Redazione
Basket. Ancora una vittoria per la Rossotono
Per il quarto turno di campionato, la Rossotono Mesagne ospita il Barletta Basket, fanalino di cosa fermo a 0 punti sebbene annoveri nel proprio roster gente del calibro di Caceres, Serino e l’ex di turno Galantino. La Virtus arriva un po’ incerottata alla sfida, con Oboichuk alla sua prima convocazione dopo il lungo infortunio e Mucenieks e Ndoye non al meglio.
Il primo quarto è un valzer gialloblu: la squadra di Olive prende subito il comando delle operazioni imprimendo alla sfida dei ritmi insostenibili per la formazione ospite. Appare evidente, al netto delle qualità tecniche delle due formazioni, la differenza di spirito e forma fisica tra i gialloblu e gli avversari. Alla prima sirena il punteggio è già 21-12.
Il secondo quarto riprende il copione del primo: Coach Olive ruota il quintetto mantenendo sempre alta la pressione sui rossoneri che fanno fatica a gestire la "zone press" messapica. Galantino, molto attivo nel primo quarto, cala vistosamente ed il solo Serino non è sufficiente a tenere in partita il Barletta. All’intervallo il tabellone recita 45-20.
Al rientro gli ospiti passano ad una difesa a zona e nei primi scambi il Mesagne soffre ad adattarsi. Qittane su assist “no look” di Stella sblocca la Virtus che, di fatto, chiude definitivamente la gara sempre sull’asse Stella-Qittane. Negli ultimi minuti del terzo parziale i gialloblu rallentano in piena gestione, tanto che la bilancia non torna mai in equilibrio (62-32).
L’ultimo quarto è pura accademia: Angelini mette a segno due triple che spezzano le gambe agli ospiti, poi è girandola di cambi: in casa New Virtus fa l’esordio stagionale a referto il giovane Carriero, che firma 4 punti nel tripudio del pubblico messapico. Non accade più nulla, la gara scivola via senza particolari spunti fino al 90-45 che sancisce la terza vittoria consecutiva della Rossotono.
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Legambiente: Brindisi seconda in Puglia per qualità dell'ambiente
I dati di Ecosistema Urbano 2024,
il rapporto di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore
sulle performance ambientali delle città
Reggio Emilia migliore città, sui 106 capoluoghi, per performance ambientali
supera Trento e Parma al secondo e terzo posto
Il Meridione conta 8 capoluoghi tra le ultime dieci posizioni, Bari all'89°
In Italia le città con le migliori performance ambientali si concentrano al nord, mentre sud e centro della Penisola faticano a tenere il passo. A restituire una fotografia puntuale è la nuova classifica stilata da Ecosistema Urbano 2024, il rapporto di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore – sui 106 capoluoghi di provincia per performance ambientali. Quest’anno la Regina green della vivibilità ambientale urbana è Reggio Emilia.
Sono 20 gli indicatori di Ecosistema Urbano. Derivano tutti da dati originali raccolti da Legambiente, ad eccezione della disponibilità di verde urbano (dato ISTAT), tasso di motorizzazione e incidenti stradali (dati ACI e ACI-ISTAT), uso efficiente del suolo (elaborato da Legambiente su dati ISPRA). Da quest’anno, inoltre, i dati sulla qualità dell’aria provengono dal Rapporto Mal’Aria che Legambiente realizza a partire dai dati ARPA regionali. L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria complessiva dei 106 capoluoghi esaminati nel report copre sei principali componenti ambientali presenti in città: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. Vengono così valutati tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale. I parametri, in particolare, prevedono l’assegnazione di un punteggio massimo teorico di 100 punti, costruito caso per caso sulla base di obiettivi di sostenibilità. I punteggi assegnati per ciascun indicatore identificano il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale (non troppo utopica visto che esiste almeno un capoluogo che raggiunge il massimo dei punti assegnabili per ognuno degli indici considerati).
Dal rapporto emerge quindi l'immagine di un'Italia che viaggia a due velocità, con il Sud che arranca rispetto al Nord. E lo dimostrano anche i risultati relativi alla Puglia. Nella classifica generale, infatti, su 106 capoluoghi, Lecce è al 58° posto, la migliore tra le pugliesi, seguita da Brindisi al 71°, Taranto al 79° ed ancora Foggia che occupa l'84° posto. In ultima posizione in Puglia c'è Bari all'89° posto.
Analizzando più nel dettaglio, Lecce risulta essere tra le città italiane migliori in termini di dispersione della rete idrica, insieme a Pavia e Milano, riuscendo a contenere le perdite entro il 15%.
La città di Foggia è invece tra le peggiori d'Italia in termini di trasporto pubblico, con una media di 10 passeggeri per abitante; mentre, per quanto riguarda la produzione di energia rinnovabile è ferma quasi a zero. Insieme alla città di Palermo, Foggia è tra gli ultimi posti nella raccolta differenziata, con una soglia che va al di sotto del 20%. Brindisi, infine, risulta essere tra le peggiori d'Italia nell'uso efficiente del suolo.
In generale, le città pugliesi non registrano risultati particolarmente negativi in termini di qualità dell'aria. Relativamente alle concentrazioni di PM10, delle 98 città capoluogo di provincia di cui si è potuto risalire al dato per il PM10, nessuna ha superato il limite normativo previsto (40 µg/mc), fenomeno che ormai si verifica da diversi anni a questa parte. Le città con i valori medi più elevati sono tutte nel Nord Italia. Stessa cosa dicasi per le concentrazioni di PM2.5 e di Ozono.
Sostenibilità a due velocità e Green Deal: La fotografia scattata da Ecosistema Urbano 2024 di Legambiente mette in evidenza come in Italia le performance ambientali delle città viaggino a velocità e con tempi di applicazione troppo diversi e su cui occorre accelerare il passo. A pesare sulle performance ambientali i ritardi nel contrasto alla crisi climatica, i problemi cronici irrisolti - come smog, inquinamento, consumo di suolo - i ritardi su rigenerazione urbana, efficienza energetica, mobilità sostenibile, e poi gli impatti dell’overtourism. Temi sui cui servono interventi più incisivi.
A tal riguardo Legambiente lancia oggi le sue proposte: per accelerare il passo e per città più vivibili, sostenibili e attente alla qualità della vita, inclusa la sfera sociale, serve un green deal made in Italy per le città che abbia al centro una strategia nazionale urbana che non lasci soli i comuni nell’affrontare i problemi cronici ambientali, la crisi climatica, ma anche il fenomeno dell’overtourism. Su quest’ultimo tema, l’associazione ambientalista lancia un monito: l’overtourism va governato con misure efficaci, come stanno facendo già diverse città europee e nel resto del mondo, e va affrontato con lungimiranza e responsabilità dalle grandi alle medie aree urbane ai piccoli borghi, fino all’alta quota, per un turismo più sostenibile, di qualità, attento e rispettoso anche dei territori e delle comunità locali.
“Per città più sostenibili, resilienti e sicure – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – serve un’azione congiunta a livello nazionale e territoriale da parte del Governo, delle Regioni e dei capoluoghi di provincia. Oggi, purtroppo, i temi ambientali sono i grandi dimenticati dall’agenda politica. Da parte del governo nazionale servono politiche coraggiose, a 360 gradi, e risorse economiche all’altezza della sfida per rendere davvero sicuro il nostro Paese. Si pensi ad esempio all’adattamento alla crisi climatica, che causa sempre più danni e perdite di vite umane; alla rigenerazione urbana e alla messa in sicurezza degli edifici, dalla presenza di amianto e dal rischio terremoti; alla lotta allo smog, che causa quasi 50mila morti premature solo per il PM2,5, o al processo di miglioramento del livello qualitativo dei controlli ambientali in capo alle Agenzie regionali protezione ambientale, oggi disomogenei sul territorio nazionale”.
“La classifica di Ecosistema urbano – dichiara Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia - anche quest'anno vede le città pugliesi oltre metà classifica. I 20 indicatori utilizzati indicano in maniera inequivocabile che bisogna invertire le strategie urbane con cui vengono governate le nostre città. Le 6 componenti ambientali su cui si basa l'indagine (aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia) sono state analizzate sulla base dei dati scientifici relativi a ciascuna voce. A fronte anche degli eventi climatici che stanno interessando le città italiane, ciò che preoccupa maggiormente è che non viene garantita la sicurezza dei cittadini. Non solo bisogna investire nelle politiche di sviluppo urbano compatibili con l'ambiente senza ricorrere a soluzioni improvvisate o emergenziali, ma bisogna agire in tempi rapidi. Quello che deve necessariamente cambiare è l'approccio al sistema Ambiente. Purtroppo nelle città pugliesi si fatica ancora ed infatti, negli ultimi anni, i dati raccolti non sono assolutamente entusiasmanti”.
Dai dati di questa edizione del rapporto emerge con maggiore evidenza come,
per uscire davvero dall’emergenza urbana, sia urgente e non più rinviabile una strategia nazionale in grado di sostenere scelte di indirizzo capaci di rendere le nostre città più sostenibili e al contempo più vicine alle necessità dei cittadini. L’unica via sostenibile per rilanciare davvero il Paese, cominciando dalle città, è ripensare le realtà urbane del futuro con meno auto e più mezzi meno inquinanti (ferro e elettrico), più mobilità sostenibile ed economia circolare, più infrastrutture intelligenti.
Il report su www.legambiente.it
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Emergenza lupi. Scatigna: “Ecco la proposta di legge per l’istituzione di un piano di monitoraggio e censimento in Puglia”
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romuovere il monitoraggio e il censimento della popolazione di lupo (Canis lupus) presente nel territorio della Puglia al fine di garantire la conservazione della specie, la tutela della biodiversità e la coesistenza tra lupo e attività agricole: questo l’obiettivo della proposta di legge presentata dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia alla Regione Puglia.
“Negli ultimi anni, la popolazione di lupi (Canis lupus), specie nel Sud Salento e ormai anche nel Sud Est barese, ha suscitato crescente preoccupazione. Sebbene il lupo sia una specie protetta, la sua presenza ha portato a tensioni tra fauna selvatica e attività agricole, evidenziando la necessità di un piano strutturato di monitoraggio e censimento – spiega Tommaso Scatigna, primo firmatario della pdl sottoscritta anche dai consiglieri Perrini, Caroli, De Leonardis, Gabellone e Spina - Com’è notorio, il lupo è un predatore apicale che svolge un ruolo cruciale nell’equilibrio degli ecosistemi. In Puglia, la sua presenza è segnalata principalmente nelle aree montuose e boschive, ma nel Sud Salento e nel Sud Est barese, che presenta un mosaico di habitat che vanno da aree boschive a terreni agricoli, favorendo la dispersione del lupo, l'espansione della popolazione ha portato a un aumento di avvistamenti anche in zone agricole. Tuttavia – prosegue Scatigna - la crescente urbanizzazione e l'agricoltura intensiva hanno ridotto gli spazi naturali. Pertanto, i lupi si nutrono principalmente di ungulati e piccoli mammiferi, ma in mancanza di prede naturali, possono predare il bestiame, generando conflitti con gli allevatori. Nello specifico, l’emergenza dei lupi ha comportato diverse problematiche dagli attacchi al bestiame, alla paura e l'ansia tra gli allevatori e cittadini che ormai segnalano avvistamenti nelle aree urbane e subiscono sortite di lupi che predano animali domestici fin dentro le aree di pertinenza abitativa.
“Per tali ragioni – evidenzia Scatigna - un piano di monitoraggio e censimento del lupo è essenziale per: valutare la popolazione che significa comprendere la dimensione e la distribuzione della popolazione di lupi sul territorio, identificando le aree critiche e le dinamiche di interazione con gli habitat umani; identificare le cause degli attacchi poiché, attraverso un'analisi dettagliata, è possibile determinare le cause degli attacchi al bestiame e sviluppare strategie di mitigazione; promuovere la coesistenza, cioè fornire informazioni ai cittadini e agli allevatori per ridurre i conflitti e promuovere pratiche di gestione che rispettino sia la fauna selvatica sia le attività. agricole. In conclusione – afferma Scatigna – questo tema rappresenta una sfida importante per la conservazione della biodiversità e la gestione sostenibile delle risorse agricole. Un piano di monitoraggio e censimento è fondamentale per affrontare le problematiche attuali, promuovendo una coesistenza armoniosa tra lupo e comunità locali. Attraverso la collaborazione tra le Istituzioni, la comunità scientifica e i cittadini, è possibile sviluppare strategie efficaci per la gestione della fauna selvatica e la protezione degli interessi agricoli, garantendo un futuro sostenibile per l'ecosistema pugliese”, conclude Scatigna.
Nel dettaglio, la proposta di legge si compone di cinque articoli che prevedono che la Regione Puglia, attraverso l'agenzia regionale competente in materia di biodiversità e fauna selvatica denominata ARPA, sia incaricata di sviluppare un piano triennale per il monitoraggio e il censimento del lupo che deve prevedere: ricerche scientifiche per la valutazione della popolazione di lupi; collaborazione con Università, enti di ricerca e associazioni ambientaliste; attività di sensibilizzazione e informazione rivolte alla popolazione locale. La Regione Puglia è inoltre chiamata a promuovere il coinvolgimento attivo delle comunità locali, dei coltivatori e degli allevatori nel processo di monitoraggio, favorendo la segnalazione di avvistamenti e incidenti. Sono inoltre previsti incontri periodici con i portatori di interesse per condividere i risultati del monitoraggio e discutere eventuali problematiche. Infine, le attività previste dalla proposta di legge devono essere realizzate senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica regionale. Le risorse necessarie per l’attuazione delle attività di monitoraggio e censimento saranno reperite attraverso fondi regionali esistenti e finanziamenti europei e nazionali dedicati alla conservazione della biodiversità.
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SICCITÀ: COLDIRETTI PUGLIA, NON MUTA SCENARIO CRISI IDRICA IN PUGLIA
SICCITÀ: COLDIRETTI PUGLIA, NON MUTA SCENARIO CRISI IDRICA IN PUGLIA; -72% ACQUA IN INVASI RISPETTO AD ANNO SCORSO
Non muta lo scenario della crisi idrica e della siccità in Puglia, con il 72% di acqua negli invasi rispetto all’anno scorso che pone a forte rischio anche le semine di cereali e ortaggi, oltre a far schizzare i costi d’irrigazione della campagna olivicola in corso. A denunciarlo è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche che registra solo 38,77 milioni di metri cubi di acqua nei 4 invasi pugliesi della Capitanata Occhito, Capacciotti, Osento e Capaccio, rispetto ai 139 milioni di metri cubi di acqua presenti nello stesso periodo dell’anno scorso.
L’assenza di piogge mettono a rischio le semine di cereali, legumi e ortaggi, i pascoli risultano compromessi e gli ortaggi già piantati non riescono ad entrare in produzione – denuncia Coldiretti Puglia – ma sono a rischio anche gli agrumi che hanno subito una grave siccità, mettendo a repentaglio il futuro raccolto.
Per questo è determinante che ci sia un’accelerata sull’iter della richiesta di stato di calamità avanzata dalla Regione Puglia al Ministero dell’Agricoltura per i gravi danni causati dalla siccità che hanno superato 1 miliardo di euro nelle campagne pugliesi, con il forte pressing di Coldiretti che nei mesi scorsi ha denunciato quotidianamente lo stato di crisi delle aziende agricole, verificatasi nei territori dei comuni delle province di Foggia, Bari, BAT, Brindisi, Taranto e Lecce, al fine di consentire l’accesso al Fondo di Solidarietà Nazionale.
Per la siccità e le temperature ben al di sopra della norma sin dall’inverno ne hanno fatto già le spese le clementine che sono finite al macero, compromesse – ricorda Coldiretti Puglia - dalla mancanza di acqua che ne ha inibito l’accrescimento, ma anche la produzione di grano per fare pane e pasta risulta dimezzata per effetto della prolungata siccità che ha stretto tutta la regione in una morsa per mesi causando il taglio delle rese. La crisi idrica ha determinato un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l’aggravio dei costi – incalza Coldiretti Puglia - per l’acquisto di mangimi per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle, ma anche gli apicoltori hanno dovuto dire addio ad oltre 1 vasetto di miele su 2 con le api stremate senza cibo per le fioriture azzerate, con il 60% in meno di raccolta condizionata dal caldo e dalla siccità. Ma a preoccupare – continua Coldiretti Puglia – sono le previsioni della prossima campagna di raccolta delle olive, dove si stima un crollo del 40% rispetto all’anno scorso, con effetti altrettanto gravi sulla produzione di olio extravergine.
Al netto dell’emergenza, serve una stretta anche sulla gestione dell’acqua in Puglia – insiste Coldiretti Puglia - dove i campi e le stalle sono stretti nella morsa dell’emergenza siccità, a partire dalla mancanza delle manutenzioni ordinarie e straordinarie per cui comunque agli agricoltori vengono recapitate le cartelle pazze, ma lo stesso vale per le opere irrigue di cui molte sono incomplete, spesso in stato precario, con perdite non più sostenibili e anche gli invasi realizzati hanno necessità di essere riqualificati, ampliati e resi idonei per una moderna distribuzione sull’area regionale. Per Coldiretti Puglia si deve andare anche oltre l’emergenza, perché a causa delle reti colabrodo va perso 1 litro di acqua su 2, uno spreco che non ci si può permettere, dall’efficientamento delle reti di adduzione e scolo al completamento impianti incompiuti, dalla manutenzione straordinaria degli impianti irrigui collettivi, pozzi compresi e delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali al rinnovo degli accordi con le Regioni Basilicata e Molise, dall’ampliamento e messa a regime di impianti idonei per una moderna distribuzione sull’area regionale alla questione annosa dei consorzi di bonifica commissariati.
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Con pistola in pugno rapina una tabaccheria
Un giovane armato di pistola e con il volto travisato sabato sera è entrato nella tabaccheria di Oria, che è ubicata sulla via per Torre Santa Susanna, e si è fatto consegnare l'incasso dalla cassiera. Poi è fuggito facendo perdere le proprie tracce. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Oria che hanno avviato le indagini per identificare il rapinatore.
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Due arresti dei carabinieri per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed evasione
Nell’ambito dei servizi disposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, mirati a innalzare il livello di prevenzione dei reati e assicurare una cornice di sicurezza, a Francavilla Fontana i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia hanno svolto un servizio straordinario di controllo del territorio. In tale contesto hanno arrestato in flagranza di reato:
- un uomo per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, poiché nel corso di una perquisizione domiciliare è stato trovato in possesso di 800 grammi di marijuana contenuta in una busta sottovuoto che ha tentato di disfarsi lanciandola fuori dall’abitazione in concomitanza dell’arrivo dei militari operanti;
- un uomo che, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari con permesso di assentarsi, è stato sorpreso fuori dalla propria abitazione senza giustificato motivo.
Gli arrestati, concluse le formalità di rito, sono stati rispettivamente sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria e al ripristino degli arresti domiciliari come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Tale servizio rientra nelle attività di contrasto alla criminalità diffusa che il Comando Provinciale dei Carabinieri di Brindisi sta svolgendo in tutta la provincia.
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Mercoledì 30 ottobre 2024, alle ore 18, avrà inizio a Brindisi il Corso di Formazione al Volontariato Socio-Sanitario
Mercoledì 30 ottobre 2024, alle ore 18, avrà inizio a Brindisi il Corso di Formazione al Volontariato Socio-Sanitario.
VALTUR BRINDISI SI SPEGNE NEL SECONDO TEMPO E NARDÒ CONQUISTA IL DERBY PUGLIESE.
AIDO MENS SANA MESAGNE – NEWGEN MARTINA = 101 – 82
AIDO MENS SANA MESAGNE – NEWGEN MARTINA = 101 – 82
AIDO Mens Sana Mesagne: Scalera 1, Rollo 6, Potì 12, Paciullo 11, Pazzarelli 21, Brunetti 16, Panico 2, Moro, Dellegrottaglie, Gigli 17, Ciccarese 7, Liace 8. Allenatore: Cosimo Romano.
Newgen Marina: Buonfrate 2, Liaci 23, Fedele 6, Devito, Ragusa 9, Prete 23, Mazzarese 2, Agrusta, Valzani 17, Cassano, Marangi. Allenatore: G. Simeone.
Parziali: 27-26 29-21 20-16 25-13
Arbitri: Farina Valaori e Urso.
Terza vittoria consecutiva e testa della classifica per la Mens Sana Mesagne, griffata A.I.D.O., che mantiene l’ imbattibilità in questo inizio di campionato. Partita non semplice per i mensanini, almeno nella prima parte, che hanno affrontato un Martina notevolmente rinforzato rispetto allo scorso anno con l’arrivo di Prete e Mazzarese. Coach Romano ha a disposizione la formazione al completo e manda in campo Pazzarelli, Brunetti, Gigli, Ciccarese e Liace, mentre coach Simone schiera Liaci, Fedele, Ragusa, Prete e Valzani. Tentano subito la fuga Brunetti e compagni con un 8-2, ma la tripla di Valzani, non lascia ampi margini nel vantaggio dei padroni di casa. La Mens Sana conduce ancora con Gigli e Pazzarelli ai quali risponde il Martina con Liaci, spesso lasciato inspiegabilmente solo, che piazza 14 punti nel tempino con due triple. Le difese sono allegre da entrambe le parti e gli attacchi vanno a nozze. Ancora Liace con una serie di tiri liberi, porta gli ospiti prima in parità (17-17) e successivamente passano in vantaggio con Prete. Brunetti chiude il tempino con la Mens Sana che ritorna a condurre 27-26. Nel secondo periodo i padroni di casa sono più determinati, un parziale di 10-0 (36-26) e 2’15” giocati con Pazzarelli e Ciccarese in evidenza, portano i biancoverdi alla prima vera fuga. Un gioco da tre punti di Prete rimette in moto i tarantini, ma Potì, una tripla di Liace e poi Gigli rimettono a distanza di sicurezza i padroni di casa (48-41). I mensanini cedono ancora in difesa, Prete e Fedele ne approfittano per rosicchiare nel punteggio, poi una tripla ancora di Liace e un gioco da tre punti di Ragusa conducono le squadre al riposo lungo con l’AIDO Mesagne in vantaggio 56-47. Nel terzo periodo l’andamento della partita non cambia, Coach Romano pesca a piene mani in panchina trovando sempre giuste risposte dai suoi ragazzi, gli ospiti cominciano ad accusare la fatica e calano notevolmente le soluzioni in attacco. Pazzarelli e Brunetti continuano a realizzare con regolarità, mentre Prete, Liace e Valzani cercano come possono di contenere i danni. Il canestro di Liaci porta i padroni di casa a +17 (75-55), ma uno sbandamento difensivo permette agli ospiti di rientrare con un parziale di 1-8 ad una cifra di ritardo (74-63). Pazzarelli chiude la terza frazione con i biancoverdi sul 76-63. Nell’ultimo quarto i padroni di casa continuano a condurre agevolmente la gara, due triple di Paciullo e una di capitan Potì con un altro parziale di 9-2 (85-65), segnano un solco definitivo tra le due formazioni. Prete, tra gli ospiti, è l’ultimo ad arrendersi, ma davanti alla forza della Mens Sana di questa sera c’era davvero poco da fare. Spazio alla fine anche per il giovanissimo Scalera, 15 anni, che trova spazio e tempo per scrivere il primo punto in un campionato di “grandi”. Buona in generale la prova dei mensanini, specialmente nella fase di attacco dove in alcuni momenti diventano inarrestabili, qualcosa invece da rivedere nella fase difensiva dove in alcuni momenti si notano evidenti rilassamenti generali. Il prossimo turno vedrà la Mens Sana Mesagne impegnata a Monopoli con la neo promossa Studio 3A Seagulls, sabato 2 novembre alle ore 18:30 presso la tensostruttura.
BRINDISI FC, A CENTROCAMPO C’È BRUNO CONTI
Bruno Conti è un giocatore del Brindisi FC. Figlio di Daniele Conti, bandiera del Cagliari, e nipote di Bruno, fuoriclasse della Roma e campione del mondo nel 1982, Conti è un centrocampista classe 2002, piede sinistro come il nonno, con all’attivo anche tre gare in Nazionale Under 16.
Cresciuto nel settore giovanile del Cagliari, ha collezionato 59 presenze con la Primavera e cinque reti, giocando da regista davanti alla difesa e contribuendo alla conquista della semifinale scudetto nel campionato 2021-22. Il Verona lo acquista nel 2022 per girarlo in prestito al Mantova nel girone A di serie C, infine la scorsa stagione ancora in serie C, nel girone C, con la maglia biancorossa del Monterosi Tuscia.
La società del presidente Roma dà il benvenuto al nuovo tesserato, già a disposizione di mister Nicola Ragno, augurandogli i migliori successi con la maglia biancazzurra.
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