New Basket Brindisi, il GM Marino: “La qualificazione dipende solo da noi”
New Basket Brindisi, il GM Marino: “Un pugno in testa ai danni di un nostro giocatore ma nessuna espulsione per l’Hapoel Holon. Final Eight? La qualificazione dipende solo da noi”.
Ai microfoni di SuperNews è intervenuto il general manager della New Basket Brindisi Tullio Marino. Il team brindisino, secondo in classifica nel campionato di Lega Basket Serie A, si prepara ad affrontare il Pinar Karsiyaka nella giornata di martedì 6 aprile, nel match di ritorno valido per l’accesso alle Final Eight di Basket Champions League, dopo l’amara sconfitta subìta da coach Vitucci e i suoi ragazzi nella gara di mercoledì scorso disputata contro l’Hapoel Holon. Marino si è espresso sui prossimi impegni della New Basket Brindisi, sugli obiettivi di questa stagione e sulla decisione di non far partecipare la propria squadra giovanile a nessun campionato per motivi di sicurezza sanitaria.
Mercoledì scorso, Brindisi è stata sconfitta dall’Hapoel Holon nella Basket Champions League. Sul Quotidiano di Puglia, il presidente Marino ha dichiarato: “C’è tanta delusione ovviamente, anche perché abbiamo avuto tra le mani il pallone della possibile vittoria e lo abbiamo sprecato. La chiave della partita? I tre falli fischiati subito a Thompson”. A questo punto, chiedo: la partita l’ha persa Brindisi o l’ha vinta l’Hapoel Holon?
C’è delusione perché si trattava di un importante match point per approdare alle Final Eight. La partita in Israele è stata durissima. Per la prima volta in stagione abbiamo incontrato una squadra che ha giocato con il supporto del pubblico, e questo non è scontato in un momento così difficile. Siamo molto amareggiati, perché quest’anno siamo molto sfortunati con l’arbitraggio. Non voglio fare polemica, ma mercoledì ci sono stati degli episodi particolari: oltre ai tre falli fischiati a Thompson, un nostro giocatore ha subìto un pugno in testa e il provvedimento disciplinare non è stato in linea con quanto ci aspettavamo, ovvero l’espulsione del giocatore. Siamo molto rammaricati per quanto successo. In ogni caso, Hapoel ha vinto un match durissimo, che valeva tanto e che si è deciso nell’overtime.
Adesso vi giocherete tutto martedì prossimo, sul campo del Pinar Karsiyaka, in un vero e proprio dentro o fuori nella corsa della Final Eight di BCL. Da quali consapevolezze ripartirete, alla luce della partita persa contro l’Hapoel Holon? Che Brindisi scenderà in campo?
Una Brindisi che a marzo, nel mese più impegnativo della stagione, ha chiuso con 6 partite vinte e 2 perse, quindi una squadra consapevole della propria forza e del fatto che la qualificazione dipende unicamente da se stessa, non dipende dal risultato di nessun’altro. Scenderemo in campo per vincere la partita e per accedere al prossimo turno.
In campionato Brindisi è seconda in classifica, a soli 4 punti di distanza dalla capolista Olimpia Milano, che affronterete domenica 11 aprile. Lo scudetto è a portata di mano?
Direi di no. Dal punto di vista della classifica, quello che stiamo vivendo in campionato è una sorta di miracolo. Non dobbiamo concentrarci su chi abbiamo davanti, dal momento che Olimpia Milano è una squadra di tutt’altra categoria e che, a meno che non ci siano ribaltoni, dovrebbe chiudere agevolmente la stagione al primo posto. Al contrario, dobbiamo preoccuparci dei club che sono dietro di noi, come Sassari, Virtus Bologna e Venezia, squadre che hanno un budget più importante del nostro, giocatori più esperti e che sicuramente cercheranno di recuperare su di noi per migliorare la loro classifica. Per questo motivo, non parlerei di “scudetto a portata di mano”. Noi siamo secondi e cercheremo di mantenere questa posizione per avere una griglia favorevole.
La società ha deciso di non partecipare a nessun campionato giovanile per motivi di sicurezza sanitaria. E’ una decisione che, in qualche modo, potrebbe ripercuotersi sulla squadra e sulla società?
Dal punto di vista societario e del settore giovanile, non potevamo esimerci dal prendere una decisione di questo tipo. La salute viene prima di tutto, e non ce la sentivamo di rischiare, di mandare i nostri ragazzi nei campi più disparati. Con tutto il rispetto per le società che affrontano i campionati giovanili, credo che il rigore nei controlli sanitari presente in Serie A non possa essere paragonato a quello che riguarda tutto il mondo giovanile: non abbiamo la certezza che tutto sia fatto secondo norme stringenti.
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