Il Cedad compie 15 anni

Marzo 19, 2016 2447

cedad - sedeIl Cedad, il Centro di datazione e diagnostica dell’UniSalento

con sede presso la Cittadella della ricerca di Mesagne, ieri ha compiuto quindici anni di attività. Per festeggiare l’evento ha organizzato un tour tra i laboratori e, naturalmente, un meeting su “Ricerca, formazione e innovazione tecnologica per il patrimonio culturale”. Al seminario, iniziato alle ore 9 e terminato alle ore 17, hanno partecipato diversi esperti-docenti universitari. L’incontro è stato aperto dal professor Lucio Calcagnile, direttore del Cedad, che ha illustrato ai presenti i 15 anni di attività del centro. “Molti sono stati i progetti di ricerca che hanno contribuito a implementare i nostri laboratori – ha spiegato il professor Calcagnile – che dispongono di tecniche nucleari, chimiche e ottiche per lo studio del patrimonio culturale”. Il direttore ha, quindi, aggiunto: “Al Cedad è stata continua la formazione di figure professionali innovative”. Durante il meeting gli esperti hanno illustrato vari progetti che il Cedad ha in cantiere e i numerosi studi effettuati per la valorizzazione del patrimonio culturale euromediterraneo. All’incontro hanno partecipato vari esperti del settore che hanno discusso sulla ricerca industriale e sull’innovazione tecnologica, sulle infrastrutture europee di ricerca e sulle possibilità che i finanziamenti europei Pon e i programmi comunitari sono a disposizione per il periodo 2016-2020. In questi quindici anni di attività presso il Cedad si sono effettuate ricerche e indagini storiche non di poco conto. Tra le tante quella sulle reliquie di San Benedetto, patrono della città di San Benedetto del Tronto. L’indagine era partita da una leggenda e grazie all’iniziativa di Giuseppe Romani, e con l’assenso del vescovo, approdò presso i laboratori Cedad dell’UniSalento diretti dal professor Calcagnile. L’unico laboratorio del Meridione in grado di eseguire indagini al radiocarbonio. Il direttore nominò un’equipe di quattro esperti, compresa un’archeologa, che si recarono a San Benedetto del Tronto per effettuare i prelievi. Dopo aver aperto l’urna alla presenza di Giuseppe Romani e dei sacerdoti don Romualdo Scarponi e don Vincenzo Catani prelevarono dei campioni. Dopo un mese di lavoro presso i laboratori Cedad gli esperti stabilirono che i resti prelevati appartenevano a un uomo vissuto agli inizi del quarto secolo. Un esame accurato che per i reperti inferiori ai 2.ooo anni può avere un margine di errore di 40 anni. San Benedetto fu perseguitato da Diocleziano e fu martirizzato con la decapitazione nel 304 dopo Cristo. La datazione effettuata presso i laboratori del Cedad, quindi, aveva confermato perfettamente la datazione dei reperti. Le scoperte fatte presso i laboratori dell’UniSalento, in alcuni casi, hanno avuto il merito di riscrivere gli avvenimenti e, quindi, la storia.cedad -  seminario 1 Il Centro di datazione e diagnostica è un centro di ricerca e servizi del dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’UniSalento. E’ costituito da tre laboratori nei quali si sviluppano e si applicano tecniche nucleari, chimiche e ottiche per lo studio dei materiali. Realizzato a partire dal 2000 il Cedad è il primo centro italiano che possiede un acceleratore di particelle tipo Tandetron in grado di effettuare la datazione con il radiocarbonio mediante la tecnica della spettrometria di massa con acceleratore per attività di ricerca e servizio conto terzi. In questi laboratori possono essere datati materiali di età fino a circa 50 mila anni in pochi minuti con pochi milligrammi di materiali. I tre laboratori sono: Tandetron, Clams e Optab. Il laboratorio Tandetron ha un acceleratore al quale sono connesse varie linee di fascio per la datazione mediante radiocarbonio. Per la datazione con il radiocarbonio si misurano i rapporti isotopici del carbonio sui campioni incogniti e su standard di riferimento. Il carbonio contenuto nel campione da datare è estratto, trasformato in grafite e posto nella sorgente dell’acceleratore. Per bombardamento ionico dei target si produce un fascio di particelle cariche che contiene gli isotopi del carbonio da analizzare. Le principali applicazioni sono nel campo delle scienze della terra, del monitoraggio ambientale, della difesa nucleare e delle scienze del mare. Rispetto alla tecnica convenzionale con la spettrometria di massa con l’acceleratore i tempi di misura sono stati ridotti di oltre 100 volte mentre la quantità di materiale necessario per la datazione di oltre 1000 volte. Il Clams è il secondo laboratorio dove i campioni da datare con il radiocarbonio sono sottoposti a trattamenti chimici e fisici prima della misura con l’acceleratore. Il laboratorio dispone anche di sistemi per l’estrazione di contaminanti particolarmente aggressivi o persistenti, compresi quelli che solitamente sono utilizzati durante le fasi di restauro o consolidamento dei reperti. Infine c’è il laboratorio Optlab dedicato all’applicazione e allo sviluppo di tecniche di spettroscopia ottica. Il laboratorio dispone di laser, di sistemi termografici, riflettografici e di strumentazione portatile per indagini in situ.