Matarrelli cosa è per lei la politica?
“È nata come passione quand’ero ragazzo, è diventata dedizione al prossimo, oggi c’è un accento nuovo, forse un po’ visionario, ma che mi motiva come e più di prima: è ambizione di restituire un sorriso - che significa benessere, serenità - a chi da troppo tempo non sorride. A me non interessa aggrapparmi al feticcio delle ideologie in una elezione comunale, ma certamente preservo e rivendico la mia idealità, che è stata coerente nel corso di tutta la mia militanza politica. E la mia idealità è racchiusa proprio in questo sforzo, in questo impegno di bilanciare le cose, da un lato di abbattere le ingiustizie, di ripristinare le condizioni minime, almeno nella mia città, di una necessaria giustizia sociale, e dall’altro di rilanciare gli investimenti, di favorirli e coadiuvarli”.
Le periferie negli anni sono state emarginate, lei su questo fronte cosa pensa di fare?
“Io non parlerei di periferie, considerate le dimensioni tutto sommato essenziali della nostra città. Sono quartieri, ciascuno con uguale dignità rispetto all’altro, ciascuno importante e prezioso per l’intera comunità. Se distanze vi sono, noi abbiamo chiaramente affermato che vanno accorciate nei fatti e non a parole. Il processo di avvicinamento al centro storico sarà immediatamente concreto e visibile, fin dalla programmazione della prima MesagnEstate, ma non ci limiteremo ad una stagione. Chi ama Mesagne, la ama per intera”.
Che idee ha per lo sviluppo del centro storico?
“Abbiamo idee forti - esplicitate nel programma - e diverse personalità che hanno speso molti degli ultimi anni ad analizzare le opportunità del centro storico ed elaborare le strategie più idonee a realizzarle, senza ovviamente trascurarne le criticità. Ogni possibilità passa dal recupero completo dei diversi settori che, come in un mosaico, costituiscono il cuore della città, dalla loro valorizzazione e da una fruizione che sia il più possibile piena ed organizzata. E mi riferisco alle zone archeologiche che rappresentano un formidabile richiamo per un certo tipo di turismo più specialistico, alle chiese che alimenteranno il turismo religioso, al castello Normanno-Svevo che - come si è già inizialmente dimostrato - può fungere da ampio e poderoso contenitore culturale, alle vie del gusto per il consolidato ma ancora spontaneo turismo enogastronomico. Il centro storico e la zona industriale saranno i principali volàni dell’economia cittadina, provando a restituire benessere all’intera città”.
Il centro storico ha il gap dei parcheggi. Come intende intervenire?
“Qui c’è poco da lavorare di fantasia, bisogna realizzare parcheggi adeguati, cioè funzionali ed al giusto costo per l’utente, appena fuori dal centro, in modo da incentivare l’abitudine a vivere le nostre meravigliose stradine a piedi. Negli anni scorsi si era presentata l’ipotesi di una collaborazione pubblico-privato per costruire un moderno parcheggio, poi saltata per le solite paure che certi amministratori hanno quando si tratta di guardare lungo. Noi saremo molto determinati, invece, a risolvere questo annoso problema, proprio perché la questione è più generale e riguarda una nuova visione del centro storico”.