Redazione
Mesagne. Venerdì 11 ottobre derattizzazione e disinfestazione
*Venerdì 11 ottobre derattizzazione e disinfestazione adulticida sull'intero territorio comunale* .
OBESITY DAY: COLDIRETTI PUGLIA, OBESO 15% BAMBINI
OBESITY DAY: COLDIRETTI PUGLIA, OBESO 15% BAMBINI; MENSE BOCCIATE DA 1 GENITORE SU 4
Occorre aumentare le ore di educazione alimentare nelle scuole e qualificare l’offerta
delle mense scolastiche sulla base dei principi della Dieta mediterranea
In Puglia il 14,8% dei bambini è obeso e il 21% risulta in sovrappeso con rischi gravi per la salute a causa di modelli di consumo sbagliati che vanno modificati, aumentando le ore di educazione alimentare nelle scuole e qualificando l’offerta delle mense scolastiche sulla base dei principi della Dieta mediterranea, proprio quando 1 genitore su 4 boccia la qualità del cibo somministrato nelle mense pubbliche. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dell’Indagine di OKKio alla Salute 2023, diffusa in occasione dell’Obesity Day che si celebra il 10 ottobre.
Per aiutare tutto il sistema scolastico e le famiglie ad alimentare al meglio le giovani generazioni e l’intero nucleo familiare, da anni il Progetto di Educazione alla Campagna Amica ha agevolato l’incontro tra i bambini e i prodotti agricoli ‘fatti’ dagli agricoltori. In Puglia negli ultimi 10 anni – riferisce Coldiretti Puglia - sono stati coinvolti nel progetto delle masserie didattiche 200mila bambini e 480 scuole, di cui il 70% nella fascia d’età compresa fra i 4 e gli 11 anni, dalla scuola materna alla primaria e il 30% studenti più grandi medie e superiori.
Il progetto per lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare riguarda le lezioni di agridattica a scuola e nelle fattorie, con la necessità di garantire al contempo che nelle mense scolastiche siano somministrati agli studenti pasti preparati con prodotti agricoli del territorio a Km0, quando più di un pugliese su quattro (28%) ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche dove si stima ne vengano consumati 90 milioni all’anno per 585.000 studenti, nella sola refezione della scuola dell’obbligo.
“Con l’Ufficio Scolastico della Puglia, sensibile ai temi della sana e corretta alimentazione, da anni è stato avviato un percorso formativo che consente l’integrazione tra le lezioni di educazione alimentare in classe con attività esperienziali complementari come le visite nelle fattorie didattiche, nei mercati di Campagna Amica e negli orti urbani”, spiega Rita Tamborrino, leader regionale di Coldiretti Donne Impresa.
Seguire un’alimentazione equilibrata e fare attività fisica in modo costante sono infatti le semplici regole per mantenere uno stile di vita sano e non aumentare di peso che rappresenta un importante fattore di rischio per molte malattie come i problemi cardiocircolatori, il diabete, l’ipertensione, l’infarto e certi tipi di cancro. Un pericolo che va contrastato a partire dalle nuove generazioni per frenare la tendenza ad alimentarsi con cibi ricchi di grassi, sale, zuccheri abbinati spesso a bevande gassate a scapito di alimenti sani come la frutta e la verdura.
L’obiettivo è ‘culturale’ e consiste nel tentare di cambiare abitudini di consumo sbagliate che si sono diffuse ovunque, formando consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti. I percorsi virtuosi sull’approvvigionamento delle mense scolastiche con il cibo a Km0 dovranno diventare prioritari alla ripresa dell’attività didattica in presenza. Una netta maggioranza del 71% dei genitori ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare mentre solo il 12 per cento ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più.
Per educare le nuove generazioni al consumo consapevole, la Coldiretti sollecita a privilegiare negli appalti delle mense scolastiche i cibi locali e a km 0 che valorizzino le realtà produttive locali e riducano i troppi passaggi intermedi dietro i quali più elevato è il rischio di frodi e sofisticazioni, valorizzando i fondamenti della dieta mediterranea, ricostruendo il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermando il consumo del cibo spazzatura.
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“La veleggiata del cuore”, avvio del percorso di inclusione per minori in condizioni di disagio
“La veleggiata del cuore”, avvio del percorso di inclusione per minori in condizioni di disagio.
“La veleggiata del cuore I edizione”, Marina di Brindisi giovedì 10 ottobre a partire dalle ore 14:30: su iniziativa della Asd Demetra per la vita aps, in collaborazione con altre associazioni e organizzazioni del territorio con cui il sodalizio condivide passioni e valori, l’appuntamento aprirà un percorso di inclusione a sostegno della crescita di minori che vivono situazioni di disagio. Il programma di attività, inaugurato in occasione della prima giornata dello Snim - Salone Nautico di Puglia, gode del patrocinio istituzionale della Provincia di Brindisi, del Comune di Mesagne e del Consorzio ATS BR4. «Il nostro mare è una risorsa ed è giusto destinarne i benefici a coloro che hanno bisogno di amore incondizionato», spiegano gli organizzatori, che hanno scelto una risorsa sconfinata come simbolo per ribadire l’utilità di fare rete per realizzare la loro mission.
Mesagne. Il divieto di sosta per molti, ma non per tutti
COLDIRETTI PUGLIA, PICK YOUR OWN (63%) E PERCORSI ESPERIENZIALI (74%) AL TOP; A RIMINI PRESENTATA CARTES
I viaggiatori interessati anche alle attività artistiche negli uliveti (44%)
Il Made in Italy a tavola è il volano del turismo enogastronomico che vale oltre 5 miliardi, con più della metà degli italiani che ha il cibo come principale motivazione di viaggio, ma non sono da meno il paesaggio, la sostenibilità ed i percorsi esperienziali in Puglia con la distesa di ulivi, anche monumentali, che copre il 64% della superficie agricola regionale. E' quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione dell’inaugurazione del Ttg Travel Experience di Rimini, la principale fiera del settore che vede protagonisti gli agriturismi di Terranostra Campagna Amica, provenienti anche dalla Puglia, con la presenza della presidente nazionale Dominga Cotarella. Secondo un sondaggio condotto sul sito di Coldiretti Puglia il 63% di consumatori e turisti è interessato al ‘pick your own’, la raccolta delle olive con le proprie mani e alla produzione del proprio olio, alle degustazioni guidate e ai percorsi esperienziali il 74%, oltre a eventi ed attività artistiche negli oliveti e nei vigneti per il 44%.
Per l’occasione è stata presentata la "Carta per il Turista Enogastronomico Sostenibile" (CarTES) lanciata da Associazione Italiana Turismo Gastronomico, Associazione Nazionale Città del Vino, Associazione Nazionale Città dell'Olio, Federazione delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, Federazione Iter Vitis, Terranostra-Coldiretti, Unpli – Unione delle pro loco italiane e Associazione Consulta Nazionale dei distretti del cibo, che hanno inoltre coinvolto come partner le piattaforme Divinea, Foody e Winedering, che comunicheranno la Carta a chi prenota le esperienze tramite le loro app.
CarTES è uno strumento concreto che permette ai viaggiatori di vivere l’enogastronomia rispettando l'ambiente, la cultura e le comunità locali. Non si limita a suggerire cosa fare prima, durante e dopo il viaggio, ma promuove e stimola comportamenti sostenibili, spiegandone le ragioni e le opportunità. CarTES analizza la crescente attenzione per la sostenibilità, mostra iniziative internazionali, gli impatti del turismo sul cambiamento climatico e il comportamento dei viaggiatori.
Il successo dipende dal contributo di tutti: associazioni di categoria, enti territoriali, aziende, consorzi di tutela, operatori e cittadini. Solo con un’azione congiunta possiamo creare benefici diffusi per imprese, territori, comunità locali e turisti, stimolando l'intero comparto agroalimentare e vitivinicolo italiano.
“L’agriturismo è sempre più parte integrante delle vacanze degli italiani e degli stranieri, grazie anche a una qualificazione dell’offerta portata avanti dalle strutture – spiega Antonio Baselice, presidente di Terranostra Puglia, a cui aderiscono gli agriturismi di Campagna Amica – dove senza rinunciare alla qualità dell’offerta enogastronomica sulla quale ha costruito in questi anni il suo successo, oggi l’agriturismo ha acquisito la capacità di offrire una vacanza davvero a 360 gradi, proponendo nelle straordinarie campagne pugliesi tutto ciò di cui il turista ha bisogno”.
Il 32% dei turisti enogastronomici italiani, infatti, ritengono la Puglia una delle 3 migliori regioni italiane per il turismo enogastronomico, un gradimento legato alla qualità dei cibo, ma anche alle masserie contadine che propongono le ricette tipiche della tradizione regionale, con gli agriturismi che registrano un aumento esponenziale degli ospiti sia per la ristorazione che per l’alloggio. Il 23% dei turisti italiani dichiarano di avere in programma un viaggio in Puglia per turismo enogastronomico – aggiunge Coldiretti Puglia – ma già oltre il 20% dei turisti italiani afferma di aver visitato la Puglia in maniera mirata per vivere esperienze enogastronomiche.
A far crescere l’appeal turistico della Puglia c’è anche il boom del turismo lento legato ai cammini che aumenta in Puglia del 45% nel 2023, i percorsi di oleoturismo ed enoturismo e vola il valore della multifunzionalità a 1,1 miliardi di euro con l’agriturismo che traina la crescita e le attività connesse agricole che raggiungono il 20% del PIL agricolo regionale. La fotografia dello stato di salute del settore agrituristico in Puglia è stato tracciato nel corso dell’incontro organizzato da Coldiretti Puglia,
I cammini sono sicuramente la nuova frontiera del turismo lento, brevi vacanze alla scoperta dei territori con ciclovie, ippovie, sentieri, vie di pellegrinaggio che formano una fittissima rete di percorsi alla scoperta degli angoli più segreti del Belpaese. In particolare cresce il numero di cammini ma anche di “credenziali”, ovvero di passaporti che attestano lo status di viaggiatore lento, con le donne che camminano che sono il 58,02%, rispetto al 41,98% degli uomini;·il 79% del totale (il campione di riferimento qui è di 7032 persone) sono in età da lavoro, solo il 6,76% è studente o pensionato;· la fascia d’età tra i 50 e 70 anni è il 45,55%, quella fra i 30 e 40 il 33,53%, al primo posto ci sono i lombardi, al secondo i veneti, quarti i piemontesi, mentre terzi si posizionano proprio i pugliesi.
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“NAVIGARE IL FUTURO”: BRINDISI DISEGNA IL SUO NUOVO ORIZZONTE
Si è svolta questa mattina nel Tempio di San Giovanni al Sepolcro la conferenza stampa di presentazione del progetto di candidatura di Brindisi al titolo di Capitale italiana della Cultura 2027. All’incontro hanno partecipato il sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, il direttore del progetto, Chris Torch, e il presidente della Fondazione Nuovo Teatro Verdi, Luca Ward.
«Mi preme anzitutto ringraziare il gruppo di lavoro - ha detto il sindaco Marchionna - diretto da Chris Torch e formato da Carmelo Grassi, Roberto Romeo, Davide Di Muri e Alessandra Nimis, che hanno lavorato in questi mesi con grande competenza e generosità. La candidatura è un’esortazione al cuore e all’anima della città un’opportunità irripetibile per avviare un percorso di rinascita civile fondata sulla partecipazione popolare. Il nostro porto, il nostro mare, le innumerevoli testimonianze della storia di Brindisi diventano fari simbolici con il compito di fare ancora più luce e dissipare ogni ombra residua. Il nostro dossier si fonda sulle opportunità offerte dall’economia della conoscenza, intesa come fattore abilitante per il miglioramento delle condizioni di vita e come percorso di sviluppo economico sostenibile e compatibile con il rispetto dell’ambiente».
«Entrare in una nuova realtà - ha aggiunto Chris Torch -, come attraversare una porta sconosciuta, è un atto di scoperta e orientamento. In questo viaggio a Brindisi ho imparato a vedere la città con occhi diversi cercando di mantenere una distanza critica per offrire una prospettiva esterna. Non sempre è stato semplice, ma la bellezza della città e la sua cultura mi hanno aiutato a coglierne la vocazione internazionale. Brindisi è un luogo dove il Mediterraneo non è solo una presenza fisica, ma un’influenza costante, un punto di connessione tra passato e futuro. La città ha tutte le risorse per affrontare le sfide del domani. La candidatura rappresenta un’opportunità unica per navigare verso nuovi orizzonti».
«Il dossier traccia una visione - ha concluso Luca Ward - rappresentando il futuro come un mare da navigare ed esprimendo in forme molteplici il valore che la città può trarre dalle sue vocazioni. Il documento esalta il protagonismo della comunità ed è un tratto che restituisce un grande punto di forza. È esattamente ciò che accadde al nostro Paese nel secondo dopoguerra, anni nei quali gli italiani seppero ispirare una stagione di rinascita, non solo dal punto di vista economico. I brindisini sapranno interpretare il proprio senso identitario per mettersi in contatto col mondo da una prospettiva nuova. La mia presidenza alla Fondazione? Prosegue con il supporto di una squadra rodata e dotata di grandi competenze e con una maggiore attenzione da parte mia per gli aspetti più operativi».
Brindisi già naviga il suo futuro e procede verso il 2027 aspirando a diventare Capitale italiana della Cultura. La visione tracciata nel dossier rafforza l’identità storica di città portuale e trasforma il suo patrimonio in una risorsa che risponde alle sfide contemporanee attraverso la cultura e il sapere. In “Navigare il futuro", il mare non è un confine geografico ma un simbolo potente di possibilità illimitate. Brindisi, posizionata lungo le antiche e moderne rotte del Mediterraneo, vede nel suo modo di essere soglia e snodo la chiave per reinterpretare il proprio ruolo: da porto a laboratorio di idee culturali.
Nel dossier l’immagine del “Faro”, ripresa nella visual identity della candidatura, è molto più che una semplice metafora visiva: i fari di Brindisi sono concepiti come punti di irradiazione di conoscenza e di cultura che tracciano e rischiarano un orizzonte originale, in discontinuità con il passato. I “Fari materiali” indicano installazioni artistiche innovative in luoghi strategici della città, visibili e destinati a diventare nuovi simboli del paesaggio urbano di Brindisi. Questi interventi artistici, che saranno realizzati in collaborazione con la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, sono pensati principalmente come nodi di attività educative e creative intesi a stimolare la partecipazione e l’interazione comunitaria. Parallelamente, i “Fari culturali” sono spazi come il Castello Alfonsino, il Parco del Cillarese e il Nuovo Teatro Verdi, che saranno trasformati o valorizzati per promuovere eventi culturali, di spettacolo, mostre e incontri che raccontano la ricchezza culturale della città proiettandola negli scenari più evoluti del mondo contemporaneo. Questi luoghi diventano catalizzatori di un rinnovato interesse civico e turistico, punti di aggregazione per la comunità del territorio e per i visitatori.
Centrale nella strategia di Brindisi è l’adozione dell’economia della conoscenza come motore di sviluppo. La città punta a superare il tradizionale sistema economico a forte impatto ambientale orientandosi verso settori come il digitale, l’energia sostenibile e le tecnologie verdi. Attraverso un’intensa e sistematica collaborazione tra università, centri di ricerca, start-up innovative e settore artistico, Brindisi propone di creare un ambiente in fermento per l’innovazione e l’imprenditorialità “navigando” quelle transizioni che prefigurano una stagione di sviluppo del tutto nuova: un trend che occorre inquadrare in un complesso affresco di un mondo la cui costruzione segna per l’intero Paese una grande opportunità di crescita sostenibile e rispetto al quale Brindisi si candida a diventare un caso paradigmatico.
La proposta di Brindisi 2027 diventa in questo modo un invito per tutta la comunità e per il territorio circostante a partecipare a un processo collettivo di rigenerazione. Il percorso, iniziato con gli incontri svolti nel corso della costruzione della candidatura, coinvolge tutti gli attori sociali ed economici in una rete che contribuisce alla realizzazione di un progetto comune, mirando a determinare un contesto urbano capace di attrarre talenti, investimenti e progetti a lungo termine. “Navigare il futuro” è più che un titolo e indica la figura di un impegno verso la trasformazione della città in un modello di resilienza e innovazione. In un’epoca di rapidi cambiamenti, Brindisi si proietta come un faro che genera luce oltre i suoi confini mappando rotte il cui intreccio suggerisce a tutti un nuovo modello. E un nuovo futuro.
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Bloccata la missione di pace dell'Isola che non c'è
“Per cercare la Pace ci vuole un segnale forte”. Così Al Bano Carrisi ieri mattina, durante una conferenza stampa indetta per annunciare il rinvio di una missione di pace in Terra Santa, ha chiesto al “Governo di istituire il ministero della Pace. E se non lo si fa – ha proseguito - è perché, evidentemente, dà fastidio a qualcuno”. Poi ha riflettuto un attimo ed ha aggiunto: “I soldi per ammazzare le persone ci sono per sfamare i popoli no”. Infine, Al Bano ha svelato il suo sogno: “Poter cantare in Terra Santa per tutti i popoli martoriati dalla guerra. Perché come ha detto S. Agostino “Chi canta prega due volte””. L’incontro si è svolto ieri mattina presso la Tenuta Carrisi a Cellino San Marco per annunciare la decisione di rinviare la missione di pace in Terra Santa da parte dell'associazione “L'Isola che non c'è”, prevista dal 28 al 30 ottobre prossimi, per consegnare al cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei latini, e alle autorità israeliane e palestinesi il medaglione benedetto da Papa Francesco lo scorso 29 novembre in Vaticano.
Le ragioni del rinvio, tra cui la chiusura dello spazio aereo dovuto all'inasprirsi del conflitto israelo-palestinese, sono da ricercare nell’attuale conflitto armato. Nell’incontro di ieri sono intervenuti l'arcivescovo emerito di Taranto, monsignor Filippo Santoro, il cantautore Al Bano Carrisi e il presidente dell'associazione “L'Isola che non c'è”, Franco Giuliano. Alla missione avrebbe partecipato lo stesso Al Bano che nei giorni scorsi aveva dichiarato di essere con la mente «già sull'aereo che ci porterà a Gerusalemme e a Tel Aviv» per «essere testimone di questo passo importante che è la voglia di pace, la voglia di seminare pace». «Io - aveva anticipato - istituirei il ministero della Pace». L’incontro di ieri mattina che si è svolto sul sagrato della chiesetta presente nella tenuta del cantante, che è stato preceduto da un momento di preghiera guidato da monsignor Santoro, è stato aperto da Franco Giuliano. “Quella a Tel Aviv – ha detto il presidente - sarebbe stata la terza missione di pace della nostra associazione dopo quella di Kiev e di Mosca che si sono svolte lo scorso anno. L’incontro è stato organizzato con le autorità italiane presenti in Israele, ma l’inasprirsi del conflitto e la chiusura dello spazio aereo hanno consigliato di rinviare la nostra missione. Oggi non ci sono le condizioni ambientali necessarie”.
Intanto, Al Bano è convinto che le guerre non dovrebbero esistere. “Bisognerebbe – ha sottolineato - togliere dal dizionario la parola guerra a favore della pace. L’unica guerra che si deve fare – ha continuato – è quella per sconfiggere il cancro”. Al Bano sente su di sé tutta la responsabilità di questa missione di pace. “La guerra – ha proseguito - è distruzione, è la fine di tante vite. Davanti ad essa l’uomo si sente impotente. Anche se il popolo vuole la pace si trova davanti a una guerra che distrugge tutto, a Gaza come a Tel Aviv. Oggi 7 ottobre, anniversario di una tragedia, bisogna gridare con forza e agire con i fatti nel sostenere il basta a queste tragedie”. Nella giornata di ieri il Pontefice, insieme a tutta la comunità cristiana, ha pregato per la Pace e indetto una giornata di digiuno. Monsignor Santoro, obbedendo all’invito del Santo Padre, dopo aver pregato e digiunato ha spiegato che “La guerra è contro la vita e la nostra missione ha lo scopo di dare speranza a quelle popolazioni che non vogliono la guerra, ma sono costretti a subirla”.
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Obesity Day 2024: iniziativa al Perrino di Brindisi
In occasione dell’Obesity Day, la campagna di sensibilizzazione e prevenzione sull’obesità promossa dall’ADI, Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica, sono state programmate anche a Brindisi iniziative per far conoscere in particolare il rischio cancro correlato all’obesità, il tema scelto quest’anno.
Giovedì 10 ottobre, dalle 9.30 alle 13.00, nell'atrio interno al primo piano dell'ospedale Perrino, gli operatori dell’unità operativa di Endocrinologia, malattie metaboliche, dietetica e nutrizione clinica, diretta dalla dottoressa Valentina Todisco, saranno a disposizione dei cittadini per dare consigli e informazioni con somministrazione di un test per conoscere il rischio cancro correlato allo stile di vita. A richiesta sarà valutato il BMI, indice di massa corporea, attraverso la rilevazione di peso e altezza.
L’adesione all’evento, organizzato dalla dottoressa Valeria Lagattolla, è totalmente gratuita.
Nella stessa giornata, dalle 10 alle 13, l’ADI ha promosso una diretta sui social Facebook e Instagram sul tema “Cancro: tutto il peso dell’obesità. Scopri, comprendi, previeni”.
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Ad Ostuni, dal 9 al 13 ottobre 2024, la VIII edizione del Festival della Cooperazione Internazionale
Dal 9 al 13 ottobre 2024, Ostuni al centro della VIII edizione del Festival della Cooperazione Internazionale, un evento che si estenderà anche attraverso iniziative in altre città italiane. Il tema di quest’anno è “Nessuno Fuori: La cooperazione inclusiva nel Mediterraneo”.
L’apertura ufficiale si è tenuta oggi con le delegazioni di Croazia, Marocco, Tunisia e Italia che hanno incontrato il Sindaco Angelo Pomes di Ostuni.
Promosso dalla Rete Italiana Disabilità e Sviluppo (RIDS) e da AIFO, con il sostegno del Comune di Ostuni, dell'Agenzia Italiana per la Gioventù e dell'Unione Europea, il festival mira a rispondere a interrogativi cruciali sul ruolo della cooperazione internazionale in un Mediterraneo segnato da conflitti e instabilità. Quale impatto può avere la cooperazione internazionale in un contesto così complesso? E in che modo il coinvolgimento attivo delle persone con disabilità può contribuire al successo delle iniziative di cooperazione?
Il festival si svilupperà attorno a sei temi chiave: inclusione socio-economica, arte inclusiva, educazione inclusiva, doppia discriminazione, salute inclusiva e sport inclusivo. Attraverso una serie di eventi, workshop e conferenze, i partecipanti avranno l'opportunità di discutere e promuovere soluzioni concrete per una cooperazione più equa e inclusiva.
Tra gli appuntamenti centrali del festival, la RIDS presenterà DICoo, un progetto europeo di grande rilevanza, che prevede la formazione di 24 persone, in gran parte con disabilità, provenienti da Italia, Croazia, Marocco e Tunisia. Questi futuri esperti junior saranno coinvolti in progetti della rete, contribuendo a rafforzare la partecipazione diretta delle persone con disabilità nelle iniziative di cooperazione. DICoo rappresenta un passo importante verso una collaborazione internazionale più inclusiva, basata sulla partecipazione attiva e sul riconoscimento delle competenze delle persone con disabilità.
Il coordinatore della VIII edizione del Festival della Cooperazione Internazionale, Franco Colizzi ha illustrato il significato del festival mettendo al centro delle parole chiave. «Il festival è un incontro tra persone ed esperienze di vita anche molto diverse tra di loro; è un dialogo tra idee, aspettative, convinzioni culturali, visioni del mondo».
Prosegue «Il festival è un progetto di progetti, perché consente ad iniziative organizzate e strutturate, finanziate anche da enti pubblici e privati, di raccontarsi a un pubblico più ampio, per far crescere la consapevolezza della comune fragilità degli esseri umani e di come si possa viverla assieme».
Sottolinea Colizzi «Il festival è politica, perché rappresenta una prospettiva di innovazione già in atto nel rapporto tra popoli diversi, nella forma della collaborazione e della vera pace, anticipando una migliore politica estera dell’Italia. Il festival è anche celebrazione di tutto questo, attraverso momenti di festa, di musica, di teatro».
Fa presente, «Questo festival è un’idea del mediterraneo, non come l’antico Mare Nostrum, ma come un mare di tutti, un mare di inclusione tra terre di cooperazione».
Evidenzia Colizzi «Centrale sarà DICoo, un progetto Erasmus Plus finanziato dall'Unione Europea che vedrà arrivare ad Ostuni 50 persone da Croazia, Italia, Tunisia e Marocco, di cui circa la metà con disabilità anche gravi».
Continua Colizzi «Queste 50 persone seguiranno un corso di formazione che li farà diventare esperti junior in cooperazione internazionale attenta alle persone, ai diritti delle persone con disabilità».
Conclude «Invito tutti i cittadini a partecipare alle iniziative, aperte al pubblico e gratuite».
Il programma dettagliato del Festival della Cooperazione Internazionale, che si svolge tra l'8 e il 13 ottobre ad Ostuni, comprende una serie di eventi, con particolare attenzione alla cooperazione inclusiva nel Mediterraneo, con un focus sull'inclusione socio-economica delle persone con disabilità.
Il Festival della Cooperazione Internazionale, include sessioni di formazione, presentazioni di libri, dibattiti e workshop creativi che coinvolgono le delegazioni di diversi Paesi (Italia, Marocco, Tunisia, Croazia) e diverse associazioni e cooperative locali e internazionali
Il pre-festival si è aperto con la presentazione del libro “La svolta culturale dell’Occidente” del Prof. Francesco Fistetti. Il dibattito ha coinvolto intellettuali e giornalisti, affrontando temi legati all'etica del riconoscimento e al paradigma del dono.
Il programma del Festival
Dal 9 ottobre, le attività si concentrano sulla cooperazione inclusiva nel Mediterraneo, con eventi formativi che esplorano l'inclusione delle persone con disabilità nel mercato del lavoro. Si discuteranno impegni internazionali e progetti locali, come il progetto "DICoo", che si occupa di disabilità, inclusione e cooperazione.
Un momento di spicco è l'inaugurazione del Giardino dedicato a Raoul Follereau, con la posa delle prime tessere di un mosaico partecipativo in stile Trencadís, che rappresenta un abbraccio simbolico alla diversità. Artigiani, scuole d’arte e il pubblico sono invitati a partecipare, portando pezzi di ceramica legati alla propria storia personale.
Due Focus: Sull'educazione inclusiva e sulla guerra ccome prima causa di disabilità (10 ottobre)
Il 10 ottobre si terranno sessioni di formazione sul tema dell'educazione inclusiva e formazione professionale, con interventi che spaziano dalle esperienze locali alle iniziative internazionali.
In serata si terrà un convegno con riflessioni e testimonianze da Ucraina e Palestina sulla guerra come prima causa nel mondo di disabilità.
La forza delle donne con disabilità (11 ottobre)
La giornata dell’11 ottobre sarà dedicata alla doppia discriminazione, ovvero le difficoltà vissute dalle donne con disabilità. Oltre alle testimonianze, verranno illustrate buone pratiche di inclusione e progetti di empowerment femminile. Il tema sarà arricchito da mostre fotografiche e artistiche, e testimonianze di donne che, da beneficiarie, sono diventate promotrici del cambiamento sociale.
Eventi artistici e teatrali (12 ottobre)
Il 12 ottobre prevede una sessione formativa sull’accessibilità alla salute e, nel pomeriggio, uno spettacolo teatrale a cura della cooperativa sociale “Città solidale”, seguito dall'inaugurazione della mostra artistica "RUN", dedicata agli atleti paraolimpici e al tema dello sport inclusivo.
Si chiude con lo sport (13 ottobre)
La conclusione del festival, il 13 ottobre, è dedicata allo sport inclusivo, con un torneo di basket accessibile a persone con e senza disabilità, in collaborazione con le Special Olympics Marocco e altre organizzazioni.
OLIO: COLDIRETTI PUGLIA, BASTA ‘OLIVE DI CARTA’ IN MAGAZZINI FANTASMA; ORA OBBLIGO REGISTRAZIONE CONSEGNE ANCHE PER INTERMEDIARI
Hanno solo 6 ore di tempo dall’acquisto per la registrazione obbligatoria delle consegne di olive
Ulteriore passo avanti per eliminare le opacità che mettono a rischio il settore olivicolo-oleario Made in Italy dall’introduzione dell’obbligo di registrazione delle consegne di olive anche per i magazzini e gli intermediari che hanno tra l’altro solo 6 ore di tempo per adempiere alle nuove regole. Ad esprimere soddisfazione per la nuova stretta sulla strada della trasparenza e tracciabilità lungo la filiera olivicola è Coldiretti Puglia, in relazione al Decreto del MASAF che attua l’articolo 9 della Legge 206/2023, introducendo nuove e importanti disposizioni per la registrazione delle consegne di olive da olio ai frantoi oleari.
“Si tratta di una novità normativa fondamentale per la tutela della qualità e dell’origine dell’olio d’oliva italiano”, spiega David Granieri, presidente di Unaprol, Consorzio Olivicolo Italiano di Coldiretti, che ha sempre sostenuto la necessità di strumenti efficaci per contrastare le crescenti frodi nel settore, causate anche dalla scarsità di prodotto in alcune annate. “La registrazione obbligatoria delle consegne, entro 6 ore dall’acquisto, nel Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) rappresenta – aggiunge Granieri - un passo avanti decisivo verso una maggiore trasparenza e tracciabilità della filiera olivicola”.
Granieri plaude a tale iniziativa del Masaf che dà piena attuazione all’emendamento all’articolo 9 della Legge 206/2023, promosso attivamente da Unaprol proprio allo scopo di migliorare la qualità e tutelare le produzioni nazionali. “La trasparenza e la tracciabilità sono per noi principi fondamentali. Il sistema SIAN rappresenta uno strumento indispensabile per tutelare le nostre eccellenze e l’origine dell’olio extra vergine di oliva italiano e auspichiamo che tale strumento possa essere adottato ed esteso a livello europeo”.
Il Presidente di Unaprol ha sottolineato anche l’importanza di attivare una cabina di regia per organizzare i controlli sugli operatori obbligati a rispettare le nuove disposizioni del Registro Telematico, ma è necessario le fila dei controlli a 360 gradi, considerato che l’olio di Puglia risulta il prodotto agroalimentare più taroccato nel 2023 anche all’estero, con il 26% delle irregolarità riscontrate da controlli mirati sul web e nei Paesi UE, proprio quanto i consumi delle famiglie di olio extravergine sono in crescita sull’onda del successo della Dieta Mediterranea, proclamata patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco. “L’azione di contrasto delle forze dell’ordine è importante in una situazione in cui sono straniere 3 bottiglie su 4 consumate in Italia”, denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo nel sottolineare che “le frodi a tavola sono un crimine particolarmente odioso perché mettono a rischio la salute delle persone, si fondano sull’inganno e colpiscono soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo”. “Il valore dell’olio Evo made in Puglia è noto in tutto il mondo, per le sue qualità organolettiche, nutrizionali, funzionali e paesaggistiche, riconosciute anche a livello scientifico, con i consumi di olio extravergine italiano sono cresciuti del 3% a dimostrazione del fatto che i consumatori apprezzano la qualità e il prodotto tracciato made in Italy”, aggiunge il direttore regionale Pietro Piccioni.
Serve diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva fra i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell’olio e del patrimonio produttivo pugliese – conclude Coldiretti Puglia – proprio quando i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’olio, per cui stanno nascendo sale di degustazione all’interno delle aziende olivicole e dei frantoi, il packaging sta divenendo sempre più ammiccante, è salito il livello qualitativo degli oli.
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