Redazione

Il Giro d’Italia farà tappa a Brindisi il 9 ottobre e la città si prepara ad ospitarlo con una serie di lavori, adeguamenti e provvedimenti mirati ad accogliere le richieste fatte dagli organizzatori e a proporre al grande pubblico, nazionale ed internazionale, la migliore veste possibile di Brindisi.

Un apposito tavolo tecnico, che sovrintende la Prefettura, sta predisponendo un piano che riguarda la viabilità urbana ed extra urbana e l’ordine pubblico. Le limitazioni sono in fase di studio. Al momento le certezze riguardano la chiusura della SS7, che collega Taranto a Brindisi, nelle ore in cui si svolgerà la gara, in entrambi i sensi di marcia; saranno previsti percorsi alternativi per raggiungere a Brindisi il centro commerciale Brin Park e l’ospedale Perrino. Saranno inoltre previsti divieti di circolazione e sosta in via Tor Pisana, via Appia, viale Aldo Moro e viale Palmiro Togliatti. I dettagli saranno ampiamente comunicati nei giorni precedenti la tappa.

Con ordinanza sindacale saranno chiuse le scuole, di ogni ordine e grado, nella giornata di venerdì 9 ottobre. Questo consentirà di evitare problemi alla viabilità urbana sia in relazione al servizio di trasporto pubblico sia per i privati.

Nell’ambito dei lavori pubblici che sono già in fase di realizzazione si procede a:

  • Rifacimento pavimentazioni stradali e ripristino della segnaletica danneggiata o usurata, è inoltre prevista la pitturazione di paletti e archetti dissuasori di sosta:
  • Via Appia da ingresso cittadino a Via Don Gnocchi;
  • Via Appia – tratti stradali alterati;
  • Via Tor Pisana da Via Appia a Viale Commenda;
  • Viale Commenda da Via Tor Pisana a Via Tirolo;
  • Via Tirolo da Via Sicilia a Viale Aldo Moro;
  • Viale Aldo Moro da Via Tirolo a Via Irpinia;
  • Slargo di arrivo nei pressi della scuola Morvillo Falcone;
  • Innalzamento a quota stradale dei pozzetti e chiusini interferenti con il percorso della manifestazione Sportiva;
  • Rifacimento tratti di marciapiedi sull’intero percorso del Giro d’Italia;
  • Adeguamenti strutturali: allargamento ingresso Via Appia mediante adeguamento aiuola;
  • Abbellimento della zona ove avverrà la premiazione dei partecipanti alla manifestazione sportiva.

Sarà inoltre rifatta la segnaletica stradale.

Per garantire la chiusura delle strade in sicurezza saranno impiegati circa 100 agenti di polizia locale; di questi 40 provenienti da altri Comandi. Ci sarà, infine, l’impiego di circa 150 volontari di Protezione Civile.

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A Erchie, i Carabinieri della locale Stazione, al termine di attività ispettive per il contenimento del diffondersi del virus da Covid-19, hanno contestato una violazione amministrativa a un 49enne del luogo, destinatario di reddito di cittadinanza. In particolare, l’uomo, in una via del centro abitato, all’interno di un garage, ha avviato un’attività di somministrazione di alimenti e bevande, senza possedere alcun titolo autorizzativo. A conclusione degli accertamenti, il locale, gli alimenti e le bevande rinvenuti, nonché il materiale destinato all’attività, sono stati sottoposti a sequestro cautelare amministrativo.

 

 

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I Carabinieri della Stazione di Erchie hanno tratto in arresto una 20enne di origine romena senza fissa dimora, per rapina impropria e molestie sessuali. In particolare, la donna, nella mattinata del 16 settembre, in una via del centro abitato, ha avvicinato un pensionato 83enne e dopo averlo abbracciato e palpeggiato gli ha sottratto la collanina dal collo. L’anziano, avvedutosi del furto, ha afferrato la giovane che dopo essersi divincolata, strattonando la vittima, è fuggita per le vie limitrofe. Un passante ha inseguito la malvivente bloccandola e subito tratta in arresto dai Carabinieri intervenuti. La refurtiva recuperata è stata restituita al legittimo proprietario. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, al termine delle formalità rito, è stata rimessa in libertà.

 

 

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A Oria, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Francavilla Fontana, in collaborazione con quelli della Stazione di Oria, a conclusione degli accertamenti, hanno tratto in arresto MOLDAVIO ITALIANO Cosimo, 50enne di Oria, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. In particolare, l’uomo, in una contrada del luogo, a seguito di perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di 29 grammi di marijuana, già essiccata e vario materiale utile per la pesatura, il tutto occultato all’interno del vano garage, nonché di undici piante della medesima sostanza in fase di fioritura, alte circa 60 centimetri, collocate sul terrazzo. Quanto rinvenuto è stato tutto successivamente sequestrato. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

 

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“Mesagne solo apparentemente è una città tranquilla. In effetti sotto la cenere c’è il fuoco che cova ed è pronto a esplodere”. E’ questo il leit motiv che ha scandito gli interventi dei componenti l’Osservatorio permanente sulla legalità che si è riunito a Mesagne dopo alcuni fattacci di cronaca che si sono verificati in città e su cui indagano le forze dell’ordine. Unanime il pensiero che dopo alcuni anni di “lotta” la città ha abbassato la guardia contro la criminalità.

Anni di rilassamento che hanno permesso alle cosche di riorganizzarsi in maniera silente, ma altrettanto potente e pericolosa. Una criminalità che si è evoluta, ma che quotidianamente chiede il pizzo riscuotendo nel tessuto produttivo una complicità inconsapevole. E che dire dell’omertà che ha caratterizzato gli ultimi due episodi criminali. Il primo un pestaggio avvenuto presso il parco Potì mentre il secondo è stato un tentato sequestro di persona avvenuto in piazza Vittorio Emanuele.

Entrambi di pomeriggio quando era presente diversa gente. E poi c’è la presenza oppressiva delle sostanze stupefacenti su cui i carabinieri stanno conducendo una battaglia impari per far emergere questo traffico deleterio. C’è il gioco d’azzardo, con la ludopatia che ha in pugno diverse famiglie; le aste giudiziarie, divenute “lavatrici” in cui ripulire i soldi provenienti da varie attività illecite. Insomma, un sommerso criminale ignoto ai più. L’assessore alla legalità, Anna Maia Scalera, ha inviato tutti i componenti a rialzare la guardia per fare risvegliare la città. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco, Toni Matarrelli, l’onorevole Gianluca Aresta (M5S) e il presidente del Consiglio, Omar Ture. Unanime il pensiero dei componenti dell’Osservatorio di rinvigorire gli anticorpi sociali dell’antimafia. Per il Partito democratico, che ha chiesto la convocazione dell’Osservatorio, è intervenuta la consigliera Rosanna Saracino.

“Devo dire che noi siamo molto preoccupati per l’atteggiamento che si sta diffondendo a Mesagne. Un atteggiamento di omertà, dove si vede ciò che accade, la gente guarda, ma nessuno interviene. Nessuno che sente il dovere di allertare le forze dell’ordine. Purtroppo, quando la città ritorna nel silenzio, evidentemente, c’è qualcosa che non va”, ha sottolineato l’esponente di minoranza che ha contezza del fenomeno in atto. Peraltro la Dia, nella sua ultima relazione, ha scritto che a Mesagne “è presente una mafia di seconda generazione, scalpitante e violenta”. “È così – ha affermato l’avvocatessa – poiché penso ai traffici di droga, di armi, di furti che avvengono in città. Fenomeni criminali che mi preoccupano non poco. Oggi nei tribunali – ha proseguito - assistiamo ai processi che si celebrano e non possiamo far finta di non capire che il fenomeno è grave e sta ritornando in maniera importante. In passato ci siamo riscattati da un peso che oggi riavvertiamo”. Il vicario foraneo, don Gianluca Carriero, ha proposto di istituire all’interno dell’Osservatorio dei “gruppi di lavoro che possano leggere con obiettività la nostra situazione. Con un tema annuale di riflessione e aiuto alla lettura delle realtà, in tutti gli ambiti sociali, per avere gli strumenti necessari ad affrontarla. Bisogna lavorare sui valori e fare un buon lavoro sui giovani”. Il già sindaco Franco Scoditti ha voluto sottolineare “la splendida reazione avuta dalla città contro la criminalità organizzata, dopo che molti sodali erano finiti in carcere. Poi la città ha avuto la sensazione di essere oltre il pericolo ed ha fatto cadere l’attenzione. Purtroppo abbiamo compreso che, pur avendo vinto una battaglia, non si è vinta la guerra contro la criminalità organizzata. E abbiamo scoperto che il fuoco cova sotto la cenere”. Ed ha concluso: “Oggi in città, tra le altre cose, c’è il problema della diffusione della droga. Se ciò accade, evidentemente, c’è qualcosa che non va. È necessario, secondo me, istituire gruppi di lavoro per affrontare queste devianze aiutati da vari esperti”.

Infine, Fabio Marini, presidente dell’antiracket locale e regionale, ha ricordato che la “Scu è camaleontica ed i metodi mafiosi sono cambiati”. Marini ha, quindi, ricordato “che tali fenomeni esistevano ed esistono. Oggi non c’è più la richiesta violenta, ma amichevole. I gruppi dominanti sono sempre gli stessi, sono solo cambiate le dinamiche”. Il presidente ha spiegato come tuttora è “difficile intercettare le denunce delle vittime”. Ed ha sottolineato che: “a Mesagne resta il problema agricolo dei furti. Oggi è difficile far fare alle vittime le denunce”. E sul fonte del racket ha detto: “Sappiamo bene che è presente, specialmente nei grandi gruppi commerciali di Mesagne e Brindisi. Come se non bastasse c’è il problema delle difficoltà economiche dovute al lockdown. Operatori economici fermi e in crisi per la complessità ad accedere ai finanziamenti bancari”.

 

 

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Il Comune di Mesagne ha attivato il servizio di centralino unificato, il numero da comporre per comunicare con i diversi uffici è 0831 73 21 11. La voce guida fornisce le indicazioni per raggiungere tutti i servizi dell’Ente. 
La nuova modalità di contatto consente un risparmio sui costi e la possibilità, per tutti i dipendenti, di disporre di un apparecchio telefonico. Il nuovo sistema si avvale della tecnologia VoIP – Voice over Internet Protocol.

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Si è tenuto oggi, 16 settembre 2020, in piazza Santa Teresa dinnanzi la Prefettura di Brindisi lo sciopero nazionale dei lavoratori della sanità privata contro AIOP e ARIS e quello dei lavoratori del servizio di pulizie e sanificazione della Sanitaservice ASL BR. Massiccia adesione. Non si possono ingannare in questo modo i lavoratori che in questi ultimi anni hanno continuato a svolgere con dedizione il proprio lavoro e che in questi mesi di emergenza si sono spesi per garantire il diritto alla salute degli assistiti, lavorando anche in condizioni estreme.  Non è mai avvenuto che delle controparti negassero in questo modo il diritto al rinnovo del CCNL e all'adeguamento delle retribuzioni. Le parole non sono più sufficienti, ci vogliono atti concreti. I lavoratori non intendono più attendere e vogliono da subito la firma del CCNL. Il diritto al rinnovo del CCNL è un diritto di tutti e il contratto collettivo nazionale di lavoro non può essere messo in discussione da nessuno, perché è una forma di garanzia per tutti, dai lavoratori alle imprese, dai cittadini alle istituzioni, è un bene per il Paese e va preservato, altrimenti si apre uno scenario di conflitto permanente che non farebbe bene a nessuno. Emblematico è quello che sta accadendo ai lavoratori del Servizio di Pulizie e Sanificazione della Sanitaservice ASL BR che ha portato a una massiccia adesione allo sciopero.

sanitaservice sciopero 16 sett 2020 2Oltre 280 lavoratori del Servizio innanzi richiamato, rischiano di essere nuovamente esternalizzati a causa di beghe meramente burocratiche che hanno visto soccombere la ASL BR in sede di giudizio presso il Consiglio di Stato, inficiando la precedente internalizzazione dello stesso servizio ed in virtù della quale si è deliberata una gara ponte per l’affidamento all’esterno di questa importante articolazione Aziendale. Diversi gli incontri che le Scriventi hanno tenuto con i livelli istituzionali regionali e aziendali, l’ultimo, nell’ordine di tempo, con il Comitato SEPAC della Regione Puglia, dove veniva presentata una proposta d’accordo che prevedeva l’esternalizzazione del servizio in parola per la durata di un anno. Proposta irricevibile e rigettata all’unanimità dai lavoratori interessati. Di una cosa siamo certi: questa è una battaglia per il diritto sociale dei lavoratori e dei cittadini e non ci fermeremo finché non sarà vinta.

 

 

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Il presidente della Regione Puglia, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi mercoledì 16 settembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 4.571 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 103 casi positivi: 51 in provincia di Bari, 4 in provincia di Brindisi; 11 in provincia BAT, 22 in provincia di Foggia, 9 in provincia di Lecce, 4 in provincia di Taranto, 2 fuori regione.

E’ stato registrato 1 decesso in provincia di Bari.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 360.787 test.

4.252 sono i pazienti guariti.

1.863 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 6.689, così suddivisi:

2.572 nella Provincia di Bari;

536 nella Provincia di Bat;

745 nella Provincia di Brindisi;

1.577 nella Provincia di Foggia;

732 nella Provincia di Lecce;

474 nella Provincia di Taranto;

52 attribuiti a residenti fuori regione;

1 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Il bollettino epidemiologico Regione Puglia 16.9.2020 è disponibile al link: undefined

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DICHIARAZIONI DEI DG DELLE ASL:

Dichiarazione del Dg Asl Bari, Antonio Sanguedolce: “Il Dipartimento di Prevenzione oggi ha rilevato 51 nuovi contagi. Le positività riguardano 31 contatti stretti collegati a casi isolati in precedenza e sottoposti a sorveglianza, 1 rientro dall’Australia e 19 casi sui quali sono in corso accertamenti epidemiologici”.

Dichiarazione del Dg Asl Brindisi Giuseppe Pasqualone: “Dei quattro positivi in provincia di Brindisi, due sono contatti stretti di un caso di altra Asl, uno è un cittadino straniero rientrato dalla Romania e l'ultimo riguarda una persona che si è sottoposta a tampone perché aveva manifestato sintomi collegabili al Covid”.

Dichiarazione del Dg Asl Bt, Alessandro Delle Donne: “11 sono i casi registrati oggi nella Bat. Su 8 sono in corso le indagini epidemiologiche a cura del Dipartimento di Prevenzione, mentre 3 casi sono riconducibili a un solo caso positivo registrato nei giorni scorsi”.

Dichiarazione del Dg della Asl Foggia, Vito Piazzolla: “I nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore in provincia di Foggia sono 22. Si tratta di:10 persone sintomatiche; 9 contatti stretti di casi già noti; 3 persone individuate durante l'attività di screening di pre-ricovero. Tutti sono stati presi in carico dal Servizio di Igiene aziendale che sta effettuando le relative indagini epidemiologiche”.

Dichiarazione del Dg Asl Lecce, Rodolfo Rollo: “La Asl di Lecce registra oggi 9 casi: 4 sono contatti di casi già noti, 2 hanno contratto l’infezione fuori regione, uno è un residente su cui sono in corso le indagini epidemiologiche, 2 sono casi noti relativi al mese di agosto inseriti oggi nel sistema di sorveglianza nazionale”.

Dichiarazione Dg Asl Taranto, Stefano Rossi: “Dei 4 casi di Covid rilevati nella provincia di Taranto, 2 riguardano contatti stretti di casi positivi già noti e sottoposti a sorveglianza, gli altri 2 riguardano giovani sottoposti a test”.

 

 

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Appena lo 0,2% delle 1246 denunce di infortunio da Covid-19 al lavoro registrate dall’Inail in Puglia riguarda l’agricoltura dove nelle oltre 100mila aziende agricole, stalle e più di 5mila imprese di lavorazione alimentare non si è peraltro mai smesso di lavorare per garantire le forniture alimentari alla popolazione. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia sulla base delle denunce complessive di infortunio nei primi 6 mesi del 2020 che evidenzia come la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio nelle campagne.

“L’emergenza globale provocata dal coronavirus ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza in Puglia che può contare su una risorsa da primato mondiale ma deve investire per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

“Ingenti i costi che le aziende agricole e le masserie stanno sostenendo per garantire alti standard di sicurezza a tutela dei propri dipendenti sui luoghi di lavoro e negli agriturismi e masserie didattiche rispetto ai turisti e alle famiglie ospitati quotidianamente. Uno sforzo importante che deve essere sostenuto dalle istituzioni che devono accompagnare – dice il presidente Muraglia - le imprese agricole in questo percorso complesso per garantire sicurezza nelle aziende e durante il trasporto degli operai agricoli”.

In questo momento di ripresa lenta e difficoltosa, è necessario investire – aggiunge Coldiretti Puglia - sul futuro competitivo delle imprese agricole, spesso penalizzate dai costi di burocrazia e lavoro, con una tassazione sul lavoro stagionale più alta che in Paesi come Francia e Spagna.

“Per questo semplificazione e sussidiarietà – insiste il presidente Muraglia - sono necessarie a recuperare lo spread di competitività delle imprese agricole pugliesi, considerato che l’attività legislativa rimanda spesso a provvedimenti amministrativi che alimentano una tecnocrazia insopportabile. Grazie al prezioso lavoro di ammodernamento delle imprese agricole fatto in questi anni si è giunti a rendere il lavoro in agricoltura tecnologicamente più avanzato e anche più sicuro, ma è un percorso virtuoso che va sostenuto”.

Per questo è necessario che le istituzioni a tutti i livelli – conclude Coldiretti Puglia - implementino le opportunità occupazionali nel settore agricolo, attraverso interventi di stabilizzazione del lavoro, garantendo flessibilità e competitività all’impresa, continuità di reddito e sicurezza al lavoratore.

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La foto ritrae due bottiglie di birra abbandonate su un armadietto dove ci sono gli interruttori dell'energia elettrica del rione. Un gesto che la dice tutta sull'inciviltà della gente. Eppure, a pochi metri, vi sono dei cestini in cui poter gettare i rfiuti. Se vogliamo tenere pulita la nostra Mesagne iniziamo a farlo noi e non prendiamocela sempre con l'Amministrazione comunale, anche quando non ha colpe.  La foto ritrae un angolo di via Castello. 

 

 

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