamo positivamente ogni apertura di dialogo che le Istituzioni rivolgono ai rappresentanti del mondo del lavoro, specialmente in una fase molto delicata come quella che sta vivendo il nostro territorio di Brindisi ed il suo Sistema Industriale che rischia di perdere la sua tenuta a causa delle molteplici vertenze in corso.

Tuttavia conosciamo bene la distanza che esiste fra le parole – giuste, necessarie, apprezzabili – ed i «fatti concreti» che sono fondamentali, vitali ed urgenti per migliaia di lavoratori brindisini, in modo prioritario per i lavoratori del settore industriale interessati dalle più impellenti vertenze in corso.

Serve agire subito, non solo a parole, per evitare che in migliaia si ritrovino senza un lavoro, senza salario, senza possibilità di sostentamento per la propria famiglia. Le «azioni» che servono al territorio di Brindisi, nello stato in cui versa la città ed il circondario, devono essere molto concrete in quanto già molto tempo e molte parole sono state perse nel vuoto senza che nulla sia cambiato per il nostro territorio.

Non siamo sfiduciati del ruolo che la Regione - ed ogni altro Ente Locale chiamato a confrontarsi con il fenomeno “Brindisi” – possa avere. Chiediamo - anzi, pretendiamo - che ogni azione e misura ipotizzata dalle Istituzioni possa essere realmente messa in campo in tempo brevissimo. Non è un nostro capriccio: le lettere di licenziamento o cassa integrazione sono già sul tavolo degli Amministratori Delegati o, in alcuni casi, già state recapitate ai lavoratori interessati. Il tempo non sta scadendo: è già finito.

Considerata l’apertura offerta con l’incontro di ieri al mondo sindacale aspettiamo il Presidente Emiliano accanto a noi nella Manifestazione convocata a Brindisi il prossimo venerdì [31 maggio] proprio con lo scopo di sensibilizzare Istituzioni ed opinione pubblica sui gravi rischi che corrono i lavoratori del settore industriale brindisino e di converso tutta la città ed il territorio. Migliaia di posti di lavoro in meno significano centinaia di migliaia di euro in meno in circolo per l’intera economica del territorio oltre a gravi difficoltà a sostenere il costo della vita per altrettante famiglie.

È la dignità dei lavoratori e di un intero territorio quella ad essere in gioco in queste settimane e le parole, le buone intenzioni, il galateo istituzionale apprezzabile ed apprezzato dai Sindacati, da soli non bastano. Servono fatti. Bene il Tavolo di Sviluppo (e non di Crisi!) per Brindisi proposto da Regione Puglia ma lo si convochi subito e lo si doti di risorse, misure e cronoprogrammi chiari.

Serve reale vicinanza a Brindisi e non solo durante lo storico evento del G7. Confidiamo che il Summit mondiale delle prossime settimane che si celebrerà in Terra di Brindisi possa essere un autentico punto di svolta per l’attenzione che la politica nazionale, regionale e locale ha il dovere di dedicare a questo territorio.

Il Coordinatore provinciale UIL Brindisi
Fabrizio Caliolo

 

Una grandinata micidiale ha colpito la provincia di Lecce, distruggendo le coltivazioni in pieno campo, dalle zucchine alle angurie, dai pomodori alle carote, dalle cipolle alle patate fino alle melanzane e ai peperoni. E’ un vero e proprio bollettino di guerra secondo Coldiretti Puglia il bilancio della violenta grandinata che si è abbattuta in campo aperto a Nardò e Copertino, con tutte le colture orticole andate perse.

La grandine – sottolinea la Coldiretti Puglia - è l’evento climatico avverso più temuto dall’agricoltura in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni in campo, perché colpisce frutta e ortaggi in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione. Un evento climatico avverso che – precisa la Coldiretti regionale – si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis.  

Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – insiste Coldiretti Puglia – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

Sono disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono – denuncia Coldiretti Puglia - l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – conclude la Coldiretti  Puglia – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque.

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Sono passati 40 anni da quel mese di maggio del 1984, quando Legambiente organizzò prima a Brindisi e poi a Lignano Sabbiadoro, il primo congresso internazionale in Italia sull'impatto ambientale delle centrali termoelettriche a carbone e sulla necessità del ricorso alla valutazione di impatto ambientale. La direttiva europea sulla VIA fu promulgata soltanto l'anno seguente. In un contesto nel quale si sosteneva che l'abbattimento delle emissioni avvenisse grazie alla diluizione in atmosfera, per la prima volta si compararono normative, studi e tecnologie e si documentò come realizzare scientificamente uno studio di impatto ambientale. Il Congresso fu un appuntamento di grande importanza per l'ambientalismo scientifico e il merito principale va riconosciuto al Professor Virginio Bettini, tragicamente scomparso nel settembre del 2020 a causa degli effetti del COVID. Nei quarant’anni successivi Legambiente ha sempre combattuto sia i danni sanitari e ambientali, sia il sonno della ragione e delle coscienze prodotto dal modello di sviluppo fondato sui grandi impianti termoelettrici. Sicuramente l'asta di Terna del febbraio 2022 ha rappresentato una chiave di volta. Avere escluso dal capacity market le riconversioni a gas dei grandi impianti termoelettrici alimentati a carbone ha, inoltre, favorito significativamente l'uscita dai combustibili fossili. Ovviamente, la scelta di Enel di non procedere con i progetti di riconversione delle centrali alimentate a carbone era stata già presa prima dell'asta di Terna. La decisione di investire sui poli energetici delle rinnovabili è stata ufficializzata subito dopo. L'invasione russa dell'Ucraina, avvenuta tre giorni dopo l'asta di terna, ha finito con il favorire scelte governative per mantenere provvisoriamente in esercizio gruppi in dismissione delle centrali alimentate a carbone e di puntare sulla Hub del gas che è il fulcro reale del piano Mattei proposto dall’attuale governo. I poli energetici delle rinnovabili invece sono al centro dei programmi di Legambiente per la transizione ecologica ed energetica per un futuro equo e sostenibile. Da tempo erano ben chiari i programmi europei per giungere alla neutralità climatica entro il 2050, portando l’Europa ad essere carbon free. Le istituzioni italiane a tutti i livelli, ma anche le rappresentanze imprenditoriali, si sono fatte trovare impreparate. Elettricità Futura, componente importante di Confindustria, ha ben dimostrato le positive ricadute economiche e occupazionali legate alla realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili per una produzione annua di 20 GW. Legambiente e Cgil aprirono il confronto pubblico con Enel sin dall'aprile del 2022, poco dopo l'asta di terna. Evidenti sono i ritardi a Brindisi nel definire i piani per la decarbonizzazione. L'autorizzazione integrata ambientale dettava chiaramente i tempi e i contenuti per la dismissione della Centrale termoelettrica Brindisi Sud. Si è perso ulteriore tempo rincorrendo l'impossibile proposta di riconversione che è in netto contrasto con i piani di decarbonizzazione promossi dalla UE e ai quali l’Italia deve uniformarsi.

Governo, Regione Puglia, Provincia e Comune di Brindisi, con le rappresentanze imprenditoriali hanno avuto tutto il tempo per costruire un piano per la decarbonizzazione, ma ad oggi non vi è stata alcuna proposta concreta. È il governo che deve programmare e coordinare gli interventi di bonifica. È il governo che dal 2007 rinvia le analisi di rischio all'interno dell'area SIN. Una gestione intelligente delle analisi di rischio può sbloccare i tanti progetti presentati nell'area SIN. Legambiente già alla fine del 2019, con le scuole medie superiori di Brindisi ha presentato proposte per un piano di rigenerazione dell'area che va dal petrolchimico alla centrale termoelettrica Brindisi sud. Ma quali sono le proposte, direttamente o indirettamente collegabili a Enel, da mettere in campo? e quali altre possono essere richieste? Enel prevede: • un impianto fotovoltaico in area SIN di 140 MW; • un impianto di produzione di batterie per l’accumulo; • uno stabilimento, da collocare in capannoni Enel della società ACT Blade, per la produzione di pale eoliche innovative con la prospettiva 128 posti di lavoro all'inizio e 500 a pieno esercizio; • un piccolo impianto fotovoltaico di 6 MW a Cerano e uno eolico di 114 MW a Erchie, entrambi con una quota da destinare a produzione di idrogeno; Sono inoltre in corso interventi di efficientamento della rete di distribuzione che interessano direttamente Brindisi. Attualmente la centrale termoelettrica Brindisi sud impiega 230 dipendenti che saranno destinati ad altre attività. Più complicato sarà ricollocare coloro che sono impegnati nell'indotto (a quanto pare 400). Enel ha avviato un corso di formazione per 120 installatori di pannelli fotovoltaici. Va evidenziato che sono profondamente carenti le figure professionali che vanno dagli installatori e i manutentori, ai tecnici in tutte le filiere connesse alle fonti rinnovabili. Si può chiedere di più a Enel? Assolutamente sì, ma come più volte detto, sono in primo luogo le istituzioni e rappresentanze imprenditoriali che devono recuperare i loro ritardi e coordinare piani di dismissione e bonifica di impianti esistenti, di transizione energetica e di investimento sulle rinnovabili, a partire da quanto Enel prospetta. Tutto ciò comporta eliminare le pastoie burocratiche (che interessano analisi di rischio e progetti presentati o da presentare) e fare una scelta di campo, a cominciare da due questioni che esemplificano le contraddizioni: 1. il progetto del deposito costiero di GNL è un anacronismo energetico che blocca un’area fondamentale del porto di Brindisi e rappresenta la negazione nella stessa area dello scalo intermodale del traffico merci da nave a treno e viceversa. Rete ferroviaria italiana, ha dato ha voluto accelerare il finanziamento e la fase operativa per appaltare i lavori dello scalo intermodale.

Sono le istituzioni e la politica che possono far impegnare Enel Logistic in un settore di grandi potenzialità come quello della logistica portuale (a Molfetta la società Lisa Logistic, in un contesto molto meno favorevole, prospetta da 500 a 700 posti di lavoro). 2. Incredibile è il modo in cui è stata gestita la possibilità di realizzare a Brindisi la cantieristica per impianti eolici offshore nel basso Adriatico, in una prima avanti non portata avanti in base alla falsa asserzione che il cono di atterraggio dell’aeroporto non consentirebbe il trasposto di aerogeneratori, che in realtà verrebbero movimentati non in verticale. Si rischio così perdere così a favore di Taranto una filiera, di significativa ricaduta economica e occupazionale, di produzione di componenti di assemblaggio, di manutenzione, controllo e supporto per gli impianti da realizzare. Non sarebbe più opportuno portare avanti per il porto un progetto per la cantieristica riguardante la filiera di produzione di imbarcazioni da diporto che, preceduta da un piano di formazione specifico, si dice che potrebbe offrire 300 posti di lavoro? Oggi a Brindisi si preferisce sostenere il deposito costiero di GNL, privo di prospettive industriali e capace di fornire appena 38 posti di lavoro, invece di investire sullo sbandierato “porto green”, che i progetti sopra richiamati consentirebbero di costruire, e sul polo energetico delle rinnovabili.

Doretto Marinazzo