Redazione

I Carabinieri della Stazione di Erchie, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà un 29enne e un 36enne, entrambi di Sava (TA), per omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio. In particolare, il 24 luglio scorso, i due, già percettori di reddito cittadinanza, sono stati sorpresi a svolgere attività lavorativa in nero, per conto di un’impresa edile, omettendo di comunicare al competente INPS le variazioni del reddito percepito. Per i medesimi è stata avanzata proposta di sospensione del beneficio.

XYLELLA: COLDIRETTI PUGLIA, PER CALAMITÀ 2016 REGIONE TRASFERISCA RISORSE A COMUNI; PAGAMENTI ENTRO DICEMBRE PER NON PERDERE RISORSE. Bisogna scongiurare il rischio di perdere 68 milioni di euro per le calamità 2016 e 2017 causate dalla Xylella che la Regione Puglia deve trasferire senza indugi ai Comuni, in modo che possano attivare le verifiche del caso. Ne ha discusso Coldiretti Puglia con il commissario di ARIF Francesco Ferraro nel corso del consiglio direttivo dell’Organizzazione che ha chiesto una vera e propria linea Maginot contro la Xylella per salvare gli ulivi pugliesi dalla malattia che ha infettato 21 milioni di piante, un terzo dei monumentali, con un danno stimato per difetto di oltre 1,6 miliardi di euro.

“Le ragionerie dei Comuni chiuderanno i battenti il 7 dicembre prossimo, i tempi sono troppo stretti, resi ancora più stringenti dall’emergenza Covid. La Regione deve trasferire immediatamente le risorse alle amministrazioni comunali per la liquidazione degli importi alle aziende danneggiate, solo allora i Comuni potranno attivare le verifiche di DURC, anagrafica tributaria e antimafia”, ha affermato il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Intanto, ARIF giovedì prossimo procederà alle verifiche di 15 pratiche – aggiunge Coldiretti Puglia - dove sia stata riscontrata la sussistenza di anomalie rispetto a taluni beneficiari “in supero”, ovvero potenzialmente destinatari di ristoro, alla luce dei provvedimenti istruttori pervenuti, da due o più municipalità.

“Il Decreto attuativo relativo alle indennità compensative contempla le annualità 2017, 2018 e 2019, ma il provvedimento – dopo ampio pressing di Coldiretti Puglia – ha ricompreso anche l’annualità 2016, per cui è possibile utilizzare il regime di esenzione del 2015, con una dotazione finanziaria di 32.6 milioni di euro, utilizzando parte delle risorse del Piano per le calamità e destinandole agli interventi compensativi. Ma serve di fare in fretta, perché le risorse vanno spese entro il 31 dicembre 2020, sennò andranno perse”, ha insistito il presidente Muraglia.

Pertanto, è indispensabile e urgente che i 120 Comuni interessati delle province di Lecce, Brindisi e Taranto – insiste Coldiretti Puglia - considerato che le istruttorie sono state completate, ricevano le risorse da liquidare alle aziende agricole e procedano senza indugio alle verifiche di DURC, anagrafica tributaria e antimafia delle aziende ricadenti dell’area delimitata per cui è stato riconosciuto lo stato di calamità.

La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto – conclude Coldiretti Puglia - con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera corale, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili.

 

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L’ordine del giorno del consiglio comunale che si è svolto martedì 27 ottobre, è stato ricco di argomenti e interessanti spunti ed ha animato un serrato ma proficuo dibattito tra maggioranza e minoranza che ha favorito l’individuazione di soluzioni condivise su questioni importanti per tutta la città. Il confronto, infatti, ha fatto emergere la bontà delle proposte e delle scelte dell’Amministrazione comunale e riconosciuto la giusta rilevanza alle questioni trattate su cui si è potuto discutere con ritrovata serenità.

Il masterplan per la rigenerazione urbana, redatto a seguito di un finanziamento regionale, ha permesso di individuare il quartiere Sant’Elia come area obiettivo per favorire finanziamenti pubblici di recupero e riqualificazione delle periferie. Una notizia doppiamente positiva poiché proprio il Partito Democratico di Brindisi, qualche giorno addietro, aveva auspicato che il bando per le periferie del Ministero delle Infrastrutture, di prossima emanazione e destinato ai comuni capoluogo, potesse focalizzarsi sul quartiere Sant’Elia.

La mozione per l’intitolazione della piazza al Presidente della Repubblica, antifascista e partigiano Sandro Pertini ha rimediato ad un grave debito di riconoscenza della città per l’uomo e per il  politico che ha speso la propria vita per la giustizia, la legalità e, in generale, per il bene della collettività. Non è stata individuata una piazza qualsiasi, ma uno spazio che è stato “ostaggio” dell’illegalità nel cuore del rione Paradiso e che ora rappresenta la speranza per tante famiglie brindisine che per anni sono state costrette a vivere in condizioni di precarietà nelle baracche di Parco Bove che potranno avere nuova vita grazie ad una convenzione sottoscritta, e votata sempre in consiglio comunale, con Arca Nord che così potrà realizzare, usufruendo di fondi regionali, nuovi alloggi per continuare ad alleviare il disagio abitativo in città.

Sempre all’unanimità si è inteso andare incontro alle esigenze di numerosi cittadini che da tempo chiedevano la possibilità di erigere cappelle gentilizie in memoria dei loro cari, attivando tutte le procedure per favorirne la realizzazione in un’area cimiteriale appositamente individuata.

Il confronto serio e scevro da convenienze politiche sui grandi temi che intrecciano il futuro e lo sviluppo della città, porta sempre dei risultati. Infatti sull’investimento per la realizzazione di un impianto di stoccaggio di GNL che Edison intende compiere a Brindisi è emersa una posizione chiara ed univoca di tutto il consiglio comunale. Sostegno unanime, quindi, all’investimento e richiesta di individuazione immediata da parte dei tecnici comunali, dell’autorità di sistema portuale e di Edison di ogni possibile soluzione praticabile per l’ubicazione dell’impianto di stoccaggio tale da non vincolare e penalizzare le infrastrutture e i traffici esistenti.

In conclusione auspichiamo che la maturità dimostrata, per larga parte del confronto in consiglio comunale, possa caratterizzare sempre il dibattito politico in città, che per il delicato momento storico che stiamo attraversando, non ha bisogno di sobillatori o sterili strumentalizzazioni ma necessita di serietà e risolutezza nell’affrontare ogni questione.

 

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DECRETO RISTORI – ARESTA (M5S): “UN PRIMO IMPORTANTE PASSO A SOSTEGNO DELLE ATTIVITA’ ECONOMICHE COLPITE DALLE RESTRIZIONI ANTICOVID-19”. “La pandemia continua a correre in tutta Italia e anche la nostra provincia non è dispensata da questo allarmante fatto. La situazione sta peggiorando e rischia di diventare incontrollabile. Proprio per salvaguardare la salute pubblica era necessario intervenire con misure restrittive che, se rispettate da ognuno di noi, possono contenere e far arretrare questa pericolosa ascesa.” E’ quanto afferma, Giovanni Luca Aresta, parlamentare del M5S, in merito al decreto “ristoro” approvato ieri dal Consiglio dei Ministri

“Il decreto legge – prosegue Aresta - prevede immediati stanziamenti e indennizzi per le categorie più colpite dal coronavirus. Si tratta di un primo ed immediato passo per una rete di protezione sociale in grado di dare una prima risposta al disagio e alle preoccupazioni di molte attività economiche colpite dalle restrizioni. Noi del MoVimento 5 Stelle avevamo chiesto, già dalla scorsa settimana, un intervento immediato per piccole e medie imprese, esercenti, ristoratori, operatori del comparto della cultura e per tutte le categorie alle quali sono stati chiesti dei sacrifici, al fine di tutelare la salute della collettività e frenare l'avanzata del Covid-19. Siamo stati ascoltati dall'esecutivo che, visto l'aumento esponenziale della curva epidemiologica, in Europa e nel mondo, è stato costretto a prendere delle decisioni più stringenti, anche se dolorose e difficili.”

“Nel decreto ristoro – precisa il parlamentare -  sono stati stanziati fondi per gli aiuti a sostegno dei settori più colpiti: in particolare, fra le misure approvate, sono previsti contributi a fondo perduto per le imprese con bonifici diretti sul conto corrente, la cancellazione della rata Imu di dicembre per i proprietari-gestori, saranno sostenute le spese per gli affitti commerciali, per tre mesi, con un credito d'imposta al 60%, ci saranno altre due mensilità del reddito di emergenza per le famiglie in difficoltà, altre 6 settimane di CIG, con il blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio, sono state previste indennità, da 1000 euro, per i lavoratori stagionali e dello spettacolo, è prevista, inoltre, la sospensione dei versamenti contributivi per il mese di novembre per i lavoratori dipendenti delle aziende interessate dall'ultimo dpcm. Stanziati inoltre anche 30 milioni di euro per consentire a medici di base e pediatri di eseguire tamponi antigenici rapidi.”

Dopo aver assicurato il proprio impegno personale e del gruppo parlamentare per la rapida approvazione delle misure adottate ieri Aresta si domanda “Tutto questo è sufficiente a placare le nostre, le vostre preoccupazioni? No ovviamente, questa che stiamo vivendo è una partita complessa. Temiamo giustamente per la salute dei nostri cari e al contempo siamo preoccupati di non avere il reddito sufficiente per fronteggiare questa terribile crisi. Diritto alla salute e diritto al lavoro sembrano confliggere, ma è compito di tutti noi far sì che questi due diritti basilari possano passare il più possibile indenni dalle forche caudine della crisi pandemica. Abbiamo bisogno di stare uniti, di sommare gli sforzi di tutti, di resistere e lavorare insieme dimostrando di essere una comunità solidale che non lascia indietro nessuno.”

 

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La Città di Francavilla Fontana si dota di un nuovo strumento per rispondere in maniera più efficiente alle necessità della cittadinanza con difficoltà economiche.

Dopo l’approvazione nelle scorse settimane dello schema di convenzione con i CAF (centri di assistenza fiscale) per la gestione e l’erogazione dei bonus energia, gas e servizio idrico, in questi giorni sono stati perfezionati gli accordi che avviano ufficialmente il servizio.

Da questo momento le richieste di bonus per i servizi di energia, acqua e gas, potranno essere presentate presso il CONFSAL di via Manzoni, 93, il CAF USPPIDAP di via Occhibianchi e il FENAPI di via Settembrini, 5.

“L’introduzione di questo strumento renderà più agevole la vita degli utenti che potranno richiedere gratuitamente in uno dei tre CAF convenzionati l’accesso ai bonus – dichiara la Vice Sindaca e Assessora ai Servizi Sociali Maria Passaro – il gioco di squadra con i Centri di Assistenza Fiscale favorirà anche la funzionalità dell’Ufficio Servizi Sociali che potrà disporre l’intero personale per l’erogazione degli altri servizi.”

La presentazione delle istanze presso i CAF avverrà a titolo totalmente gratuito per la cittadinanza.

La realizzazione di questa collaborazione è stata possibile grazie al protocollo d’intesa siglato a livello nazionale dall’ANCI e dalla Consulta Nazionale dei CAF.

 

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Il Sindaco di Fasano, Francesco Zaccaria, ha deciso quanto segue: «Il dirigente della scuola secondaria di primo grado “Bianco – Pascoli”, Maria Stella Carparelli ha deciso, sentito il medico competente di Istituto, di sospendere per tre giorni (28, 29 e 30 ottobre) l'attività in presenza, attivando la didattica a distanza e disponendo una sanificazione straordinaria degli ambienti. La decisione si è resa necessaria per la positività di un docente che, tuttavia, ha dichiarato di aver sempre mantenuto il distanziamento e utilizzato i dispositivi di prevenzione individuale. Esprimo la mia solidarietà alla dirigente e a tutta la comunità dell'Istituto “Bianco - Pascoli”, e condivido la decisione della sanificazione precauzionale: in questi casi la prudenza è d’obbligo. Faccio notare come il protocollo di sicurezza per le scuole sia stato applicato con puntualità, al fine di non pregiudicare la serenità dei ragazzi e la tranquillità delle famiglie, e colgo l’occasione per raccomandare una volta di più il rispetto rigoroso delle norme contro il contagio..»

 

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Commercianti sul piede di guerra a Mesagne prima città della provincia di Brindisi a protestare contro le limitazioni anti-Covid, imposte con il Dpcm, entrato in vigore lunedì scorso, tra le quali la chiusura alle ore 18 di tutti i ristoranti, bar e gelaterie. La manifestazione è stata autorizzata dalla questura mentre il corteo, che doveva sfilare per le vie del centro, è stato annullato. L’evento si è svolto nella villa comunale sotto l’occhio vigile di polizia, carabinieri e polizia locale arrivati in forze. I manifestanti, oltre 350, hanno espresso la loro protesta anche al sindaco Toni Matarrelli, che è passato a salutarli. Per lo più si è trattato di gestori di bar, ristoranti, pub e pizzerie.

Per solidarietà si sono affacciati anche i loro colleghi di altre tipologie merceologiche. Nel pomeriggio si era già svolto in piazza caduti di via D’Amelio un flash mob di proprietari e atleti delle palestre. Uno dei promotori e moderatore della manifestazione è stato Roberto Sabato, che hanno voluto mettere in evidenza “le difficoltà del settore a poter sopravvivere alle restrizioni imposte dall’ultimo decreto del presidente Conte”. Alla luce di queste difficoltà economiche i commercianti hanno chiesto che “il ristoro economico, che deve giungere dal governo, sia immediato”. Ed ancora c’è chi ha chiesto l’abbattimento delle tasse e dei balzelli vari relativi al 2020. “Come facciamo a pagare le tasse, le utenze se non incassiamo nulla”, è stato il grido di disperazione di una commerciante.

La protesta, che si è protratta per alcune ore, è stata del tutto pacifica. “Sono venuto per ascoltare chi protesta – ha esordito il primo cittadino -. Il sindaco è una istituzione e, per tale motivo, non può protestare. In ogni modo so cosa sta accadendo nel Paese, so che le chiusure sono necessarie per arginare il diffondersi del virus però il sindaco deve ascoltare coloro che, a causa di queste chiusure, vedono venir meno l’opportunità di guadagnarsi il pane”. Matarrelli ha, quindi, aggiunto: “Bisogna ascoltare questi operatori che hanno paura verso l’incognita del proprio futuro. Se le attività non possono svolgere il loro lavoro, ovviamente, non possono pagare le spese. Se gli manca anche un ristoro è del tutto normale che manifestino questo loro disagio. Attenzione, però. Le proteste devono essere civili e concordate con le forze dell’ordine”. Il sindaco ha tenuto a precisare che “non entro in questa disputa, ma devo ascoltare la preoccupazione enorme di questi operatori che si vedono mancare il pane”

. Infine, Matarrelli ha promesso che si farà portavoce “presso le sedi opportune affinché questa gente deve essere ristorata, in quanto devono pagare le utenze e devono vivere. Le chiusure sono necessarie, perché legate alla salute dei cittadini, la scelta del governo è ben ponderata, ma a fronte di ciò deve intervenire per ristorare gli operatori commerciali”. Presenti alla manifestazione anche esponenti del locale gruppo di Fratelli d'Italia. “Diamo piena solidarietà ai commercianti, ristoratori e alle partite iva che si sono riuniti in piazza Porta grande per manifestare contro il Dpcm di Conte, poiché la misura è colma”, ha spiegato il coordinatore Gianfranco Alibrando -. Bisogna dare un chiaro segnale al governo nazionale prima che sia troppo tardi, ormai queste categorie sono ridotte allo stremo”. Alibrando ha, quindi, concluso: “Siamo una realtà politica da sempre vicino al mondo delle partite iva, dei piccoli lavoratori autonomi e siamo al fianco di queste categorie, sia come gruppo dirigente che come tesserati e simpatizzanti”. (Foto di Davide Marti)
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E’ SOS per salvare la Piana degli Ulivi Monumentali dove sono stati ritrovati altri 13 ulivi infetti, un’area dall’immenso valore paesaggistico, storico, produttivo che ha già perso un terzo dei suoi monumenti arborei, per cui serve uno sforzo corale, impiego di risorse e uomini per il monitoraggio non più solo visivo ed il campionamento degli ulivi e della sputacchina. E’ quanto dichiara Coldiretti Puglia, sulla base dell’ultimo aggiornamento reso noto da Infoxylella che segnala un altro preoccupante scenario con 14 nuovi olivi infetti, 13 dei quali nella Piana, di cui 1 a Monopoli, 4 a Fasano e 8 ad Ostuni, tutti individuati in nuovi e diversi focolai, mentre il quattordicesimo è a Ceglie Messapica, al confine con l’agro di Martina Franca.

Una zona cuscinetto a Nord, dove la normativa prevede la rimozione anche delle piante circostanti nel raggio di 50 metri, situata nel cuore della Piana degli ulivi, dove è altissima la concentrazione di ulivi millenari con ben 250mila esemplari di pregio straordinario. Si stima che alcuni potrebbero addirittura avere un'età fino a 3mila anni, con circonferenze che superano i 10 metri. Una ricchezza dal punto di vista storico e turistico sino ad oggi mantenuta in vita soprattutto grazie all'impegno di generazioni di agricoltori, anche a prezzo di sacrifici considerevoli. La gestione di un ulivo monumentale è, infatti – rileva la Coldiretti -, molto più complicata, con rese produttive notevolmente più basse rispetto a una normale pianta, ma anche la necessità di procedere a una raccolta esclusivamente manuale e maggiori difficoltà a livello di potatura e di trattamento.

Un impegno che rischia ora di essere vanificato dall'epidemia di Xylella che dal 2013 ad oggi ha colpito 8mila chilometri quadrati, con un danno stimabile di 1,6 miliardi euro, secondo un'analisi della Coldiretti.

“Come ripetutamente segnaliamo e denunciamo da anni, il monitoraggio degli ulivi non può essere esclusivamente visivo, perché la Xylella è come il Covid, la malattia è asintomatica per un lasso di tempo imprecisato, per cui le piante appaiono sane alla vista. Per accertare la presenza della malattia nell’area a forte rischio vanno effettuati campionamenti e analisi anche di ulivi apparentemente sani, senza che sia ancora ben visibile alcun segno di disseccamento”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Sarà ridemarcata l’area infetta, considerato che la presenza dell’ulivo infetto in area indenne – aggiunge Coldiretti Puglia – farà ‘salire’ la zona cuscinetto e serve un ragionamento serio circa le misure da attuare, anche rispetto al nuovo regolamento comunitario che ha ridotto da 100 a 50 metri il raggio entro cui andrebbero tagliate anche le piante non infette da Xylella fastidiosa e anche la riduzione dell’ampiezza della zona cuscinetto.

Monitoraggi delle piante non solo visivi  e dell’insetto vettore ‘la sputacchina’, campionamenti ed espianti in caso di ulivi infetti, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, restano – aggiunge Coldiretti Puglia – l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità – conclude Coldiretti Puglia – sono garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe e non vanno messe in alcun modo in discussione.

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi martedì 27 ottobre 2020 in Puglia, sono stati registrati 5147 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 611 casi positivi: 239 in provincia di Bari, 13 in provincia di Brindisi, 142 in provincia BAT,137 in provincia di Foggia, 15 in provincia di Lecce, 58  in provincia di Taranto, 7 attribuiti a residenti fuori regione.

Sono stati registrati 13 decessi: 1 in provincia di Bari, 10  in provincia di Foggia, 2 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 531.155 test.

6187 sono i pazienti guariti.

8708 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 15.581, così suddivisi:

6.524 nella Provincia di Bari;

1.646 nella Provincia di Bat;

1.081 nella Provincia di Brindisi;

3.691 nella Provincia di Foggia;

1.134 nella Provincia di Lecce;

1.391 nella Provincia di Taranto;

114 attribuiti a residenti fuori regione.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

 

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MAFIA: COLDIRETTI PUGLIA, AGROALIMENTARE AREA PRIORITARIA DI INVESTIMENTO IN TEMPI DI CRISI. Bene l’operazione dei carabinieri del ROS e del Comando tutela ambientale che, nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Dda di Bari, hanno sgominato una organizzazione criminale che aveva nell’agroalimentare un’area prioritaria di investimento. E’ quanto afferma di Coldiretti Puglia nello stigmatizzare quanto la criminalità abbia compreso la strategicità dell’agroalimentare in tempo di crisi, perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone.

Dai mercati ai supermercati, dai trasporti ai ristoranti – denuncia Coldiretti Puglia - dall’agricoltura all’allevamento, dalla carne alla frutta fino al caffè alle corse dei cavalli, oltre all’utilizzo illecito dei fondi comunitari destinati all’agricoltura come il PSR, il volume d’affari delle agromafie cresce con attività che riguardano l’intera filiera agroalimentare.

In questo modo la malavita si appropria – sottolinea la Coldiretti Puglia – di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti e il valore del marchio Made in Italy. “Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione – dichiara il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - con la riforma dei reati in materia agroalimentare perché l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie”.

Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione le agromafie impongono i prezzi dei prodotti agricoli, l’affidamento di servizi e appalti, la vendita di determinate produzioni agli esercizi commerciali che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti da altre attività criminose. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – continua la Coldiretti – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy. I poteri criminali si “annidano” nel percorso che uva da vino, olio, frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione.

La Puglia è al terzo posto della classifica nazionale, con un livello di infiltrazione criminale pari all’1,31 – insiste Coldiretti - emerge, tra l’altro, come il fenomeno delle agromafie, nel corso degli ultimi anni, abbia accresciuto la propria intensità in particolar modo in Puglia, con Bari all’1,39%, Taranto all’1,30%, Barletta-Andria-Trani all’1,27%. La Puglia è una regione a forte vocazione agricola ed è per questo che il business delle agromafie è divenuto particolarmente appetibile.

Capitolo a parte merita infatti – conclude Coldiretti Puglia - il  mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio ‘made in Puglia’, a danno dell’imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori.

 

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