Redazione

I Carabinieri della Stazione di Tuturano di Brindisi, a conclusione di attività d’indagine scaturita dalla presentazione, nell’aprile scorso, di una denuncia-querela da parte di un 30enne del luogo, hanno denunciato in stato di libertà un 39enne di Castel Volturno (CE) e un 54enne di Napoli, entrambi censurati, per truffa. I due uomini, dopo aver incassato la somma di Euro 100,00 versata tramite bonifico PostePay per l’acquisto on-line di una PS4, non hanno consegnato la consolle e hanno interrotto i contatti con l’acquirente.

I Carabinieri della Stazione di San Pietro Vernotico, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà un 36enne del luogo, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, l’uomo, nel corso di un controllo alla circolazione stradale, è stato fermato alla guida della sua utilitaria e a seguito di perquisizione personale e veicolare è stato trovato in possesso di un involucro in cellophane contenente 0,5 grammi di sostanza stupefacente tipo “marijuana”, occultato nello zaino. Nella circostanza, la perquisizione, è stata estesa presso la sua abitazione e sul terrazzo, sono state rinvenute due piante di cannabis dell’altezza di circa 1 metro, coltivate in altrettanti vasi. Lo stupefacente e il materiale rinvenuto sottoposti a sequestro.

Dopo la pausa estiva è nuovamente in edicola il numero di luglio-agosto (7-8) del mensile “Memorie Mesagnesi”, che si apre con una riflessione sul «salvataggio» della biblioteca comunale «Ugo Granafei».

Seguono due articoli sulla festa patronale della Madonna del Carmine del luglio scorso: si parla della gastronomia tipica in uno di essi, si ricorda l’importanza del quadro del Palvisino nell’altro. «L’ospedale di Mesagne e gli uomini che fecero l’impresa» è il titolo di una storia a puntate che Tranquillino Cavallo ricava dalla lettura di articoli di giornale apparsi oltre 50 anni addietro, mentre Marcello Ignone, a 150 anni dalla pubblicazione del primo volume della «Messapografia» di Antonio Profilo, prosegue la disamina critica del volume.

Due articoli quindi, sono dedicati a Masseria Mucchio ed alla leggenda della «Signura Leta»: Mario Vinci legge il luogo fisico e ne ricostruisce le vicende; Angelo Sconosciuto pubblica la presentazione alla terza edizione de «Lo spettro» di Antonio Trinchera, che ha reso romanzo quell’antica leggenda. «Mesagne e il ciclismo» è il titolo dell’articolo di Giuseppe Giordano che riferisce della storia di questo sport a Mesagne. Il numero delle «Memorie Mesagnesi» si chiude con un articolo riguardante una singolare mostra sulla «Grande Guerra» allestita nel museo diocesano di Brindisi e con un ricordo di Cesare Pavese, che Ermes De Mauro commemora a 70 anni dalla morte. Infine, un editoriale graffiante del direttore. 

Nella mattinata di ieri 02 settembre 2020, nel porto di Brindisi, la Polizia di Frontiera, unitamente a personale della Guardia di finanza e dell'Agenzia delle Dogane — durante lo svolgimento di attività mirate al contrasto del fenomeno dell'immigrazione clandestina — ha proceduto al controllo di un camper noleggiato in Svezia e condotto da una cittadina di origine ucraina L. S. di 54 anni. Nella circostanza, durante l'ispezione del mezzo, notando che la conducente, nonostante avesse affermato di essere l'unica presente sul camper, si frapponeva in maniera sospetta al controllo del vano dei servizi igienici, si procedeva ad un'ispezione più accurata del predetto vano trovando nascosti nr.5 clandestini di nazionalità albanese. Nell'occasione, la Polizia di Frontiera, di concerto con la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Dogane, procedeva all'arresto di L.S., di nazionalità ucraina, per il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di cui all'ad. 12 co.1 e co. 3 del d. Igs. 286/99 e ss.mm.ii., conducendo la stessa presso la Casa Circondariale di Lecce e procedendo, inoltre, al sequestro del camper utilizzato per il trasporto di clandestini. A carico di alcuni dei suddetti cittadini albanesi risultavano delle inammissibilità sul territorio nazionale motivo per cui hanno utilizzato la modalità clandestina per l'ingresso in Italia, connesse anche alle limitazioni alla circolazione al D.P.C.M. del 07 agosto 2020.
Tale attività si inquadra in una più generale azione di contrasto all'ingresso illegale nel territorio italiano, nonché al controllo delle disposizioni in materia di contenimento connesse all'emergenza sanitaria COVID-19. In tal senso circa 30000, infatti, sono stati i controlli effettuati in ambito portuale ed aeroportuale. In questo ambito, la Polizia di Frontiera, nella serata dei 29 agosto 2020, non ha consentito l'ingresso in Italia di nr. 36 cittadini albanesi che chiedevano di entrare per motivi di salute, respingendoli. Le ragioni del mancato ingresso sono da imputare al fatto che la documentazione sanitaria da loro presentata non risultava essere idonea a consentire l'entrata nel territorio italiano. Questi provvedimenti sono stati adottati in considerazione del fatto che, nell'ultimo periodo, è accaduto spesso che diversi cittadini albanesi non soggiornanti sul territorio nazionale, all'atto dei controlli di frontiera, hanno falsamente dichiarato di voler entrare in Italia per ragioni di salute esibendo una ricevuta di prenotazione di vista medica effettuata con i portali telematici a ciò dedicati. L'esito di un'attività info investigativa condotta da quest'Ufficio ha accertato che tali cittadini non si sono mai presentati presso le strutture sanitarie per essere sottoposti agli accertamenti medici prenotati.
Tale attività di contrasto ha sicuramente creato un deterrente all'ingresso finalizzato al raggiro della normativa attualmente in vigore.

Prosegue senza sosta l’intensa attività di prevenzione e repressione dei reati
da parte dell’U.P.G.S.P. della Questura di Brindisi
Nella scorsa notte, la Volante si portava in una zona rurale per un più
accurato controllo del territorio nelle aree periferiche, notando un’autovettura
station wagon di colore scuro che alla vista dell’equipaggio si allontanava
precipitosamente.
Visto ciò, il personale si metteva alla ricerca del veicolo sospetto che veniva
rintracciato subito dopo, sulla S.P. 43 in direzione Palmarini, fermato e
controllato.
A bordo del mezzo venivano identificati il conducente P.P. del 1961 ed un’altra
persona, rispettivamente zio e nipote, i quali riferivano che si stavano
portando presso un loro podere.
Durante il controllo dell’auto, gli operanti, notavano che tra i due sedili
anteriori, vi era un fucile del tipo semiautomatico con la canna rivolta verso il
pianale poggiapiedi del passeggero.
L’arma veniva prontamente recuperata e dalla successiva perquisizione ai
passeggeri e al veicolo, si rinvenivano cartucce dello stesso calibro del fucile
nel vano portaoggetti dello sportello anteriore destro.
I successivi accertamenti permettevano di riscontrare che il fucile risultava
intestato a P.P. e che lo stesso non possedeva alcun titolo amministrativo che lo
autorizzasse al porto dell’arma, motivo per il quale il fucile veniva sequestrato
con il relativo munizionamento.
Per quanto sopra accertato, il personale operante procedeva all’arresto di P.P.
per il reato di porto abusivo di arma da fuoco. Lo stesso è stato sottoposto alla
detenzione domiciliare in attesa della convalida della misura.

La notizia dell’aggressione in piazza Vittorio Emanuele II che, secondo quanto riportato da una testata giornalistica locale, si sarebbe verificata nel tardo pomeriggio di martedì 1 settembre e nella quale sarebbe rimasto coinvolto un giovane fortunatamente sfuggito al tentativo di essere trascinato via con la forza da parte di quattro persone sopraggiunte a bordo di due auto, ci colpisce e preoccupa molto, tanto per le modalità con la quale la stessa si sarebbe svolta, quanto per la mancata reazione dei cittadini presenti che, inermi, avrebbero assistito alla scena. Non si intende qui condannare la comprensibile paura che suscita la vista di episodi di tale violenza, piuttosto che l’istinto di pensare anzitutto alla propria incolumità e a quella della propria famiglia. Ciò che si vuole segnalare è il pericolo concreto che la violenza, il sopruso, la giustizia “fai da te”, possano essere accettate come cose con le quali convivere senza che nessuno possa farci nulla, senza che nessuno possa o debba impicciarsi di questioni che non gli appartengono. Tale assuefazione comporta un arretramento morale, civile e culturale della comunità per via del quale nessuno può sentirsi al sicuro e di fronte al quale non basterà lo sbrilluccichìo delle notti d’estate e un centro storico brulicante di gente tre mesi l’anno per trasmettere l’idea di una città avanzata, moderna, progredita.  Se i cittadini non vanno condannati di fronte a naturali reazioni di paura, chi non può esimersi dal dare risposte forti ed incisive, tali da inoculare i necessari anticorpi in un tessuto sociale esposto al rischio che l’illegalità attecchisca ancora, sono le Istituzioni con a capo il Sindaco e l’amministrazione comunale. Tanto più, è il caso di ricordarlo, che l’episodio verificatosi due sere fa non è il primo che si consuma sotto gli occhi di diversi cittadini negli ultimi mesi. E’ giusto che le forze dell’ordine e la Magistratura facciano chiarezza sull’occorso, ma intanto la politica non può non svolgere un ruolo di fronte al reiterarsi di manifestazioni di efferata violenza. Pertanto chiediamo che si convochi con urgenza e si renda realmente operativo l’osservatorio permanente sulla legalità, costituito con delibera di consiglio comunale nelle scorse settimane. La diffusione della cultura della legalità in più settori della società mesagnese è stata una conquista per la quale amministratori capaci e dirigenti politici, ormai trenta anni fa, hanno messo a repentaglio la loro vita e la sicurezza delle loro famiglie. Ma come tutte le conquiste anche quella, purtroppo, non è per sempre. Se si abbassa la guardia, i tempi bui possono ritornare.

Gruppo consiliare Partito Democratico

Il presidente della Regione Puglia, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 3 settembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 3886 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 80 casi positivi: 25 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi; 12 nella provincia BAT, 13 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 24 in provincia di Taranto, 3 fuori regione.

Sono stati registrati tre decessi: 1 in provincia di Bari, 2 in provincia di Lecce.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati  316840 test.

4.078 sono i pazienti guariti.

986 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 5.624, così suddivisi:

1.989 nella Provincia di Bari;

461 nella Provincia di Bat;

708 nella Provincia di Brindisi;

1.399 nella Provincia di Foggia;

676 nella Provincia di Lecce;

347 nella Provincia di Taranto;

43 attribuiti a residenti fuori regione;

1 provincia di residenza non nota (2 casi eliminati dal database).

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Personale del Commissariato di Mesagne ha eseguito un’ordinanza di Allontanamento dalla Casa Familiare e di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati abitualmente dalla persona offesa nei confronti di C.C. latianese del 1975.

Qualche giorno dopo Ferragosto, la volante era intervenuta a Latiano per una lite in famiglia.

Dalla ricostruzione fatta sul posto dagli agenti, era emerso che un’anziana donna, di oltre novanta anni, nonna di tutte le parti in causa, ospitava nella sua casa due nipoti, fratelli, disoccupati, che si erano assunti l’impegno di prendersi cura di lei.

In occasione dell’intervento, l’anziana signora aveva lamentato agli operatori del Commissariato che le cure non erano né assidue né corrette a causa del comportamento negligente dei nipoti, aggiungendo, altresì, di essere stata anche aggredita da uno di essi. La “nonna” riferiva che intorno alle ore 14:00, aveva rimproverato uno dei nipoti perché giunto in ritardo, motivo per il quale aveva saltato il pranzo. Al rimprovero il nipote aveva reagito aggredendo verbalmente la congiunta e lanciandole addosso il cellulare, nonché rompendo una poltroncina in legno, i cui pezzi colpivano l’anziana donna.

I successivi accertamenti condotti, hanno consentito di ricostruire più comportamenti del nipote, verosimilmente riconducibili ad un eccessivo consumo di alcolici, sono stati tali da determinare l’A.G. all’emissione del provvedimento di allontanamento dalla casa e di divieto di avvicinamento all’anziana donna ed altri parenti.

I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Brindisi, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà un 43enne del luogo, poiché all’alba del 2 settembre, controllato in una via del centro abitato alla guida della sua autovettura, in evidente stato di alterazione psicofisica, si è rifiutato di sottoporsi agli accertamenti sanitari presso l’ospedale di Brindisi, per verificare l’eventuale assunzione di sostanze stupefacenti. Nella circostanza, l’uomo è stato sanzionato per guida senza patente poiché ritirata da altro organo di polizia. Il veicolo è stato sottoposto a sequestro amministrativo finalizzato alla confisca e affidato a una ditta autorizzata.

 Carabinieri della Stazione di San Pietro Vernotico hanno denunciato in stato di libertà un 19enne di Squinzano (LE), per porto di armi od oggetti atti a offendere. Il giovane, controllato alla guida di un’autovettura, a seguito di perquisizione personale, è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico della lunghezza totale di 24 cm occultato all’interno del proprio marsupio. Nella circostanza, è stata contestata violazione amministrativa per inosservanza della normativa sugli stupefacenti al passeggero 44enne residente a Surbo (Le), poiché trovato in possesso di un grammo di marijuana. L’arma bianca e la marijuana sono state sottoposte a sequestro.