Redazione

La FP- C.G.I.L. e i suoi Delegati della rappresentanza sindacale unitaria (R.S.U.) del Comune di Mesagne indicono l’Assemblea delle Lavoratrici e dei Lavoratori del Comune di Mesagne, per il giorno 10 marzo c.a. dalle ore 15.00 alle ore 18.30, presso l’Aula Consigliare dell’Ente, che si terrà nel rispetto delle norme anti COVID-19.

L’Assemblea viene convocata in previsione dei giorni 5 - 6 e 7 aprile 2022, quando in tutto il Paese le Lavoratrici ed i Lavoratori del Pubblico Impiego voteranno per rinnovare le Rappresentanze Sindacali Unitarie. Ciò avverrà anche nel Comune di Mesagne dove si voterà per eleggere 7 Delegati che dovranno portare avanti le istanze e i legittimi interessi delle Lavoratrici e dei Lavoratori.

La R.S.U. è la rappresentazione plastica della volontà democratica e partecipativa delle Lavoratrici e dei Lavoratori nel mondo del lavoro; il cui compito oltre che perseguire una coerente e ragionata azione sindacale è anche quella di lottare contro i soprusi e le ingiustizie.

Quindi le Lavoratrici ed i Lavoratori del Comune di Mesagne si riuniranno in Assemblea per discutere, confrontarsi e decidere. Alla stessa parteciperanno  Patrizia Stella Segretaria territoriale e Cosimo Zizza FP-CGIL e Coordinatore della Camera del Lavoro di Mesagne.

La F.P.-C.G.I.L. ed i suoi Delegati hanno sostenuto e sosterranno sempre la inscindibilità della efficienza dei servizi resi alla cittadinanza con il rispetto del Lavoratore, pertanto, avvisano la Cittadinanza dell’Assemblea che si terrà e contestualmente si scusano per gli eventuali disagi, causata dalla chiusura dei servizi.

Ovviamente I responsabili della macchina amministrativa del comune non mancheranno di avvisare a loro volta la Cittadinanza.

                                                                                                                 La Segretaria della F.P.-C.G.I.L. -Brindisi

 

“Nell’edilizia sanitaria non ci sono solo i fondi PNRR ma anche quelli dell’articolo 20. Speriamo che nei prossimi giorni venga finalmente inviata al Nucleo Ministeriale Degli Investimenti la proposta pugliese per 17 interventi da 245 milioni, così come si è impegnato a fare l’Assessore, così da sboccare anche gli ulteriori fondi a disposizione per 270 milioni e che prioritariamente potrebbero essere destinati al nuovo Ospedale Bari Nord e agli arredi e attrezzature del nuovo Ospedale in costruzione di Taranto. Tra quindici giorni di nuovo in Commissione per verifica”. 

Lo comunica il Presidente della Commissione regionale Bilancio e Programmazione Fabiano Amati. 

“Ci sono 245 milioni pronti per la Puglia in base alle delibere CIPE 97 e 98 del 2009, che seutilizzate ci aprirebbero la porta agli ulteriori finanziamenti per 270 milioni e a valere sulla delibera Cipe n. 51 del 2019. 
Per non indugiare più oltre, credo che i 18 programmi originari vadano ridotti a 17, rimpinguando la previsione economica per il nuovo ospedale di Andria e trasferendo alla programmazione della CIPE 51/2019 il finanziamento del nuovo ospedale Bari Nord, che allo stato registra problemi di localizzazione in via di soluzione. Almeno così si spera. 
Gli interventi in attesa di accordo con il Ministero per complessivi 245 milioni di fondi statali, sono: arredi e attrezzature nuovo ospedale Monopoli-Fasano per € 28,500 milioni; riqualificazione ospedale San Paolo di Bari per € 11,020 milioni; riqualificazione ospedale Di Venere di Bari per € 11,020 milioni; riqualificazione ospedale Perrino di Brindisi per € 12,540 milioni; riqualificazione ospedale Francavilla Fontana per € 6,840 milioni; riqualificazione ospedale Giovanni XXIII di Bari per € 23,750 milioni; riqualificazione energetica e messa a norma del corpo infettivo ospedale Giovanni XXIII per € 8,455 milioni; riqualificazione energetica e messa a norma del padiglione oculistica del Policlinico di Bari per € 3,420 milioni; riqualificazione energetica e messa a norma del padiglione dermatologia del Policlinico di Bari per € 7,030 milioni; riqualificazione energetica e messa a norma del padiglione gastroenterologia del Policlinico di Bari per € 3,230 milioni; riqualificazione energetica e messa a norma del padiglione patologia medica del Policlinico di Bari per € 6,175 milioni; riqualificazione ospedale Barletta per € 8,455 milioni; riqualificazione ospedale Castellaneta per € 4,370 milioni; riqualificazione ospedale Cerignola per € 6,840 milioni; riqualificazione ospedale San Severo per € 6,555 milioni; riqualificazione ospedale Gallipoli per € 5,035 milioni. 
La somma già prevista per il nuovo ospedale del nord barese, pari a € 92,545 milioni, penso possa essere indirizzata per ampliare il budget del nuovo ospedale di Andria; tale rimodulazione delle risorse dovrebbe ovviamente indurre ad attivare contestualmente il procedimento di finanziamento del nuovo ospedale del nord barese e degli arredi e attrezzature del nuovo ospedale di Taranto con i fondi della CIPE 51 del 2019. 
La necessità di attenzione sulla programmazione dei fondi articolo 20 dimostra che non abbiamo da lavorare solo sui fondi PNRR, che è certamente un ottimo strumento ma non può diventare un’occasione per prendere tempo su altri programmi di notevole sostanza assistenziale ed economica”.

Oggi è l’8 Marzo. È la festa della donna che vive con Noi, ma anche della donna che non è più con Noi.

La Uil pensionati STU Appia augura a tutte le donne, la celebrazione di questa festa. La ricorrenza è nella donna e, in particolare, nella nostra moglie, anziana, nonna che con il suo amore, a volte, con il rischio della stessa sopravvivenza, è stata ed è potenzialmente “portatrice di vita”, perché è “la donna colei che ha il dono di procreare la vita umana”.

La STU Appia ringrazia tutte le donne anziane che sono state protagoniste e sono interpreti di valori e della Carta dei diritti universali e che con tanti sacrifici sono “attori di vita e di conquiste” non solo in Italia, ma anche nel mondo.

Il richiamo del ricordo non è rivolto solo verso Tina Anselmi e Lea Montalcini, figure simboli del nostro tempo, ma anche in prossimità delle centinaia di donne che hanno protestato e manifestano oggi contro le scellerate decisioni contro i diritti della dignità umana a rischio della loro incolumità e che sono la luce nel buio delle ideologie, ma sono le dolci note che tengono in vita noi stessi e le generazioni future. La scelta è nella svolta per il coraggio del fare ad avere un Nobel per il diritto della scienza, della ricerca, della pace tra i popoli oppure una medaglia nei Giochi Olimpici, nei Paralimpiadi o nei mondiali dello Sport, che non servono a costruire muri, ma ad abbattere le barriere che purtroppo ci sono ancora.

Il cambiamento produce non solo ricchezza e benessere economico, ma anche l’occasione per riflettere verso il pensiero culturale e solidale di una democrazia condivisa contro le sfide drammatiche delle violenze sociali, delle armi e delle minacce nucleari.

Oggi siamo al tempo dei cambiamenti climatici, della pandemia da Covid-19, che hanno seminato milioni di morti. Sono violenze della natura, spesse volte non prevedibili. Ora viviamo anche la guerra e i bombardamenti. Questa è colpa dell’uomo, che vuole essere il Leviatano e non intende arrivare a un Patto per la Pace.

 L’8 marzo è la Festa dell’Amore verso l’inclusione e l’integrazione sociale. È la“Festa delle donne” che amiamo e che abbiamo amato per non vedere più i volti rigati dalle lacrime per le violenze subite o per i bombardamenti e per costruire un futuro più giusto ed equo per tutti.

La Uil pensionati di Brindisi “STU Appia” le chiama “Donne Eroi”, perché rappresentano la vitalità dell’amore per il diritto condiviso di democrazia, di fratellanza e di libertà. Raggiungere questo diritto di avere una Pace di Democrazia Condivisa voluta dalle donne, per noi della Uil pensionati, “non è difficile”.

La Uil pensionati di Brindisi Stu Appia saluta e ringrazia tutte le donne in particolare che le anziane sole, ammalate e fragili.

Il segretario responsabile

Giunta Tindaro

Aggiornamento settimanale dei dati sull’emergenza sanitaria nell’ultimo report a cura dell’Unità operativa di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl, elaborato su fonte dati Sorveglianza integrata dei casi di Coronavirus Covid-19 in Italia - Istituto Superiore di Sanità. I casi comprendono i positivi accertati con tamponi molecolari e antigenici certificati.

Alla data del 6 marzo 2022 risultano positivi 2.771 soggetti, il 44,3% uomini e il 55,7% donne, con età media di 40 anni. I positivi sono così suddivisi per fasce di età: 680 nella fascia 0-18 anni, 1.641 tra 19-64 anni, 269 tra 65-79 anni, 181 negli 80 e oltre. L’ultimo aggiornamento sullo stato di salute degli attualmente positivi descrive il 72,6% dei soggetti asintomatici, il 14,8% paucisintomatici, l'11,7% con sintomatologia lieve e lo 0,9% severi.

Per quanto riguarda la distribuzione per Comune i positivi sono 589 a Brindisi, 355 a Fasano, 313 a Mesagne, 215 a Ostuni, 198 Francavilla Fontana, 113 a Ceglie Messapica, 102 a San Pietro Vernotico, 92 a Latiano, 91 a Carovigno, 90 a Cisternino, 90 a San Pancrazio Salentino, 90 a San Vito dei Normanni, 85 a Oria, 66 a Cellino San Marco, 64 a San Donaci, 55 a Erchie, 54 a Torre Santa Susanna, 40 a San Michele Salentino, 36 a Villa Castelli, 33 a Torchiarolo. I Comuni della provincia di Brindisi con i maggiori valori di incidenza cumulativa sono, nell’ordine, Torchiarolo, Oria, Brindisi, Cellino San Marco.

Nel periodo compreso tra il 24 febbraio 2020 e il 6 marzo 2022, i soggetti risultati positivi al test sono stati 69.988, con una incidenza cumulativa stimata pari a 1.792,6 casi x10.000 residenti; si registra una diminuzione dei casi. Dei 69.988 soggetti risultati positivi al test, il 53% sono donne e il 47% sono uomini e l’età media è pari a 38 anni.

Il tasso di letalità è pari allo 0,7%. All’aumentare dell’età si osserva un incremento di tale tasso, mentre nella fascia 0-29 anni non si registrano decessi. Sono 522 i decessi totali: 424 casi tra persone che hanno tra 70 e 90 anni e più; 60 tra i 60 e i 69 anni, 26 casi tra i 50 e i 59, 9 casi tra i 40 e i 49, e 3 nella fascia 30-39.

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Coldiretti e Campagna Amica di Mesagne donano alla Caritas i migliori prodotti made in Italy. 

Saranno consegnati alle famiglie mesagnesi che hanno maggior bisogno i migliori prodotti del made in Italy. La donazione arriva da Coldiretti e Campagna Amica in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e “Casa di Zaccheo”: ieri mattina, il presidente dell'associazione, Carmelo Dellimauri, e il segretario Antonio Porro hanno consegnato le scorte alimentari al centro Caritas di Mesagne con sede in via Materdona.

L’obiettivo – ha spiegato Dellimauri - è dare la possibilità anche ai più poveri di gustare il meglio della gastronomia italiana e per ricordare che bisogna combattere le difficoltà economiche, aggravate prima dall'emergenza Covid e purtroppo, da pochi giorni, anche da ciò che sta accadendo in Ucraina”. Al momento della consegna, accogliendo l’invito giunto dai promotori dell’iniziativa di beneficenza, hanno partecipato il sindaco della città, Antonio Matarrelli; l’assessore alle Politiche Sociali, Anna Maria Scalera, don Pietro De Punzio, responsabile della “Casa di Zaccheo”, e la responsabile dell’ufficio Servizi sociali, Stefania Palana. “Un gesto di generosità che assume un valore importante, non solo per gli aspetti strettamente materiali. I pacchi che verranno distribuiti contengono prodotti alimentari dei più rinomati marchi nazionali: grazie, a nome mio e dell’Amministrazione, agli autori di un gesto che esalta il valore della solidarietà”, ha commentato il sindaco Matarrelli.

Pasta, legumi, passata di pomodoro, sottoli, prosciutto crudo, farina, i migliori formaggi stagionati, latte, olio extravergine, salumi, carne in scatola e prodotti per bambini: è lunga la lista e ogni famiglia beneficiaria riceverà un pacco ricco e variegato, contenente cibo e ingredienti di ottima qualità. “La nostra città, anche attraverso esempi come questo, si conferma una realtà solidale di cui andare orgogliosi”, ha concluso l’assessore Scalera.

Oggi 8 marzo 2022, Giornata Internazionale della Donna, si è svolta presso il Palazzo del Quirinale a Roma la consueta cerimonia di premiazione delle studentesse e degli studenti che hanno partecipato al Concorso Nazionale “Giovani donne che progettano il futuro”.

Il Liceo Artistico “E. Simone” del Polo liceale Marzolla Leo Simone Durano di Brindisi, ha partecipato al concorso, indetto dal Ministero dell’Istruzione sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, ed è risultato vincitore del primo premio nazionale per la Scuola Secondaria di Secondo Grado. Durante la cerimonia, è stata premiata l’opera pittorica “Sguardo al futuro” realizzata da Chiara Chirico, studentessa della classe 3B indirizzo Arti Figurative, del Liceo Artistico, accompagnata per l’occasione dalla Dirigente Scolastica prof.ssa Carmen Taurino, dalla prof.ssa referente del progetto Teresa Ribuffo e dalla prof.ssa Laura Valentino, coordinatrice del Dipartimento Artistico del Liceo.  
L’opera “Sguardo al futuro”, in linea con le finalità del concorso, vuole essere una riflessione sull’importanza delle pari opportunità per la realizzazione di una società di eguali diritti. Il dipinto,infatti, raffigura una giovane donna nella sua evoluzione, con lo sguardo puntato verso l’alto, mentre percorre le tappe essenziali della sua vita, dall’infanzia all’adolescenza fino all’età adulta, come in un  viaggio in ascesa lungo una scala. La luce, che guida il cammino della protagonista, rappresenta la speranza di poter realizzare i propri obiettivi, senza mai perdere la tenacia e la costanza, nonostante le difficoltà della vita.
Non è la prima volta che il Liceo Artistico Musicale di Brindisi è tra i protagonisti della cerimonia al Quirinale, per la Giornata Internazionale della donna: già nel 2018, infatti, alcuni studenti del Liceo Musicale “G. Durano” erano stati insigniti del primo premio al Concorso nazionale “Le Madri della Costituzione” con un video documentario sulla figura di Nadia Gallico Spano. Il premio di oggi, dunque, rappresenta una piacevole conferma dell’impegno profuso dal Liceo per promuovere la cultura e la sensibilizzazione alla parità di genere, un’azione educativa volta a creare cittadine e cittadini responsabili e consapevoli delle proprie capacità e del proprio valore, nell’ottica del rispetto dei valori della legalità e della Costituzione.

 

Dati del giorno: 08 marzo 2022

6.026
Nuovi casi
22.875
Test giornalieri
20
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 1.636
Provincia di Bat: 433
Provincia di Brindisi: 461
Provincia di Foggia: 812
Provincia di Lecce: 1.888
Provincia di Taranto: 733
Residenti fuori regione: 43
Provincia in definizione: 20
75.123
Persone attualmente positive
544
Persone ricoverate in area non critica
31
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

763.927
Casi totali
8.933.533
Test eseguiti
681.059
Persone guarite

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Contro il calo dell’occupazione femminile in agricoltura arriva l’allungamento delle agevolazioni di ISMEA fino al 30 marzo per le aziende agricole in rosa, aspettando la misura ‘Più Impresa’ che prevede mutui a tasso zero fino al 60% del valore del progetto imprenditoriale. E’ quanto annuncia Coldiretti Puglia, in riferimento ai dati divulgati in occasione della Giornata internazionale della donna festeggiata in tutto il mondo l’8 marzo dall'ufficio statistico dell'Unione europea secondo cui la quota rosa nel settore dell'agricoltura, silvicoltura e pesca,  nel confronto  tra il terzo trimestre 2011 e il terzo trimestre 2021 è passata dal 39% al 31%,.

“Più impresa” la misura semplificata di sostegno all’imprenditoria femminile prevista dalla Legge di Bilancio 2022 sarà operativa a giorni – spiega Coldiretti Puglia - consente di accedere a contributi fino al 35% del valore del progetto, mutui a tasso zero fino al 60% del valore del progetto e limite massimo di intervento di Ismea entro 1,5 milioni di euro per singolo progetto.

“C’è bisogno di sostenere con strumenti adatti, finanziari e normativi , l’intraprendenza e i talenti femminili nel mondo dell’impresa e in agricoltura. Per questo abbiamo sostenuto come Coldiretti Donne Impresa – spiega Floriana Fanizza, responsabile nazionale e regionale della Puglia di Coldiretti Donne Impresa - una modifica al requisito di accesso alle agevolazioni che riflettesse in modo più veritiero la realtà delle imprese agricole femminili. La misura “Più Impresa” prevede infatti che per le imprese agricole a prevalente o totale partecipazione femminile costituite in forma societaria non sia più richiesto il requisito della metà numerica dei soci, bensì solo quello di essere composte, per oltre la metà delle quote di partecipazione, da donne”.

In questo modo, secondo Donne Impresa Coldiretti, si punta a raggiungere ancora più imprenditrici agricole, donne che spesso insieme ai loro mariti o familiari guidano da anni aziende dinamiche e innovative ma che hanno bisogno di aiuti per superare gli ostacoli che ancora frenano uno sviluppo più ambizioso in termini di innovazione tecnologica.

Con il via all'estensione alle donne, senza limiti di età, delle agevolazioni previste da ISMEA si intende favorire l'imprenditoria femminile in agricoltura – aggiunge Coldiretti Puglia - quando a pagare il prezzo più alto sul fronte occupazionale sono state proprio le donne con il 70% dei posti di lavoro persi a causa della crisi economica e occupazionale per la pandemia da Covid 19.

“Strategico supportare e incentivare l’imprenditoria femminile in agricoltura che offre notevoli potenzialità occupazionali, puntando sulle giovani donne, considerato che in Puglia per esempio il 54% delle domande per i nuovi insediamenti sono state presentante proprio dalle imprenditrici in erba. L’agroalimentare può offrire 100mila posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni in Puglia con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale, ma anche un nuovo welfare in campagna con gli agriasilo, le fattorie didattiche e quelle di agricoltura sociale, che in alcuni territori potrebbero rappresentare un presidio insostituibile”, insiste Fanizza.

Sono quasi 24mila le aziende agricole ‘rosa’ che stanno dando un volto multifunzionale e innovativo con professioni antiche riviste in chiave moderna, in agricoltura, silvicoltura e pesca in Puglia, dove quasi una azienda agricola su 3 è guidata da donne e cresce anche il numero di agriturismi in rosa (+ 3,7%), passati da 286 a 305 in Puglia, a dimostrazione di quanto le imprenditrici siano riuscite, aggiunge Coldiretti Puglia, a cogliere al massimo le opportunità offerte dalla multifunzionalità in agricoltura.

I progressi sono lenti e i divari di genere persistono nel mondo del lavoro e a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni, per cui Coldiretti ha chiesto investimenti seri nelle infrastrutture di supporto alle imprenditrici femminili nelle aree rurali, rendendo fruibili e maggiormente rispondenti alle esigenze delle imprenditrici gli strumenti del PSR e della PAC.

E’ in rada e attracca in giornata al porto di Bari la nave dell’Ucraina ‘Scala’ carica di mais, scampata alla guerra e al blocco degli scali sul Mar Nero perché già in navigazione allo scoppio del conflitto, una boccata d’ossigeno per le stalle che sono allo stremo per la mancanza di alimentazione per gli animali. A darne notizia è Coldiretti Puglia che segnala il calo per la prima volta dall’inizio della guerra del prezzo di mais (-2%) e soia (-0,2%) destinate all’alimentazione animale, nonostante il permanere delle tensioni internazionali con lo stop alle esportazioni deciso dall’Ungheria e dall’Ucraina e le difficoltà dei trasporti dal Mar Nero dovute al conflitto tra Russia e Ucraina.

Un andamento – sottolinea la Coldiretti - che non significa il superamento delle difficoltà, ma piuttosto l’accresciuto interesse sul mercato delle materie prime agricole della speculazione che ha approfittato degli alti valori raggiunti per realizzare profitti. Le speculazioni – spiega la Coldiretti - si spostano dai mercati finanziari in difficoltà ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto.

“Siamo di fronte ad una nuova fase della crisi, dopo l’impennata dei prezzi arriva il rischio concreto di non riuscire a garantire l’alimentazione del bestiame, quando sono da salvare in Puglia 185mila bovini, 197mila ovini e bufalini e 24 mila suini”, avvisa Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

A sconvolgere il mercato dei prodotti agricoli è lo stop all’export deciso da importanti Paesi produttori come Ucraina e Ungheria mentre dalla permangono le difficoltà di spedizioni dalla Russia che è il principale esportatore mondiale. Una situazione che – spiega la Coldiretti – aggrava l’emergenza in Italia che è un Paese deficitario su molti fronti per quando riguarda il cibo: produce appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento.

Con la decisione dell’Ungheria di ostacolare le esportazioni nazionali di cereali, soia e girasole, in Italia è a rischio un allevamento su quattro che dipende per l’alimentazione degli animali dal mais importato da Ungheria e Ucraina che hanno di fatto bloccato le spedizioni e rappresentano i primi due fornitori dell’Italia del prezioso e indispensabile cereale per gli allevamenti. Dall’Ungheria sono arrivati in Italia ben 1,6 miliardi di chili di mais nel 2021 mentre altri 0,65 miliardi di chili dall’Ucraina per un totale di 2,25 miliardi di chili che rappresentano circa la metà delle importazioni totali dell’Italia che dipende dall’estero per oltre il 50% del proprio fabbisogno, secondo le analisi della Coldiretti.

L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti dalle industrie agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati perché molte industrie per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, approfittando dei bassi prezzi degli ultimi decenni, anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti dalla Coldiretti. Con lo scoppio della guerra e la crisi energetica sono aumentati mediamente di almeno 1/3 i costi produzione dell’agricoltura per un esborso aggiuntivo di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che ha messo a rischio il futuro delle coltivazioni, degli allevamenti, dell’industria di trasformazione nazionale ma anche gli approvvigionamenti alimentari di 5 milioni di italiani che si trovano in una situazione di indigenza economica, secondo il documento sulla crisi consegnato dal presidente della Coldiretti Ettore Pradini al Ministro per le Politiche Agricole Stefano Patuanelli.

L’aumento di mais e soia sta mettendo in ginocchio gli allevatori pugliesi che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse – sottolinea Coldiretti – ha raggiunto i 46 centesimi al litro secondo l’ultima indagine Ismea, un costo molto superiore rispetto al prezzo riconosciuto a una larga fascia di allevatori.

All’aumento dei costi di produzione non corrisponde la giusta remunerazione del latte alla stalla, quando per poter pagare un caffè al bar gli allevatori pugliesi devono mungere tre litri di latte pagati solo qualche decina di centesimi alla stalla, ben al di sotto dei costi di produzione in forte aumento per i rincari di mangimi ed energia, scattati già prima della guerra in Ucraina.

L’effetto drammatico è stato la chiusura di oltre 120 stalle in Puglia in 1 anno con le imprese di allevamento da latte allo stremo, per cui Coldiretti Puglia chiede alla Regione Puglia un intervento concreto per sostenere le aziende zootecniche schiacciate da questa tempesta perfetta.

In 7 anni – dal 2014 ad oggi - hanno già chiuso in Puglia 440 stalle, è il grido d‘allarme lanciato da Coldiretti Puglia, con gli allevatori ormai costretti inesorabilmente a chiudere i battenti e a vendere gli animali. Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere – insiste Coldiretti Puglia - spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado.

La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza – aggiunge Coldiretti – con interventi urgenti e scelte strutturali per rendere l’Europa e l’Italia autosufficienti dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo. La stessa politica agricola comune (Pac) e il Pnrr oggi sembrano già inadeguati a rispondere alle esigenze del tempo nuovo che stiamo vivendo e – continua Coldiretti – vanno modificati eliminando ad esempio l’obiettivo del 10% di terreni incolti previsto nella strategia biodiversità. Per questo bisogna agire subito – continua Coldiretti – facendo di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti con lo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, ma anche incentivando le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso l’Ismea, riducendo le percentuali IVA per sostenere i consumi alimentari, prevedendo nuovi sostegni urgenti per filiere più in crisi a causa del conflitto e del caro energia e fermando le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali. E poi investire – conclude Coldiretti – per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le NBT a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.

E' partito oggi dalla Base di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite (UNHRD) a Brindisi, diretto al centro di raccolta di Niemce in Polonia, un trasporto umanitario via terra della Cooperazione italiana composto da circa 20 tonnellate di beni di prima necessità ed accoglienza (tra cui tende, coperte, generatori, stufe per tende, lampade e kit igienico-sanitari) a favore della popolazione ucraina. L’operazione è stata realizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile e nell’ambito del Meccanismo Europeo di Protezione Civile.