Il gesuita – noto al grosso pubblico non solo perché fa parte della redazione della rivista La Civiltà Cattolica e segue per la rivista la politica italiana, ma anche perché è consulente spirituale dell’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi) e direttore scientifico del corso in Dottrina sociale della Chiesa della Fondazione Centesimus annus pro Pontifice nonché docente invitato in diverse università –, dà un seguito rilevante al suo recentissimo libro Ricostruiamo la politica. Orientarsi nel tempo dei populismi, offrendo approfondimenti sulle categorie di popolo e di giustizia, di
spiritualità e di comunità applicate alla politica.
È stato opportunamente sostenuto che «il cuore del
volume si sviluppa su due polmoni pensati come un
unico spartito diretto dal curatore: le politiche della città e
le politiche dell’Europa attraverso diciotto brevi studi,
affidati a Luigi Bartone (architetto), Paolo Bonini
(consigliere parlamentare e docente), Giuseppe Crispino
Bova (avvocato civilista), Ciro Cafiero (avvocato
giuslavorista), Mario Di Ciommo (responsabile dell’ufficio
di Bruxelles – Cassa Depositi e Prestiti), Michele Faioli
(docente di diritto del Lavoro – Università Cattolica del
Sacro Cuore), Giuseppe Falvo (avvocato penalista),
Rosalba Famà (praticante legale), Marco Fornasiero (già
presidente nazionale Fuci), Tommaso Galeotto (studente
in filosofia), Gianluca Grasso (giudice della Corte di
Cassazione), Roberta Leone (capo ufficio stampa
ministro della Famiglia), Alessandro Mazzullo (agenzia
delle Entrate), Paolo Rametta (costituzionalista), Giulio
Stolfi (giudice della Corte dei Conti), Ferdinando Tufarelli
(ufficio giuridico al Quirinale), Fabrizio Urbani Neri
(avvocato di Stato)». Ed in effetti si viene opportunamente e sapientemente accompagnati «in un percorso tematico di ricostruzione della politica al tempo dei populismi: dai nuovi linguaggi all’urbanistica, dai beni comuni al terzo settore, dalla giustizia ai nuovi lavori nelle città. In tema europeo, si parlerà di funzionamento delle istituzioni e riforme possibili, dalla gestione dei dati e della privacy fino alle normative di bilancio che condizionano lo sviluppo del continente». A ben osservare, sono tutte proposte che hanno le loro basi e prendono la giusta linfa «dai fondamenti della Dottrina sociale della Chiesa e da una comunità credente che da anni si riunisce per leggere spiritualmente i temi della politica, mettere in comune le singole competenze, approfondire un nuovo modello di sviluppo, ricostruir–si per ricostruire il Paese».
Il volume gode della prefazione di David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo. «Non è mai troppo chiaro quando finisce un’epoca e ne inizia un’altra – egli scrive in esordio –. Per sistemare la vita degli uomini e delle società abbiamo sempre utilizzato artifici utili a misurare il tempo. Fasi storiche e cicli economici, regni e dinastie, guerre e rivoluzioni ci hanno consentito di capire e governare le cose nuove e comprendere il valore delle influenze che si producono e riproducono costantemente», ma sostanzialmente cosa fanno queste pagine se non «connettere – come dice Sassoli – le persone alle esperienze, condividere le competenze e sostenere i giovani ad assumersi responsabilità?».
Nell’attuale temperie, l’assunzione consapevole di responsabilità è la cifra più indicata per comprendere il presente e guardare oltre: «Il confronto con l’altro, la conoscenza e il rispetto delle diversità sono elementi necessari per governare le trasformazioni. L’Europa, dopo anni di crisi e stordimento, ha bisogno di alzare lo sguardo», con la consapevolezza che «il modello di sviluppo su cui ancora ci basiamo – è sempre Sassoli a parlare –, non ce la fa più e, se non imboccheremo la strada giusta, l’impalcatura non sarà in grado di sorreggere quello che abbiamo. Se non saremo capaci, poi, di legare ancora una volta crescita e diritti, sviluppo e solidarietà non saremo nemmeno in grado di avere un punto di vista europeo sul mondo. La sfida lanciata da papa Francesco – dice ancora Sassoli – non solo va presa sul serio, ma permetterà di misurare il valore delle nuove classi dirigenti. Il lavoro di formazione è essenziale per la complessità delle prove a cui saremo sollecitati».
E non c’era stata ancora la pandemia, viene d’osservare. Ecco, dunque, che la lettura delle pagine del libro – in questi tempi difficili e con la mente del lettore rivolta a quanto sta accadendo fra le cancellerie europee – non può lasciare indifferenti: il coinvolgimento sarà quasi scelta necessaria. Bisognerà solo sceglierne il grado.