Redazione

Un dramma della solitudine stava per consumarsi a Mesagne nella giornata di domenica quando una nonnina ultraottantenne ha telefonato al centralino dei carabinieri per chiedere aiuto poiché voleva suicidarsi. Probabilmente, però, più che un tentativo di suicidio la signora voleva richiamare su di sé un po' di attenzione. I militari, impegnati in altri servizi, hanno girato l’intervento alla polizia locale che immediatamente si è recata nell’abitazione della signora e dopo averla tranquillizzata hanno allontanato un grosso coltello che era sul tavolo. Al termine dell’intervento la signora è stata presa in carico dagli assistenti sociali del Comune di Mesagne. Purtroppo ancora una volta nell’era del consumismo e del Covid-19, che ha ulteriormente discriminato il pianeta anziano emarginandolo, si è costretti a scrivere pagine di cronaca locale legata alla solitudine, molte volte interiore, in cui è costretto a convivere il mondo degli anziani. In questo contesto si è svolto l’episodio di cui ci apprestiamo a dare conto. È domenica mattina a Mesagne, giornata di festa. In città la temperatura è piuttosto alta perciò diversa gente ha deciso di andare al mare nella speranza di un refrigerio. Una giornata di spensieratezza, ma non per tutti. Infatti, intorno alle ore 9 è giunta una telefonata al 112 da parte di una nonnina di 82 anni che al telefono minacciava di ammazzarsi poiché stanca di vivere in quelle condizioni. Il carabiniere ha cercato di calmare la donna mentre contestualmente inviava una richiesta di intervento al comando della polizia locale di Mesagne. In breve tempo la pattuglia di pronto intervento della polizia locale, con due agenti, ha raggiunto l’abitazione della donna ubicata nel cuore del centro storico di Mesagne. Fortunatamente la porta era aperta e la separava dal vicolo solo una tenda. Una volta in casa gli agenti hanno tranquillizzato la signora facendola sentire a proprio agio. Un coltello, con una lama da 30 centimetri, era sul tavolo affianco alla signora. Un vigile urbano lo ha preso ed allontanato mentre la signora ha iniziato a raccontare le sue preoccupazioni riuscendo a “scaricarsi” con questi due estranei che per oltre un’ora sono stati i suoi angeli custodi. La nonnina gli ha confessato che la settimana precedente i servizi sociali del Comune l’avevano fatta ricoverare in una casa di riposo. Lei, però, lì non ci voleva stare e aveva fatto ritorno a casa. Qui, si era lasciata andare. Non cucinava, non dormiva, non aveva voglia di fare nulla. Così, per porre fine a quella triste esistenza aveva deciso di ammazzarsi. Ma, in un barlume di lucidità, aveva deciso di chiedere aiuto. Gli agenti, particolarmente commossi da quel racconto e intravedendo in quell’anziana donna la propria nonna, l’hanno fatta sedere fuori dall’abitazione e poi si sono seduti al suo fianco riempiendola di calore umano. L’hanno fatta parlare, sfogare, rasserenare. Tanto è bastato alla nonnina per rianimarsi e accettare del cibo da parte dei vicini. Quando la signora si è ripresa i vigili l’hanno calorosamente salutata e sono andati via. Il caso è stato preso in carico dai servizi sociali del Comune che, per la verità, già seguivano l’anziana.  

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Brindisi, nell’ambito dell’intensificazione dei servizi finalizzati alla lotta ed al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti e psicotrope hanno scoperto, abilmente occultata all’interno di una tenuta rurale nelle campagne tra Francavilla Fontana e Ceglie Messapica (Br), una piantagione di marijuana costituita da circa 5.000 piante di varie altezze che, una volta messe in commercio, avrebbero fruttato alle organizzazioni criminali del territorio guadagni per centinaia di migliaia di euro.

Le Fiamme Gialle della Compagnia di Brindisi, grazie alla costante azione info-investigativa votata al controllo economico del territorio, sono riuscite a porre sotto sequestro, nel corso di una complessa ed articolata attività di polizia giudiziaria diretta dalla Procura della Repubblica di Brindisi, l’intera coltivazione illegale nonché tutti i macchinari e gli attrezzi utilizzati per il trattamento, l’essiccazione e lo stoccaggio dello stupefacente.

Infatti, la maggior parte delle piante rinvenute erano state già espiantate e sistemate all’interno di un fabbricato di pertinenza della villa padronale, completamente attrezzato ed adibito a magazzino per l’essiccazione.

La piantagione, che si estendeva per circa 2000 metri all’interno della recinzione della casa rurale, era irrigata e completamente occultata all’esterno sia da reti ombreggianti sistemate sul muro di cinta sia da vegetazione spontanea che contribuiva a nascondere le piante di marijuana non ancora raccolte.

I due responsabili, residenti in Francavilla Fontana, colti in flagranza al momento dell’intervento dei militari, sono stati tratti in arresto per produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti aggravata dall’ingente quantità e associati presso la locale Casa Circondariale.

I Medici della Medicina di Gruppo " Nuova Medicina"

dr. Colelli Osvaldo

dr. Lenoci Vito

dr. Devicienti  Miro

dr. Molfetta Pompeo

NON EFFETTUERANNO I TEST SIEROLOGICI COVID-19 NEL LORO AMBULATORIO perché :

  • non sono garantiti adeguati livelli di sicurezza dei luoghi e del personale sanitario (un sierologico positivo – confermato da tampone positivo - comporterebbe la chiusura cautelare di tutto l'ambulatorio e la quarantena per gli operatori)
  • non possono essere garantiti percorsi separati rispetto ai pazienti ordinari
  • l'attendibilità dei test non garantisce certezza di risultato ne esclude la possibilità di contagio attuale e futuro
  • l'esecuzione dei test su base volontaria ne riduce ulteriormente l'efficacia per lo screening e la prevenzione
  • la mancanza di informazione adeguata, fin qui fornita, su modalità di esecuzione dei test, utilizzo dei kit sierologici, interpretazione e rendicontazione dei risultati...ecc.. ne complica lo svolgimento

Nonostante queste criticità  ribadiamo la nostra disponibilità a fare i test per i nostri pazienti in locali idonei  eventualmente messi a disposizione dal distretto- ASL a cui comunque gli operatori scolastici possono  rivolgersi.

Bene l'abolizione della tassa di 10 euro a ricetta per visite specialistiche ed esami diagnostici in strutture pubbliche, in un momento in cui più di 1 pensionato su 3 (37,8%) finirà i soldi e si ritroverà senza risparmi per pagare cibo, riscaldamento e debiti vari entro l’autunno, innescando una bomba sociale. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia all’entrata in vigore della norma nazionale che ha abolito il superticket sanitario per le prestazioni sanitarie specialistiche, prevista dalla Legge di Bilancio 2020.

“L’abolizione di quella che è stata definita la ‘tassa sulla salute’ è solo una prima risposta al grave disagio avvertito dagli anziani lavoratori autonomi come gli agricoltori, costretti a vivere con pensioni spesso al di sotto di 515 Euro mensili e, quindi, ai limiti della fascia di povertà, e con uno Stato Sociale sempre meno attento ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. Altro punto cruciale la chiusura di molti ospedali, ubicati prevalentemente nelle aree interne e svantaggiate, dove più forte è la presenza degli anziani, desta molte preoccupazioni nelle fasce più deboli della popolazione”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. “Secondo i dati dell’analisi territoriale dell’Istat sui trattamenti pensionistici, esiste una disparità di trattamenti nelle aree rurali, alla quale si aggiunge la carenza di servizi sociali che rende più complessa la vita degli anziani”, insiste Muraglia.

In Puglia sono circa 210 mila i pensionati del lavoro autonomo, tra cui ben 63 mila coltivatori diretti, con un’altissima percentuale di pensioni integrate al minimo che non superano i 515 euro al mese – aggiunge Coldiretti Puglia – che stanno vivendo un momento di grande difficoltà, ma che, nonostante tutto, sono impegnati nel presidio territoriale nelle aree rurali, dove sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà.

“Al fine di una migliore programmazione socio-sanitaria – spiega Angelo Marseglia, presidente dell’Associazione regionale dei Pensionati di Coldiretti – abbiamo proposto l’istituzione di un tavolo regionale della terza età presso l'assessorato al welfare, al fine di condividere le scelte per la riformulazione del piano regionale delle politiche sociali e darne piena attuazione negli ambiti territoriali pugliesi. I continui tagli apportati alla spesa sociale, la notevole riduzione del Fondo per la non autosufficienza stanno scaricando sulle famiglie l’inadeguatezza dei servizi pubblici per gli anziani e per i non autosufficienti e stanno minando la stessa qualità della vita dei nostri pensionati, una risorsa e un patrimonio da salvaguardare”, aggiunge Marseglia.

La presenza degli anziani all’interno della famiglia in generale, e di quella agricola in particolare, è stata considerata come una forma arcaica da superare mentre con la crisi – sostiene Coldiretti Puglia – si sta dimostrando fondamentale per affrontare le difficoltà economiche e sociali di molti cittadini. La solidarietà tra generazioni sulla quale si fonda l’impresa familiare è – aggiunge Coldiretti Puglia – un modello vincente per vivere e stare bene insieme e non un segnale di arretratezza sociale e culturale come è stato spesso affermato.

Le pensioni aiutano i bilanci per più di una famiglia su tre con la presenza dei nonni in casa che viene giudicata positivamente per il contributo economico e sociale che sono in grado di offrire in un momento di difficoltà. La crisi generata dagli effetti del coronavirus ha peggiorato soprattutto fra gli anziani a basso reddito, con un esercito di nuovi di circa 1/3 è rappresentato da uomini e donne con più di 65 anni – aggiunge Coldiretti - che non possono pagarsi un pasto completo o le bollette di luce e riscaldamento. 

Da qui la necessità di intervenire per recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse – afferma Coldiretti Puglia – eliminare ogni forma di discriminazione fra lavoratori dipendenti ed autonomi anche per quanto attiene gli assegni familiari, riconoscere un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza, definire i livelli essenziali di assistenza, potenziare i servizi di prevenzione presso gli ambulatori di medicina generale allo scopo di assicurare, agli anziani a basso reddito, gli accertamenti diagnostici in forma ambulatoriale, con riduzione delle liste di attesa, dei ricoveri in ospedale e della spesa sanitaria.

Va anche riconosciuto un sostegno alle famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza. E’ evidente – aggiunge Coldiretti Puglia – l’insostenibilità sociale della situazione a carico dei coltivatori pensionati e delle loro famiglie, sui quali si vanno sempre più scaricando i disservizi e le insufficienze dell’intervento pubblico.

Cari Concittadini,  

 
domenica 20 e lunedì 21 settembre si voterà in Puglia per eleggere il Presidente della Regione e il Consiglio Regionale. È un’occasione importante come poche per il futuro del nostro territorio: a maggior ragione servirà riconfermare coloro che già conosciamo come preziosi. Vi chiedo di votare e far votare Mauro Vizzino, consigliere uscente che nei 5 anni appena trascorsi ha dimostrato affidabilità e concretezza, diventando un saldo punto di riferimento per la nostra città. 
 
Grazie alla collaborazione con Mauro, nel quadro di uno schieramento politico e di governo guidato dal Presidente Emiliano, abbiamo avviato e realizzato numerosi obiettivi e consentito alla nostra comunità di crescere sotto l'aspetto economico, sociale e culturale. È questa la strada per guadagnare una maggiore centralità del territorio brindisino nel panorama regionale. 
 
Il momento storico è difficile, più di sempre. È necessario distinguere i rappresentanti istituzionali non per le bandiere che sventolano ma per la buona politica che praticano in favore delle persone. Mauro sa farlo bene, spendendosi con spirito di servizio ed umiltà, aiutando a sanare un po’ delle disuguaglianze che affliggono la nostra terra. 
Votare lui come consigliere regionale significa provare a guadagnare serenità rispetto al futuro nostro e soprattutto dei nostri figli. 
 
Toni Matarrelli, sindaco di Mesagne

Alla vigilia delle oramai prossime consultazioni regionali, Mesagne in Comune – gruppo che proviene dall’unione dei movimenti civici di Progettiamo Mesagne e Mesagne Attiva-   protagonisti nel recente passato, di un’azione politica sempre tesa ad affrontare le questioni con assoluto pragmatismo e concretezza, dopo un’attenta valutazione e un democratico confronto, ha scelto di sostenere la candidatura del consigliere regionale Mauro Vizzino.

La decisione nasce dalla necessità di dare continuità a quel rapporto di collaborazione proficua, intrapresa fra il gruppo che ha sostenuto Antonio Calabrese alla carica di Sindaco nelle scorse amministrative e il consigliere Vizzino, per il raggiungimento di quegli obiettivi comuni, di interesse generale, inseriti anche all’interno del nostro programma elettorale.

La scelta, infatti,  da parte di Calabrese di collaborare a titolo gratuito con l’amministrazione Matarrelli, per la promozione delle politiche sulla disabilità, pari opportunità, partecipazione attiva e attuazione del PEBA, ha permesso in questi mesi di raggiungere importanti risultati quali l’attivazione delle consulte, l’istituzione dei tavoli di progettazione per l’attivazione  del PEBA, l’istituzione della commissione pari opportunità e diritti civili, diversi progetti di inclusione sociale a favore delle fasce più fragili, ecc.

Non si può negare che tali risultati, sono stati realizzati grazie a un lavoro di squadra sia con il governo cittadino che con il consigliere Mauro Vizzino. Come non citare, ad esempio, il contributo regionale giunto per il Piano Eliminazione Barriere Architettoniche, grazie al quale si sono potute attivare tutte le procedure che porteranno, molto probabilmente, all’adozione del PEBA entro il 2020; risultato certamente storico sia perché lo attendiamo da 34 anni e sia perché la nostra città farebbe un grosso passo avanti verso l’attuazione del sacrosanto diritto all’accessibilità sociale.

Questa collaborazione non si è mai fermata, anche durante la delicata fase del lookdown. Si ricorderà in proposito la controversa questione dei tamponi della provincia di Brindisi che venivano processati con forte ritardo. La nostra sezione di IIC,  insieme  al consigliere regionale Vizzino, è stata forse l’unica in provincia ad intervenire energicamente per sollecitare la dirigenza dell’ASL brindisina a trovare una soluzione. Non solo, si è affrontati la questione del regolamento sull’autismo cercando di porre rimedio ad alcune storture. Insomma un lavoro incessante, quotidiano e concreto a difesa dei cittadini e degli interessi del territorio.  Riteniamo fondamentale, dunque, per il bene della nostra comunità, non interrompere questo importantissimo lavoro di collaborazione fra il gruppo di Mesagne in comune e Mauro Vizzino.

Rivolgiamo tuttavia un grosso in bocca al lupo a tutti i candidati che concorrono nelle liste del centro sinistra sperando per tutti un lusinghiero risultato per il bene della nostra amata Regione.

Mesagne in comune – I Popolari -
Angelo Josè Pacciolla

Tra i settori più colpiti dalla crisi generata dalla pandemia Covid-19 vi è quello del florovivaismo che, secondo dati ISTAT, genera da solo un fatturato di oltre 2,5 miliardi di euro l’anno, pari al 5% della produzione agricola nazionale, coinvolgendo oltre 100.000 addetti per circa 27.000 mila aziende, con conseguenti e importanti risvolti occupazionali e lavorativi. Sulla recente crisi del settore hanno gravato principalmente la chiusura dei negozi e dei mercati, la sospensione delle cerimonie civili e religiose, oltreché la diffidenza degli importatori esteri che hanno bloccato il mercato internazionale dei prodotti italiani, con la inevitabile conseguenza di dover buttare al macero tonnellate di fiori e di piante. Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per fronteggiare la crisi del comparto si è attivato sia in ambito europeo – nel corso degli incontri bilaterali con il Commissario per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Wojciechowski, e in sede di Consiglio dei Ministri dell’agricoltura – che in ambito nazionale.

“Per sostenere il comparto florovivaistico nella legge di conversione del decreto Rilancio abbiamo previsto l’esonero straordinario dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, dovuti dal 1° gennaio al 30 giugno 2020 – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate, nel corso della risposta ad una interrogazione parlamentare in Commissione Agricoltura al Senato – Il decreto ministeriale attuativo, che distribuisce i 426,1 milioni di euro stanziati, è in fase di predisposizione e sarà pubblicato a breve. A ciò si aggiungono le altre misure previste dallo stesso decreto, ovvero i contributi a fondo perduto per il ristoro delle perdite, gli ulteriori 30 milioni di euro per rifinanziare il prestito cambiario di Ismea che si affianca ai finanziamenti sino a 30.000 euro per le piccole e medie imprese, la sospensione delle rate dei mutui e l’estensione dell’operatività delle garanzie. Un importante strumento per la ripresa di questo comparto – prosegue Giuseppe L’Abbate – è rappresentato dall’accesso diretto al Fondo di Garanzia gestito da Mediocredito centrale, in grado di erogare in maniera celere finanziamenti, aprendo le porte del credito alle imprese del comparto primario. A questi interventi normativi, seguiranno da parte del Ministero delle Politiche Agricole incisive azioni di comunicazione, con l’avvio di campagne informative sia in Italia che all’estero per rilanciare i prodotti del Made in Italy in generale. Infine – conclude il Sottosegretario L’Abbate – è intenzione del Governo utilizzare le risorse del Recovery Fund anche per l’adozione di misure specifiche per il settore florovivaistico, con l’obiettivo di favorire nuovi investimenti tra cui la sostituzione di serre e caldaie obsolete oltreché di ampliare il cosiddetto Bonus Verde e di programmare altre misure di mercato”.

INTERVENTI DI DERATTIZZAZIONE SU TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE

 
L’ufficio Ecologia e Ambiente del Comune di Mesagne informa che domani, mercoledì 2 settembre, l’intero territorio comunale sarà interessato dagli interventi di derattizzazione a cura della ditta PanEco srl. Il servizio verrà effettuato in orari diurni e non richiederà precauzioni da osservare.

Brindisi è stata terra di conquista di tante grandi aziende energetiche ed industriali negli ultimi decenni, che hanno reso la nostra città una delle più inquinate d’Italia e con i più alti tassi di tumore, come quello al seno nelle donne (Studio Forastiere). Dobbiamo iniziare a immaginarci in maniera diversa, proprio ora che siamo nell’era Covid-19, con tutti i finanziamenti che arrivano dalla UE e quando ormai vediamo giornalmente gli effetti dei cambiamenti climatici con fenomeni naturali estremi o mai visti, con la desertificazione del nostro territorio e la salinizzazione delle falde.

Edison, ENI e Cerano hanno dato lavoro a tanti brindisini nel secolo scorso, ma le cose sono cambiate: c’è l’emergenza climatica e i posti di lavoro in queste grandi opere riguardano poche decine di posti. E il costo in tema di ambiente e salute è stato altissimo: lo dimostrano il sito di bonifica nazionale di Micorosa, il più inquinato d’Europa, lasciatoci in eredità dalla Edison, o gli alti tassi di tumori lasciateci dalla megacentrale di Cerano.

In questi ultimi mesi le lobby delle grandi aziende, ENEL, ENI, A2A, Edison, TAP, SNAM e altre, vorrebbero continuare questo scempio a danno di salute, ambiente e territorio del brindisino, come una Fenice che rinasce dalle sue ceneri mortali:

  • la più grande megacentrale d’Europa, la Federico II ENEL di Cerano, invece di chiudere nel 2021, si vuole convertire al gas di TAP;
  • A2A Brindisi Nord, centrale chiusa dal 2013, ora vuole rinascere a gas
  • Edison e il Deposito GNL a Costa Morena

E i sindacati di categoria e confindustriali in questi giorni appoggiano tali iniziative con motivazioni illogiche e imposte dalle attività lobbyistiche di ENEL, ENI, A2A, Edison, SNAM, TAP, che perseguono solo l’interesse dei loro azionisti, e non dei cittadini di Brindisi, come in passato. E le amministrazioni pubbliche, dal Comune, alla Provincia, alla Regione fino ad arrivare ai politici nazionali, come l’ex presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, appoggiano tali richieste dei lobbyisti, in piena campagna elettorale.

Vediamo le posizioni ufficiali di sindacati, organizzazioni industriali e politici apparse sui giornali locali e perché sono sbagliate:

  • Sindacati e la scusa dell’occupazione: la centrale ENEL di Cerano con più di 300 occupati attuali oltre all’indotto del porto per lo scarico del carbone, attracco navi, eccetera, doveva chiudere nel 2021: con la conversione a gas basterebbero 30 dipendenti. A2A Centrale Brindisi Nord è ferma e basterebbero poche decine di dipendenti nella conversione a gas. TAP ha la sede logistica nella zona industriale di Brindisi, 15 dipendenti. Tutti tecnici specializzati, pochi di Brindisi. Perché spendere miliardi di fondi pubblici e del Just Transition Fund per avere meno di un centinaio di occupati, di cui una minima parte di operai locali? Basterebbe spendere pochi milioni in agriturismi e parchi per avere una nuova occupazione molto maggiore… Per non parlare se si investisse in comunità energetiche locali.
  • La scusa degli investimenti sul territorio: ENEL, ENI, A2A, Edison, SNAM, TAP e altre aziende quotate, che devono produrre dividendi sulle azioni per i loro azionisti proprietari, investiranno su Brindisi solo per produrre ulteriori profitti, senza nessun interesse per i cittadini e il territorio. Un esempio: in questi giorni è arrivata una comunicazioni di ENEL Gas a tutte le famiglie brindisine che aumenta nella bolletta del gas il costo del metano da 0.285 €/mc a 0.31€/mc: un aumento del 10% permesso da Arera, malgrado il prezzo del gas a livello internazionale sia sceso anche per effetto della riduzione dei consumi dovuti al Covid e a causa della sovrapproduzione di gas. Altro esempio: SNAM, per l’interconnessione del megagasdotto TAP/SNAM, come ristoro per il territorio, ha previsto delle nuove stazioni di rifornimento di metano sul territorio dopo gli scempi fatti sul territorio. Quali sono i ristori per i cittadini? Paghiamo di più il gas…
  • La scusa della sicurezza della fornitura energetica: la Puglia produce già il doppio dell’energia che consuma, e in particolare il territorio di Brindisi: con la centrale di A2A ferma e Cerano a un terzo della sua potenzialità produttiva e la centrale a turbogas di Eni Power nella ex Montedison. Aggiungiamo gli oltre 2000 ettari in Valutazioni d’Impatto Ambientale di nuovi megaimpianti fotovoltaici chiesti nella provincia di Brindisi per un totale di 4 Gigawatt e conseguente consumo di suolo agricolo e le decine di VIA richieste per il megaeolico (vedi EON a Mesagne o il progetto WPD Muro tra San Pancrazio, Erchie, Mesagne, Cellino), o gli impianti di compostaggio anaerobico per la produzione di biogas di Erchie e Brindisi. Brindisi terra di conquista “green” destinata allo scempio paesaggistico e inquinamento. Altro che “sicurezza nel rifornimento energetico”.
  • Deposito GNL a Costa Morena: per rigenerare il porto di Brindisi, ci mettiamo un megadeposito di di GNL: l’ultima idea di Edison SPA, socia al 50% del nuovo gasdotto Eastmed Poseidon, che dovrebbe appordare a Otranto e arrivare a Brindisi, a Matagiola. Megadeposito di gas liquido (il GPL delle auto), un ulteriore impianto a rischio industriale, oltre gli 11 impianti a rischio che già ci sono, e posizionato proprio dove arrivano le navi crociera, non in una zona neutra… E Ugo Patron Griffi, presidente dell’autorità portuale, sospeso per 8 mesi dal suo incarico con l’accusa di falso in atto pubblico, ora se la prende con gli ambientalisti, “avvertimento mafiosetto” la riserva delle stesse associazioni di ricorrere all’autorità giudiziaria nel caso si ravvedano illegittimità ed illegalità nel procedimento… Chi difende la propria terra ora è “mafiosetto”. Siamo all’assurdo.
  • La scusa del capacity market: il nuovo business delle aziende energetiche per avere finanziamenti senza neanche produrre energia: “le aste bandite dal gestore della rete, Terna, che paga i produttori fossili di energia perché garantiscano, con l’entrata immediata in funzione delle centrali a gas in caso di cali di produzione, l’energia necessaria per le esigenze nazionali.” Cioè noi a Brindisi, con la centrale Eni Power già attiva e due nuove centrali a gas, Cerano e A2A, dovremmo spendere miliardi per “garantire l’energia necessaria per le esigenze nazionali”? Ma se produciamo già il doppio dell’energia che consumiamo, compreso il fabbisogno dell’ex-Ilva…
  • Sono solo “stranded assets”:  il valore contabile di molte società considera già le aspettative dei ricavi economici di una buona parte di questo carbone, petrolio e gas che andrebbe lasciato sottoterra. Per questo si parla di “bolla del carbonio”: se si contrasterà seriamente il riscaldamento globale qualcuno dovrà rinunciare a un po’ di profitti, e quelle riserve di combustibili fossili conteggiate come futuri ricavi nei bilanci diventeranno degli stranded assets, ossia degli attivi non recuperabili. E’ il caso del magagasdotto TAP, che arriverà Brindisi per la fine del 2020, ma poi non c’è l’Interconnessione tra Matagiola e Massafra, da dove parte la Rete Adriatica SNAM, per portare il gas al Nord, a cui poi mancano importanti sezioni, come tra Foligno e Sulmona, zone altamente sismiche e contestate da istituzioni e popolazione locale, o il PRT di Sulmona, ancora solo in progetto, che dovrebbe decomprimere il gas di TAP per farlo arrivare a Minerbio, vicino a Bologna, per poi esportarlo verso l’Austria o stoccarlo nel nord Italia.

E’ il caso della conversione a gas delle centrali di Cerano e Brindisi Nord, visto che la Banca Europea degli Investimenti dal 2021 non finanzierà più infrastrutture fossili e che il testo uscito dal  Just Transition Fund della Commissione Europea e dal Consiglio dell’UE “esclude investimenti legati in attività legate al gas naturale per ragioni legate ad estrazione e combustione del carbonio”. E dovremmo impegnarci per 30 anni a investimenti nel gas climalterante e fossile, obsoleti e contro tutte le politiche europee e internazionali, come l’agenda ONU 2030?

  • Ex-Ilva e la scusa della riconversione a gas: un’altra frottola: il carbone non è utilizzato negli impianti esistenti solo “per produrre calore” nelle acciaierie, ma anche per l’ossidoriduzione dei minerali provenienti dalle miniere e per arricchirli di carbonio ottenendo la ghisa. L’unica alternativa all’abbandono della produzione di acciaio a ciclo integrale è lo sviluppo e l’adozione della MOE. Convertire Taranto a gas richiederebbe di rifare tutto l’impianto ed è folle.
  • Lo scandaloso Decreto Semplificazioni: 160 associazioni ambientaliste di tutta Italia, compresi noi, hanno firmato le osservazioni contro il Decreto, che
  • 1. Semplifica la procedura di valutazione d’impatto ambientale, rendendo più semplice l’approvazione di progetti ambientalmente dannosi e riducendo il potere d’intervento dei cittadini
  • 2. Svuota di significato i Siti nazionali di Bonifica trattati come territori "ordinari" nonostante il gravissimo inquinamento, da Taranto a Falconara, da Bussi a Brindisi, da Livorno a Gela, da Milazzo a Mantova e altre decine di aree
  • La bonifica si ferma ai suoli: e le falde contaminate? Abbiamo l’esempio di Micorosa, il più grande e inquinato SIN (Sito di Interesse Nazionale) europeo, i cui liquami si stanno sversando in mare per l’erosione della costa.
  • I nuovi emendamenti di questi giorni, a quanto riferisce Milano Finanza, rischia di sbloccare le attività petrolifere upstream in Italia, mettendo a rischio i piani di Eni ma anche di operatori esteri come Shell e Total: si parla anche dei campi di estrazione di petrolio e gas al largo della costa brindisina, come Campo Aquila, finora bloccate come licenza. Estraiamo ancora petrolio a mare a Brindisi?

Le nostre richieste:

  • Chiudere subito la centrale di Cerano e tenere chiusa la centrale Brindisi Nord di A2A.
  • No alle oltre 30 richieste di VIA alla Provincia di Brindisi per impianti di megafotovoltaico che non producono occupazione e consumano suolo agricolo e rovinano il paesaggio caratteristico del Salento: non capiamo, dopo gli scandali degli impianti fotovoltaici con riduzione a schiavitù degli operai installatori degli inizi degli anni 2000, come nell’ultimo anno siano arrivate tutte queste richieste? Forse per il basso prezzo dei terreni? Forse per la facilità di eludere i vincoli paesaggistici del nostro territorio anche a causa della Xylella?
  • No alle richieste al Ministero Sviluppo Economico per impianti di megaeolico nella Provincia
  • No al Deposito GNL a Costa Morena: non porta occupazione, è fossile, serve un’idea diversa per il porto di Brindisi
  • No a impianti di compostaggio anaerobico per la produzione di biogas: i nostri rifiuti differenziati di organico diventano rifiuto industriale dopo la produzione di biogas: invece noi chiediamo impianti che producano compost da riutilizzare come fertilizzante organico nei terreni agricoli, visto che il 70% del territorio salentino è a rischio desertificazione, cioè con meno dell’1% di sostanza organica nel terreno e di contribuire così a rigenerare un terreno impoverito, che favorisce malattie come il complesso di disseccamento rapido degli ulivi e la xylella.

Cosa proponiamo:

  • Comunità energetiche: la Regione Puglia ha già istituito il Regolamento Regionale sulle Comunità energetiche, Legge Regionale n. 45/2019: i Comuni devono coordinare l’autoconsumo di energia e devono redigere un Piano Strategico di Produzione e Autoconsumo annuale. I Comuni dovrebbero poi dimostrare l’attuazione del 60% degli impegni presi, pena l’annullamento dello stanziamento dei fondi regionali. Le Comunità energetiche producono una vera “green economy”: le famiglie sovvenzionate risparmiano sulle bollette luce/gas, si crea una economia di installatori, manutentori, tecnici, operai per gli impianti di micro fotovoltaico e microeolico (Brindisi è città del sole e del vento), in più c’è l’indotto per produttori di sistemi di energia rinnovabile e intermediari commerciali. E si evitano centrali a turbogas e il consumo di suolo (land-grabbing) dei megaimpianti: sono tutte azioni politiche che non danno profitto alle solite grandi aziende energetiche, ma vanno direttamente in tasca ai cittadini e alle amministrazioni comunali: non è semplice la soluzione? Le direttive europee le prevedono: la RED II, renewable energy directivedefinisce chiaramente le Renewable Energy community (REC): l’ obiettivo delle REC è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi azionisti o membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari.
  • Compostaggio aerobico: impianti che producano compost da riutilizzare come fertilizzante organico nei terreni agricoli per combattere la desertificazione e favorire la biodiversità, invece di usarlo in modo anaerobico per produrre biogas e lasciare i residui come rifiuti industriali.
  • Bonifica immediata del SIN Micorosa: con bonifica reale, appalti senza odore di mafia. Il telone isolante ormai è corroso e rischia di arrivare in mare e distruggere i confinanti parchi regionali con i fenicotteri rosa.
  • Bonifica della centrale Federico II: realizzare la proposta del Prof. Borri, assessore all’Urbanistica del Comune di Brindisi, di creare una Grande Foresta Orientale, dal Parco delle Saline di Punta della Contessa fino al Bosco del Tramazzone o Bosco di Cerano. Smantellare la centrale e convertire il terreno consumato di cemento in impianto fotovoltaico, con ritorni economici anche per ENEL.
  • Una nuova visione del ex-porto turistico di Brindisi, non più deposito di carbone e GNL fossili, ma di nuovo un porto turistico, come negli anni ‘70-’80, ambientalmente favorevole, e traino per una città sostenibile, con una economia sostenibile ed energeticamente comunitaria.

Associazioni firmatarie:

  • Movimento No TAP/SNAM della Provincia di Brindisi
  • Redazione di emergenzaclimatica.it, organizzazione registrata come rappresentante d’interessi presso la Commissione Europea
  • WWF Brindisi
  • Cobas Brindisi
  • Comitato No Compostaggio Erchie

Uno spettacolo di grande fascino. Unico nel suo genere. Suggestioni al crepuscolo del giorno che prendono la forma della danza aerea sullo specchio d’acqua del porto di Brindisi. Il mito e la bellezza, la danza e il mare, creature leggendarie, sfide infinite e musiche da cinema, saranno gli elementi di «Prime Visioni - I Suoni dal Mare», uno spettacolo indimenticabile da un’idea di Elisa Barucchieri in programma il prossimo venerdì 4 settembre, in due momenti, alle ore 19 e in replica alle 21.30 sul lungomare Regina Margherita, in prossimità dell’area parquet. Lo spettacolo è organizzato da «ResExtensa dance company» con fondi regionali destinati al piano straordinario «Custodiamo la Cultura in Puglia». Testi a cura di Selene Favuzzi. danza aerea porto di brindisi 2

La visione dello spettacolo sarà consentita a un numero di spettatori controllato, nel rispetto delle misure che garantiscano la sicurezza di artisti, personale e spettatori dettate dalle linee guida nazionali e dai protocolli regionali antiCovid.L’ingresso è gratuito e il pubblico accederà all’interno di un’area destinata e delimitata nella quale saranno fatte osservare tutte le prescrizioni vigenti in materia di rispetto delle distanze e di utilizzo della mascherina. 

Come sfondo, il sole che tramonta. Colonne sonore e parole da film che hanno narrato del mare, danza spettacolare a terra, in aria, in acqua, per uno spettacolo suggestivo e unico, perfetto per una sera di mezza estate. Tra terra e acqua e nel cielo. Un momento di meraviglia, immagini, con le sensazioni del mare, per celebrare quella speciale connessione che lega da sempre la fascinazione umana al mistero del mare.

Una creazione ‘prepotente’ inserita nelle anse del porto interno di Brindisi: Elisa Barucchieri libera la fantasia, non lesina risorse, trasmette entusiasmo per rappresentare un’ode magica e appassionata alla potenza del rapporto che dai primordi del tempo lega l’uomo al mare. Un’ode affidata in primo luogo al dinamismo espressivo di corpi instancabili: danzatori aerei, assicurati al braccio di un’autogrù proteso sul mare, planano sull’acqua come gabbiani, la lambiscono e, quasi fatta preda, subito riprendono il volo; altri corpi rotolano sulla superficie dell’acqua all’interno di sfere trasparenti simili a gigantesche bolle di sapone; e ancora danzatori nuotano alla stregua di pesci rossi dentro ampolle di cristallo. «Prime Visioni - I Suoni dal Mare» dipinge sul cielo un Poseidone insolitamente pacato e in vena di sorrisi che, invece di scatenare tempeste, scuote il tridente per ordinare a tritoni, sirene, ondine, naiadi e altre ninfe del mare poste al suo comando di dare vita a giochi e acrobazie. 

Il nostro porto farà da palcoscenico a uno spettacolo ricercato e costellato di meraviglia, capace di coniugare leggenda epica, musiche da film dedicati al mare e uno scenario che, a partire dal tramonto, si accenderà di luci riflesse sull’acqua, di coreografie sognanti e visionarie, di giochi bambini che trafiggono l’immaginario come fa Poseidone con il suo tridente che pianta nel suolo per fare sgorgare l’acqua. 

«E il mare concederà a ogni uomo nuove speranze, come il sonno porta i sogni».

Cristoforo Colombo