Redazione
Amati. "Vaccinare tutti al più presto con due dosi. I non vaccinati sono fabbriche di mutazioni”
Contagi Covid, Amati: “Ultimi 7 giorni in Puglia +20,8 per cento. Vaccinare tutti al più presto con due dosi. I non vaccinati sono fabbriche di mutazioni”. |
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“Negli ultimi 7 giorni abbiamo registrato un aumento del 20,8% dei positivi, con incidenza dell’8,6% su 100mila abitanti. Dobbiamo convincere al più presto alla vaccinazione con due dosi la maggior parte delle persone, sia perché l’unica dose non è in grado di fronteggiare le più potenti varianti sia perché i non vaccinati sono fabbriche di mutazioni del virus e dunque pericolo per se e per gli altri”. --------------- Per restare aggiornato con le ultime news del Gazzettino di Brindisi seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook. Puoi guardare i video pubblicati sul nostro canale YouTube. Per scriverci e interagire con la redazione contattaci |
Hortus, nella Terra dei Messapi
Nuove sorprese nel parco archeologico di Muro Tenente, dove gli archeologi oltre a delimitare l’area di scavo della presente campagna hanno realizzato un vero e proprio orto a chilometro zero che hanno affidato alle cure di un esperto agricoltore. Dalle zucchine ai pomodori, dai cetrioli alle melanzane, dai meloni alle angurie, fagiolini, peperoni, insalate, cicorie. Tanti i prodotti che si possono acquistare il cui ricavato servirà per la gestione del parco. Si tratta del progetto «Appia in Tabula», coordinato dall’archeologo Christian Napolitano, ispirato alla concezione di crescita auspicata dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’Onu, e che punta a creare tra i produttori agricoli del parco e i consumatori un vero e proprio patto etico finalizzato a sostenere il Parco dei Messapi di Muro Tenente in tutte le sue attività, dalle campagne di scavo, alla gestione e alla valorizzazione.
Gli ortaggi, coltivati nel rispetto del codice dei Beni Culturali e della biodiversità del suolo, vengono posti in vendita nel mercatino «Hortus», aperto nel parco ogni giovedì dalle 8 alle 11. I prodotti agricoli possono essere acquistati anche su prenotazione e durante le iniziative culturali del cartellone estivo. Una parte dei raccolti viene poi destinata settimanalmente in beneficenza. In particolare, gli ortaggi vengono consegnati alla Caritas, per la gestione della casa di Zaccheo, che li utilizza nelle mense per le persone e le famiglie in difficoltà. Il progetto è stato realizzato grazie al contributo della Regione Puglia, programma straordinario 2020 in materia di cultura e spettacolo. “Il parco di Muro Tenente oggi rappresenta un esperimento unico in Italia: la creazione di un orto per la produzione di verdure, accanto agli scavi archeologici, che consente di autofinanziare una parte delle ricerche, ma ha anche il nobile fine di aiutare le famiglie in difficoltà. E in più promuove la nostra tradizione contadina che dobbiamo necessariamente recuperare e valorizzare come merita”, ha chiosato il sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli.
L’autore dell’idea di Hortus è l’archeologo Christian Napolitano. “Il progetto nasce dall’idea di proporre ai visitatori un approccio differente al parco – ha esordito Napolitano -. Abbiamo terreni incolti che ogni anno costano alla gestione diverse migliaia di euro per tenerli puliti. Da qui l’idea di coltivarne una parte per raggiungere un doppio scopo: il primo è di tenerli puliti e produttivi mentre il secondo è di investire il ricavato della vendita degli ortaggi nello stesso parco archeologico”. Questa strategia ha permesso di avvicinare al parco altra gente. “È vero. Abbiamo reso il parco maggiormente interessante, per noi è un grande risultato”, ha concluso Napolitano. Intanto, venerdì 16 luglio alle ore 21,30 circa, da ricordare l'appuntamento con “Elius Inferno & The Magic Octagram” in concerto, programmato nell'ambito della rassegna “Appia in Tabula”, proprio presso il parco dei Messapi di Muro Tenente. Infine, sabato alle ore 9 appuntamento nel parco per la manifestazione “CleanAppia”, un evento di sensibilizzazione sull’inquinamento antropico dei luoghi che si trovano lungo l’Appia Antica da Roma a Brindisi, che rientra negli eventi che faranno parte dell’Appia Day e gode del patrocinio dell’associazione europea delle Vie Francigene e del Comune di Mesagne.
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Mesagne. Gli ultimi ritocchi prima della festa
A poche ore dall'inizio dei festeggiamenti in onore della Vergine del Carmelo il sindaco, Toni Matarrelli, e i tecnici del Comune verificano che le essenze collocate nella città siano nel loro giusto posto per offrire ai turisti e ai cittadini una Mesagne sempre più bella. I vasi sono stati donati da Mino Chisena.
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Il Reale diventerà un torrente patrimonio del territorio: firmato il Contratto di fiume
A due anni, dall’inizio del confronto e dei tavoli di lavoro presieduti dagli enti coinvolti, oggi si è celebrata la firma del Contratto di fiume, lo strumento che permetterà la rinascita del canale Reale. Così lo storico detrattore che sfocia a Torre Guaceto diventerà un forte attrattore turistico del territorio.
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Mesagne. Denunciato per aver oltraggiato i carabinieri
Mesagne. Oltraggia i Carabinieri mentre lo sanzionano per aver lasciato in sosta l’autovettura in un’area riservata ai disabili, denunciato.
I Carabinieri della Stazione di Mesagne, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato un 20enne brindisino, per oltraggio a pubblico ufficiale. In particolare, i militari, nel corso della contestazione di una violazione del Codice della Strada eseguita nei confronti del giovane che aveva parcheggiato l’autovettura nell’area riservata ai disabili, sono stati oltraggiati dal trasgressore con frasi ingiuriose.
Recupero della Chiesa di Madonna delle Grazie messa in sicurezza, indagini conoscitive e progettazione complessiva
L’Amministrazione Comunale ha delineato il percorso da seguire nei prossimi mesi per restituire alla collettività la Chiesa di Madonna delle Grazie.
“Il recupero del Tempio di Santa Maria delle Grazie – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – è tra gli obiettivi che ci siamo prefissati sin dal nostro insediamento. Intervenire su questo bene comporta operare una doppia azione di messa in sicurezza e valorizzazione. È indispensabile prevedere una strategia di lungo periodo che tenga in considerazione le fragilità strutturali e allo stesso tempo l’incidenza dei costi di intervento. Per questa ragione abbiamo tracciato un percorso che prevede in prima battuta un nuovo accurato processo diagnostico sulla base del quale costruire una progettazione completa da candidare a finanziamento.”
L’edificio, che versa da molti anni in stato di abbandono, presenta alcune criticità che l’Assessorato ai Lavori Pubblici ha inteso approfondire con delle indagini scientifiche. La prima, condotta nel 2020 con la tecnica della scansione 3D, ha sottolineato la presenza di alcune fragilità che ora saranno approfondite con ulteriori strumenti diagnostici.
In particolare, saranno condotti degli studi sulla staticità dell’immobile per individuare le possibili cause dei problemi strutturali. Parallelamente, in accordo con la Soprintendenza, si provvederà alla messa in sicurezza dell’area esterna.
“Pensare al recupero della Chiesa di Madonna della Grazie – conclude il Sindaco – vuol dire anche prevedere la funzione che assumerà quell’immobile nel contesto del quartiere e della Città. Prima di delineare quello che potrà diventare questo prezioso bene, dobbiamo comprendere in maniera approfondita il suo stato di salute. Definito ciò, potremo compiere i passi successivi, e tracciare con chiarezza il futuro dell’immobile. Si tratta di un approccio serio e scientifico, che lascia da parte interventi spot che hanno lo scopo di risolvere parzialmente i problemi, causando un ulteriore deterioramento della struttura.”
Per i primi interventi, lo svolgimento delle indagini diagnostiche e per la progettazione complessiva l’Amministrazione Comunale ha stanziato circa 80 mila euro.
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OSTUNI (BR). “Siamo nel 2021, ma è ancora diffusa la pratica di sparare fuochi pirotecnici durante le feste religiose di Ostuni con botti che superano di gran lunga il limite di sopportazione del rumore con serie ripercussioni sull’udito e sull’equilibrio psichico di soggetti particolarmente esposti come bambini, anziani e animali.” Inizia così il testo della petizione che Silvana Camposeo ha lanciato sulla piattaforma Change.org. L’appello, rivolto al Sindaco della cittadina pugliese, chiede di trovare modi alternativi di festeggiare le feste in paese, più green e sicuri, e ha già raccolto più di 700 firme.
“I fuochi d’artificio”, spiega la promotrice, “hanno effetti negativi sull’ambiente per l’emissione di polveri sottili, sull’uomo, nonché devastanti sugli animali selvatici e domestici letteralmente terrorizzati dai rumori. Gli animali infatti hanno un udito più sviluppato di quello umano e i botti scatenano in loro paura e panico inducendoli a reazioni incontrollate e pericolose, come quelle di cani e gatti che fuggono perdendo l’orientamento con il rischio di smarrirsi e vagare per strada esponendosi a incidenti con gravi conseguenze anche per gli automobilisti, o gettandosi nel vuoto se lasciati sui balconi.”
“Per non parlare del rischio incendi”, denuncia il testo, “che nella stagione estiva è maggiore. Ed è proprio ciò che è accaduto l'altra sera, 4 luglio, durante la festa della Madonna della Stella, quando i fuochi d’artificio hanno scatenato un vasto incendio (alimentato anche dal vento) neanche troppo lontano da abitazioni e strade. Non si comprende il senso di emettere ordinanze che vietano l’esplosione dei botti nel periodo natalizio e poi, in occasione delle feste religiose estive, è proprio l’amministrazione ad organizzare spettacoli pirotecnici.”
Il testo si conclude con l’appello della promotrice che chiede “di abbandonare questa pratica primitiva, dannosa sotto molteplici punti di vista, e di scegliere invece spettacoli luminosi altrettanto suggestivi che non danneggino l’ambiente circostante. Siamo certi che il miglior modo per celebrare una festa religiosa sia praticare l’amore e rispetto per tutto il creato.”
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Quale futuro per il verde pubblico a San Vito dei Normanni?
Continuano gli abbattimenti di alberi a San Vito dei Normanni. Non sono i primi, ma quelli in corso sono di sicuro i più consistenti. Con determina n. 996 del 29/12/2020 è stato affidato il servizio di interventi urgenti di abbattimento e potatura di alberature considerate pericolanti in Villa Comunale – Pineta Comunale, Rione Giovanni XXIII, Pineta - Via San Domenico, Pineta - Via S. Ten. Francesco Carbotti, Via XXV Luglio, Piazza Pertini, Piazza Tien An Men, Piazza Giovanni Paolo II, Ex Fadda.
Noi tesserati Europa Verde - Verdi di San Vito dei Normanni concordiamo con la necessità di tutelare in prim’ordine l’incolumità dei cittadini. Ci chiediamo tuttavia se tali abbattimenti non meritassero (o non meritino) spese d’indagine adeguate. Come riportato nella relazione tecnica e sottolineato da altre forze politiche, gli abbattimenti sono stati disposti sulla base di “accurati controlli visivi” dovuti, oltre all’urgenza, anche alla “mancanza di fondi necessari”.
Chiediamo con forza, allora, se almeno alcuni degli alberi superstiti non meritino urgenti perizie strumentali, oltre che visive.
E’ importante, inoltre, sapere se esista un progetto di riqualificazione del verde nelle aree ormai prive di alberi, in primis nella Villa comunale che già da anni necessitava di una riqualificazione. Le ferite alla Villa non possono essere sanate limitandosi ai lavori – pur meritevoli - sulle infrastrutture ivi presenti (fontana, statua dott. Azzariti e teatro delle matite). E’ necessario provvedere a nuove e razionali piantumazioni, anche utilizzando adeguata strumentazione per rimuovere i ceppi dalle aiuole dei marciapiedi (così come fatto a Brindisi per piantumare dove c’erano le palme colpite da punteruolo rosso).
Confidiamo nel fatto che l’attuale Amministrazione non voglia essere ricordata come quella degli abbattimenti. Auspichiamo che essa avvii un processo di progettazione partecipata tra tecnici e cittadinanza per eventuali successivi progetti e finanziamenti riguardanti il verde comunale e siamo in attesa di vedere avviati i "Lavori di riqualificazione paesaggistica di Villa Europa” finanziati con le risorse PSR-Puglia 2014-2020.
Qualora non si sia già provveduto nelle passate amministrazioni, così come auspicato dalla legge 10/13, chiediamo inoltre all'Amministrazione la redazione e la socializzazione con la cittadinanza del Piano del Verde e l'adozione del Regolamento del verde. Riteniamo infatti non si possa più prescindere da un'adeguata programmazione e progettualità, né da maggiori e oculati investimenti.
Chiediamo l'introduzione del Bilancio arboreo comunale per consentire ai cittadini, alla scadenza del mandato del Sindaco, di rendere pubblico l’ammontare del patrimonio arboreo del comune all’inizio e al termine del mandato, dando conto dello stato di consistenza e manutenzione delle aree verdi di competenza.
E’ necessario che le scelte non siano guidate esclusivamente dal tentativo di contenere il più possibile ogni responsabilità per l’amministratore, ma dalla volontà coraggiosa e sfidante di elaborare delle linee di indirizzo e programmazione, anche alla luce della Strategia nazionale del verde urbano e del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico.
Coordinamento provinciale Europa Verde – Verdi Brindisi
Tesserati Europa Verde - Verdi di San Vito dei Normanni
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COLDIRETTI PUGLIA, BOOM PASTA DA GRANI ANTICHI
E’ boom in Puglia per la coltivazione di grani antichi, come il grano Cappelli, che quintuplica le superfici coltivate, trainato dal crescente interesse per la pasta 100% italiana e di qualità grazie alla svolta green e salutista dei consumatori con l’emergenza Covid. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Puglia, sulla base dei dati di Consorzi Agrari d’Italia e Sis, società leader nel settore sementiero.
Un trend che ha determinato - rileva Coldiretti Puglia – la rapida proliferazione di marchi e linee che garantiscono l’origine nazionale al 100% del grano impiegato anche grazie all’opera delle cooperative come la Agricoltà di Taranto che in questi anni ha avviato un percorso di filiera con grano 100% italiano con la Sis.
“Gli agricoltori per una giusta remunerazione sono pronti ad aumentare la produzione di grano duro dove è vietato l’uso del glifosate in preraccolta, a differenza di quanto avviene in Canada ed in altri Paesi. Sarebbero improbabili e dannosi per il tessuto economico del territorio percorsi di abbandono e depauperamento dell’attività cerealicola che deve puntare sull’aggregazione, essere sostenuta da servizi adeguati, scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale”, afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto.
Le migliori varietà di grano duro selezionate, da Emilio Lepido a Furio Camillo, da Marco Aurelio a Massimo Meridio fino al Panoramix e al grano Maiorca, sono coltivate dagli agricoltori sul territorio pugliese che produce più di 1/4 di tutto il frumento duro italiano – aggiunge Coldiretti Puglia - con l’allarme globale provocato dal Covid che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza.
“In provincia di Taranto sono 10mila gli ettari coltivati a grano duro per 300mila quintali di produzione media. Per quanto riguarda l’industria alimentare – ricorda il presidente Cavallo - dal 1991 è stata importante la crescita della dimensione media in addetti, soprattutto nella lavorazione e conservazione di paste alimentari”.
Gli acquisti di pasta fatta al 100% di grano made in Italy – sottolinea la Coldiretti - sono cresciuti ad un ritmo di quasi 2 volte e mezzo superiore a quello medio della pasta secca anche per effetto dello smart working e del lungo lockdown per combattere l'emergenza covid che ha costretto i cittadini in casa. Il risultato è che già oggi un pacco di pasta su 5 venduto al supermercato – precisa Coldiretti – utilizza grano duro coltivato in Italia, con la Puglia leader nella produzione dove si stima per la campagna ancora in corso un calo del 45% a causa del clima pazzo per le gelate e la siccità, ma di qualità ottima.
Si registra – sottolinea la Coldiretti Puglia – uno storico ritorno al passato rispetto alle prime fasi dell’industrializzazione e urbanizzazione del Paese quando la conquista della modernità passava anche dall’acquisto della pasta piuttosto che dalla sua realizzazione in casa. Una tendenza – precisa la Coldiretti regionale – confermata dal boom delle pubblicazioni dedicate, dalle chat su internet, dal successo delle trasmissioni televisive e dai corsi di cucina anche nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica, dove i cuochi contadini preparano pasta semplice o ripiena fatta in casa con il matterello, perché con la riscoperta della genuinità come valore, il fatto in casa – continua la Coldiretti – torna a valere di più del prodotto acquistato.
“La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e abbandono che nell’ultimo decennio – conclude il presidente Cavallo - hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 dopo con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente, dalla concorrenza sleale delle importazioni dall’estero soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore nel nostro Paese”.
La Puglia è il principale produttore italiano di grano duro, con 360.000 ettari coltivati e 9.990.000 quintali prodotto e valore della filiera della pasta in Puglia pari a 542.000.000 euro.
Una situazione aggravata dalla concorrenza sleale delle importazioni – ricorda la Coldiretti Puglia – che con l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (CETA) nel 2020 le importazioni di grano canadese in Italia sono aumentate del 70% rispetto all’anno precedente per un totale di circa 1,7 miliardi di chili ma il problema – insiste la Coldiretti - riguarda anche fagioli, lenticchie e ceci provenienti soprattutto da Paesi come gli Stati Uniti e il Canada dove vengono fatti seccare proprio con l’utilizzo del glifosato.
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