Redazione

Al via con almeno sette giorni di anticipo rispetto allo scorso anno la vendemmia 2022 in Puglia con la siccità e il caldo oltre i 40 gradi che hanno tagliato la produzione almeno del 15% a livello regionale con i vigneti messi a dura prova anche da nottate con afa e temperature minime sempre molto alte che non hanno permesso ai grappoli di prendere un po’ di “respiro” climatico con il tradizionale sbalzo termico. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, in occasione dell’avvio della vendemmia in Puglia di ottima qualità con il distacco del primo grappolo nell’azienda vitivinicola Cantine Due Palme a Cellino San Marco.

La produzione regionale quest’anno – sottolinea la Coldiretti Puglia – si stima in calo del 15% per un quantitativo intorno agli 8,5 milioni di ettolitri, ma molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature che influiscono sulla maturazione che dalla clemenza del clima che inciderà sui vigneti e sulle quantità prodotte. In Puglia si attende comunque una annata di ottima qualità anche se l’andamento della raccolta sarà influenzato molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo.

In Salento nelle provincie di Lecce, Brindisi e Taranto lo stress dovuto ai picchi prolungati di alte temperature stanno portando – dice Coldiretti Puglia - a scompensi nella maturazione delle uve con un anticipo dell’epoca vendemmiale. I vigneti in terreni forti e con un carico di uva non eccessivo sono al limite dello stress idrico, cosa ormai ben manifestata invece in terreni marginali o sciolti condotti in asciutto, con le quantità che risultano essere nella media anche se la crisi idrica porterà sicuramente ad una riduzione del peso medio dei grappoli e di conseguenza un leggero della produzioni totale. In provincia di Bari e Foggia le grandinate a macchia di leopardo hanno arrecato danno ad alcuni vigneti, dove al contempo si riscontrano gli effetti di forti stress idrici e un’anticipazione della raccolta.   

Nonostante il calo stimato, la Puglia è il secondo produttore di vino a livello nazionale e con un totale di 38 vini DOP e IGP si posiziona al quinto posto della classifica nazionale dei prodotti certificati – aggiunge Coldiretti Puglia su Dati Ismea-Qualivita – con il settore vitivinicolo che vale 407 milioni di euro, con il comparto dei prodotti agroalimentari che pesa per il 7,3% e quello vitivinicolo per il 92,7%. “Grande exploit della Puglia dei rossi e dei vini rosati che rappresentano il 40% della produzione nazionale totale dei rosati con oltre 1 milione di bottiglie l’anno, quando quasi 2 bottiglie su 4 di rosé ‘Made in Italy’ è pugliese”, dice Pietro Piccioni, direttore Coldiretti Puglia.

La Puglia si sta imponendo anche con gli spumanti, dove grande è la capacità di innovazione dei produttori pugliesi che hanno puntato, soprattutto, sulla distintività e sul legame con il territorio e la cultura locale per vincere la competizione sul mercato globale, facendo concorrenza a territori storicamente imbattibili. La popolarità a internazionale di eccellenze varietali uniche, con il successo di vini DOP quali il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, per citarne solo alcuni, hanno fatto del settore vitivinicolo pugliese – insiste Coldiretti Puglia  - il riferimento per vocazione, capacità di raccontare e promuovere al meglio il territorio, innovazione e grande propensione all’internazionalizzazione.

Con la vendemmia in Puglia si attiva un sistema che offre opportunità di lavoro a 60mila persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio – aggiunge Coldiretti Puglia – dove per tutelare l’enorme patrimonio enogastronomico regionale occorre però superare al più presto – evidenzia Coldiretti Puglia - i vincoli burocratici che rallentano l’assunzione dei lavoratori stagionali. Ad oggi in agricoltura secondo Coldiretti appena 10mila stagionali sui 42mila previsti dal decreto flussi 2021 hanno iniziato a lavorare nelle campagne.

Secondo uno studio della Coldiretti, la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura; 2) industria trasformazione; 3) commercio/ristorazione; 4) vetro per bicchieri e bottiglie; 5) lavorazione del sughero per tappi; 6) trasporti; 7) assicurazioni/credito/finanza; 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri; 9) vivaismo; 10) imballaggi come etichette e cartoni; 11) ricerca/formazione/divulgazione; 12) enoturismo; 13) cosmetica; 14) benessere/salute con l'enoterapia; 15) editoria; 16) pubblicità; 17) informatica; 18) bioenergie.

Non è possibile che per colpa della burocrazia le imprese perdano il lavoro di una intera annata agraria dopo aver affrontato peraltro i danni della siccità e un pesante aumento dei costi di produzione determinato dalla guerra in Ucraina. Si tratta di assicurare i nulla osta soprattutto ai lavoratori dipendenti a tempo determinato che – dice Coldiretti Puglia  - arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese. Occorre introdurre un contratto di lavoro occasionale per consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani – conclude Coldiretti Puglia - di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi.

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Libera organizza a Brindisi due momenti di memoria e impegno: per la prima volta per Aldo Mazzotta lunedì 8 agosto alle 19.00 in Piazza Virgilio e per il trentennale di Mauro Maniglio sabato 13 agosto alle 19.30 al parco a lui intitolato nel quartiere Bozzano. La prossima settimana il Presidio Libera di Brindisi ricorderà due concittadini vittime innocenti della Sacra Corona Unita. Lunedì 8 agosto si ritroverà alle ore 19.00 in Piazza Virgilio (quartiere Commenda) per Aldo Mazzotta, pensionato ucciso quella stessa sera del 2000 e che per la prima volta sarà ricordato pubblicamente.

All’iniziativa saranno presenti le figlie Cosima e Rosanna e il Questore di Brindisi Annino Gargano. Sabato 13 agosto, a 30 anni dalla sua uccisione, si terrà un’iniziativa per Mauro Maniglio, studente neodiciottenne della 4°C del Liceo “Monticelli”. L’evento, organizzato dal Presidio cittadino di Libera in collaborazione con la rete territoriale che lo sostiene e la Parrocchia “San Giustino de Jacobis”, si svolgerà alle 19.30 presso il parco a lui intitolato nel quartiere Bozzano di Brindisi. Tra momenti artistici, musicali e culturali, vedrà le importanti testimonianze dei suoi compagni di scuola, l’intervento di don Angelo Cassano, Referente regionale di Libera, e quelli dei rappresentanti delle istituzioni e della società civile. Oltre al trentennale di Maniglio, dunque, è di particolare importanza l’iniziativa per Aldo Mazzotta, il quale proprio quest’anno è stato inserito nell’elenco che Libera legge ogni 21 marzo nella “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.

La sera dell’8 agosto 2000, infatti, stava passeggiando lungo il marciapiede diretto verso casa, quando sopraggiunse un commando di killer in motocicletta e iniziò a sparare tra la gente. L'obiettivo dell'agguato era Roberto Gorgoni, noto pluripregiudicato per fatti di mafia, la cui uccisione si colloca nel più ampio contesto della faida interna alla Sacra Corona Unita in seguito alla costituzione di una frangia indipendente denominata Sacra Corona Libera. Tali iniziative sono momenti di memoria e impegno per i nostri concittadini, che non sono “morti per errore” o “per caso”, ma per l’azione della criminalità organizzata ancora oggi presente nella nostra provincia. Per questo è importante la partecipazione di ognuno, affinché dalla memoria nasca l’impegno collettivo per la libertà e la giustizia sociale.

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Grande successo ieri sera in occasione della festa del peperoncino a Torre Santa Susanna. Ad aprire l'evento è stata l'associazione Fiorediloto in collaborazione con Marika Dance School e le associazioni  Ant, con Rosanna Lo Deserto, e Ricerca Fibrosi Cistica. Emozionante il momento del piccolo Lorenzo che ha rappresentato la VIOLENZA ASSISTITA nel DARE VOCE AI SILENZI DI DONNE MAMME E BAMBINI, con una rosa bianca in memoria di tutte le vittime. Insieme al piccolo bellissime modelle che hanno rappresentato a testa alta, le vittime di violenza e i monologhi in sottofondo letti da alcune collaboratrici dell'associazione.violenza_donne_agosto_2022_4.jpg
Si ringrazia:  Il Comitato festa peperoncino per averci dato l'opportunità, in una serata di puro divertimento, di dare un messaggio forte quale Stop alla VIOLENZA DI GENERE, Avon per il trucco, Caforio Jeans per i meravigliosi abiti e tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della sfilata.violenza_donne_agosto_2022_2.jpg
Bisogna avere il coraggio e la determinazione di sensibilizzare spesso questo tema che colpisce ogni giorno e non solo il 25 Novembre.
Donne, essere sensibili non significa essere deboli, avere paura non significa non avere coraggio di parlare.violenza_donne_agosto_2022_5.jpg
Donne coccolatevi, mettete quel rossetto rosso, mettete quella minigonna per sentirvi femminili e quel vestito per sentirvi principesse, quel tacco a spillo per sentirvi semplicemente donne, specchiatevi per dire a voi stesse: "Io sono bella, io sono, io posso io devo essere felice".violenza_donne_agosto_2022_3.jpg

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Dati del giorno: 07 agosto 2022

1.763
Nuovi casi
10.138
Test giornalieri
0
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 473
Provincia di Bat: 111
Provincia di Brindisi: 184
Provincia di Foggia: 183
Provincia di Lecce: 452
Provincia di Taranto: 296
Residenti fuori regione: 54
Provincia in definizione: 10
45.739
Persone attualmente positive
420
Persone ricoverate in area non critica
17
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.417.641
Casi totali
12.228.666
Test eseguiti
1.363.026
Persone guarite
8.876
Persone decedute

Controlli sulla circolazione stradale da parte di alcune pattuglie del Comando dellapolizia locale di Mesagne lungo le direttrici stradali di collegamento tra i due mari e quindi le note località dello ionio in particolare. Il traffico, molto intenso con significativi rallentamenti anche nella periferia della città di Mesagne, vede impegnate le pattuglie con ruoli prevalentemente preventivi.polizia_locale_controlli_agosto_2022_3.jpgpolizia_locale_controlli_agosto_2022_1.jpg

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Il caro bollette con i prezzi dei prodotti alimentari che hanno reso sempre più costoso il carello della spesa a causa dei fenomeni inflazionistici post Covid e dalla guerra in Ucraina ha spinto oltre 8 consumatori su 10 (82%) a cercare di instaurare un rapporto stabile con un agricoltore per garantirsi cibo sicuro, sano e di qualità, pagando il giusto prezzo per il cibo acquistato.  E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione della settimana mondiale dei Farmers Markets, la National Farmers Week per celebrare il lavoro quotidiano degli agricoltori e dei mercati contadini fino al 13 agosto in tutto il mondo, un evento nato negli USA e giunto alla 23esima edizione.

Il patto tra i consumatori e gli agricoltori è espressione di un’attenzione nuova che la società ha rispetto al cibo – spiega Coldiretti Puglia – con il carrello della spesa che riflette lo stile di vita. Il cibo locale sostiene l’economia e lo sviluppo locale, è una scelta dal punto di vista ambientale, dove lo spreco alimentare per gli acquisti fatti direttamente dal produttore agricolo è del 15-20% contro uno spreco del 40-60% per i sistemi alimentari della grande distribuzione.

Il risultato è che il valore della vendita diretta dagli agricoltori è salito in Puglia ad oltre 650 milioni di euro e coinvolge ormai oltre un’azienda agricola su cinque. Un fenomeno reso possibile dal fatto che l’Italia – spiega Coldiretti – è il Paese della Ue con la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 12.000 agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica. Grazie al progetto economico di filiera corta di ‘Campagna Amica’, in Puglia è stata data una risposta alla grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli, testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei mercati contadini che contano 1.500 giornate di apertura e circa 750 produttori coinvolti.

L’approvvigionamento alimentare è assicurato in Puglia grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività, dalla ridotta disponibilità di manodopera ai blocchi alle frontiere per i trasporti, un  impegno quotidiano senza sosta che è stato sostenuto anche dalle consegne a domicilio, dall’asporto e da importanti momenti di solidarietà verso i 210mila indigenti.

I cittadini scelgono la vendita diretta perché questo modello risponde in pieno alle loro esigenze di sicurezza alimentare, di gusto e di contatto con la realtà. Ciò che guida la spesa del consumatore – insiste Coldiretti Puglia - non è tanto il prezzo quanto piuttosto fattori qualitativi, come ad esempio la trasparenza su provenienza e ingredienti, la tutela della salute (94%), l’eticità (83%).

L’affermazione dei mercati degli agricoltori nelle città capoluogo della Puglia ha consentito di ridurre la distanza tra produttore e consumatore rafforzando il legame tra aree rurali e aree urbane con un importante patrimonio di biodiversità che dalle campagne si trasferisce in città. Anche nei pesanti tempi del Covid e della guerra in Ucraina i mercati contadini – conclude Coldiretti Puglia – stanno offrendo un contributo fondamentale, garantendo alla popolazione cibo sicuro e approvvigionamenti costanti nonostante le difficoltà legate alla pandemia riuscendo anche a rendere più trasparente per il consumatore il prodotto acquistato, tutelando la biodiversità, le specificità locali e valorizzando la custodia dei territori.

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Mesagne. Critica la gestione della spazzatura. Giovedì scorso una parte della città di Mesagne è rimasta nuovamente con la spazzatura non ritirata. Le squadre di netturbini, quando hanno terminato l’orario di lavoro contrattuale, hanno smesso di raccogliere la spazzatura e sono andate via. Dopo le vibranti proteste dei cittadini in tarda serata sono uscite cinque squadre, complessivamente composte da un solo netturbino che fungeva sia da autista sia da raccoglitore, che hanno lavorato fino alle ore 23 ritirando cioè che potevano. A questi lavoratori, come ringraziamento dell’opera indefessa prestata, andrebbe concesso un encomio. Nonostante gli sforzi encomiabili di un manipolo di lavoratori, la città è sporca.

Tuttavia, su tale vicenda sembra strano il silenzio delle forze di opposizione politica che, evidentemente, sono andate in ferie già da tempo abdicando al loro ruolo di controllo dell’attività pubblica. Al di là di qualche schermaglia personale, sull’interesse pubblico c’è un imbarazzante silenzio. Resta la realtà, piuttosto nebulosa, che l’azienda, che ha in gestione il ritiro e lo spazzamento dei rifiuti, non sta ottemperando completamente al contratto sottoscritto con il Comune. Malgrado ciò i cittadini stanno pagando ugualmente la tassa per la raccolta dei rifiuti non ricevendo in cambio un regolare servizio. Intanto, queste criticità nella serata di giovedì sono state espresse dai cittadini al sindaco, Toni Matarrelli, e all’assessore all’Ambiente ed Ecologia, Maria Teresa Saracino.spazzatura_carta_in_via_Palmitella.jpg

Così, l’assessora ha convocato un tavolo tecnico di confronto con i dirigenti della Teknoservice, l’azienda che in gestione il servizio di raccolta dei rifiuti, per cercare di appianare le difficoltà. “Così non va – ha tuonato l’assessora Saracino ai vertici aziendali – la città è visibilmente sporca e ci sono dei gap che vanno colmati. In primis gli elenchi delle strade distribuite ai netturbini che sono lacunosi. Mancano intere vie. Se la squadra di operatori ecologici non ha nel cronoprogramma alcune vie come fa a ritirare la spazzatura?”. Non è tutto poiché alcune squadre sono composte da operatori che non sono mesagnesi e non conoscono la città. “Si affidano al navigatore di Google Maps – ha aggiunto l’assessora di ferro -, ma non tutte le vie, specialmente quelle extraurbane, sono segnate su Google Maps”. Intanto, tra i cittadini si fa avanti l’idea di denunciare, agli organi competenti, questo disservizio che è divenuto intollerabile.

Mesagne. Critica la gestione della spazzatura.

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Questa mattina vvf e Ser Mesagne e polizia locale sono intervenuti sull arteria che collega Apani a Mesagne, dove un pino pericolante sulla strada rendeva pericolosa la viabilità. Sul posto si sono portate 2 pattuglie della polizia locale che hanno interdetto la viabilità. I vigili del fuoco sono intervenuti con una squadra e un'autoscala, gli stessi vvf hanno richiesto l'intervento dei volontari del SER per velocizzare le operazioni di taglio del pino.

Parco R.Potì : valorizziamolo.

Seconda puntata…

Pochi giorni fa, il nostro bellissimo parco è stato “occupato” in tutta la sua interezza, in occasione della “notte bianca dei bimbi“, da bambini, famiglie, nonni, non solo di Mesagne ma anche proveniente dai paesi limitrofi, che hanno avuto modo di apprezzare la magnificenza del parco urbano R. Potì, vero monumento alla bellezza della nostra cittadina (molti hanno affermato “non avete solo il centro storico, questo parco è un incanto”). I bambini hanno partecipato con gioia e spensieratezza alle attività preparate con garbo dagli organizzatori della serata, mentre  genitori e nonni hanno esternato alcune critiche costruttive che noi abbiamo raccolto e che giriamo a chi di dovere:

  • Vicino ai giochi d’acqua ci sono due fossati rettangolari, che non si capisce a cosa servano e dove sono andati a finire carrozzine con neonati e persone anziane che sbadatamente sono inciampiate, mettendo a repentaglio la propria incolumità.
  • Il rivestimento delle diverse strutture presenti al parco (casa di vetro dove è ubicata temporaneamente la biblioteca, il bar con annessi bagni, l’edicola) sono rivestiti con doghe di legno che con il tempo e la mancata manutenzione e sollecitati da ragazzi che tentano le arrampicate, hanno ceduto diventando molto

A queste considerazioni fatte dai cittadini presenti la sera del 1 agosto scorso (notte bianca dei bimbi) che hanno apprezzato molto la meraviglia del parco con i suoi contorni,  come le opere realizzate dall’artista Millo sugli edifici che si affacciano sul parco, si aggiungono quelle di molti utenti che lo frequentano in maniera abituale.  Questi cittadini si chiedono come mai il pergolato vicino la casa di vetro non è stato oggetto di manutenzione come gli altri due, anche se non è stata fatta in maniera adeguata.

La casetta (little free library), che serve come  punto di raccolta di libri e occasione per leggerli, è stata fatta oggetto un paio di volte di atti vandalici e si trova in condizioni miserevoli (vedi foto). I cittadini seri e onesti (che sono la maggior parte e per intenderci sono quelli che pagano regolarmente le tasse) si chiedono se  non sarebbe ora di sanzionare e punire severamente (anche in maniera pecunaria) questi pochi stolti, così si darebbe un segnale forte agli altri potenziali imbecilli, che procurano danni all’intera comunità, anche perché così facendo, gli amministratori perderanno il consenso dei cittadini onesti, che sono stanchi di pagare i danni procurati da pochi disonesti; gli strumenti ci sono (le telecamere) per cui rendiamoli utili ed efficaci, ci vuole l’atto politico-amministrativo. In prossimità della little free library, c’è un dislivello che è una trappola, che andrebbe segnalato alle persone che passeggiano nel parco: mettiamo un segnale, un porta cestino o qualcos’altro per evitare che le persone inciampino. Un ultima cosa, considerato che il parco è ormai  diventato una meta per molte famiglie che provengono da  fuori,  non sarebbe opportuno predisporre adeguata segnaletica agli ingressi di Mesagne?

Un numeroso gruppo di cittadini che amano Mesagne..

Una volta l’Urbanistica era il settore amministrativo di maggior caratura perché consentiva a chi lo praticasse di conoscere il territorio, di avere uno sguardo panoramico sulla  città  e soprattutto  di prefigurare e indirizzare i futuri processi di sviluppo. Sul concetto di pianificazione territoriale si è costruita per decenni la politica dei piani cioè la redazione di strumenti cartografici e normativi in grado di predeterminare  ordinatamente lo sviluppo della città in ogni sua articolazione. Oggi questi strumenti sembrano desueti e superati, si preferisce procedere per interventi selettivi e mirati (rigenerazione urbana) o attraverso l’approvazione di progetti in deroga agli strumenti urbanistici vigenti.

Nessuna nostalgia per i vecchi piani regolatori generali, per i piani particolareggiati, per i piani degli insediamenti produttivi (PIP) che hanno prodotto effetti senz’altro positivi ma anche rigidità e limitazioni gravi, tuttavia si sente la mancanza di una discussione generale sul destino complessivo di questa città. Si sente la mancanza della voce autorevole delle categorie professionali, delle rappresentanze sociali, delle istituzioni e della politica tutta. Eppure, già diversi anni fa, si era avviata una discussione preliminare sugli gli atti di indirizzo per la redazione del nuovo PUG - Piano Urbanistico Generale ( arch. Decio De Mauro), giacchè era maturata la consapevolezza che gli effetti del vecchio PRG si erano ormai estinti e che bisognava andare oltre in ossequio alla nuova normativa regionale che apriva a nuove frontiere : all’urbanistica condivisa, al risparmio del suolo, agli interventi di recupero e riuso, al risparmio energetico ecc.. Poi questa discussione abortì, non se ne è più parlato  ed  è stata rimossa anche l’esigenza di farlo. Ma i problemi  irrisolti dal vecchio PRG sono tutti ancora sul tavolo ( Centro storico, Zona A2, aree rurali, PIP, Porta Grande) così come inevase sono ancora le nuove sfide per l’ abbattimento dell’ inquinamento ambientale, per il rischio idrogeologico,  per il risparmio energetico, per la viabilità lenta ecc..  tutti temi che premono per la ripresa di una discussione generale intorno al destino della nostra città. Certo il territorio è sempre in dinamico divenire e le trasformazioni si impongono anche senza nuovi strumenti di pianificazione soprattutto sulla spinta dei finanziamenti pubblici  e degli investimenti privati, solo che cosi sfuma la visione complessiva, si procede a macchia di leopardo e non sulla base di una previsione studiata e meditata dalla politica e condivisa dal corpo sociale. Noi auspichiamo che prima o poi questa discussione riparta.

Rigenerazione urbana

E’ uno strumento agile e innovativo che indubbiamente offre il vantaggio di dare soluzioni organiche e complessive a pezzi di territorio degradato, di ricucire  maglie del tessuto urbano sfrangiato, di ridare vita a strutture morte o decadenti. Si tratta di progetti che dipendono in larga parte dai finanziamenti dello Stato o della Regione e noi ne siamo già stati largamente beneficiati e ancor  più lo saremo grazie ad una buona capacità di intrapresa politica e ad uno staff tecnico di prim’ordine. Con questo metodo abbiamo realizzato il Parco Potì, così sarà per Eurovelo 5, per la zona Grutti e per l’area della stazione ferroviaria  finanziati dal PNRR. Un altro progetto di riqualificazione si sta facendo strada in queste ore con passo svelto e senza il solito strombazzamento mediatico, è la rigenerazione urbana del rione Zecchino. Sul punto noi abbiamo cominciato ad esprimere dubbi a proposito della richiesta fatta dal comune di un milione di euro alla Cassa Deposito e Prestito al fine di acquisizione le aree oggetto dell’intervento. A differenza degli altri progetti di rigenerazione urbana questo, evidentemente, non è propriamente a costo zero. Orbene, pur non essendo completato l’iter di acquisizione delle aree, pur non avendo certezza della fonte di finanziamento delle opere, il comune ha già deliberato di affidare  la progettazione preliminare dell’intervento ad un “ concorso di idee” da espletarsi sulla scia del Documento d’Indirizzo alla progettazione predisposto dall’ufficio LLPP. I soldi (95.000 euro circa) per il concorso rivengono da un fondo specifico messo a disposizione dallo Stato per sostenere la progettazione territoriale e gli studi di fattibilità da candidare ai bandi PNRR. Al vincitore del primo premio  andranno 60.000 euro, al secondo 7.000 al terzo 5.000 il resto alla commissione giudicatrice. E qui c’è il primo punto di domanda. Si può utilizzare il fondo progettazioni PNRR per bandi non ancora pubblicati e per la realizzazione di interventi di urbanizzazione? Ma soprattutto siamo sicuri che questo intervento possa rientrare tra quelli  che  saranno ulteriormente pubblicati e finanziati con i fondi del PNRR, considerando che il comune di Mesagne ha già avuto la sua ragguardevole parte ( 6 milioni di euro)? E semmai non dovesse essere finanziato chi ci metterà i circa tre milioni di euro per la realizzazione delle opere previste dal quadro economico.? Sarebbe assai disdicevole che di  tutta questa operazione rimanesse l’acquisto della terra e il bando per la progettazione preliminare. Ma siamo sicuri che l’operazione, finora piuttosto confinata nel silenzio dell’ nell’albo pretorio , sia già stata prefigurata nel dettaglio nelle sedi proprie istituzionali e formali.

Ma vediamo l’oggetto di questo intervento così come doviziosamente illustrato nella relazione tecnica allegata alla delibera di Giunta.  Gran parte della superficie catastale  sarà occupata da un impianto sportivo multitask con piste d’atletica, un campo di calcio,  gradinate per gli spettatori e servizi annessi ( spogliatoi- biglietteria -servizio ristoro ecc.) . Piuttosto residuale sembra essere l’area destinata a parcheggio nella zona mentre sono proprio i parcheggi le infrastrutture più necessarie ad un quartiere ingolfato. Un intervento dunque di grande impatto che presuppone un aumento certo dei carichi urbanistici in un area già congestionata per la presenza di servizi pubblici ( scuole, palazzetto, pattino dromo). L’altra domanda che sorge spontanea è questa: possibile che di questo intervento non si sia fatto cenno negli organi istituzionali preposti e non sarebbe forse il caso di sentire anche i cittadini del rione Zecchino a cui l’intervento di rigenerazione urbana sarebbe dedicato?

Abbiamo citato questo esempio per dire che certi interventi urbanistici che paiono estemporanei e  viaggiano sotto traccia potrebbero avere invece hanno dietro un backgroung di interessi imprenditoriali  pronti ad entrare in campo. Tutto questo naturalmente se i soldi attesi arrivano altrimenti il sogno si trasforma in un incubo.

Urbanistica derogatoria.

Questa amministrazione , più di altre, si sta caratterizzando per la  urbanistica derogatoria. Avevamo già parlato di come fosse stata forzata la norma nel concedere la possibilità di insediare nel secondo lotto del PIP l’azienda di ricerca bio-medica  Poly-CristalLine spa .La maggioranza aveva deliberato in Consiglio Comunale per la variante urbanistica in barba al  PIP e al regolamento di assegnazione delle aree. Doveva trattarsi di una deroga speciale e straordinaria giacché ricorrevano nella fattispecie condizioni speciali e cioè che la proprietà del suolo era del proponente e che l’insediamento era situato a ridosso della complanare della statale 7. Noi sostenevamo e sosteniamo che, preso atto delle difficoltà oggettive, di dare attuazione al PIP secondo lo  strumento vigente, non avendo il comune le risorse per acquisire le aree e urbanizzarle , bisognava rivedere strumento e regole per mettere tutti nelle stesse condizioni di fatto e di diritto magari percorrendo la strategia dei micro comparti omogenei così come abbiamo fatto per alcune zone C di espansione. Così quel caso che sembrava isolato potrebbe raddoppiare poichè un altro insediamento con le stesse caratteristiche e lo stesso proponente è  passato nella commissione uso e assetto del territorio ma stranamente non ha  varcato la soglia dello scorso Consiglio Comunale.

Lo strumento derogatorio o le varianti urbanistiche presuppongono sempre il riconoscimento da parte del Consiglio Comunale della prevalente pubblica utilità ma è sempre così?. L’architetto Cipparrone forse quarant’anni fa, nella redazione del Piano di recupero del centro storico, prefigurò per i decenni a venire che fosse rispettata una condizione esiziale e cioè che nel centro storico ci fossero i residenti, le famiglie, le mamme i bambini e per questo tipizzò e vincolò l’immobile Murri ad asilo o scuola materna. Il comune non ha mai provato ad andare in questa direzione e appena è arrivata una proposta di recupero immobiliare del palazzo da parte di un privato ha rimosso il vincolo per la favorire la conversione a struttura ricettiva. Quindi l’immobile Murri presto diventerà un gran bel resort a destinazione turistica in linea col trend attuale e con annesso uso di Corte dei Figheroia mentre l’asilo si farà nella zona industriale (sich!). Si dirà che è sempre meglio che mantenere in piedi  un immobile fatiscente nel cuore del nostro centro storico. Ecco come il presunto interesse pubblico talvolta maschera un prevalente interesse privato che , nel caso di specie non era solo dell’acquirente. Crescerà così la folla di turisti, la selva di tavolini e le montagne di macchine da parcheggiare mentre i residenti saranno più soffocati e marginalizzata tanto che prima o poi scapperanno via. Il piano di recupero del centro storico sarà senz’altro vetusto e ingombrante ma il nuovo che avanza lascia molte falle aperte.

Nella zona della Centrale Elettrica,  l’Enel meno di un anno fa ha messo in vendita i suoi locali. Il comune che poteva esercitare il diritto di prelazione e acquisirli vi rinunciò per favorire un intervento di riqualificazione proposto da un privato. Così, là dove poteva sorgere un piccolo angolo di verde pubblico per far respirare una zona fittamente edificata e senza servizi  è stata inaugurata una strutta sportivo ricreativo (a cui noi facciamo i migliori auguri). Non si può tuttavia non rilevare che sull’are ora  troneggia una scatola di vetro illuminato a vista: un campo di  paddle-tennis oggettivamente un po’ fuori contesto in una strada stretta ormai interamente occupata dalle auto.

Noi pensiamo che amministrare in questo modo operando spesso al limite della norma e sotto la grande spinta di interessi privati, strizzando sempre l’occhio al consenso non giovi alla città.

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