Redazione

Nel 2021 sono state 301 le aziende della provincia di Brindisi ispezionate dallo Spesal, il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro della Asl. Il dato è stato divulgato in occasione della Giornata internazionale della sicurezza e della salute sul lavoro, che si celebra il 28 aprile. Nel 38% dei casi trattati sono state riscontrate irregolarità di vario genere. Particolarmente frequenti le violazioni normative nel settore edile: soprattutto carenze nei sistemi di protezione dalle cadute dall'alto.

Nel 2021 in provincia di Brindisi si sono verificati 1.676 infortuni sul lavoro. Il dato, ancora in corso di valutazione definitiva da parte dell'INAIL, evidenzia un incremento rispetto all'anno precedente: nel 2020, infatti, gli infortuni erano stati 1.605. In tutta la Puglia gli incidenti sul lavoro risultano invece in lieve diminuzione (16.437 contro i 16.852 dell'anno precedente). In crescita a Brindisi anche le malattie professionali: in questo caso però le ultime rilevazioni si riferiscono al 2020. Sono state 107 in tutto quelle riconosciute, contro le 90 del 2019. Al primo posto risultano le malattie cosiddette da sovraccarico biomeccanico (cioè da sforzo eccessivo: tendiniti, ernie, tunnel carpali, eccetera), seguite da ipoacusie, cioè abbassamento dell'udito. Scarsa l'incidenza dei tumori: solo 2 casi.Sicurezza_sul_lavoro.jpg

"All'incremento degli incidenti - ha dichiarato il direttore dello Spesal brindisino, Nicola Dipalma - può aver contribuito anche la ripresa di molte attività che nel 2020 erano rimaste chiuse a causa del Covid; è fisiologico che ad un aumento delle ore lavorate complessivamente faccia riscontro un aumento degli infortuni. Noi - ha proseguito - ad ogni modo continueremo le nostre attività ispettive: il settore più critico continua ad essere quello edile, seguito subito da quello agricolo, dove l'incidente più frequente è il classico ribaltamento dell'automezzo pesante privo di sistemi di sicurezza".

Accanto alle ispezioni, c'è la prevenzione. "Lo Spesal - ricorda Dipalma - proseguirà anche con le iniziative di informazione e formazione rivolte specificamente ai datori di lavoro. A questi soggetti sono dedicati corsi di aggiornamento e seminari. A giugno poi - ha concluso - terremo un importante convegno sul rischio professionale cancerogeno e chimico nel territorio di Brindisi".Cantiere_lavoro.jpg

Il 28 aprile è anche la giornata mondiale delle vittime da amianto. Ed anche in questo campo lo Spesal brindisino si sta rivelando attivo: nel 2021 sono stati controllati 84 cantieri dediti alla bonifica delle strutture in amianto. "Soltanto nel 6% dei casi - conclude Dipalma - ci siamo imbattuti in violazioni di norma; il che ci conforta. Significa che le ditte incaricate di rimuovere e trattare i residui di amianto si comportano in maniera piuù attenta".

Allo Spesal della Asl di Brindisi lavorano 4 medici, due dei quali con qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria. Ci sono anche 12 tecnici della prevenzione, otto dei quali ufficiali di polizia giudiziaria.

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"I circoli del Partito Democratico della Puglia hanno iniziato sui diversi territori le assemblee sul "PD che vogliamo”, un modo per dibattere con iscritti e simpatizzanti e allargare la partecipazione. Sono tutti passaggi che ci porteranno a definire proposte e idee sul Partito Democratico che abbiamo in mente che, in una società come quella attuale, sarà inevitabilmente fatta di sezioni e smartphone. A fine maggio, poi, tireremo le somme in un'Assemblea regionale dei circoli pugliesi per decidere insieme le regole congressuali". Così Francesco Boccia, deputato PD e commissario per il congresso del Partito democratico di Puglia, intervenendo all'assemblea del circolo di San Nicandro Garganico sul "PD che vogliamo".

Con la mancanza di piogge gli invasi artificiali pugliesi segnano 7 milioni di metri cubi d’acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente già uno dei più siccitosi, dopo un inverno 2022 con 1/3 di rovesci in meno che fa scattare l’allarme siccità e incendi favoriti dall’aumento delle temperature. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio ANBI Nazionale.    

La siccità – precisa la Coldiretti Puglia – minaccia oltre il 30% della produzione agricola, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, ma a preoccupare è anche lo sviluppo delle colture destinate all’alimentazione degli animali, l’irrigazione degli oliveti e dei frutteti, perché se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con le irrigazioni di soccorso dove sarà possibile.

Con l’innalzamento dei livelli del mare l’acqua salata – aggiunge Coldiretti Puglia - sta già penetrando nell’entroterra bruciando le coltivazioni nei campi e spingendo all’abbandono l’attività agricola secondo l’allarme lanciato dal rapporto sul clima del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) dell’Onu.

I pozzi freatici non hanno più acqua, mentre dai pozzi artesiani c’è il rischio di emungimento di acqua salmastra, uno scenario che impone – insiste Coldiretti Puglia - di sfruttare al meglio tutte le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, perché è andata persa finora l’opportunità di ridisegnare una lungimirante politica irrigua e di bonifica integrale in Puglia

Ma a preoccupare – continua la Coldiretti Puglia - sono anche gli incendi favoriti dalle alte temperature e dall’assenza di precipitazioni che ha inaridito i terreni nei boschi più esposti al divampare delle fiamme, ma anche in Salento dove l’abbandono dei campi a causa della Xylella che ha fatto seccare gli ulivi ha reso drammatico il fenomeno degli incendi.

La siccità, che distrugge le coltivazioni e favorisce i roghi, è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura in Puglia che convive con un vero e proprio paradosso idrico, dilaniata da drammatici fenomeni siccitosi con danni stimati di oltre 70 milioni di euro all’anno per l’impatto devastante sulle produzioni agricole e sulla fertilità dei terreni e al contempo è colpita da alluvioni e piogge torrenziali che provocano allagamenti ma non riescono a sopperire alla grave carenza di acqua, in una situazione in cui con l’emergenza Covid l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare delle famiglie

Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile – insiste Coldiretti – un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto – conclude la Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti. L’idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

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Dati del giorno: 28 aprile 2022

4.293
Nuovi casi
22.761
Test giornalieri
3
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 1.448
Provincia di Bat: 261
Provincia di Brindisi: 489
Provincia di Foggia: 520
Provincia di Lecce: 831
Provincia di Taranto: 696
Residenti fuori regione: 34
Provincia in definizione: 14
105.449
Persone attualmente positive
557
Persone ricoverate in area non critica
23
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.058.128
Casi totali
10.502.927
Test eseguiti
944.423
Persone guarite
8.256
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 346.619
Provincia di Bat: 95.034
Provincia di Brindisi: 98.744
Provincia di Foggia: 155.980
Provincia di Lecce: 209.903
Provincia di Taranto: 140.637
Residenti fuori regione: 7.866
Provincia in definizione: 3.345

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Xylella, Stefàno (PD): "Il Ministero dell'agricoltura attribuisca ai Comuni nell’area territoriale dove è presente il batterio della Xylella fastidiosa lo status di zona svantaggiata"

"Con una interrogazione urgente al Ministro Patuanelli ho chiesto di disporre, mediante aggiornamento all'apposito decreto, lo status di cosiddetta zona svantaggiata ai Comuni nell’area territoriale dove è presente il batterio della Xylella fastidiosa almeno fino a quando, e se, la condizione ambientale e quella produttiva non saranno tornate al periodo precedente all'arrivo del batterio medesimo" dichiara il senatore salentino Dario Stefàno.

"La Xylella fastidiosa è presente ormai da 10 anni in alcune zone della Puglia ed è diventata un fattore tanto determinante quanto strutturale per quei territori che subiscono l'impoverimento dei terreni e dei territori. La scienza, finora, non è stata in grado di fornire una soluzione definitiva a questa piaga" continua il senatore dem "per cui non possiamo più trattare questo fenomeno con gli strumenti e la metodologia propri ad una situazione di emergenza, ad una calamità improvvisa. Dobbiamo inquadrare la questione nel campo di uno svantaggio strutturale che produce effetti e ricadute negativi in ambito economico, sociale, ambientale, culturale e turistico".

"A questo danno, perciò, non si può aggiungere la beffa di quanto riportato nel Decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali 8 giugno 2020, recante "Adozione della metodologia per l'identificazione delle aree soggette a vincoli naturali significativi diverse dalle aree montane e relativi elenchi" secondo il quale diversi Comuni pugliesi che insistono nei territori colpiti dalla Xylella fastidiosa non rientrano più nell'elenco di zone svantaggiate e vengono quindi privati anche di quelle minime agevolazioni e riserve riportate nei bandi. Quanto chiedo al Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è pertanto una iniziativa correttiva ispirata totalmente al buon senso e al rispetto anche di chi continua ad operare in contesti palesemente svantaggiati".

Anche la città di Brindisi, come Roma, potrebbe avere il parco regionale dell’Appia antica. È un’idea progettuale proposta dagli iperattivi cicloamici e perorata dal Comune di Mesagne, Provincia di Brindisi e consorzio Asi da realizzarsi nell’oasi naturalistica del Cillarrese. Come il parco regionale dell’Appia antica a Roma rappresenta il punto di partenza, il tratto terminale del “Cammino della Via Appia” insieme con l’invaso e il parco del Cillarese ed il territorio agricolo circostante potrebbero formare un vero e proprio parco archeologico e naturalistico. In origine si trattava di una area paludosa che nel 1980 è stata bonificata, grazie alla costruzione di un invaso artificiale, realizzato con fondi della Cassa per il Mezzogiorno, e trasformata in un bacino idrico per fornire acqua alle industrie locali. Viene gestito dal consorzio Asi di Brindisi.

Nel giro di pochi anni dalla realizzazione della diga, l’invaso è diventato un habitat naturale per varie specie di uccelli acquatici stanziali e meta per tanti uccelli migratori. Dunque, l’associazione cicloamici, in collaborazione con il Comune di Mesagne, provincia di Brindisi e con il consorzio Asi di Brindisi, hanno proposto un itinerario culturale in bicicletta alla scoperta di antiche strade tra Brindisi e Mesagne. L’itinerario è stato costruito sullo studio delle antiche carte geografiche che a partire dalla fine del XVI secolo hanno lasciato indizi ed elementi dei luoghi attraversati dalla via Appia e da altri itinerari istmici utilizzati fino a metà Ottocento. Sono state visitate masserie storiche e siti di interesse naturalistico ed in particolare l’Invaso del Cillarese. Accanto all’itinerario in bicicletta l’associazione Atletica Mesagne può sviluppare un affascinante itinerario podistico. Intanto il presidente della Provincia di Brindisi, Toni Matarrelli, il cui ente è azionista del consorzio Asi Brindisi si è impegnato a creare un tavolo di lavoro per riunire insieme i tecnici del consorzio Asi e della Provincia per studiare la fattibilità di alcune ipotesi di collegamento tra l’itinerario Appia antica e l’invaso del Cillarese.

L’itinerario proposto dai cicloamici nel tratto terminale della via Appia prevede alcune tappe imperdibili lungo l’itinerario tra Mesagne e Brindisi e, precisamente, a Masseria Nuova, masseria San Giorgio, masseria Masina, masseria Cillarese, l’invaso e diga del Cillarese, il parco del Cillarese, il seno di ponente del porto di Brindisi e, infine, le colonne romane. Punto di arrivo dell’itinerario, quindi, rimangono le colonne romane: dal parco del Cillarese alla scalinata delle colonne romane l’itinerario comprenderebbe il centro storico di Brindisi e una bella camminata sul seno di ponente del porto di Brindisi per meno di due chilometri.

A cinquanta giorni dalla sua elezione a presidente della Provincia di Brindisi, Toni Matarrelli, non ha ancora distribuito le deleghe speciali ai consiglieri. Nè tantomeno è stato nominato il vice presidente. Evidentemente ancora non è stato raggiunto nessun accordo con i partito che hanno contribuito all'elezione del sindaco di Mesagne a presidente della Provincia.  Nel frattempo Matarrelli ha dovuto occuparsi da solo di tutte le questioni di competenza dell’ente. Dal bilancio, completato e licenziato dallo stesso presidente nei giorni scorsi, che adesso attende di essre discusso in Consiglio, al Piano triennale delle opere pubbliche fino alla gestione delle varie progettazioni relative agli interventi candidati e dacandidare al Pnrr. Ossia quelle relative all'edilizia scolastica e alla rete viaria provinciale. Oltre che alle questioni legate alle autorizzazioni ambientali di competenzadell’ente di via De Leo.

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Quando un prodotto può definirsi davvero grande? Quando ha la capacità di adattarsi alle epoche che attraversa restando sé stesso. È quello che è successo al fico mandorlato, simbolo di un paese, San Michele Salentino, capace di cambiare restando sé stesso, che l’Amministrazione Comunale, da un’idea dell’assessorato allo spettacolo guidato da Angela Martucci, vuole celebrare in un volume che non sarà un semplice libro di ricette ma una vera e propria opera d’arte: un manuale di cucina sentimentale, una mappa emozionale, attraverso storie, aneddoti e ricette, per raggiungere il cuore dei lettori.

La redazione del volume sarà curata da Ilaria Oliva, di San Vito dei Normanni, docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Bari, manager culturale dal 1999, esperta di valorizzazione, marketing territoriale e organizzazioni di eventi. Sommelier dal 2017 e Master Sommelier dal novembre 2021 con Fondazione Italiana Sommelier.fico mandorlato

“È chiaro che non sarà il solito libro di cucina – spiega l’assessora Martucci – perché, oltre alle ricette provenienti da ristoratori, panettieri, pasticceri e casalinghe, sarà dato spazio ai personaggi, a chi, nella nostra Comunità, ha scritto la storia del fico mandorlato, ovvero i produttori. Sarà un libro di racconti, con immagini inedite che illustrano questo grande prodotto. Ognuno lo leggerà da un suo personale punto di vista, perché il cibo è qualcosa che non si ferma solo al palato, è anche qualcosa di più profondo. C’è tanto amore attorno a questo prodotto, attorno a San Michele e alle sue tradizioni. Lì vogliamo condurre cittadini, viaggiatori e appassionati. A fianco al testo italiano, infatti, ci sarà la traduzione in inglese perché il fico mandorlato è diventato il prodotto-simbolo di San Michele Salentino nel mondo e, per il turista gourmet, un dono originale da regalare agli amici”.

 Per la raccolta del materiale storico ed enogastronomico sarà pubblicato a breve un avviso sulla homepage del sito istituzionale e su tutti i canali di informazione del Comune. Alla realizzazione del volume, che sarà effettuata nel modo più corale possibile, potranno partecipare ristoratori locali, titolari di attività che operano nel settore gastronomico (panifici, pasticcerie, bar, etc.) ma anche tutti i cittadini appassionati di gastronomia che vogliano condividere, quindi, ricette, racconti e aneddoti a tema “fico”. Si potrà contattare la dr.ssa Ilaria Oliva alla seguente e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., indicando nome, cognome, nome attività, recapito telefonico e/o direttamente la ricetta o il racconto. Sarà premura della dr.ssa Oliva mettersi in contatto con ciascuno, per valorizzare ogni contributo. È, inoltre, possibile contattare il Comune di San Michele Salentino al numero 0831.966026 e chiedere dell’ufficio stampa, che provvederà a indirizzare le comunicazioni ricevute. “L'idea - spiega la Oliva - è rendere il senso di una comunità attraverso le sue tradizioni, il suo patrimonio immateriale, che ne costituiscono l'identità.”

La tradizione dell'essiccazione dei fichi è tipica di tutto il sud Italia ed era praticata soprattutto dalle famiglie contadine. Ma l'idea di arricchire i fichi essiccati, aggiungendo la mandorla, nasce a San Michele Salentino. La preparazione avviene raccogliendo a scalare i fichi in via di maturazione: si utilizzano solo i bianchi della varietà Dottato che vengono aperti a metà, appiattiti e lasciati essiccare su graticci di canne (sciaje) al sole per una settimana. Una volta raggiunto il giusto grado di essiccazione, si pone dentro il fico aperto una mandorla intera tostata di varietà Riviezzo (Cegliese), o Bottari (il nome locale della Genco), o Sciacallo, Tondina, o Sepp d’Amic. Si unisce, quindi, una scorzetta di limone e qualche seme di finocchietto selvatico. Si sovrappone il fico ad un altro fico e si chiude: si infornano quindi a temperatura medio-bassa per circa un’ora. La preparazione dei fichi mandorlati comincia alla fine di agosto e prosegue fino alla fine di settembre. 

“Ecco così che la cucina diventa un’occasione per cittadini, chef, artigiani di raccontare con i sapori di un piatto la storia del fico mandorlato e per chi mangia di conoscere tradizioni e valori culinari decennali – dichiara il sindaco Giovanni Allegrini. Partendo da quello che ci offre la nostra terra, con questo libro riusciremo a raccontare il patrimonio culturale e l’identità storica della nostra San Michele perché il cibo riesce, si, a soddisfare la nostra fame ma anche la voglia di scoprire e conoscere la tradizione e la cultura di un luogo attraverso i cinque sensi”.

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TORNA SUPERBRINDISI

Aprile 28, 2022

Sabato 7 maggio 2022 sarà una giornata interamente dedicata all’innovazione urbana e sociale. Il Comune di Brindisi e Palazzo Guerrieri chiamano a raccolta gli innovatori per partecipare all’evento SuperBrindisi -iniziativa laboratoriale che negli anni passati ha attirato centinaia di partecipanti-, e che torna in una versione interamente dedicata alle Case di Quartiere.

Obiettivo: fare rete e ispirare le comunità attraverso le storie di altre città italiane che da diversi anni lavorano sul modello delle case di quartiere. 

La giornata avrà inizio alle ore 10 presso una delle 11 case di quartiere di Brindisi: il complesso dell’ex convento Santa Chiara, oggi Casa della Musica gestita dalla Associazione YEAHJASI. Dopo i saluti di benvenuto di Riccardo Rossi, Sindaco di Brindisi, di Giulio Gazzaneo, Consigliere delegato a Palazzo Guerrieri e Gelsomina Macchitella, Dirigente allo Sviluppo Economico del Comune di Brindisi, si partirà con i talk ispirazionali che racconteranno le esperienze di Bologna, Bergamo, Reggio Emilia e Napoli nel loro percorso di attivazione di reti sociali e urbane. Saranno ospiti narratori: Lanfranco De Franco, Assessore alla Partecipazione, Volontariato e Centri sociali del Comune di Reggio Emilia che descriverà il processo di transizione che ha portato i centri sociali a diventare Case di Quartiere; Giacomo Angeloni assessore alla innovazione, partecipazione e reti sociali di quartiere del Comune di Bergamo che porterà l’esempio delle Case di Quartiere di Bergamo attraverso l’immaginazione civica e la collaborazione; Nicola Capone docente e attivista nel Movimento di contestazione ecologica e dei Beni Comuni parlerà del tema delle città vulnerabili e dell’esperienza napoletana relativa ai quattordici spazi che sono diventati beni comuni; Michele D’Alena, Coordinatore dell’Ufficio Immaginazione Civica della Fondazione per l’Innovazione Urbana racconterà la Fondazione e il suo approccio alla prossimità. 

Nel pomeriggio, spazio alla pratica laboratoriale con tre incontri in contemporanea all’insegna della creatività e della partecipazione. Dalle ore 16 sarà possibile partecipare al terzo appuntamento di INVIA, il Laboratorio di progettazione permanente tenuto dalle progettiste Marica Girardi e Rosanna Picoco, che per l’occasione sarà incentrato sulle tecniche più innovative per realizzare la propria idea trasformandola in un progetto concreto; Il Manifesto delle Case, laboratorio sui principi e i valori della rete delle case di quartiere di Brindisi, tenuto dal designer  e imprenditore sociale Guglielmo Apolloni in collaborazione con le animatrici territoriali del team delle Case di Quartiere di Brindisi Anna Acquaviva e Isabella Benone; il Laboratorio di Storytelling: “comunicare l’invisibile, raccontarsi e raccontare la comunità”, tenuto dalle giornaliste Serena Mingolla e Raffaella Arnesano e dalla fotografa della resilienza Nuria Arezzi. Per i laboratori è necessario l’iscrizione al form disponibile al link: https://fb.me/e/4flF87Yjc

La giornata si concluderà con esposizioni artigianali locali e musica dal vivo per favorire la creazione di sinergie e reti tra i cittadini e gli enti gestori delle Case di Quartiere, attraverso momenti di condivisione informali che rinsaldino il valore della comunità e del suo agire comune.

SuperBrindisi Case di Quartiere è organizzato nell’ambito del progetto del Comune di Brindisi Case di Quartiere, finanziato dalla Regione Puglia attraverso il PO FERS FSE Hub di Innovazione Sociale.

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EMERGENZA CARO MATERIALI: TRA GARE DESERTE E PROCEDURE SOSPESE, IL RISCHIO E’ DI ASSISTERE ALLA PARALISI DEL SISTEMA PAESE  E DEL PNRR. 

 E’ di qualche giorno fa la notizia che il TAR Lazio, a seguito del ricorso presentato da ANCE e da altre imprese associate, ha sospeso, in via cautelare, la procedura di gara per l’affidamento dei lavori relativi al “Primo stralcio del primo lotto funzionale del Nuovo Porto Commerciale di Fiumicino – darsena pescherecci e viabilità di accesso al cantiere - prima Fase” – indetta il 23 marzo u.s., dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale, rinviando al 4 maggio prossimo per la trattazione della causa. 
 
In particolare, l’Associazione aveva contestato, in sede di impugnazione, la congruità dell’importo complessivo a base d’asta (pari a quasi 43 milioni di euro), ritenendolo largamente sottostimato a causa dell’aumento eccezionale dei prezzi dei principali materiali da costruzione che, com’è noto, si è verificato negli ultimi tempi. 
  
Si tratta, indubbiamente, di un primo importante risultato che ha visto riconosciuto un principio che ANCE ha sempre sostenuto, ossia che l’obbligo di aggiornamento dei prezzari non può essere assolto dalla committente in senso meramente formalistico - limitandosi ad adottare l’ultimo prezzario regionale utile - senza verificarne anche l’effettiva aderenza ai reali parametri di mercato. 
 
Tale pronuncia rappresenta altresì un importante precedente che sconfessa la tesi – spesso sostenuta - secondo la quale la partecipazione alla gara costituisce, di per sé, un elemento a comprova della congruità dei prezzi di appalto.
 
Anche i tribunali amministrativi quindi, dopo l’ANAC, riconoscono il principio secondo cui solo un importo a base di gara congruo ed adeguato consente di proporre offerte serie e, di conseguenza, garantisce la massima concorrenza tra le imprese operanti nel settore. Se non può essere garantito l’equilibrio contrattuale, le gare devono essere sospese!
 
Il caro materiali continua quindi a mietere vittime sul fronte dei lavori necessari a potenziare le infrastrutture del Paese. 
 
Si pensi anche alle gare andate deserte come, ad esempio, quelle per il ponte dei Congressi di Roma ( 146 milioni) e del consorzio Cepav 2 (66 milioni) per la realizzazione di una serie di lavori di armamento ferroviario sulla linea Brescia – Verona. 
 
Gli operatori non ce la fanno più, tra poco assisteremo al fallimento delle imprese alla perdita di lavoro di migliaia di lavoratori e alla paralisi dell’intero Paese!
 
Come Associazione datoriale noi continueremo a vigliare su quanto accade e a tutelare quanto più possibile le aziende. 
 
In tal senso come ANCE Puglia abbiamo, per esempio, presentato istanza di riesame in autotutela della gara per il terminal di Grottaglie, chiedendo l’avvio di una nuova procedura che abbia la sostenibilità economica dell’appalto.
 
Risulta, tra l’altro, alquanto singolare che la gara sia stata indetta proprio da una società, Aeroporti di Puglia SpA, partecipata dalla Regione Puglia.
 
E proprio la Puglia è l’unica regione d’Italia ad avere un prezzario aggiornato al 2019, quando il mondo era totalmente diverso da quello attuale. Ne consegue evidentemente che tutte le progettazioni attuali sono da ritenersi inadeguate. 
 
Il tempo è finito. I provvedimenti attuati fino ad ora sono insufficienti sotto il profilo economico e temporale e non risolve il problema dei contratti in corso. 
 
Il Governo deve immediatamente compiere scelte necessarie ad individuare idonee soluzioni e, nel frattempo, anche le amministrazioni locali devono e possono assumere un ruolo decisivo! 
La politica si riappropri del ruolo che gli compete, lo chiede il paese!
 
Angelo Contessa – Presidente ANCE Brindisi