un imprenditore della ristorazione mesagnese per aver minacciato un dipendente di tagliargli la testa e di giocarci a pallone, se si fosse presentato ancora una volta per chiedere gi arretrati. La sentenza è quella del processo con rito abbreviato del giudice per l'udienza preliminare, Simona Panzera, e riguarda il titolare del bar-ristorante "Vita" di viale XXV Luglio, a Lecce. A Sergio Valentini, 45 anni, di Mesagne (in provincia di Brindisi), sono stati inflitti due anni e mezzo di reclusione per estorsione continuata: con quelle minacce avrebbe costretto un marocchino oggi 42enne, in servizio come lavapiatti per un paio di mesi, da dicembre del 2014 a febbraio del 2015, a desistere dal reiterare la richiesta di avere il corrispettivo di dieci giornate non retribuite: 190 euro. Cioè dieci giornate di lavoro, con orario dalle 10 alle 16. Dieci euro al giorno e, dunque, 1 euro e 66 centesimi all'ora, ha precisato nell'esposto che ha dato il via all'inchiesta l'avvocato Carlo Viva nelle vesti di legale del lavoratore straniero, che ha curato la costituzione di parte civile nel processo. La sentenza non è definitiva e per questo Valentini deve essere considerato innocente fino all’ultimo grado di giudizio. (Articolo completo su Nuovo Quotidiano di Puglia)
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