Redazione

 Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi, martedì 2 febbraio  2021 in Puglia, sono stati registrati 8.701 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 879 casi positivi: 374 in provincia di Bari, 52 in provincia di Brindisi, 86 nella provincia BAT, 156 in provincia di Foggia, 66 in provincia di Lecce, 143 in provincia di Taranto, 4 casi di residenza non nota. 2 casi di residenti fuori regione sono stati riclassificati e attribuiti.

Sono stati registrati 26 decessi: 11 in provincia di Bari, 6 in provincia BAT, 3 in provincia di Foggia, 3 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.325.499  test.

69.209 sono i pazienti guariti.

51.702 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 124.165, così suddivisi:

47.266 nella Provincia di Bari;

13.745 nella Provincia di Bat;

8.934 nella Provincia di Brindisi;

26.203 nella Provincia di Foggia;

10.492 nella Provincia di Lecce;

16.826 nella Provincia di Taranto;

585  attribuiti a residenti fuori regione;

114  provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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L’Unione Europea vuole cancellare i fondi per la promozione di carne, salumi e vino prevedendo addirittura etichette allarmistiche sulle bottiglie come per i pacchetti di sigarette. Lo denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in una lettera inviata al Commissario Europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni in riferimento al nuovo “Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei” all’ordine del giorno della riunione dei Commissari, con la scusa di tutelare la salute che va invece salvaguardata promuovendo una dieta equilibrata e varia senza criminalizzare singoli alimenti.

Le misure della Commissione UE nell’ambito dell’attività di prevenzione del Piano riguardano tra l’altro – riferisce la Coldiretti - la proposta di introdurre allarmi per la salute nelle etichette delle bevande alcoliche prima del 2023 ma anche la volontà di eliminare dai programmi di promozione i prodotti agroalimentari, come specificatamente le carni rosse e quelle trasformate, che vengono associati ai rischi di tumore.

Una scelta che – denuncia la Coldiretti - colpisce prodotti simbolo del Made in Italy con l’Italia che il principale produttore europeo di vino ma anche il Paese più ricco di piccole tipicità tradizionali che hanno bisogno di sostegni per farsi conoscere sul mercato e che rischiano invece di essere condannate all’estinzione.

Il giusto impegno della Commissione Europea per tutelare la salute dei cittadini secondo la Coldiretti non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale – precisa la Coldiretti - va infatti ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto.

Ad essere danneggiati sono prodotti dalla tradizioni secolari con un impatto devastante sull’economia, sull’occupazione, sulla biodiversità e sul territorio dove quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado. La norcineria italiana – continua la Coldiretti – è un settore di punta dell’agroalimentare nazionale grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi ma che è stato fortemente ridimensionato nel 2020 per effetto della chiusura della ristorazione che rappresenta uno sbocco di mercato importante soprattutto per gli affettati di grande qualità. Senza dimenticare il volano economico generato dal vino italiano che vale oltre 11 miliardi di fatturato lo scorso anno e offre opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone. Con una produzione di oltre 46 milioni di ettolitri nella vendemmia 2020 che conferma il ruolo di leader mondiale davanti alla Francia la produzione tricolore è destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 % per i vini da tavola.

Si tratta peraltro di settori già duramente colpiti dall’emergenza Covid che ha costretto alla chiusura di osterie e ristoranti che – continua la Coldiretti - rappresentano un luogo privilegiato di consumo di carne, salumi e vini di qualità..

Una provocazione nei confronti dell’Italia a dieci anni dal riconoscimento Unesco della dieta mediterranea fondata proprio su una alimentazione diversificata che con pasta, frutta, verdura, carne, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno consentito fino ad ora agli italiani – conclude la Coldiretti – di conquistare il primato europeo di longevità.

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Il Green new deal, la transizione energetica ed ecologica ed i programmi europei di uscita da tutti i combustibili fossili richiedono una completa rivoluzione culturale delle nostre comunità e soprattutto un nuovo modello di sviluppo.

In Italia e ancor più a Brindisi, le grandi imprese stanno cercando di mettere le mani sugli ingenti finanziamenti del Recovery Plan e del Just Transition Fund, alimentando trasformismo e gattopardismo fino al punto che si ripropongono grandi opere ammantandole di “green” con qualche intervento di maquillage.

In Italia manca una vera strategia e a Brindisi si propongono interventi ad alto impatto ambientale e climalteranti quali gli ingenti dragaggi e l’enorme colmata nel porto, il “balletto” sul sito del deposito costiero di GNL e la nuova centrale termoelettrica a turbogas che, ipocritamente, si prova a giustificare attraverso una parziale alimentazione a metano insieme all’idrogeno prodotto da un impianto fotovoltaico che dovrebbe, al contrario, essere una delle alternativa rispetto alla improponibile centrale.

C’è, perfino, qualche politico che si autodefinisce ambientalista (precisamente “ambientalista tecnologico”) e, nel difendere la riproposizione delle grandi opere, chiama fondamentalisti  coloro che, da sempre, coniugano ambientalismo realmente praticato ed ambientalismo scientifico e propugnano un’altra Brindisi, sin da quando si è riusciti ad impedire l’impianto di rigassificazione.

Un nuovo modello di sviluppo deve partire dal realizzare un vero piano di caratterizzazione e bonifica del Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Brindisi che, attraverso le bonifiche può creare ingente occupazione qualificata e la possibilità di presenza sul territorio di notevoli investimenti: è allucinante leggere nell’ultimo report del Ministero dell’ambiente che il piano di caratterizzazione e bonifica ha ancora i livelli bassissimi secondo quanto riportato nel sito ufficiale (quanto riportato in allegato).

Al piano di bonifica, richiesto sin dal 2000 in un documento congiunto di associazioni ambientaliste e sindacati, va associato un programma di riqualificazione e di vera rigenerazione, in primo luogo garantendo l’efficientamento energetico, dell’area industriale (da trasformare in Area Produttiva Paesaggisticamente ed Ecologicamente Attrezzata, come sancito dalla Regione Puglia durante la presidenza Vendola), del porto (in cui è necessario riqualificare i servizi, la logistica e lo sviluppo integrato della mobilità invece delle grandi opere previste) e della città, rispetto alla quale l’Amministrazione Comunale ha il dovere di intervenire, anche sulla spinta del super ecobonus per i privati, per accelerare un piano di rigenerazione ed efficientamento energetico dell’edilizia pubblica e privata esistente, con un’evidente spinta fornita alle imprese ed alla occupazione nel settore dell’edilizia.

Il Green New Deal ed il Just Transition Fund prevedevano l’insediamento, a tutti i livelli, di tavoli per la giusta transizione con la partecipazione delle istituzioni, delle forze sociali e dell’associazionismo, ma questi tavoli non sono ancora stati convocati e si rischia che l’occasione offerta, innanzitutto dal Recovery Plan non apra il confronto democratico, di idee ed anche di analisi critica sul modello di sviluppo che la realtà richiede.

Con la presente rivolgiamo un appello e ci facciamo portatori dell’apertura di questo confronto al quale diamo nuovamente il titolo “un’altra Brindisi è possibile”.

Un’altra Brindisi è possibile non consegnando alle grandi imprese l’agenda politico–istituzionale ed economica della città e mettendo invece al centro di essa, come in parte si sta facendo a Taranto, le risorse e le vocazioni del territorio, a cominciare da un Contratto Istituzionale di Sviluppo che preveda il piano di rigenerazione dell’area che si estende fino a Cerano indicata dalle associazioni e quello di rigenerazione della città–porto che le risorse finanziarie europee oggi consentono.

Brindisi 2 febbraio 2021

FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO

SALUTE PUBBLICA

LEGAMBIENTE

FONDAZIONE DI GIULIO

ITALIA NOSTRA

WWF Brindisi

NO AL CARBONE

NOTAP

MEDICI PER L'AMBIENTE

 CENTRO TURISTICO GIOVANILE

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 Brindisi. Sorpreso nuovamente senza patente, denunciato. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Brindisi, al termine degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà un 37enne del luogo, per reiterazione nella guida senza patente poiché revocata. L’uomo, nella serata del 31 gennaio, è stato sorpreso alla guida di un’autovettura sprovvisto della patente di guida poiché revocata. I successivi accertamenti hanno consentito di acclarare che il 37enne era già stato contravvenzionato per la medesima infrazione in data 18 settembre 2020.

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Oria. Truffa on line, denunciato 39enne. I Carabinieri della Stazione di Oria, a conclusione degli accertamenti scaturiti dalla querela presentata da un 36enne del luogo, hanno denunciato in stato di libertà un 39enne di Vittoria (RG), per truffa. In particolare, il querelato si è appropriato di due portabici, acquistati su un sito commerciale on line, senza corrispondere la somma pattuita di 45,00 euro.

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Erchie. Controllato alla guida dell’auto, rifiuta di sottoporsi agli accertamenti per l’eventuale assunzione di stupefacenti, denunciato. Trovato anche in possesso di cocaina per uso personale, segnalato all’Autorità Amministrativa. I Carabinieri della Stazione di Erchie, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà un 37enne di Latiano, per rifiuto di sottoporsi all’accertamento per la guida in stato di alterazione psicofisica per l’uso di stupefacenti. In particolare, l’uomo, controllato nel corso della notte in una via del centro abitato, alla guida della sua autovettura, si è rifiutato sottoporsi agli accertamenti per la guida in stato di alterazione psicofisica per l’uso di stupefacenti. Nel medesimo contesto è stato trovato in possesso di 1,2 grammi di cocaina, tentando di disfarsene lanciandoli dal finestrino. La patente di guida è stata ritirata e il veicolo sottoposto a sequestro.

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Il progetto “Percorsi ciclopedonali”, candidato al Programma di Azione e Coesione complementare al PON Infrastrutture e Reti 2014-2020 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha superato la prima fase di selezione ed è stato ammesso con riserva a finanziamento.

Il progetto presentato dall’Amministrazione Comunale, che prevede un investimento di 853 mila euro, mira alla creazione di una rete di percorsi ciclopedonali legati ai luoghi storici e si configura come la naturale prosecuzione del percorso europeo EuroVelo EV5. La progettualità è stata candidata nell’ambito dell’asse “Accessibilità Turistica” che punta al potenziamento e alla riqualificazione della dotazione materiale e immateriale degli strumenti di mobilità in una prospettiva di miglioramento e sostenibilità.

“Il percorso ciclopedonale che abbiamo candidato si inserisce in un progetto organico del nostro Comune che dimostra ormai di aver puntato su un modello sempre più apprezzato fuori dai nostri confini cittadini, grazie agli svariati finanziamenti che Regione e Governo centrale ci stanno concedendo – dichiara l’Assessore alla Mobilità Sostenibile Sergio Tatarano – Nello specifico, si tratta di un epocale ed inedito percorso che consentirà di raggiungere in bici i punti più attrattivi della città in linea con un'idea di mobilità lenta e sostenibile che è oggetto del PUMS a cui stiamo lavorando con grande entusiasmo e che presto regaleremo alla comunità francavillese.”

EuroVelo 5, detta anche «la via Romea Francigena», è una pista ciclabile che, una volta terminata, avrà una lunghezza di 3.900 chilometri e unirà Londra a Brindisi, passando per Milano e Roma, ricalcando in parte il percorso della celebre via Francigena. L’inserimento del percorso ciclopedonale in questo contesto europeo consentirà di intercettare i flussi turistici settoriali offrendo una occasione per la diffusione della conoscenza del patrimonio storico, architettonico e paesaggistico della Città.

Il percorso delineato dai progettisti, che comprende via Immacolata, corso Garibaldi e via Crispi, condurrà ad una biforcazione. Giunti alla Porta Nuova, detta anche Cappuccini, sarà infatti possibile procedere in Via Madonna delle Grazie o svoltare lungo via Barbaro Forleo per immettersi nel centro storico tramite via Roccella o proseguire verso Corso Umberto I, completando un circuito ad anello che si ricongiungerà con la rete europea EV5 e che troverà in piazza Umberto I l’ideale punto di incontro.

La rete ciclopedonale, proseguendo su via Madonna delle Grazie, sarà inoltre connessa con il percorso “Via Verde del Canale Reale” istituito dalla sezione FIAB di Mesagne (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) che congiunge Francavilla Fontana all’Area Marina Protetta di Torre Guaceto consentendo la fruizione del paesaggio naturale e rurale.  

“Il progetto relativo ai percorsi ciclopedonali è coerente con gli strumenti urbanistici approvati ed in fase di approvazione – dichiara l’Assessore all’Urbanistica Nicola Lonoce – mi riferisco in particolare al Piano Urbanistico Generale che vede, ad esempio, la costituzione di un parco nell’area del Canale Reale. Inoltre, la perimetrazione dell’anello ciclopedonale rispecchia fedelmente l’area definita dal PUG come storica. In poche parole, il finanziamento di questa progettualità in prospettiva rappresenta un risparmio notevole per le tasche dei francavillesi che potranno beneficiare, in anticipo, di una Città più smart e sostenibile. Infine, grazie a questo finanziamento sarà possibile operare sulle barriere architettoniche esistenti e intervenire sul manto stradale con l’utilizzo di soluzioni inedite per il territorio francavillese.”

Per il via libera definitivo al finanziamento occorre attendere il completamento dell’istruttoria da parte del Gruppo di Valutazione ministeriale. Ultimata questa fase sarà predisposto l’elenco che verrà sottoposto alla Struttura di Attuazione del Programma per l’approvazione definitiva.

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Regolamentare un settore che nel giro di 5 anni ha visto aumentare di dieci volte i terreni coltivati a cannabis sativa fino ad oltre 4mila ettari, con esperienze innovative  che vanno dalla ricotta agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, dai cosmetici all’alimentare. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione della convocazione giovedì 4 febbraio prossimo della riunione di insediamento del Tavolo di filiera della canapa industriale, istituito il 17 dicembre scorso presso il Ministero delle Politiche Agricole, attraverso il lavoro di concertazione del Sottosegretario Giuseppe L'Abbate.

“Serve un intervento legislativo per regolamentare una volta per tutte il settore che coinvolge la commercializzazione dei derivati della cannabis sativa nel rispetto dei principi costituzionali e convenzionali, dopo la sentenza restrittiva emessa dalle Sezioni Unite della Cassazione sui limiti della legge 242 del 2016. Oggi c’è un diffusa consapevolezza internazionale delle opportunità che possono venire da queste coltura ed è pertanto necessario l’intervento del Parlamento per  tutelare i cittadini senza compromettere le opportunità di sviluppo del settore”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Per la coltivazione e vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di principio psicotropo (Thc) si stima – aggiunge Coldiretti Puglia – un giro d’affari potenziale stimato in oltre 40 milioni di euro con un rilevante impatto occupazionale per effetto del coinvolgimento di centinaia di aziende agricole.

Il boom della canapa in Puglia è stato registrato anche grazie alla legge regionale del  2017 che ha favorito – dice Coldiretti Puglia - il moltiplicarsi di terreni e produzione, oltre ad idee innovative nella trasformazione della ‘pianta’ dai mille usi, dalla birra alla ricotta e agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, fino a semi, fiori per tisane, pasta, taralli, biscotti e cosmetici e ancora vernici, saponi, cere, detersivi, carta o imballaggi, oltre al pellet di canapa per il riscaldamento che assicura una combustione pulita.

L’affermarsi di stili di vita più ecologici ha favorito – aggiunge Coldiretti Puglia - la diffusione della canapa che è particolarmente versatile negli impieghi, ma anche in grado dal punto di vista colturale a basso impatto ambientale di ridurre il  consumo del suolo, la percentuale di desertificazione e la perdita di biodiversità.

Si tratta in realtà – rileva Coldiretti Puglia – del ritorno ad una coltivazione che fino agli anni ‘40 era più che familiare in Italia, tanto che il Belpaese con quasi 100mila ettari era il secondo maggior produttore di canapa al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica). Il declino è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del “boom economico” che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un ombra su questa pianta.

Il Governo italiano nel 1961 sottoscriveva una convenzione internazionale chiamata “Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti” (seguita da quelle del 1971 e del 1988), in cui la canapa sarebbe dovuta sparire dal mondo entro 25 anni dalla sua entrata in vigore mentre nel 1975 esce la “legge Cossiga” contro gli stupefacenti, e negli anni successivi gli ultimi ettari coltivati a canapa scompaiono. Il boom della coltivazione della canapa è un’ottima dimostrazione – conclude Coldiretti Puglia - della capacità delle imprese agricole di scoprire e sperimentare nuove frontiere e soddisfare i crescenti bisogni dei nuovi consumatori che proprio da queste esperienze di green economy si aprono opportunità di lavoro nelle campagne che possono contribuire alla crescita sostenibile e alla ripresa economica ed occupazionale del Paese.

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Sono un Oss precaria del Perrino, mi accingo a muovere la penna su un foglio bianco, facendomi portavoce di 141 colleghi, reduci da una graduatoria storica del 2009 che non è mai stata espletata fino alla fine. Non si sa per quale scherzo della vita o del destino. In questo duro periodo ci siamo interfacciati con un mostro più grande di noi chiamato covid 19,pensando che ci saremmo potute riprendere un po' perché molti di noi si sono infettati.

Invece ancora sotto emergenza ci ritroviamo a fare i conti con la fine dei nostri contratti. Alla luce di tutto ciò sul nostro cammino abbiamo incontrato persone straordinarie che hanno sposato la nostra causa combattendo con noi e per noi. E per voce di 141 vogliamo ringraziare il consigliere Mauro Vizzino insieme al consigliere Maurizio Bruno e Fabiano Amati, un abbraccio speciale va a tutto il direttivo della Cgil e alla nostra combattente (da noi nominata) Chiara Cleopazzo che ha gioito con noi ad ogni rinnovo e pianto con noi per un no.

Vorremmo ringraziare il primo cittadino di Brindisi il sindaco Riccardo Rossi e tutti i sindaci dei paesi limitrofi che ci stanno sostenendo. Un forte abbraccio lo vogliamo dare ai nostri segretari Antonio Macchia e Pancrazio Tedesco. Persone dal cuore grande. E un augurio a tutti i cittadini della provincia affinché non manchi loro nessun servizio in ospedale. Ricordando a chi di dovere, che si fa presto a trovarsi dall'altra parte.

I 141 precari del “ A.Perrino” di Brindisi

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“La zona gialla purtroppo lascia psicologicamente intendere che la tensione si sia abbassata.

Non è così, noi abbiamo ancora tanti contagi.

Le Regioni hanno perso la possibilità di intervenire sulle misure di controllo della curva epidemiologica perché il Governo ha tolto totalmente questi poteri.

Noi ci limitiamo a gestire gli ospedali, che al momento non sono sotto pressione. Abbiamo le terapie intensive con posti liberi, posti di area medica abbastanza capienti.

Il regime della zona gialla, dal mio punto di vista, in questo momento è sbagliato, pericoloso, e tutta l'Italia avrebbe dovuto rimanere nella situazione della zona arancione, perché altrimenti rischiamo che questa variante inglese che sta per arrivare, acceleri di nuovo e provochi assieme alla riapertura delle scuole una terza ondata molto grave.

I numeri della Puglia sono da zona gialla in questa settimana.

Dopo due settimane di dati da zona gialla sarà impossibile rimanere in arancione, anche perché lo Stato ci rimette più ristori in zona arancione.