Quando si ha che fare con la poesia

Serafino Scalera Ottobre 16, 2024 349

Ci sono poesie e racconti che a volte con poche parole riescono ad entrare  in profondità nei meandri della vita, tali da sentirli come parte integrante dei nostri vissuti anche perché ci invitano a cogliere il vero senso delle cose che a volte sembra sfuggirci, oltre a spingerci a guardare il mondo con altre visuali non comuni; e dato che siamo attanagliati nelle logiche pressanti del presente, riescono ad imprimere qualcosa di più duraturo nelle nostre anime sempre più bisognose di un contatto sincero prima con noi stessi e poi con la realtà che ci circonda. Ed è il caso delle poesie  di Tommaso Castellana, presenti nella sua prima esperienza letteraria Fogli e ricordi (Roma, NeP Edizioni 2022), dove siamo condotti con mano ad assaporare il ritmo del tempo e della natura, elementi  strettamente intrecciati coi ricordi e ‘con i sogni dispersi dal vento della vita’, come scrive Cinzia Cofano nella seconda di copertina; all’interno della silloge si trova questa poesia ‘Ombra’, dedicata alla figura paterna, in cui ognuno di noi può trovare sé stesso, i debiti con gli altri, la propria storia, la strada percorsa e  tracciare quella nuova da intraprendere con la coscienza critica che il tutto va faticosamente costruito giorno per giorno:

Ombra che riflette la mia anima – come uno specchio –

stringendo tra le sue mani ricordi e sapere.

I pensieri si palesano

dando vita a nuove forme

mutate in parole

che l’ombra interiorizza.

Appassionata a tutto il conoscibile avanza

Impegnando nuove strade.

Quasi lo stesso spirito, con insieme la necessità di fare debitamente i conti col tempo della vita una volta che essa ha incontrato l’Altro, si riscontra nella fatica successiva di Tommaso Castellana venuta a concretizzarsi nel recente romanzo dal titolo In cammino con Nathan (2024), frutto dell’esperienza del cammino per Santiago; un breve periodo, tratto da una pagina,  svela la valenza per le nostre vite di un cammino che ognuno di noi è invitato a fare dentro di sé nell’incontro-scontro con  i tempi degli altri e con le logiche del mondo, bisognose di essere ascoltate:

Come l’albero, il Cammino ci insegna a rallentare, a crescere in tempi non definiti e immergerci nel ritmo naturale delle cose. Saper vivere le attese, rispettare quelle più lunghe, e allo stesso tempo essere pronti a mutare. A saper ascoltare.

Poche parole condensano il pulsare delle cose, il nostro essere immersi in un ritmo che va rispettato per quello che è  e che, se ascoltato per intero e non mutilato o manipolato in base ai nostri desiderata, arricchisce i percorsi esistenziali che  si mettono in atto, fatti di attese, di rinunce ma forieri di ulteriori possibilità; il ‘cammino’, come le pagine di questo romanzo evidenziano, è fatto di  faticose tappe molte delle quali dolorose, e si rivela pieno di incognite, di inevitabili svolte, di energie dentro di noi che difficilmente avremmo pensato di avere. Esso è un continuo interrogare il nostro vissuto, un modo di disfarci criticamente delle molteplici illusioni che ci siamo creati e, nello stesso tempo, si rivela essere un cantiere dove prendono piede le nuove speranze da coltivare per spronarci a vivere con uno stile diverso.

Così, una silloge di poesie come Foglie e ricordi e un romanzo come In cammino con Nathan di Tommaso Castellana, oltre a permettere delle gradevoli letture grazie ad un linguaggio chiaro e conciso, ci offrono un ventaglio di possibilità esistenziali in grado di farci vedere sotto altra luce i nostri percorsi di vita, di arricchirli di ulteriori ‘cammini’ rigeneratori più che mai necessari in un momento come quello attuale caratterizzato da diverse minacce per nostra diretta responsabilità.

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