Redazione

L’assegnazione della gara d’appalto per la gestione Cara/CPR “Restinco” non solo non applica il Decreto Legge approvato dall’attuale Governo che sul tema dell’immigrazione cancella il precedente Decreto Sicurezza di Salviniana memoria, con l’obiettivo di garantire legalità, solidarietà, umanità e giustizia, ma sta determinando anche gravi ed ulteriori criticità i cui effetti si riverberano anche sulla sicurezza della stessa struttura, generando fibrillazione tra il personale interessato.

In sintesi, si precisa quanto di seguito riportato:

  • Le ore assegnate ai Lavoratori - come già previsto – non sono sufficienti ad assicurare il corretto funzionamento della predetta Struttura di Accoglienza sia dal punto di vista igienico che della qualità organizzativa;
  • I Lavoratori non hanno potuto ancora sottoscrivere i contratti di lavoro;
  • Non è stato ancora comunicato ai dipendenti il giorno in cui percepiranno lo stipendio mensile;
  • I turni di servizio non hanno una programmazione mensile ovvero non vengono comunicati in congruo anticipo così come invece ha ribadito a più riprese la Corte di Cassazione esprimendosi sul tema del diritto del lavoratore a potere organizzare il proprio tempo vita, oltre a non rispettare una turnazione rotatoria, regolare ed equamente distribuita;
  • Le figure professionali, cosiddetto staff professionale (mediatori culturali, amministrativo, assistente sociale, informativa legale), non hanno ancora sottoscritto il contratto di lavoro, né tanto meno sono state convocate le OO.SS. per discutere sull’organizzazione del lavoro e sulla gestione delle risorse umane soprattutto in riferimento alle ore da redistribuire alle stesse nell’arco della settimana atteso che alcune di esse dovrebbero svolgere il misero (eufemismo) numero di circa 8 ore settimanali;
  • Non è stato ancora chiarito dall’Ente Gestore a chi verranno redistribuite le ore di lavoro in caso di rinuncia da parte di qualche dipendente ad essere contrattualizzato;
  • Manca una programmazione organizzativa delle mansioni da svolgere quotidianamente così come è sempre avvenuto in passato;
  • Le sostituzioni del personale che si assenta per vari motivi (permessi retribuiti, aspettativa 104 , ecc.) non coinvolgono il personale in servizio a cui è stata applicata la clausola sociale con riduzione drastica delle ore contrattuali, ma invece viene interessato a coprire tali assenze una nuova figura professionale già dipendente della Cooperativa “La Mano di Francesco” di cui non è dato comprendere quali mansioni svolga (magazziniere, operatore, autista, mediatore culturale …);
  • Ai lavoratori è stato comunicato che le ore di servizio contemplate dai nuovi contratti, già di per sé falcidiate, verranno ridotte al di sotto delle 15 ore previste al verificarsi della presenza di un numero di ospiti al di sotto delle 50 unità, sguarnendo di fatto i turni notturni con evidenti implicazioni sulla sicurezza del Centro;
  • I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) non sono stati ancora assegnati;
  • I moduli abitativi ed i locali in cui vengono ospitati gli immigrati non vengono sanificati ogni volta in cui avviene il turn over.

Pertanto, si comunica alle LL.SS. che giorno 3 novembre 2020, a partire dalle ore 12.00, in piazza S.Teresa dinnanzi la Prefettura, ci sarà una manifestazione di protesta dei Lavoratori interessati, chiedendo alla Spett.le Prefettura, anche in qualità di committente, che legge per conoscenza, di essere ricevuti nella stessa giornata per poter meglio esprimere e risolvere quanto rappresentato. Resta inteso che tale iniziativa sarà svolta in forma statica e comunque nel rispetto della normativa vigente contenente misure urgenti di contenimento del contagio da COVID 19.

Distinti saluti.

Il Segretario Generale CGIL                                    Il Segretario FP CGIL               
Antonio   Macchia                                                   Pancrazio Tedesco                                      

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Dopo il blu del fiume creato a Mesagne durante l'estate per nascondere l'asfalto 

provvisorio posto nelle strade del centro storico oggi sono spuntati in Via Marconi diversi 
affluenti. Infatti oggi la ditta incaricata ha tinteggiato con il blu l'asfalto su via Marconi, 
questa volta non per nascondere l'asfalto ma per delimitare i nuovi stalli a pagamento.
Purtroppo le strisce blu avanzano inesorabili mese dopo mese, senza sosta (verrebbe da 
dire), che sarà a pagamento.
Come gruppo cittadino di Fratelli d'Italia pur capendo le ragioni di fare cassa del comune 
esprimiamo la nostra contrarietà a tale pratica molto diffusa anche in molte altre città.
In teoria con gli introiti degli stalli a pagamento si dovrebbero sistemare le strade della 
città, ma vedendo la sistuazione generale delle strade di Mesagne qualcosa non torna.
Forse saremo noi a sbagliarci, e magari questa amministrazione e la precedente hanno un 
altro obiettivo, e cioè rendere omaggio al grandissimo Domenico Modugno trasformando le 
stade di Mesagne nel Blu Dipinto di Blu.
Alibrando Gianfranco
Coordinatore cittadinio Fdi Mesagne

Videomessaggio del sindaco Toni Matarrelli del 29.10.2020.

Messe Nero?

Ottobre 29, 2020

 Vent'anni fa il Comune d Mesagne (Brindisi) ricordò con un convegno di studi il suo cittadino più famoso, Giovanni Messe, ultimo Maresciallo d'Italia (Mesagne, 10 dicembre 1883 – Roma, 12 dicembre 1968).
Un suo equilibrato profilo è nel Dizionario biografico degli italiani. Nel 2006 l'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito pubblicò l'opera di Luigi Emilio Longo, Giovanni Messe. L'ultimo Maresciallo d'Italia (pp. 663), frutto dell'esplorazione del vasto fondo documentario approdato all'Archivio dell'US-SME. 

   Lo scorso 10 ottobre 2020, nel Convegno di studi su “Il lungo regno di Vittorio Emanuele IIII. Gli anni delle tempeste, 1938-1946 (Vicoforte), organizzato dalla ASSGG in collaborazione con enti e istituti, il Generale Antonio Zerrillo ha svolto la brillante e inappuntabile Relazione su Il Maresciallo Giovanni Messe e la riscossa del Regio Esercito Italiano. Nelle conclusioni ha ricordato il monumento decretatogli dal Comune nativo, mai ultimato. 
   Per chissà quale congiunzione astrale, negli stessi giorni a Mesagne è stato acceso un faro sulla sorte del busto del Maresciallo da anni pronto per essere collocato all'aperto, quale “Memoria” e motivo di riflessione sulla complessa storia d'Italia. Umili genere natus, per virtù propria e perché la Terza Italia promosse l'ascesa sociale dei cittadini come mai era avvenuto prima né accadde dopo, Messe percorse una straordinaria carriera sino al grado all'epoca supremo, passando attraverso ruoli di particolare merito, anche quale aiutante di campo di Vittorio Emanuele III.

   D'improvviso, la figura e l'opera del Maresciallo vengono ora poste in discussione sulla base di alcune carte pubblicate da Mario J. Cereghino e Giovanni Fasanella in Le menti del doppio Stato. Anziché vagliarne l'attendibilità e contestualizzarne generi e contenuti, talune associazioni che si ergono a depositarie della Verità si sono affrettate a demonizzare Messe quale stratega della repressione di chi negli anni 1943 e seguenti si prefisse di portare l'Italia nell'orbita dell'Unione Sovietica. Secondo qualcuno bisognava invece spianare la strada all'arrivo dell'Armata Rossa. Chi vi si oppose difendendo lo Stato sorto dal Risorgimento e dall'unificazione nazionale va cancellato dalla memoria.
   Ridotto all'osso, il “caso Messe” ora strumentalmente aperto è tutto lì: monarchico, liberale e cattolico, nel dopoguerra egli fu eletto senatore sotto l'insegna della Democrazia Cristiana (1953: come il Generale Raffaele Cadorna, già Capo del Corpo Volontari della Liberazione), poi alla Camera nelle file del Partito monarchico popolare (1958, con ingresso a Montecitorio nel 1961) e infine in quelle del Partito liberale italiano (1963-1968), all'epoca guidato da Giovanni Malagodi. Messe ebbe dunque i voti di democristiani, monarchici e liberali negli anni da De Gasperi ad Aldo Moro. Tutti golpisti o collusi con il leggendario “doppio Stato”? 
   Per essere degni di ricordo pubblico bisogna proprio aver avuto la tessera del Partito comunista d'Italia e dei suoi succedanei o almeno averlo fiancheggiato e soprattutto non averlo avversato? La quistione posta da chi vuol prospettare un “Messe Nero” anziché, qual fu,  un patriota insigne, non è “di parte” ma storiografica: ed è in questi termini che qui viene posta, quale invito al confronto storiografico. Chi nel 1943-1946 si schierò per la conservazione della forma monarchica dello Stato è soggetto alla perpetua damnatio memoriae? E chi ha diritto oggi a sentenziarla? 
Per promuovere il confronto civile pubblichiamo integralmente la Relazione svolta dal Generale Antonio Zerrillo e saremo lieti di dare spazio alle osservazioni che al riguardo ci venissero inoltrate.

   Poiché nel citato libro Cereghino e Fasanella prospettano l'appartenenza alla massoneria quale indizio di collusione con le trame più oscure, ricordiamo quanto il 10 scorso aggiungemmo come nota alla bella Relazione del Generale: il 3 giugno 1919 il tenente colonnello Giovanni Messe, comandante del IX Reparto d'Assalto degli Arditi, venne iniziato massone nella Loggia “Michelangelo” di Firenze, con diploma ne varietur n. 53.738. Se essere massoni e fedeli alla Corona è un demerito, vanno allora demoliti tutti i monumenti di Giuseppe Garibaldi. L'Eroe per antonomasia indossò la divisa di generale dell'Armata Sarda, per insegna ebbe “Italia e Vittorio Emanuele”, fu acclamato il Primo massone d'Italia e venne eletto gran maestro effettivo del Grande Oriente nell'estate 1864.
   Prima di inventare un “Messe Nero” è bene studiare e capire la storia d'Italia e magari ricordare che nel 1948 il Fronte Popolare socialcomunista (Togliatti-Nenni) assunse per insegna proprio Garibaldi...

Aldo A. Mola
 

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 29 ottobre 2020 in Puglia, sono stati registrati 7083 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 716 casi positivi: 240 in provincia di Bari, 41 in provincia di Brindisi, 48 in provincia BAT, 208 in provincia di Foggia, 48 in provincia di Lecce, 129  in provincia di Taranto, 1 attribuito a residente fuori regione, 1 caso di provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 7 decessi: 2 in provincia di Bari, 5 in provincia di Foggia.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 544.675 test.

6361 sono i pazienti guariti.

10.002 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 17.069, così suddivisi:

7.123 nella Provincia di Bari;

1.780 nella Provincia di Bat;

1.161 nella Provincia di Brindisi;

4.016 nella Provincia di Foggia;

1.221 nella Provincia di Lecce;

1.647 nella Provincia di Taranto;

119 attribuiti a residenti fuori regione.

2 casi di provincia di appartenenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

A Mesagne i positivi attualmente sono 7 mentre 2 sono guariti. 

 

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La giunta comunale ha approvato richiesta e progetto esecutivo per candidare al bando “Sport e Periferie 2020” i lavori di rigenerazione della pista di atletica leggera “Lucio Montanile”, nel complesso sportivo in contrada Masseriola per l'attività agonistica a livello nazionale, e per lo svolgimento di tutte le discipline dell’atletica leggera riconosciute.

Questo progetto esecutivo sarà inserito nel redigendo programma operativo 2020-2022, dell’importo complessivo di 900mila euro, e prevede i seguenti interventi:

  • rimozione degli elementi dei cordoli in alluminio;
  • rimozione di tutta la pavimentazione della pista;
  • leggera fresatura della pavimentazione sottostante e rimozione delle radici superficiali;
  • leggera fresatura della pavimentazione sottostante e rimozione delle radici superficiali;
  • correzioni di alcuni dislivelli longitudinali superiori al 1x1000, nei tratti in curva della pista, da eseguirsi precedentemente alla posa della nuova pavimentazione mediante piccole colate di resina ovvero con fresatura della parte eccedente;
  • rifacimento della pavimentazione sportiva per atletica leggera da realizzare secondo i requisiti di cui al Regolamento tecnico FIDAL/IAAF;
  • posa in opera di cordolino in alluminio;
  • realizzazione della nuova segnaletica orizzontale tramite verniciatura del manto come da regolamento FIDAL;
  • sostituzione della gabbia del lancio del disco;
  • rifacimento delle pedane di lancio;
  • manutenzione delle fosse di atterraggio in sabbia dei salti in lungo e triplo;
  • manutenzione straordinaria della tribunetta;
  • manutenzione straordinaria dei locali adibiti a deposito sotto la tribuna;
  • revisione e ripristino dell'impianto elettrico previa sostituzione dei proiettori delle torri faro;
  • revisione e ripristino dell'impianto di amplificazione con sostituzione degli altoparlanti;
  • revisione e ripristino dell'impianto di irrigazione;
  • realizzazione di sistema di videosorveglianza;
  • miglioramento dell’efficienza energetica attraverso l’impiego di apposita tecnologia e l’utilizzo di fonti rinnovabili.

L’importo complessivo di 900mila euro sarà così ripartito: 700mila euro da finanziare attraverso il bando Sport e Periferie e, la restante parte di 200mila euro, con il cofinanziamento con fondi comunali.

L’impianto sportivo, una volta adeguato, potrà ottenere l’omologazione da parte della

FIDAL per lo svolgimento di manifestazioni sportive agonistiche regionali e nazionali, anche nell’ambito delle attività sportive paralimpiche per garantire la parità sociale per i diversamente abili.

A tal fine è stato già redatto e sottoscritto un protocollo di intesa con la FIDAL e con il CPI regionale al fine di avviare, a lavori ultimati, lo svolgimento continuativo di manifestazioni sportive di vario tipo.

“Dalla realizzazione dell'impianto sono trascorsi circa 40 anni - racconta l’assessore allo Sport Oreste Pinto - ed attualmente lo stato di utilizzo richiede un completo intervento di adeguamento, partendo dal piano della pista che non è più omologabile nemmeno per manifestazioni sportive a livello locale.

Il nostro intento è di ridare a Brindisi una struttura di eccellenza in campo nazionale che possa rappresentare un tassello importante della futura cittadella dello sport che si realizzerà anche con la presenza del nuovo palazzetto”.

 

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Buone nuove per la città di Mesagne. Il Comune ha eseguito una serie di opere idrauliche necessarie ad abbassare il rischio di allagamenti nella città. Il tutto in ossequio al Pai, il Piano di assetto idrogeologico, che ha come obiettivo specifico l’individuazione delle aree a rischio di frane e di alluvione e la previsione di azioni finalizzate alla prevenzione e mitigazione di detto rischio sul territorio. Questi interventi permetteranno all’ente locale di riperimetrare il Pai, liberando diversi ettari di terreni dal rischio allagamento. Soddisfazione è stata espressa dall’intera Amministrazione comunale e dall’assessore ai Lavori pubblici e Protezione civile, Roberto D’Ancona.

Soprattutto le opere idriche realizzate in questi anni dovrebbero mettere la città al sicuro dagli endemici allagamenti. La vecchia perimetrazione fu fatta il 27 marzo 2006 a seguito degli allagamenti che scossero la città mettendo a rischio la vita degli stessi cittadini. Da allora l’Autorità idrica di bacino ha comunicato al Comune una serie di adempimenti necessari ad abbassare il rischio idraulico e, quindi, propedeutici alla riperimetrazione dell’area interessata. Sono stati eseguiti, anche, interventi di sistemazione e miglioramento ambientale, che favoriscano tra l’altro la ricostruzione dei processi e degli equilibri naturali, il riassetto delle cenosi di vegetazione riparia, la ricostituzione della vegetazione spontanea autoctona. Tra tali interventi sono compresi i tagli di piante stabiliti dall’autorità forestale competente per territorio per assicurare il regolare deflusso delle acque.

A distanza di 14 anni diverse opere sono state realizzate, altre sarà necessario approntarle nei prossimi anni affinché il territorio sia messo completamente in sicurezza. Dunque, è partita dal Comune di Mesagne la richiesta di modifica del Pai per la ridefinizione del rischio in gran parte del territorio urbano ed extra urbano. Il tutto a seguito del completamento degli interventi idraulici eseguiti per la mitigazione del rischio idrogeologico. Interventi iniziati nel 2012, con diversi stralci, e collaudati nel 2020 a seguito della conclusione dei lavori. “La richiesta, come da progetto e verifica ambientale, permetterà di eliminare completamente il rischio idrogeologico”, ha spiegato l’assessore D’Ancona -. Questo vuol dire avere una maggiore sicurezza per tutti i cittadini interessati in passato da situazioni di allagamenti, ma vuol dire, soprattutto, lo sblocco di alcuni limiti nel comparto edile, causati da questo vincolo. In pratica in quelle aree dove non c’è più nessun rischio di allagamenti adesso si potrà costruire”. La riperimetrazione, infatti, permetterà di svincolare “una grossa fetta di territorio che potrà essere edificata con benefici concreti nell'edilizia locale”, ha concluso l’assessore D’Ancona.

 

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Il Movimento NO TAP/Snam della Provincia di Brindisi non può perdere occasione di intervenire dopo aver letto alcune recenti dichiarazioni a mezzo stampa del Consigliere Regionale del Partito Democratico Fabiano Amati che ha avuto la bella idea di riprendere la questione delle c.d. “compensazioni” che TAP e Snam dovrebbero rendere ai territori interessati dal passaggio del tanto discusso gasdotto che da San Foca di Melendugno arriva a Brindisi in contrada Matagiola, a metà strada tra Brindisi e Mesagne.

Addirittura interviene sulla questione anche il Sottosegretario Turco, responsabile di gestire il fascicolo TAP per conto della Presidenza del Consiglio, con riferimento alle “compensazioni” ai fini del ristoro, cerca di propagandare una necessità di sviluppare proposte progettuali orientate a favorire investimenti forieri di sviluppo imprenditoriale, occupazionale o di benessere collettivo e condiviso in un percorso metodologico condiviso che vedrà il Governo come interlocutore dei Comuni attraversati dall'opera.

In verità la questione si trascina da alcuni anni ormai senza esiti degni di nota e viene ciclicamente riesumata inutilmente.

Ma adesso più che mai l'argomento delle “compensazioni” è diventato di attualità ed è molto discusso in queste settimane sulle pagine dei quotidiani locali nelle quali abbiamo registrato diversi interventi improvvisati da parte di qualche esponente politico di queste parti e non solo, come per dare un senso alla propria esistenza.

Non ci facciamo meraviglia di tutto ciò proprio, appunto, se a riproporre l’argomento delle c.d. “compensazioni”, e pure a babbo morto, è stato il Consigliere Regionale Fabiano Amati.

Come non ci facciamo meraviglia che gli effetti di queste sue brillanti affermazioni hanno scatenato le fantasie più disparate dei tanti che in politica hanno vissuto di espedienti.

Tant' è che è subito partita la corsa penosa all'inseguimento di una “elemosina” per il territorio ed è deplorevole vedere quei tanti che stanno già sgomitando per arraffare le briciole di quei quattro soldi ammesso pure che un giorno verranno gentilmente concessi a titolo di ristoro ai territori.

Ci sarebbe da approfondire la discussione sulla questione sia dal punto di vista tecnico e sia soprattutto dal punto di vista politico ma non è questo il punto, almeno per ora.

Coincidenza vuole che proprio adesso esce fuori la questione delle “compensazioni”.

Proprio in questo particolare momento che TAP e Snam sono in evidente difficoltà per l’emergere di presunte irregolarità procedurali/autorizzative che riguardano il loro operato e che sono oggetto di attenzione dalle Autorità Giudiziarie.

Cogliamo l'occasione per ricordare che a settembre scorso è cominciato il processo che coinvolge i vertici di TAP per le palesi violazioni ambientali commesse nella realizzazione delle opere del gasdotto nel quale la Regione Puglia, diversi Comuni, Enti, associazioni e cittadini hanno avanzato richiesta di costituzione di parte civile.

La nostra sensazione è invece che qualche ben pensante vuole tentare di lanciare un salvagente alle due multinazionali per indurre la politica e le istituzioni locali assieme, al governo, a trovare l'accordo sulle “compensazioni” in modo da legittimare tutto quello che è illegittimo e che tutto vada bene, madama la marchesa!

Quello che rafforza la nostra sensazione è che questi ben pensanti fanno pure finta di ignorare che manca ancora tutto il tratto della Rete Adriatica con annessa centrale di compressione di Sulmona per portare il gas di TAP a destinazione.

Altro che, come dice Amati, tra qualche settimana TAP aprirà le valvole ma per mandare il gas dove?

Può anche darsi che stiamo prendendo un clamoroso abbaglio ma è evidente il fatto che sicuramente uno più in sensi non si sarebbe mai spinto a prescindere a simili iniziative perché sa perfettamente che non ci sarebbe alcun vantaggio concreto per le comunità ospitanti il “tubicino” a fronte di una indecente proposta economica avanzata a suo tempo da TAP e Snam ai comuni interessati a titolo di compensazione per i disagi del passaggio del gasdotto con tutti gli annessi e connessi.

E uno in sensi farebbe molta attenzione a non sottovalutare l'aspetto etico e morale di una vicenda, quella del gasdotto TAP, nata forzando tutto l’inforzabile, un altro poco, finanche, forzando le leggi della fisica all’occasione.  

Ci sarebbe ancora tanto e tanto da dire per scardinare pezzo per pezzo tutte le contraddizioni di questa allegra trovata di Amati ma per ragioni di spazio e di opportunità ci riserviamo di riprendere il filo in un secondo momento in caso dovesse essere necessario.

Nel momento in cui la Turchia di Erdogan rappresenta una grave minaccia per l'Europa e il conflitto tra Azerbaijan e Armenia per il Nagorno Karaback è dagli esiti imprevedibili è da scellerati non tenere conto degli effetti per nostra Nazione e per Europa di queste dinamiche che stanno mettendo in discussione gli equilibri geopolitici della regione caucasica da dove, appunto, parte il gas di TAP che per arrivare sulle coste salentine passa nel gasdotto TANAP per circa 2000 Km in territorio turco.

Qualcuno queste domande deve pur farsele e dubitiamo che Amati e suoi amici benpensanti se le faranno perché evidentemente hanno altro a cui pensare, politicamente si intende.

La cosa positiva è che non tutti, sindaci compresi, stanno cadendo nella trappola tesa da Amati & Co. e i motivi certamente ci saranno.

Auspichiamo che rinsaviscano al più presto tutti coloro i quali, speriamo in buona fede, si sta lasciando affascinare dalle sfolgoranti trovate di Amati perché a queste latitudini ci sarebbe da fare altro di più importante per riscattare questo territorio.

Auspichiamo che in questo territorio salentino si metta al più presto al centro della discussione invece l'abbandono delle fonti fossili e l'abbandono di un modello di sviluppo anacronistico e che porta solo devastazione climatica, ambientale, economica e sociale e che sia apra una nuova fase di progettazione di un modello di sviluppo alternativo attento ai bisogni del territorio e della gente che lo abita.  

Movimento NO TAP /Snam della Provincia di Brindisi

 

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ARSENALE BRINDISI – ARESTA (M5S): “PROPOSTE ASSUNZIONI PERSONALE CIVILE DELLA DIFESA”. Prendendo la parola ieri pomeriggio, durante l’audizione in Commissione Difesa della Camera del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Ammiraglio Sq. Giuseppe Cavo Dragone, il deputato Giovanni Luca Aresta è tornato sul tema dell’assunzione di dipendenti civili negli arsenali di Brindisi, Augusta e La Spezia.
“Ci preme sottolineare - ha affermato Aresta - il ruolo svolto dal Parlamento, e dal MoVimento 5 Stelle, nel piano straordinario di assunzioni del personale civile per gli Arsenali militari nel nostro Paese. Ricordo come nel Dl agosto siamo riusciti ad inserire un provvedimento che autorizza il Ministero della Difesa ad assumere un contingente complessivo di 315 unità di personale civile non dirigenziale con profilo tecnico rispondendo così alla necessità di adeguare il numero dei dipendenti civili dell’Arsenale militare marittimo di Taranto.”
“Adesso ci stiamo impegnando – precisa Aresta - affinché già con la legge di Bilancio siano stanziate le risorse per l’assunzione di personale civile della Difesa anche negli arsenali militari marittimi di Brindisi, La Spezia e Augusta”.
Segnatamente sull’Arsenale militare di Brindisi Aresta ha ricordato “ciò che di positivo, in termini di buona occupazione, potrebbe rappresentare per il nostro territorio specialmente in un periodo di crisi come l’attuale.”
“Da tempo - prosegue il parlamentare - insieme anche alle organizzazioni sindacali, sottolineiamo la necessità di non perdere capacità e figure professionali fondamentali per i nostri arsenali. Perdita che sta diventando molto critica a causa del blocco delle assunzioni che ha finito per sommare due aspetti negativi: riduzione del numero dei tecnici assunti ed innalzamento della media di età del personale. “
“Mi ha fatto molto piacere – ha concluso Aresta – il riconoscimento fatto dall’Ammiraglio Cavo Dragone per l’impegno prodigato dalla Commissione a sostegno degli Arsenali militari marittimi e per il loro rilancio e ammodernamento”.
 

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Questa mattina, il responsabile della centrale elettrica Enel “Federico II” di Brindisi, Ing. Concetto Sergio Tosto, ha consegnato in comodato d’uso al Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi un’autovettura elettrica marca Nissan modello Leaf. Presenti anche l’ing. Vincenzo Masciavè, responsabile della Security e il dottor Angelo Di Giovine, responsabile degli Affari Istituzionali di Enel. L’iniziativa è inquadrata nelle finalità proprie di Enel Produzione S.p.A. di contributo allo sviluppo economico e sociale delle comunità locali, in una logica di crescita sostenibile e inclusiva. Il citato veicolo elettrico, che rappresenta lo stato dell’arte nel settore delle automobili elettriche di medie dimensioni, è stato consegnato al Comandante Provinciale, Colonnello Vittorio Carrara, e verrà utilizzato per le esigenze di servizio del personale dipendente del Comando Provinciale.

 

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