Redazione

La Polizia di Stato, con l’avvicinarsi dei festeggiamenti di fine anno, ha ulteriormente rafforzato i
servizi di controllo del territorio come disposti dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza,
pianificando in sede di Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal Prefetto, una
serie di attività di vigilanza in generale, nonché controlli sulla fabbricazione, commercio e
detenzione di manufatti pirotecnici sull’intera provincia.
Nella sola giornata di ieri, i mirati controlli volti al contrasto della illegale produzione, vendita e uso
di materiale esplodente e giochi pirotecnici, disposti dal Questore di Brindisi, Annino Gargano, ha
consentito, in tre distinte attività di controllo, di rinvenire oltre 520 kg di giochi pirici, denunciando
in stato di libertà tre brindisini che detenevano illegalmente detto materiale.
Difatti, nella prima mattinata, ad un giovane già noto alle Forze dell’Ordine, gli operatori
dell’UPGSP rinvenivano quattro candelotti di materiale esplodente di genere vietato. L’uomo è
stato denunciato in stato di libertà per detenzione illegale di materiale esplodente.
Poco più tardi, sempre personale delle Volanti ha proceduto al controllo di una bancarella il cui
venditore ambulante è persona nota agli atti d’Ufficio, constatando la presenza di alcuni giochi
pirici di cui è vietata la “vendita ambulante”. I successivi approfondimenti hanno permesso di
rinvenire in un camioncino parcheggiato nelle vicinanze alcuni scatoloni contenenti un ingente
quantitativo degli stessi artifici pirici e di ritrovare presso l’abitazione dell’uomo altro materiale
pirotecnico della stessa natura per un complessivo di 170 kg. Il giovane è stato denunciato in stato
di libertà.
Mentre in serata, la Squadra Mobile unitamente alle Volanti hanno fermato un furgone a bordo del
quale viaggiava un brindisino il cui atteggiamento è apparso da subito sospetto. Il più approfondito
controllo del veicolo ha permesso di rinvenire 350 kg di giochi; il giovane alla guida del veicolo è
stato indagato in stato di libertà.
Tutti i giochi pirici rinvenuti sono stati sequestrati e distrutti da personale della Squadra Artificieri e
Antisabotaggio in servizio presso l’Ufficio Polizia di Frontiera di Brindisi.
Proseguono incessanti i controlli al fine di consentire i festeggiamenti di Capodanno in sicurezza.

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Il Sindaco Antonello Denuzzo ha disposto con apposita Ordinanza il divieto di utilizzo sul territorio comunale di Francavilla Fontana di fuochi d’artificio, petardi, “botti”, artifici pirotecnici di qualsiasi genere e tipo, compresi quelli ad effetto illuminante.

Secondo i dati forniti dalla Polizia di Stato sul territorio nazionale nella sola notte dello scorso Capodanno si sono registrati 180 feriti con 48 ricoveri.

Lo scopo del provvedimento è quello di tutelare l’incolumità pubblica e la serenità della cittadinanza. I trasgressori incorreranno in sanzioni amministrative sino a 500 euro.

L'Ordinanza, che è consultabile sul sito internet istituzionale, è valida sino a lunedì 8 gennaio.

Con un discutibile provvedimento di giunta, l’amministrazione comunale di Brindisi ha deliberato la rinuncia a 800 mila euro di fondi regionali, che andranno così ad altre realtà cittadine limitrofe, per la realizzazione di una pista ciclabile nella zona a nord del centro abitato di Brindisi che avrebbe favorito il collegamento tra l’Aeroporto di Brindisi, la Chiesa di Santa Maria del Casale, i parchi del Cillarese, Sbitri e Punta Punta del Serrone, parte della litoranea di via di Torre Testa, individuata quale Strada Panoramica dal vigente piano paesaggistico regionale, e che avrebbe connesso tutto il sistema dei percorsi ciclo-pedonali già realizzati ed in corso di realizzazione e le contrade esistenti lungo la costa, come Contrada Betlemme. Il progetto finanziato durante la scorsa amministrazione di centrosinistra prevedeva, dopo una sopravvenuta modifica dovuta a maggiori costi a causa dell’aumento dei prezzi, la realizzazione di un percorso ciclabile in sede promiscua.

L’idea della scorsa amministrazione era quella di rendere maggiormente fruibile e attrattiva la costa nord e permettere così a più persone di raggiungere le spiagge cittadine e contribuire anche a decongestionare il traffico su via Materdomini. Un progetto che avrebbe avuto impatti positivi e avrebbe proiettato la costa nord di Brindisi sempre più verso una fruizione sostenibile, moderna e assolutamente in linea con altre realtà costiere e che tanto desideriamo. L’atto di giunta è gravissimo dal punto di vista politico e irrispettoso dal punto di vista istituzionale del lavoro della passata amministrazione tanto più che le motivazioni a corredo del provvedimento sono debolissime e scarsamente supportate da una reale e concreta causa. Infatti si è passati dal disconoscere il valore della grande programmazione progettuale ereditata dalla scorsa amministrazione di centrosinistra a compiere “iconoclastia” dei progetti più visionari. Ormai è chiaro il disegno portato avanti da più di qualcuno in questa maggioranza, ossia sopperire alla propria incompetenza cancellando quanto di buono fatto nel passato, poiché non si riesce a reggere il confronto.

A questo punto per completare il quadro, dobbiamo aspettarci le rinunce e le revoche dei progetti sulla costa finanziati dal contratto istituzionale di sviluppo e di quelli finanziati con i fondi del piano azione e coesione per la rigenerazione del water front cittadino.

Partito Democratico di Brindisi

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Per Torre Guaceto l’anno si chiude con innumerevoli progetti realizzati e calendarizzati. Dall’ampliamento della zona umida per gli animali migratori, alla messa in cantiere di opere per ultimare l’area multiservizi Porta della riserva. Il presidente: “Soddisfatti per il successo di governance e per la costante fiducia che la comunità del Parco e gli utenti ci accordano”. 

Come ogni anno, a chiusura 2023, nell’ambito dell’Assemblea dei soci di oggi, il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto fa un bilancio di quanto fatto negli ultimi 12 mesi. 
“Tiriamo le fila del lavoro svolto con estrema soddisfazione – ha dichiarato il presidente dell’ente gestore, Rocky Malatesta. Grazie alla progettualità portata avanti e premiata da Istituzioni terze tramite finanziamenti pubblici, abbiamo realizzato e programmato interventi che aumenteranno gli standard di naturalità e tutela di Torre Guaceto ed il benessere della comunità locale. Non solo, anche nel 2023, grazie alla fiducia accordataci dai visitatori dell’area protetta, gli utili derivanti dalla gestione dei servizi estivi, ossia il lido balneare e l’area parcheggio Porta della riserva, saranno reinvestiti sull’area protetta e sull’intero territorio. Ringraziamo le Amministrazioni comunali di pertinenza e soci dell’Assemblea, Brindisi e Carovigno, il WWF Italia e tutti i Corpi di Stato alleati del Consorzio nella vigilanza di Torre Guaceto e per la promozione delle buone pratiche ambientali perché è anche grazie al loro contributo che raggiungiamo i traguardi che ci prefissiamo”. 
Numerosi i progetti realizzati nell’annualità che va concludendosi. Di seguito un breve sunto. 
Nell’ambito del POR Puglia, azione 6.6, sono state rimosse opere antropiche che creavano impatto sulla riserva, come strade asfaltate e fabbricati abbandonati presenti nell’area naturalistica, sono stati realizzati interventi di rinaturalizzazione e ripristino e tutela di habitat degradati, come le dune attraverso l’installazione di una staccionata, sono state posizionate vasche per la repressione degli incendi boschivi, valorizzato il patrimonio naturale e culturale attraverso il progetto “Granai della memoria”, raccolta interviste video agli anziani del territorio, e implementata la dotazione digitale dell’area protetta attraverso l’installazione di qrcode presso la pannellistica presente in riserva. 
Con il POR Puglia misura 6.5, sono stati realizzati interventi di conservazione e ripristino habitat come il potenziamento di un chiaro d’acqua e la creazione di uno ex novo, è stata realizzata un’area per la riproduzione della moretta tabaccata, specie a rischio di estinzione, e rimossa vegetazione esotica nociva per quella locale. E’ stata incrementata la connettività degli habitat forestali costieri della macchia a ginepri e della lecceta, nonché della prateria steppica, in alcune zone con la piantumazione di aree degradate, e la sostituzione di specie esotiche con piante della macchia mediterranea in altre. 
Grazie al POR Puglia monitoraggio, inoltre, il Consorzio ha condotto la nuova campagna di studio degli habitat e delle specie della riserva. Per la sola parte relativa agli habitat terrestri, sono stati complessivamente condotti 351 rilievi di campo e da remoto (tramite sensori satellitari e aviotrasportati), su un’area di monitoraggio di 1168 ettari. Lo sforzo di campionamento non era mai così alto nel corso del monitoraggio ventennale dell’area protetta. Le evidenze ottenute sono che il mosaico ambientale della zona umida è in progressivo incremento della sua complessità ecologica, il che significa che il suo valore ambientale cresce costantemente. La maggior parte degli habitat presenti gode di un buono stato di salute, grazie agli interventi diretti operati dal Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, il che ha implicato non solo il mantenimento delle specie animali presenti, ma anche un loro incremento, come nel caso delle tartarughe di palude che sta scomparendo ovunque, mentre a Torre Guaceto è in aumento, e l’arrivo di nuove, come il lupo. 
Con il Feamp è stato realizzato un nuovo pontile nell’area della torre aragonese per l’attracco dei mezzi nautici del Consorzio e delle forze dell’Ordine, è stato incrementato il parco mezzi dell’ente per il monitoraggio dell’area marina, sono state condotte attività di monitoraggio della fauna marina e delle tartarughe di mare attraverso l’utilizzo di trasmettitori satellitari. 
Vari i progetti di rilevanza etica che prenderanno sostanza grazie ai guadagni relativi alla stagione estiva 2023: saranno condotte attività di pulizia manuale delle spiagge e manutenzione della zona umida; sarà finanziata (come ogni anno) la campagna di ricerca archeologica 2024 presso la necropoli a cremazione dell’area protetta; sarà realizzato un nuovo sistema per la viabilità lungo la strada che conduce a Punta Penna Grossa con area per la salita e discesa dai mezzi di trasporto collettivo a 250 metri dalla costa; saranno realizzati gli ultimi interventi previsti presso la Porta della riserva come l’area per il dog sitting, la videosorveglianza e la colonnina per la manutenzione delle bici; saranno organizzati eventi sportivi e quelli di animazione territoriale previsti nell’ambito della Carta del Turismo Sostenibile e della candidatura di Torre Guaceto a patrimonio MAB-Unesco; è stato finanziato il corso per la formazione di 60 Guardie Ecologiche Volontarie che vigileranno sulla riserva ed il territorio della provincia di Brindisi. 
Per quanto concerne l’importate piano per il riuso in agricoltura dei reflui affinati provenienti dall’impianto consortile di Carovigno, il Consorzio ha elaborato il progetto esecutivo, a gennaio partiranno le procedure di acquisizione delle aree nelle quali saranno eseguiti gli interventi e successivamente la gara per l’affidamento dei lavori che dovranno realizzarsi entro il 2025. 
Grazie al supporto e al finanziamento concesso dalla Fondazione Blue Marine, a stretto giro, saranno deposti lungo le aree perimetrali dei fondali della riserva dissuasori della pesca di frodo. 
Per quanto attiene l’attività del Centro Recupero Tartarughe Marine, nel 2023, il Consorzio ha soccorso 31 esemplari, di questi: 21 sono sono stati riportati a condizioni di salute ottimali e sono stati reimmessi in mare, 5, purtroppo, visto il grave stato al momento del recupero, sono deceduti, e 4 attendono di rimettersi completamente per poi essere liberati. Presso il Centro Recupero Fauna Selvatica, invece, sono stati accolti 124 animali tra uccelli e mammiferi, di questi: 39 sono venuti a mancare poco dopo l’ingresso a causa di condizioni irreversibili, 64 curati e reimmessi in natura, 20 trasferiti presso il centro regionale di lunga degenza a Bitetto, 1 è ancora in cura. 
Vagliati e approvati il bilancio e tutti i progetti messi in campo dal Consorzio, i soci dell’Assemblea hanno chiuso la riunione nominando i due nuovi componenti del Consiglio di Amministrazione in capo al Comune di Brindisi: Vito Brigitta, vicepresidente, e Giampiero Epifani, consigliere, in sostituzione di Vincenzo De Bonis e Alessandro De Vincentis.

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Anche quest’anno il “Lions Club Mesagne”, in collaborazione con “La Compagnia Group” e il “Piccolo Coro Francesco d’Assisi”, organizza il tradizionale concerto. L’iniziativa, patrocinata dal Comune nell’ambito della rassegna “Natale 2023 a Mesagne”, si terrà venerdì 29 dicembre alle ore 20.00 presso il Teatro Comunale. Ingresso con invito.

La pizza gourmet di Tony Resta alla conquista della Romania.

“Core Verace” porta da Mesagne al Distretto di Argeș (in romeno Județul Argeș), uno dei 41 distretti della Romania, situato nella regione storica della Muntenia in Valacchia, l’interprete della pizza gourmet napoletana.
Lui è lo Specialist pizzaiolo che ha fatto della ricerca di sapori e abbinamenti il suo cavallo di battaglia ha fatto tappa a Câmpulung Muscel. Non è un “comune” pizzaiolo napoletano, Tony Resta è stato infatti da tempo ribattezzato sul territorio come l’interprete della cosiddetta pizza napoletana gourmet, un qualcosa di innovativo e ricercato, realizzato con materie prime di altissima qualità e con tecniche particolari. E da qualche tempo il celebre ristoratore mesagnese è sbarcato in Romania per conquistare turisti e residenti con i suoi fumanti manicaretti, così fumanti da aver scaldato palato e cuore dei romeni nelle fredde serate dell’Europa Centrale. L'obiettivo degli eventi firmati “Core Verace” è promuovere il brand Italia al di fuori dei confini nazionali, puntando su materie prime eccellenti e tra esse su una miscela esclusiva di farine sapientemente bilanciate per il caratteristico impasto della pizza. E proprio a Câmpulung Muscel, da qualche mese Tony Resta ha consolidato la partnership con importanti realtà imprenditoriali nel settore della ristorazione e della distribuzione.
 
Con l’evento “Primul STREET FESTIVAL – PIZZA NAPOLETANA din ROMANIA”, che proprio a cavallo del Natale ha ricevuto il Patrocinio morale della Civica Amministrazione, Tony Resta insieme noti imprenditori della ristorazione romena, ha voluto puntare su un nuovo spazio gastronomico contemporaneo, a metà strada tra Bucarest e Timișoara, sposando la filosofia dell’Azienda che ha da sempre puntato su sostenibilità, cibo buono e sano. Tanta la curiosità degli ospiti che nei tre giorni dell’evento hanno consumato centinaia di pizze Tradizionali e Gourmet (impasto biga 100%) preparate dal Maestro lievitista e ambasciatore del gusto, andate letteralmente a ruba. Per chi non hanno voluto cedere alle tentazioni di una buona pizza, anche la proposta selezionata di golosissimi fritti napoletani: crocchè di patate, polpette, pettole, frittatine di bucatini, arancini con carne macinata e sugo. Piatti semplici della tradizione italiana che hanno portato sulle tavole della Romania le nostre migliori eccellenze.

Luce del mondo: organizzata dall’associazione culturale “Da Orra ad Oria” nell’ambito del programma “Natale a Mesagne 2023”, si svolgerà venerdì 29 dicembre la rievocazione storica del presepe vivente “Luce nel mondo”. «Tale collaborazione rappresenta per la nostra associazione motivo di grande orgoglio, - spiegano i soci del sodalizio, lo stesso che dal 2018 tiene viva nella città di Oria la tradizione del presepe recitato -sia perché è la prima volta che lo spettacolo varca i confini comunali, sia perché ciò avviene in una realtà che costituisce un autentico fiore all’occhiello del territorio». Le rappresentazioni prenderanno il via alle ore 19:00, alle ore 20:00 in largo Ubaldo Lay la scena dell’Annunciazione; percorrendo via Albricci, i visitatori incontreranno il centurione che indice il censimento, l’arrivo dei Magi e il palazzo di Erode. Culmine della rappresentazione sarà piazza IV Novembre, spazio in cui verrà inscenata la natività. «La volontà di ospitare la nostra manifestazione rappresenta solo l’ulteriore riprova dell’attenzione rivolta dalla comunità mesagnese al tema della natività, che già da anni ospita nel suo centro storico l’incantevole Borgo dei Presepi», continuano gli organizzatori, facendo riferimento alle antiche mura del frantoio ipogeo sito in via Santacesaria, pregiato contenitore della mostra permanente di presepi di svariate dimensioni e magistrale fattura, tra i quali trova posto una natività proveniente direttamente da Greccio, famosa nel mondo per essere il luogo in cui San Francesco d’Assisi realizzò il primo presepe, e con cui la città di Mesagne ha recentemente sottoscritto un patto di fratellanza.

ANNATA AGRARIA: COLDIRETTI PUGLIA, NEL 2023 AGROALIMENTARE GUADAGNA VALORE (+24% PLV) NONOSTANTE CLIMA, VIRUS E INSETTI ALIENI E BIZZARRIE SCENARIO INTERNAZIONALE

Nonostante la minaccia del clima con 96 eventi estremi in 1 anno e uno scenario internazionale complesso, l’agricoltura e l’agroalimentare pugliesi guadagnano il 24% in più di Produzione Lorda Vendibile che sfiora i 4 miliardi di eur, pur perdendo il 34% in quantità della produzione, grazie alle ottime performance de settore olivicolo e oleario e dell’ortofrutta che fanno recuperare terreno rispetto all’annata agraria precedente. E’ quanto emerge dall’analisi dei dati settore per settore di Coldiretti Puglia, diffusa in occasione del bilancio dell’annata agraria di fine anno, con un 2023 difficile sul fronte dell’andamento climatico folle con il conseguente attacco di virus e insetti alieni, sotto la minaccia della fauna selvatica e stretto nella morsa del difficile scenario internazionale e di manovre speculative che incidono sull’agroalimentare Made in Puglia.  

L’aumento in valore dell’agroalimentare pugliese è determinato principalmente dall’andamento del settore olivicolo e oleario, con il raccolto delle olive in Puglia cresciuto del 50% rispetto all’anno precedente, a fronte di quello nazionale e mondiale che è crollato, facendo schizzare i prezzi dell’olio extravergine del +49,3%. Performance positive in valore anche per l’ortofrutta, con l’uva da tavola che al netto del calo delle quantità ha guadagnato in termini di valore, ma in generale ortaggi e frutta pugliese hanno registrato prezzi medi in campagna migliori alle annate precedenti per la diminuzione delle quantità, mentre un frutto su dieci è scomparso dalle tavole dei cittadini che hanno tagliato gli acquisti (-10%) crollati ai minimi da inizio secolo, sulla base dei dati Cso Italy, secondo cui i consumatori hanno ridotto del 25% le quantità di angurie, del 15% i meloni, del 14% le arance, del 5% le fragole ma il taglio ha riguardato anche gli ortaggi (-6%).

Annata da dimenticare in Puglia per la vendemmia che paga il conto degli eventi estremi e degli attacchi di peronospora che hanno caratterizzato il 2023, per cui le quantità risultano crollate in media del 32% con punte fino al 90% in alcuni areali, mentre sono aumentati in misura esponenziale i costi di produzione. L’impennata del costo del vetro cavo per le bottiglie che hanno fatto segnare un aumento che ha raggiunto il 58% nell’arco di 18 mesi mette a rischio la competitività del vino italiano sul mercato nazionale ed estero dove per la prima volta dopo oltre un decennio sono calate le vendite del vino Made in Italy in valore (-1%), dopo che Coldiretti e Filiera Italia avevano evidenziato l’anomalia in riferimento all’avvio dell’istruttoria da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per una presunta intesa restrittiva della concorrenza nella vendita delle bottiglie di vetro.

Nel 2023 il raccolto di grano duro pugliese per la pasta non ha prodotto secondo le aspettative – continua Coldiretti Puglia – ma comunque è stato in aumento rispetto al crollo dell’anno scorso. Di fatto l'andamento climatico ha divorato parte del lavoro di un anno degli agricoltori che quest’anno hanno speso per produrre grano fino a 300 euro ad ettaro in più, rispetto ai periodi pre-conflitto in Ucraina, ma al contempo hanno subito il taglio dei compensi che sono scesi del 40 % rispetto allo scorso anno.  Sotto accusa le manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada  che ha invece più che quadruplicano le esportazioni in Italia di grano trattato con glifosate secondo modalità vietate a livello nazionale.

Gli effetti delle bizzarrie dello scenario internazionale si sono fatti sentire poco sulle esportazioni che segnano l’aumento di un timido 4,3% dei vini, di un consistente 23% dell’olio e del 10% della pasta, secondo i dati Istat da gennaio a settembre 2023, incidendo però pesantemente – spiega Coldiretti Puglia - sui costi di produzione che le imprese agricole hanno dovuto sostenere.

“L’agroalimentare ha dimostrato concretamente la propria capacità di saper cogliere l’opportunità del Pnrr con richieste di investimenti superiori alla dotazione e l’incremento dei fondi va nella direzione auspicata di aumentare la produzione in settori cardine, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura e “raffreddare” il carovita che pesa sulle tasche dei cittadini”, afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che “il raddoppio dei fondi per l’agroalimentare con 2 miliardi in più stanziati per gli accordi nella filiera e 850 milioni aggiuntivi per il fotovoltaico sui tetti di stalle e cascine è importante per salvare la spesa delle famiglie italiane e sostenere l’approvvigionamento energetico del Paese di fronte alle tensioni internazionali provocate dalla guerra su cibo e bollette”.

“Un’occasione unica, che non va sprecata per far crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore. In tale ottica i contratti di filiera – aggiunge il direttore regionale Pietro Piccioni – sono fondamentali per lo sviluppo di prodotti 100% italiani per dare opportunità di lavoro e far crescere l’agroalimentare Made in Italy, in un contesto di grande instabilità internazionale. Ma il contributo allo sviluppo non si limita all’alimentare, ma cresce anche la produzione energetica agricola grazie agli accordi siglati dalla Coldiretti”.

Agonia lenta e al momento introvertibile per il settore lattiero, con 333 stalle chiuse in Puglia da dicembre 2019 a giugno 2023, una perdita incolmabile causata dall’aumento dei costi di produzione e gestione, a cui non corrisponde più una equa remunerazione del prezzo del latte alla stalla, che non può andare sotto i costi di produzione calcolati da Ismea, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori. Occorre fare ricorso al decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto dalla Coldiretti, che prevede lo stop a 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento, non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili, al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti, ma anche che i prezzi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non siano inferiori ai costi di produzione. Con 3 DOP (canestrato pugliese, mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e quasi 20 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino) – insiste Coldiretti Puglia – il settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e Sigilli della biodiversità dal valore indiscutibile.

Sul fronte della pesca, sono quasi 500 i pescherecci pugliesi che saranno “affondati” dalle nuove linee europee che prevedono la scomparsa della pesca a strascico, il settore più produttivo della marineria, con un impatto devastante sull’economia, sull’occupazione e sui consumi. La misura comunitaria più dirompente – sottolinea Coldiretti Impresapesca Puglia – è il divieto del sistema di pesca a strascico che rappresenta in termini di produzione ben il 65% del pescato nazionale, operando di media non più di 130 giorni all’anno, secondo l’analisi di Coldiretti Impresapesca. Ma le nuove linee prevedono anche la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% di quelle attuali, denuncia Coldiretti Impresapesca, con scadenze ravvicinate nel 2024, 2027 per concludersi nel 2030.

Il settore della pesca e dell’acquacoltura in Puglia – conclude Coldiretti Puglia – vale 225milioni di euro, secondo i dati CREA, con una flotta operante lungo le coste pugliesi costituita da 1.455 battelli che rappresenta il 12,3% del totale nazionale, il 10,5% del tonnellaggio e il 12% della potenza motore, con le aree vocate di  Manfredonia, Molfetta, sud Barese, Salento, dove il pescato più importante è costituito da gamberi, scampi, merluzzi, oltre agli allevamenti in mare aperto di spigole, ombrine e orate.

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Con il 2023 che con il 99% di probabilità si classificherà come l’anno più caldo mai registrato nel Pianeta dopo che la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani è risultata addirittura superiore di 1,15 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, nei primi undici mesi dell’anno, diventa sempre più impattante il fenomeno della fauna selvatica che da migratoria è divenuta stanziale in Puglia, arrecando danni ingenti alle produzioni in campagne, nelle stalle agli animali e agli allevamenti di pesce in mare aperto. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione del bilancio dell’annata agraria 2023, sulla base delle previsioni della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1850, in riferimento agli enormi danni causati dalla fauna selvatica, con i cinghiali che distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati, come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, i pappagalli verdi si cibano di frutta e mandorle e il killer dei mari, il granchio blu che stermina vongole veraci, cozze, uova, altri pesci e molluschi.pappagalli_verdi.jpg

CINGHIALI – Bisogna far scendere l’esercito in campo, perché con la Puglia invasa da 250mila selvatici non c’è solo la peste dei cinghiali, ma è allarme – afferma Coldiretti Puglia - per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa, con le aree della Murgia barese e tarantina, del Gargano e del subappennino dauno divenute l’eldorado dei cinghiali.

I branchi dei cinghiali – sottolinea la Coldiretti – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti – viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.

Si tratta – evidenzia la Coldiretti regionale - solo della punta dell’iceberg perché molti non denunciano scoraggiati dalle lungaggini burocratiche e dalle condizioni poste dalle assicurazioni come ad esempio, oltre alle tracce sulla vettura e sull’asfalto, anche il rinvenimento della carcassa dell’animale con il quale ci si è scontrati.

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè la fauna selvatica rappresenta un problema per la stragrande maggioranza dei cittadini (90%) considerato poi che nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi a causa dell’invasione di cinghiali e animali selvatici che non si fermano più davanti a nulla, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Asaps.

CORMORANI – Ogni cormorano mangia fino a 10 chilogrammi di pesce al mese, oltre 300 grammi al giorno, lasciando tra l’altro – denuncia Coldiretti Puglia - pesci feriti nell’attività predatoria e con il rischio della diffusione di malattie e parassiti. Il numero di cormorani svernanti è cresciuto di circa venti volte negli ultimi 25 anni – aggiunge Coldiretti Puglia - secondo un andamento parallelo e strettamente correlato alla crescita esponenziale delle popolazioni nidificanti nei paesi dell'Europa centrosettentrionale. La presenza sempre più invasiva dei cormorani – aggiunge Coldiretti Puglia - viene segnalata dai pescatori in provincia di Bari sia a sud, tra Mola di Bari e Torre a Mare che a nord tra Giovinazzo e Bisceglie, sulla costa di Taranto, nella laguna di Varano, sulla Diga di Capaccio del Celone a Lucera e presso la palude del Lago Salso a Manfredonia, a Gallipoli e sugli oltre 400 chilometri di costa della regione.cormorani_in_Puglia_Mangiano_fino_a_10_Kg_di_pesce_al_mese.jpg

E’ ormai una vera e propria emergenza alla luce dei danni provocati all’attività degli allevamenti di pesce in mare aperto in Puglia e alla vita stessa dei pesci nei mari. L’attività predatoria dei cormorani – spiega Coldiretti Puglia - sottopone a forte stress la vita marina poiché è talmente intensa da non permettere la crescita, lo sviluppo e la riproduzione delle specie di cui si nutrono.

GRANCHIO BLU – In Puglia c’è anche l’invasione del “killer dei mari”, il granchio blu che ha preso d’assalto le coste pugliesi, dalla laguna di Lesina e Varano fino ai bacini retrodunali del Salento, con danni all’ecosistema, ma soprattutto alla pesca della paranza, decimata e resa invendibile dagli attacchi del granchio alieno. Il granchio blu o granchio reale blu è una specie aliena per il Mar Mediterraneo – sottolinea Coldiretti Puglia -, originaria delle coste Atlantiche dell'America, che raggiunge anche il chilo di peso e sta prendendo il sopravvento nei fondali della costa Adriatica, sterminando vongole veraci, cozze, uova, altri pesci e molluschi. Il fenomeno sta assumendo le proporzioni di una vera e propria “calamità naturale”, che minerà la sopravvivenza della principale economia ittica su tutta la costa pugliese, da Nord a Sud.Granchio_blu_il_killer_dei_mari_anche_in_Puglia.jpg

Una invasione che è il frutto della tendenza al surriscaldamento dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra proprio nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020 mentre anche il 2023 si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,67 gradi la media storica che lo classifica al terzo  posto tra le più alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nei primi sette mesi.

PAPAGGALI VERDI - Con la tropicalizzazione del clima si sta verificando una invasione di pappagalli nelle campagne che, dal primo insediamento a Molfetta, hanno preso possesso di città e campagne a Bari, Bisceglie, Giovinazzo, Palese, Santo Spirito, Bitonto, Bitetto, Palo del Colle, Binetto, Grumo Appula, fino a spingersi sull’Alta Murgia, lancia l’allarme Coldiretti Puglia.pappagalli_verdi.jpg

Si tratta dei parrocchetti monaci della specie Myiopsitta monachus Boddaert, apparsi con un primo "insediamento" su un eucalipto nella contrada molfettese "Madonna delle Rose", passati poi a stabilirsi, costruendo nidi ‘multifamiliari’ e riproducendosi con grande velocità, dice Coldiretti Puglia.

I pappagalli verdi spaccano il guscio legnoso ed estraggono con la lingua il frutto delle mandorle, staccano i frutti o li lasciano divorati e danneggiati sugli alberi. Attualmente in Puglia è destinata alla coltivazione del mandorlo – rileva Coldiretti Puglia – una superficie pari a 19.428 ettari (pari al 35,05% della superficie nazionale coltivata a mandorlo), che ha fornito una produzione totale di 264.670 quintali di mandorle, un terzo del totale nazionale (33%).

STORNI – Sono migliaia gli storni in campagna che mangiano ognuno fino a 20 grammi di olive al giorno nelle aree olivetate di Bari e Brindisi e sul Gargano nell’epicentro tra San Giovanni Rotondo e Manfredonia, dove il fenomeno delle nubi di uccelli è divenuto quotidiano e pressante. Oltre al danno diretto, non vanno sottovalutati i danni indiretti. Gli storni distruggono le piazzole adibite alla raccolta delle olive – insiste Coldiretti Puglia – e gli olivicoltori sono costretti a contrastare una calamità senza averne gli strumenti, condannati, quasi, a riprogrammare la propria attività agraria per scongiurare la distruzione della produzione. Tra l’altro, non è soltanto l’olivicoltura a risultare colpita, dato che il passaggio degli stormi di storni lascia sugli ortaggi quantitativi di escrementi tali da rendere impresentabile il prodotto sul mercato. Gli storni trovano ristoro notturno nelle aree protette, per riprendere le scorribande alimentari diurne ormai da mesi, dato che il caldo anomalo degli ultimi anni ha fatto convertire la specie protetta da migratoria a stanziale. Particolarmente colpito dagli storni il settore olivicolo nelle province di Bari e Brindisi nella litoranea tra Polignano a Mare, Castellana Grotte, Monopoli, Conversano, Alberobello , Locorotondo, Fasano, Cisternino, Ostuni, Ceglie Messapica, Villa Castelli, Francavilla Fontana, San Michele Salentino, Latiano, Carovigno, San Vito dei Normanni, Mesagne, Brindisi e sul Gargano a Manfredonia, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Rignano Garganico, Apricena, Poggio Imperiale, Lesina, Sannicandro Garganico e Cagnano Varano, con un  danno che si attesta tra il 30 ed oltre il 60% - spiega Coldiretti Puglia - a carico degli olivi.Storni_2.jpg

LUPI - Ora bisogna salvare pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli uccisi dal Gargano al Salento dove la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti che hanno costretto alla chiusura delle attività e all’abbandono della aree interne, a seguito delle numerose segnalazioni degli allevatori della Murgia barese e tarantina, in provincia di Foggia e di Lecce con l’ultimo caso a Cutrofiano, in riferimento alla proposta della Commissione Europea di downgrade dello status del lupo da "strettamente protetto" a "protetto" annunciata dalla presidente Ursula Von Der Layen secondo la quale “la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale soprattutto per il bestiame”. Una decisione che risponde alle richieste  delle autorità locali di maggiore flessibilità per gestire più attivamente le concentrazioni critiche di lupi.

In Italia si è registrato un forte aumento da nord a sud della popolazione di lupi, stimata dall’Ispra nell’ambito del progetto Life WolfAlps EU intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola mentre il numero di pecore è diminuito di circa il 10% negli ultimi cinque anni secondo l’analisi della Coldiretti.pecore_e_agnelli_ammazzati_dai_lupi.jpg

I numeri sembrano confermare che il lupo ormai, non è più in pericolo e – sottolinea la Coldiretti regionale – il rischio vero oggi è piuttosto la scomparsa della presenza dell’uomo delle aree interne per l’abbandono di migliaia di famiglie ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane di mucche, capre e pecore.

Dopo gli attacchi dei lupi, agli animali a volte feriti o uccisi si aggiungono – precisa la Coldiretti Puglia – i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti negli animali sopravvissuti.

Sono essenziali misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le aree rurali più difficili dove l'allevamento è l'attività principale, ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze pugliesi, come la pecora 'Gentile' di Altamura o la 'Moscia' leccese. Il problema dei grandi carnivori sta diventando insostenibile ed è necessario trovare una soluzione in tempi rapidi.

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Volanti e poliziotti sono arrivati ieri mattina davanti a Casa di Zaccheo di Mesagne. La gente incuriosita ha sbirciato fuori dall’uscio per vedere cosa stesse accadendo. Forse una retata? Macché si è trattato di un pronto intervento nel nome della solidarietà da parte degli uomini in divisa blu-grigia. Infatti, dalle auto logate polizia di stato sono scesi poliziotti e poliziotte con in braccio le teglie di leccornie da preparare per gli ospiti di casa Zaccheo che ogni giorno ricorrono alla struttura di solidarietà per un pasto caldo. Nel 2023 sono stati preparati oltre 10mila pasti caldi per circa 75 persone al giorno. Ad accogliere i poliziotti c’era don Pietro Depunzio, fresco di nomina a vicario foraneo, oltre che parroco del Santuario di Mater Domini e gestore di Casa Zaccheo. I poliziotti a loro volta erano guidati dal dirigente capo del commissariato di Mesagne, Giuseppe Massaro. Un turbinio di attività che gli agenti hanno svolto sotto l’occhio vigile di dirigenti. Infatti, hanno imbandito i tavoli per gli ospiti e confezionato gli spicchi di panettone.casa_di_zaccheo_poliziotti_intenti_a_preparare_i_pasti.jpg

E poi hanno iniziato a preparare un menù da fare invidia al miglior chef: tortellini in brodo e scaloppine ai funghi con contorno di patate al forno. Frutta, dolci, acqua e un goccetto di buon vino. Ma soprattutto tanto calore umano per i cittadini meno fortunati che nel giorno di festa si sono sentiti meno soli. In mattinata sono stati preparati anche diversi takeaway distribuiti a coloro che per vari motivi non si sono potuti recare in mensa. Un gesto di solidarietà che si svolge per il secondo anno consecutivo e che ha nel questore Annino Gargano il principale ispiratore. Al termine della preparazione ai poliziotti è stato offerto del buon caffè portato loro dall’ispettore Claudio Rizzo, in pensione, ma che non ha fatto mancare il suo contributo umano all’iniziativa benefica. Tuttavia, Casa di Zaccheo non è solo servizio mensa bensì anche casa di accoglienza e centro di ascolto per particolari patologie sociali come la ludopatia o l’alcolismo.

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“Casa di Zaccheo è divenuta un chiaro punto di riferimento per coloro che vivono bisogni di fragilità e sanno che la struttura è aperta sia di giorno sia di notte”, ha spiegato don Pietro Depunzio, che ha proseguito: “Oggi a preparare il pranzo per i nostri ospiti ci sono i poliziotti del commissariato di Mesagne e della questura di Brindisi. È un gesto significativo che sottolinea la volontà di fare carità umana da parte degli agenti verso i bisogni della città”. Impegnato in prima linea anche il commissario, Giuseppe Massaro: “L’iniziativa – ha spiegato - rappresenta il forte legame che c’è tra la polizia e la cittadinanza. Inoltre, per noi è un onore dedicare un po' del nostro tempo a Casa di Zaccheo che è un punto di riferimento per i bisogni delle fasce deboli della comunità locale”.

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