Redazione
Lucia Annunziata a Mesagne per un tour elettorale
La giornalista Lucia Annunziata è giunta a Mesagne per un tour elettorale che la vedono impegnata in terra di Brindisi per proporre il proprio programma elettorale. L'Annunziata, infatti, corre nella lista del Pd per uno scranno al parlamento europeo. A Mesagne ha conosciuto i dirigenti del Pd locale con i quali si è intrattenuta a pranzo nella locanda tipica di "Giudamino". Presenti il sindaco Toni Matarrelli, la segretaria cittadina Rosanna Saracino, il segretario provinciale Francesco Rogoli, Carmine Dipietrangelo e diversi altri esponenti del Pd. Dagli chef sono stati serviti una serie di antipasti tipici locali, orecchiette al ragù e polpette.
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Una petizione per chiedere di salvare l' "ATLANTIDE SALENTINA"
Urge ora il ricorso al Presidente della Repubblica ed ogni altra strategia volta alla tutela del sito.
Con il gruppo aperto “SALVAR gli Anelli di Arneo” abbiamo lanciato una petizione che si può firmare anche online per chiedere di tutelare massimamente il sito archeologico degli Anelli di Arneo in contrada Masseria Maramonti in feudo di Nardò (provincia di Lecce) nell’entroterra di Torre Lapillo e Porto Cesareo minacciato dal progetto di un mega impianto industriale fotovoltaico.
Rischiamo l’imminente assurda distruzione di un vasto sito di comprovata valenza archeologica (con evidenti testimonianze di insediamenti riferibili almeno all'Età del bronzo e all'Età del ferro), nonché tra i più iconici misteriosi e interessanti del territorio italiano pugliese e salentino: si tratta dell'ormai famoso sito dei grandi enigmatici Anelli concentrici di Arneo visibili dall'alto, che hanno il loro fulcro nel territorio di Masseria Maramonti, estendendosi poi ulteriormente nell'area circostante comprendente la Masseria con chiesetta di Santa Chiara, ecc.
Siamo nell'immediato entroterra di Torre Lapillo in feudo di Nardò (in provincia di Lecce) e nei pressi del borgo di Boncore, nella vasta contrada salentina di Arneo.
Nelle ultime settimane tutta l'area di Masseria Maramonti ha visto da parte del Consiglio dei Ministri l'approvazione scandalosa di un mega impianto fotovoltaico da realizzarsi proprio lì con tutte le sue ulteriori infrastrutture di supporto; si è decretato in maniera pazzesca "esito positivo" alla Valutazione di Impatto ambientale dell'impianto:
Una approvazione che ha de facto ignorato tutte le certificate valenze archeologiche del sito nonché delle antiche strade che conducono ad esso, confermate persino dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, nonché dalla Soprintendenza speciale per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (ufficio di livello dirigenziale generale straordinario del Ministero della Cultura Ministero per i Beni Culturali) che scrive in avversione al progetto:
"L'intervento in oggetto si inserisce all'interno di un comprensorio territoriale caratterizzato da un patrimonio archeologico denso e diffuso per il quale i dati noti da bibliografia costituiscono solo una parte di un quadro più ampio di testimonianze materiali riconducibili a diverse epoche storiche, soprattutto all'età protostorica e con continuità di vita in età messapica romana e medioevale, dato non comune nel territorio Salentino ed evidentemente legato alla lunga durata della viabilità antica. (...)
Il parco fotovoltaico impatta notevolmente sulla lettura del paesaggio della strada provinciale SP 359 qualificata come strada panoramica dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale PPTR", per un impatto che colpirebbe anche il paesaggio della prossima tutelata area del Parco di Porto Cesareo.
(Nel virgolettato sopra estratti dal documento con cui la Soprintendenza speciale per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR del Ministero della Cultura ha espresso nel 2023 "parere negativo" al progetto industriale fotovoltaico lì a Masseria Maramonti utilizzando la istruttoria redatta dalla locale Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio competente territorialmente; vedi: undefined).
Tutto questo senza bisogno di citare neppure la presenza degli anelli, che lì si vedono solo dall'alto, per evidenziare le peculiarità archeologiche del sito. Anelli misteriosi ad oggi e definiti “inconsueti” nella relazione archeologica allegata al medesimo progetto del mega impianto fotovoltaico lì proposto.
La nascita del grande interesse scientifico-archeologico per questo luogo si data intorno all'ottobre del 2012 quando degli amici mi informarono che qualcuno aveva pubblicato sul sito web Panoramio in riferimento a quella zona le immagini satellitari/aeree che si potevano osservare in Internet grazie a Google Earth e altri siti che permettono l'esplorazione del territorio dall'alto.
Ebbene, apparivano lì, e appaiono tutt'ora, dei grandi anelli concentrici, o meglio dire iscritti uno nell'altro, assai circolari al centro e che assumono via via forme meno circolari anche con una sorta di angoli, anelli non percepibili lì a livello del suolo, ma ben visibili e leggibili dall'alto. L'area da essi occupata ha un asse maggiore superiore ai due chilometri. Si sviluppano in una vasta area pianeggiante ad una quota che varia al massimo tra i 29 e i 24 m s.l.m. L’anello centrale ha un diametro medio di circa 100 m e presentava in quelle immagini quasi come delle aperture, una o due, dei passaggi si direbbe. Il centro del primo anello dista dalla linea di costa, il seno sabbioso di Torre Lapillo, poco più di 2 km. Il titolo dell'immagine era "Gli Anelli di Arneo".
Il contrasto cromatico di questi anelli aumenta nelle stagioni dell'anno più fresche e piovose, e diminuisce durante la stagione secca, come ho potuto verificare osservando immagini satellitari dello stesso sito tratte in mesi e anni differenti.
Comunicai allora nell'ottobre del 2012 la presenza di quel fenomeno su Facebook con un mio post invitando tutti a dare il loro contributo per spiegare quello strano ed entusiasmante fenomeno. Ne nacque una interessante e partecipatissima discussione su Facebook per cercare di svelare il mistero di quei suggestivi grandi segni cromatici.
Divenne allora quella singolare formazione che non aveva uguali nella Penisola salentina, l' "Occhio del Salento", come il famoso "Occhio del Sahara" quest'ultimo una struttura assai più vasta ma comunque sempre ad anelli concentrici in vista dall'alto.
Non se ne venne a capo. Nel mese di settembre del 2019 tornato ad interessarmi di quel mistero decisi che era giunto il momento di recarmi in quel luogo per la prima volta personalmente, dalla mia città relativamente distante. Giungere lì per cercare di comprendere quell'enigma. Così, arrivato proprio in quel sito, con grande stupore, meraviglia e contentezza riconosco lì tra la terra scura numerosi frammenti proprio di quella ceramica che nei musei salentini viene esposta in relazione a locali civiltà protostoriche, vedo anche il resto di un ansa a rocchetto di un vaso protostorico e frammenti di osso, scatto qualche foto per la segnalazione a quel punto del sito alla competente Sovrintendenza Archeologica.
Non solo, vengo a sapere da gente del luogo che da quel sito degli enigmatici Anelli secondo diversi studiosi passa proprio il percorso della strada romana Traiana Sallentina della quale in alcuni punti lì in zona emergono anche antiche carrarecce, i segni scavati sulla pietra affiorante delle ruote dei carri nei secoli.
Vedi: LA VIA SALLENTINA
La presenza di quel materiale archeologico lì in superfice tra gli Anelli e della strada romana che verrebbe persino sconquassata dal passaggio dei cavidotti dell'impianto, aspetti di cui tratto nella mia relazione del 2019 inviata alla Soprintendenza del 2019, vengono confermate poi l'anno dopo persino dall'archeologa che realizza per conto della ditta la relazione archeologica da allegare al progetto di mega-fotovoltaico industriale proprio lì. Con grande onestà intellettuale nella Carta di rischio archeologico da allegare al progetto l'archeologa evidenzia i massimi livelli di rischio archeologico a seguito della presenza del tracciato viario romano dove dovrebbero passare i cavidotti per centinaia di metri e dei reperti arcaici in superfice là dove tutto verrebbe danneggiato per l'ubicazione di pannelli fotovoltaici e loro sostegni, pali, cablaggi, cabine elettriche, ecc. ...
Spieghiamo ora perché il suggestivo nome di "Atlantide salentina" per il sito dei misteriosi Anelli di Arneo oggi minacciati dal mega-fotovoltaico?
Quegli anelli lì sono affascinanti, misteriosi, che origine?
Sono preesistenti come si può vedere alle stradine e ai confini poderali che passando sopra di essi intersecandoli.
Qui vi segnalo questo post facebook ricco di immagini per confronti e approfondimenti: undefined
Non sappiamo l'origine di quegli anelli, sono ancora un mistero da svelare, ma sappiamo dai reperti emersi lì già solo in superfice che proprio lì tra di essi vi furono insediamenti umani almeno dell'Età del bronzo e dell'Età del ferro.
Vedi a tal fine la relazione archeologica allegata al progetto del mega fotovoltaico lì scaricabile dal sito ufficiale della Provincia di Lecce: undefined
Da qui il nome di Città degli Anelli. Ma il nome vero di quel sito insediativo e/o sacro non lo conosciamo, ma un nome certamente lo aveva!
E perché la chiamiamo oggi la "Atlantide salentina" con questo nome evocativo?
L’ovvia suggestione nasce dal paragone di quelle forme con quelle della mitica e scomparsa famosissima capitale di Atlantide descritta dal filosofo Platone come una città protostorica avente una struttura ad anelli concentrici alcuni colmi di acqua di mare alternati ad altri di terra, il tutto non molto distante dalla costa. Ergo proprio in una piana in posizione paralitoranea, tra il mare e i rilievi dell’entroterra, (qui una immagine, tratta dal web, in cui la si disegna sulla base del racconto di Platone).
In conclusione:
Fondamentale pertanto ora un interessamento di tutti gli enti preposti, comuni del circondario (Porto Cesareo, Leverano, Veglie), il Comune di Nardò in primis nel cui feudo ricade Masseria Maramonti, l'Ente del prossimo Parco di Porto Cesareo, la Soprintendenza, Provincia di Lecce, Regione Puglia, Ministero per i Beni Culturali, associazioni del territorio interessate alla tutela dei beni ambientali, paesaggistici e culturali, comuni cittadini, cultori e accademici, per la apposizione dei vincoli estesi, (ancora mancanti data la relativamente giovane segnalazione alla Soprintendenza, nel 2019, del sito archeologico degli Anelli di Arneo), su tutta la vasta area degli Anelli di Arneo come insolito fenomeno geologico/antropologico, da approfondire con ulteriori studi e scavi archeologici nella sua genesi, nonché sui tracciati della possibile via romana Traiana Sallentina affinché non siano compromessi da scassi con mezzi meccanici per il passaggio di cavidotti o altra rete infrastrutturale, (incluse ciclovie che dovessero essere progettate inadeguatamente), ma tutelati anche paesaggisticamente con muretti a secco, staccionate in legno, senza impianti di illuminazione dai design hi-tech anacronistici, né manti di asfalto o cemento.
Il mega impianto fotovoltaico di Masseria Maramonti andrebbe a distruggere, cancellare se non fermato, ben 92 ettari di territorio proprio dell’area dove insistono questi anelli e reperti archeologici già evidenti in superficie e persino il cuore della formazione di quegli anelli, nonché gli individuati tracciati della via romana per centinaia e centinaia di metri!
Un tale sito va vincolato per la sua unicità e iconicità, quale che fosse la natura di quel fenomeno degli anelli da approfondire, geologica-naturale quindi un geosito o antropica-archeologica ergo un sito archeologico o entrambe le cose (un geosito che per alcune sue peculiarità aveva attratto antichi stanziamenti umani proprio lì?).
Urge anche rimarcare il recente DECRETO-LEGGE AGRICOLTURA del 15 maggio 2024, n. 63 che afferma il divieto di installazione di nuovi impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra in zone agricole. Occorre fare valere i buoni principio di questo decreto in maniera retroattiva anche contro il mega impianto di Arneo a Masseria Maramonti.
Importante anche a tal fine, per guadagnare tempo, presentare al più presto e nei tempi il ricorso al Presidente della Repubblica contro la folle approvazione da parte del Consiglio dei Ministri nel mese di febbraio del 2024 dello scandaloso mega impianto fotovoltaico di Masseria Maramonti che cancellerebbe e danneggerebbe tutto questo patrimonio, di cui ha alta valenza anche proprio la sua libera vista dall’alto, per lasciar posto a ettari ed ettari di pannelli fotovoltaici, cemento, metallo e cavi elettrici, nonché innumerevoli operazioni di pesante scavo.
Ma ovviamente tutte le vie legali, politiche e civiche sono da percorrersi per fermare cotanto scempio inaccettabile inammissibile intollerabile!
La profanazione si nutrirebbe di omertà se restassimo tutti zitti. Io dico No!
Il vasto sito deve essere ora vincolato con massima urgenza!
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Deposito Gnl - delibera della Giunta Regionale per autorizzazione paesaggistica su proposta di “Deposito Gnl Brindisi SrL”
Deposito Gnl - delibera della Giunta Regionale su autorizzazione paesaggistica su proposta di “Deposito Gnl Brindisi SrL” (EDISON SpA) Recentemente il presidente dell'autorità di sistema portuale del basso Adriatico ha dichiarato che il PPTR non consente la realizzazione di impianti fotovoltaici nei porti pugliesi. Se ciò fosse vero, sarebbe ancora più stridente la concessione della deroga da parte della giunta regionale per la realizzazione delle opere previste per il deposito costiero di GNL. La deroga, infatti, non è un atto tecnico ma una scelta dettata da una precisa volontà politica. Tale scelta, politica, risulta in piena contraddizione con quanto dichiarò Emiliano a proposito dell'intenzione di ridiscutere l'accordo di programma con il governo sull'impianto.
Questo atto politico è anche in contraddizione con il rigore o la rigidità che la giunta regionale manifesta quando affronta le questioni riguardanti impianti da fonti rinnovabili; dopo che, è bene ricordarlo, venne trovata all’unanimità, nel Consiglio comunale, l’intesa per chiedere al Governo il riesame del progetto e la Valutazione di Impatto Ambientale è stato assordante il silenzio della Regione Puglia. Il presidente Emiliano ha recepito in pieno il parere del comitato tecnico regionale, anche nella parte in cui pilatescamente si rimanda ad altri il giudizio sulla compatibilità del deposito costiero con la rete ferroviaria. Sull'argomento è oggi pendente il giudizio di merito da parte del Tar Lazio nel contenzioso promosso dall’Autorità di Sistema Portuale MAM nei confronti del Consorzio ASI, reo, per l’autorità di sistema portuale, di aver prescritto il rispetto di norme e leggi vigenti, bellamente ignorate e per le quali nessuno si assume una responsabilità. Le violazioni di legge in materia di distanze di sicurezza sono evidenti, tanto più perché una condotta di G L passerebbe sotto i binari.
Come fa la regione Puglia a concedere la deroga e come fa la Soprintendenza a non esprimere rilievi sulla compatibilità paesaggistica delle opere previste nel deposito costiero, che pure sono pesanti? La delibera della giunta regionale è, quindi, un atto politicamente tanto grave e irrispettoso di una Città quanto strumentale. Leonardo Sciascia diceva di essersi reso conto, nella sua esperienza di consigliere comunale e parlamentare, che «il potere non era nelle aule consiliari ma sempre altrove». In tante occasioni della storia recente di Brindisi, le scelte politiche sono state condizionate, o guidate, al di fuori dei consessi democratici. Ci auguriamo che, a livello politico ed istituzionale, a Brindisi ed a livello regionale, i rappresentanti politici ed istituzionali sappiano rispondere alla propria coscienza e agli interessi comuni, impedendo che atti amministrativi, giuridicamente ed eticamente immotivati, possano consentire la realizzazione del deposito costiero ed impedire la polifunzionalità e lo sviluppo sostenibile del porto. Brindisi 1 giugno 2024 Italia Nostra Brindisi, Legambiente Brindisi, WWF Brindisi, Fondazione “Tonino di Giulio”, Anpi Brindisi, Forum Ambiente Salute e Sviluppo, No al Carbone, Puliamoilmare Brindisi, Associazione “Vogatori Remuri Brindisi.
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Nuovi servizi nella zona PIP di Mesagne
Dopo oltre 10 anni si è riusciti finalmente a risolvere la questione degli scarichi fognari alla zona industriale, fino ad oggi parzialmente servita. In questi giorni, finalmente, dopo una lunga fase di progettazione e preparazione logistica, siamo riusciti a chiudere un accordo con AQP, per la connessione della rete di scarico delle acque reflue, nell'impianto posto alla zona industriale. Questo lavoro, interamente finanziato da AQP, senza una minima spesa per i cittadini mesganesi, permetterà di servire tutti gli insediamenti produttivi già presenti e precisamente tutti quelli che vanno da dopo la stazione di servizio al centro commerciale Appia Antica. Questo permetterà di poter usufruire di un servizio pubblico senza dover avere i propri sistemi di scarico fognario. Un problema ambientale molto importante per le aziende del territorio.
Grazie a tutti i miei collaboratori dell'ufficio Lavori Pubblici, in questi 5 anni siamo riusciti a guardare alle problematiche della città a 360 gradi, dalle scuole alla impiantistica sportiva, dalla rigenerazione delle periferie alla zona industriale. Un lavoro importante che deve essere continuato.
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In agitazione i vigili del fuoco per carenza di personale
In stato di agitazione i vigili del fuoco per carenza di personale. Per spiegare le ragioni delle criticità le organizzazioni sindacali hanno emesso il presente comunicato stampa:
Le scriventi Sezioni Provinciali CONAPO, FNS CISL, UIL PA, CGIL VVF, USB VVF di Brindisi, con la presente,
proclamano lo stato di agitazione sindacale provinciale, preannunciano l’intenzione di indire lo sciopero
provinciale e chiedono la formale attivazione nei tempi di legge della preventiva procedura di
raffreddamento e conciliazione delle controversie, di cui alla Legge 146/90 e successive modifiche ed
integrazioni, secondo quanto previsto dagli accordi di settore, per le seguenti motivazioni:
Queste segreterie hanno più volte manifestato al Dirigente locale che il Comando VV.F. di Brindisi riversa in
una situazione di malessere generale senza precedenti dovuto principalmente alla cronica e consolidata
carenza di personale operativo e soprattutto ad una organizzazione del Comando “discutibile” senza la
costante applicazione delle normative e degli istituti contrattuali.
Diverse nel corso degli anni sono state le segnalazioni in cui si evidenziava la solerzia con cui venivano
emanati provvedimenti inerenti i doveri dei lavoratori non trovando invece un analogo atteggiamento per
ciò che riguardava le garanzie attinenti alle problematiche primarie del soccorso: mancato equilibrio
numerico del personale abilitato e qualificato o la mancata attenzione relativamente alle assegnazioni del
personale autista.
Descrivere il malcontento che serpeggia tra il personale di Brindisi non è facile in quanto sono
innumerevoli le disfunzioni mai risolte, a titolo di esempio, il rispetto del contratto di gestione della mensa
invero la verifica della qualità degli alimenti e la verifica del rispetto della copiosa normativa di igiene
legata alla preparazione e somministrazione dei pasti, alla richiesta negata della corresponsione del
secondo buono pasto nei casi previsti, ma anche ai buoni pasto ordinari, fermi al mese di Dicembre 2023,
dalla “mancata concertazione” con le rappresentanze dei lavoratori circa l’orario di lavoro del personale
appartenente al ruolo dei Direttivi e degli Ispettori Antincendi, confondendo la condivisione della bozza
relativa all’articolazione dei turni di guardia con la possibilità di stabilire diverse forme di orario, come ad
esempio un (G5 o G4) in altre parole un orario di lavoro coerente sia con le esigenze del Comando che con
i diritti dei lavoratori, dall’attesa di risposte definitive circa la mancata applicazione di quanto previsto
dall’Art.7 D.P.R. n. 121 del 17 giugno 2022 ed ex. art 48 lett. J CCNL 1998/2001 relativamente all’orario di
lavoro degli ispettori, dal farraginoso avvicendamento del personale aeroportuale stabilito dal OdG
687/2011 previsto il 1° Febbraio, portato a termine oltremodo fuori tempo, dopo molti solleciti!
Sono enormemente complesse le situazioni da dover elencare tuttavia per non tediare la Vs. Attenzione si
limita a evidenziare il comportamento con cui il Comandante affronta le problematiche: semplicemente
prendendo tempo portando di fatto allo sfinimento le organizzazioni sindacali, oppure applicando
disposizioni di servizio riferite al DPR 64/12 in maniera unilaterale verso la sola componente operativa,
preoccupandosi solo degli aspetti “formali” senza invece dedicare nessuna energia a quelli “sostanziali”.
L’art. 23 del D.P.R. n. 64/2012 definisce “Ordini del Giorno”, quelli che nel Comando di Brindisi potrebbero
tranquillamente essere definiti Ordini della Notte, firmati molto spesso nel cuore della notte, con la data
del giorno prima e provvedimenti riferiti anche ai giorni precedenti o alla mattina seguente, senza che il
personale abbia di fatto la possibilità di venirne a conoscenza per tempo; non si contano gli innumerevoli
provvedimenti di missione, permessi, trasferimenti che puntualmente il capo turno è costretto a sopperire
con grandi difficoltà all’inizio del turno, con mezzi di fortuna quando possibile: traspare la totale assenza di
fiducia da parte del Comandante nei confronti dei suoi più stretti collaboratori con una perenne corsa
contro il tempo, ignorando scadenze, adempimenti e qualsivoglia pianificazione, sempre assorbito solo
dall’apparenza formale.
Con la Disposizione di Servizio n. 15 del 09/05/2024 prontamente segnalata, il locale Dirigente attua inoltre
una politica a suo dire “punitiva” nei confronti del personale chiamato a svolgere incarichi di formazione
interna, tra l’altro disposti sempre dallo stesso e su indicazione delle superiori Direzioni Centrali o
Regionali, vaneggiando un “recupero del turno di Guardia non espletato” non previsto da nessun
regolamento o norma, classificando quindi il “lavoro” in ordine di importanza secondo le proprie personali
esigenze.
È diventato palese che lo stesso Dirigente non accetti nessun tipo di collaborazione da chi non lo assecondi
pedissequamente anche in interpretazioni arbitrarie delle norme, ritenendosi sempre al di sopra delle parti
e in nessun caso disponibile al confronto.
Siamo pur sempre in uno stato di Diritto!
Risulta pertanto lapalissiano che il personale del Comando di Brindisi e i suoi rappresentanti non sono
tenuti in nessuna considerazione dal Dirigente non ritenendolo soprattutto nel caso attuale della gestione
del G7 all’altezza nonostante esperienze e conoscenza approfondita del territorio, delle risorse, delle
potenzialità e delle eventuali criticità; lo dimostra la tardiva convocazione delle scriventi e il mancato
coinvolgimento dei responsabili operativi di settore.
Non concepiamo questa forma di accanimento contro il personale operativo mentre lo stesso dovrebbe
preoccuparsi di tutti quei mancati adempimenti legati alle funzioni logistico-gestionali che dovrebbero
contribuire al buon andamento del dispositivo di soccorso.
Queste segreterie provinciali ritengono che il rispetto dei Vigili del fuoco di Brindisi passi attraverso le
corrette relazioni sindacali principalmente quando si trattano temi riguardanti l’organizzazione del lavoro e
la stessa sia una condizione necessaria a mantenere un benessere lavorativo, più che mai agli operatori
vigili del fuoco anche in funzione della particolare attività che ogni giorno svolgono al servizio dei cittadini.
Da questo punto di vista, si lamenta il comportamento ostinato del Dirigente che si pone tra il mancato
rispetto del personale assegnato e la condotta antisindacale, poiché costituisce di fatto un impedimento al
concreto esercizio delle prerogative sindacali e del benessere dei lavoratori.
Rimanendo in attesa della prevista procedura di raffreddamento e conciliazione si inviano distinti saluti.
Conapo Fns CISL UIL Pa VVF FP CGIL USB
Petrachi D. Giosa T. Sperto F. Tasso C. Petiti C.
GIORNATA LATTE: COLDIRETTI PUGLIA, PER SANA ALIMENTAZIONE CONSUMARE 3 PORZIONI TRA LATTE E YOGURT AL GIORNO
GIORNATA LATTE: COLDIRETTI PUGLIA, PER SANA ALIMENTAZIONE CONSUMARE 3 PORZIONI TRA LATTE E YOGURT AL GIORNO; 52,6% PUGLIESI LO BEVE ALMENO UNA VOLTA AL DÌ
Per una sana alimentazione c’è il decalogo del ministero della Salute che suggerisce il consumo di tre porzioni tra latte e yogurt al giorno, con il 52,6% dei pugliesi che beve latte ed il 15,2% che mangia formaggi almeno una volta al giorno. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata mondiale del latte che si celebra il 1° giugno.
Tra le indicazioni per una corretta alimentazione, la relazione di TaSin, pubblicata sul sito della Salute, mette al primo posto – aggiunge Coldiretti Puglia - il consumo di latte e yogurt, sfatando così molte delle fake news che hanno allontanato i consumatori da un prodotto sano e naturale. E’ stato stilato un vero e proprio decalogo per l’alimentazione quotidiana per spingere ad assumere un prodotto importante per garantire all’organismo un adeguato apporto di calcio indispensabile per la crescita ossea dei bambini, ma anche per la prevenzione dell’osteoporosi negli adulti e anziani.
E allora per prima cosa è importante tenere conto delle 3 razioni giornaliere tra latte e yogurt, dove una porzione corrisponde a 125 grammi, con una tazza intera a colazione e uno yogurt come spuntino che fanno raggiungere i quantitativi raccomandati. Oltre al calcio contengono vitamina A, vitamine del gruppo B e altri sali minerali come fosforo, magnesio, zinco e selenio. Lo yogurt favorisce inoltre l’equilibrio della flora intestinale. Si può scegliere in un’ampia gamma di prodotti, tra latte fresco pastorizzato, fresco pastorizzato di alta qualità, pastorizzato, microfiltrato e a lunga conservazione, oltre ovviamente al latte crudo che va bollito. Poi la rassicurazione che il latte può essere bevuto a ogni età, perché è un alimento adeguato per bambini, adulti e anziani. Ben tollerato poi è lo yogurt. E infine la garanzia che calcio e fosforo presenti nei due prodotti sono facilmente assorbiti dall’organismo.
Va garantita la stabilità del settore lattiero – caseario che ha un’importanza per l’economia regionale ma anche una rilevanza sociale e ambientale – insiste Coldiretti Puglia - perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.
Da difendere secondo la Coldiretti Puglia c’è un sistema composto da 2mila stalle da latte pugliesi che garantiscono una produzione di 108.000 tonnellate di latte che esprime un valore di oltre 130 milioni di euro e oltre 40.000 tonnellate di formaggi che alimenta una catena produttiva lattiero-casearia regionale e garantisce il lavoro ad oltre 6.000 persone fra occupati diretti e indotto con una ricaduta positiva in termini di reddito e coesione sociale.
In pericolo c’è in Puglia un patrimonio di formaggi unico al mondo – riferisce la Coldiretti regionale - dove la Fattoria Puglia assicura un decisivo presidio di un territorio dove la manutenzione è assicurata proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali e un patrimonio dell'agroalimentare Made in Italy che in Puglia vanta ben 4 formaggi DOP, la burrata di Andria IGP e 17 specialità riconosciute tradizionali dal MIPAAF, con le specialità provenienti dalla Puglia come il Canestrato leccese, il Caciocavallo podolico Dauno, il Caciocavallo della Murgia.
La chiusura di un’azienda zootecnica significa anche che non riaprirà mai più, con la perdita degli animali e del loro patrimonio genetico custodito e valorizzato da generazioni di allevatori. Per questo è necessario intervenire subito per contenere i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro, conclude Coldiretti sottolineando che fondamentali sono gli accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.
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Tempo permettendo questa sera a Mesagne è in programma il secondo appuntamento con la settima edizione della rassegna regionale di teatro dialettale “Teatro a San Pio” che si svolge presso la struttura della parrocchia San Pio dal 26 maggio al 23 giugno alle ore 20,00, a cura della Compagnia Nuovo Teatro. Ad esibirsi questa sera sarà la compagnia “Don Antonio Leopoldo” di Magliano di Lecce che presenta due atti unici di Eduardo De Filippo: “Pranziamo insieme” e “Amicizia”, brillanti e di sicuro divertimento. La compagnia teatrale Don Leopoldo, quest'anno, compie ben 20 anni d'intensa attività teatrale. Nel primo atto unico della commedia Federico, in viaggio di piacere con la moglie incontra un amico d’infanzia che non vedeva da anni e che coglie l’occasione per invitarli a pranzo e a conoscere la sua signora. Ben presto però scopriranno che l’amico è in preda ad una lucida follia e che la fantasia ha preso il posto della realtà. Nel secondo atto unico Alberto va a far visita all’amico Bartolomeo che non vede da diversi anni. In casa scopre che l’amico è alla fine dei suoi giorni accudito devotamente dalla sorella Carolina che tenta di esaudire tutti i suoi desideri. Anche questa serata si propone di coniugare cultura e divertimento conditi dal servizio di ristorazione predisposto all’interno della stessa struttura. Il costo del biglietto è di euro al botteghino e 5 euro in prevendita prenotabile direttamente presso la Parrocchia San Pio oppure contattando direttamente Cosimo Guarini al numero 348/8158270 o Pietro Capodieci al numero 328/6547247. Infine, si ricorda che nell’intervallo degli spettacoli si possono acquistare calzoni, panini e bevande grazie al servizio prezioso fornito a cura del Centro Sportivo della Parrocchia San Pio.
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Ritrovato Luigi Buccoliero. È in buone condizioni
Il Sig luigi Buccoliero, dopo 3 giorni di incessanti ricerche, è stato ritrovato in buone condizioni di salute nei pressi della struttura che lo ospitava dove, dopo aver girovagato, ha spontaneamente fatto ritorno.
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DE-COMMISSIONARE L’INDUSTRIA SIGNIFICA CREARE DESERTO
DE-COMMISSIONARE L’INDUSTRIA SIGNIFICA CREARE DESERTO.
NON SI SALVANO IN QUESTO MODO CENTINAIA DI POSTI DI LAVORO
Siamo grati al Sindaco Marchionna per aver accolto l’invito dei sindacati ed aver condiviso in modo chiaro e limpido la visione della sua Amministrazione Comunale sul futuro prossimo e venturo di Brindisi, in modo particolare sul Sistema Industriale brindisino. L’idea del Sindaco – la sintetizziamo per economie di tempo e spazio – è che l’Industria a Brindisi debba progressivamente scomparire, lasciando spazio ad altri settori come l’economia turistica e quella culturale. Una idea totalmente in linea con il grande investimento che l’Amministrazione Marchionna ha avviato con la candidatura a Capitale della Cultura. Una iniziativa lodevole e che il Sindacato sostiene con forza e convinzione del tutto compatibile con altri settori economici da sempre propri di Brindisi come l’Industria. Dalle parole del primo cittadino invece appare come se la “vecchia e non più moderna” economia a base industriale debba completamente lasciare il passo ad altri settori. Pazienza se le aziende chiudono senza alternative per i lavoratori, l’Industria e le industrie vanno smantellate. Letteralmente smantellate: gli stabilimenti industriali che non sono ritenuti più vantaggiosi – prima fra tutti la Centrale Enel di Cerano – devono essere smantellati pezzo per pezzo per lasciare spazio ad altre e diverse iniziative che verranno. Lo smantellamento degli stabilimenti industriali per il Primo Cittadino costituirebbe il primo concreto passo verso la Transizione Green ed una occasione di lavoro per gli operai in licenziamento che sarebbero impegnati per qualche anno a smantellare quelle realtà che garantivano loro la certezza di un salario con cui sostenere le proprie famiglie.
E dopo qualche anno? Non si sa. Forse la Cultura a Brindisi sarà cresciuta così tanto da dare lavoro a centinaia di operai ed alle maestranze specializzate che nel frattempo saranno divenute guide turistiche, librai o bravi ristoratori. Abbiamo i nostri dubbi su questa prospettiva.
Al Sindacato tale visione appare insostenibile. Conosciamo abbastanza il mondo del lavoro per osservare che difficilmente vi potrà essere un pieno e totale assorbimento delle centinaia di lavoratori industriali che oggi rischiano di perdere l’occupazione in altri settori con competenze e caratteristiche totalmente diverse dall’Industria; ancora più improbabile è che ciò accada in un tempo tanto breve da non lasciare alcuno senza stipendio. Non comprendiamo davvero come un politico preparato ed attento come Marchionna possa realmente sostenere tale “strategia”, come da egli stesso definita nell’incontro con i Sindacati, di “de-commissioning” che se realmente messa in campo avrebbe come unico risultato il deserto industriale, economico ed occupazionale nella città e nel territorio di Brindisi. Una Brindisi più green e con meno ferraglia nelle foto dello skyline ma nella quale migliaia di famiglie non avrebbero di che sopravvivere. Così Brindisi potrebbe finalmente compiere la sua Transizione… verso il nulla!
NO! Tale prospettiva è inaccettabile per il Sindacato. Non è “de-commissionando” che si salva il lavoro e l’economia di questa terra. È “commissionando”, investendo in nuovi progetti industriali – certamente rispettosi dell’Ambiente ma progetti ed investimenti Industriali – che la rotta della disoccupazione e del decadimento economico può essere invertita.
La visione del Sindaco e della sua Amministrazione ci ha fortemente deluso. Se già le Istituzioni Locali chiedono che l’Industria lentamente scompaia, quale supporto potrebbe arrivare da Roma o Bruxelles?
Il Sindacato continuerà nella sua battaglia, nel coinvolgimento di tutte le altre Istituzioni Locali e Nazionali perché l’Industria abbia a Brindisi un futuro, perché i suoi lavoratori possano continuare ad essere degni figli di questa terra e Brindisi possa continuare a “commissionare” sviluppo e benessere.
il Coordinatore provinciale UIL Brindisi
Fabrizio Caliolo
Mesagne. Anche il Giampietrino, al secolo Giovan Pietro Rizzoli o Rizzo, nella mostra del "G7"
Anche il Giampietrino, al secolo Giovan Pietro Rizzoli o Rizzo (1480/1485 – 1553) ha detto «sì». Un’opera dell’allievo di Leonardo (1452-1519) sarà, tra Luca Signorelli (1441-1445 – 1523) e Lorenzo Lotto (1480- 1556/7), in una delle sale del castello normanno svevo di Mesagne (Br) e guarderà proprio quelle del maestro e della Bottega. È nell’antico maniero della provincia brindisina, infatti, che si sta allestendo la mostra «G7: Sette secoli di arte italiana», evento che, organizzato da Puglia Walking Art e dalla Rete di impresa Puglia Micexperience, vede il patrocinio di Regione Puglia e Comune di Mesagne, Camera di Commercio di Taranto-Brindisi e Aeroporti di Puglia. La mostra, inoltre, grazie al Protocollo d’intesa per la collaborazione fra la Direzione generale Musei, la Direzione regionale Musei Puglia, organismi del Ministero della Cultura, vedrà la promozione della stessa manifestazione nei luoghi della cultura statali presenti sul territorio regionale pugliese ed alla fine consterà di 51 opere fra pitture, sculture e installazioni.
L’evento collaterale al summit internazionale di Borgo Egnazia, sarà inaugurato il 13 giugno prossimo e andrà ben oltre i giorni di permanenza in terra pugliese dei Grandi della Terra, perché chiuderà i battenti il 30 novembre prossimo. Il sapiente equilibrio fra espressioni artistiche, che si è andato componendo sotto la direzione scientifica del prof. Pierluigi Carofano, sarà capace di far viaggiare il visitatore fra XIV e XX secolo, fra arte medievale ed esperienze artistiche contemporanee emerse in Italia. Insomma da Nicola Pisano ad Alberto Burri…
Intanto, a viaggiare fisicamente per raggiugere Mesagne sono le 51 opere. «Un grande sforzo logistico, movimentare da tutta Italia queste opere provenienti dai maggiori musei e da collezioni private – ha commentato Pierangelo Argentieri, presidente di Puglia Walking -. Uno sforzo logistico importante, che vede la prossima settimana tutta l’organizzazione della mostra impegnata nei trasporti e nei trasferimenti, per un valore complessivo assicurato, che supera gli 80 milioni di euro». «Questa – ha osservato Argentieri - è la più grande mostra d’arte, probabilmente da Napoli, che sia stata mai ideata, progettata e organizzata nel Sud Italia ed in Puglia, in particolare. È una mostra che cambia completamente gli scenari e che espone tutti alla responsabilità di organizzare eventi, che devono sempre crescere sia nella qualità, sia nel contenuto scientifico, sia nel coinvolgimento vincente del “modello Mesagne, pubblico-privato” – ha concluso Pierangelo Argentieri -. Bisogna ulteriormente trovare una sponda di buone pratiche da riprodurre in tutta la Puglia in particolare, e in tutto il Sud Italia, più in generale, dove spesso per nostra sfortuna, mancano occasioni di cultura, che proiettino in una dimensione che non sia quella provincialistica, ma piuttosto nazionale, se non internazionale».
A proposito del già citato Giampietrino, un particolare del «Polittico» sarà assieme ad opere del suo maestro e della Bottega, che si andò determinando accanto al Genio: ogni opera sarà esempio del «il Rinascimento e la versione “umbratile”» ed in quella sala di capolavori, dominata dal «Busto di gentildonna» di Matteo Cividali (1436-1502) sarà possibile godere dell’arte ancora meglio stando comodamente seduti su divani e poltrone Edra, il meglio del design assieme ai grandi dell’arte italiana, per un evento che si preannuncia unico e da consegnare ai posteri assieme al G7 di Savelletri.
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