La Uil di Brindisi e l'accordo quadro sulla riforma pensioni

Ottobre 04, 2016 1418

uil pensionati logo 2013Un primo risultato importante e positivo è stato sottoscritto,

per la Uil pensionati di Brindisi, nel verbale d’intesa sulla previdenza. È il frutto, dopo quasi un decennio, di una lotta unitaria Uilp/Uil, Spi/Cgil e Fnp/Cisl, insieme ai rispettivi confederali e alle mobilitazioni dei pensionati e dei lavoratori fatte in questi anni. L’accordo sulla Riforma delle pensioni , che è stato siglato il 28 settembre al termine di un dibattito negoziale durato quattro mesi, non sottoscrive tagli alle pensioni e penalizzazioni ai pensionati, ma prevede azioni a loro favore da “adottare alcune, già a partire dalla prossima legge di bilancio (fase 1) e per le altre misure dell’intesa tra Governo e Sindacati da tenere aperto dal 2017 in poi, in un confronto costruttivo e di merito su ulteriori interventi di riforma previdenziale (fase 2). Per la Uil pensionati di Brindisi si tratta non di un vero accordo, ma di un verbale d’intesa su una serie di punti in vista della Riforma Pensioni da inserire nella nuova Legge di Stabilità 2017: APE (anticipo pensionistico a 3 anni), pensione anticipata per lavoratori precoci, aumento dell’assegno ed estensione platea per la quattordicesima ai pensionati a basso reddito e ulteriori interventi per complessivi 6 miliardi in tre anni. L’ampliamento della platea dei beneficiari della 14esima, che coinvolgerà oltre 1 milione di pensionati in più, e l’unificazione della no tax area tra lavoratori e pensionati sono due nostre rivendicazioni per le quali i pensionati si sono battuti per anni. Nell’impegno con il Governo il confronto ha richiesto, ancora una volta, il ripristino di un meccanismo di rivalutazione delle pensioni più equo, la separazione della previdenza dall’assistenza, la ricostituzione del montante contributivo per chi ha subito il blocco della rivalutazione e lo studio di un paniere Istat più rispondente alle spese dei pensionati. Per la fase 1 vengono considerate l’Ape, (misura sperimentale per due anni), RITA, (rendita integrativa temporanea anticipata), Pensioni minime, Cumulo contributi per la pensione anticipata, Lavoratori precoci e Lavoratori usuranti. Nella Fase 1 c’è anche il cumulo gratuito dei contributi per la pensione anticipata, che consente di riunire i contributi in gestioni diverse. La novità, rispetto all’attuale normativa, è l’applicazione ai fini della pensione anticipata e l’eliminazione di esclusioni ai fini del computo, ammettendo per i laureati il riscatto della laurea. L’Ape può essere sociale o volontaria: l’Ape sociale sarà a carico dello Stato per chi desidera ritirarsi su base volontaria a 63 anni (invece che a 66 anni e 7 mesi). L’APE volontaria è richiesta presso l’INPS ed è finanziata da un prestito corrisposto da un istituto di credito. Contestualmente al prestito, il richiedente accende un’assicurazione contro il rischio di premorienza con una compagnia assicuratrice. In APE e imprese (e quindi nel caso di accordo tra le parti, al fine di agevolare la scelta del lavoratore), il datore di lavoro può sostenere i costi dell’APE attraverso un versamento all’INPS di una contribuzione correlata alla retribuzione percepita prima della cessazione del rapporto di lavoro, in presenza di accordi collettivi anche attraverso appositi fondi bilaterali in essere o appositamente creati, in modo da produrre un aumento della pensione tale da compensare gli oneri relativi alla concessione dell’APE. Allo stesso fine, il Governo s’impegna a definire interventi di agevolazione fiscale per favorire quote di contribuzione aggiuntiva non ordinaria da parte del datore di lavoro alla previdenza complementare, al fine di potenziare la rendita temporanea erogata dalla previdenza complementare o la pensione integrativa per compensare gli oneri dell’APE. Tali soluzioni permetteranno di rafforzare la strumentazione per governare i processi di turnover aziendali anche attraverso l’individuazione di opportune forme di bilateralità. Per le uscite anticipate e flessibilità della previdenza complementare – RITA, contestualmente, il Governo s’impegna a realizzare un cambiamento normativo e fiscale della previdenza complementare per accrescere la flessibilità di utilizzo di tale strumento, al fine di adeguare le prestazioni della previdenza complementare anche alle necessità della gestione flessibile dell’uscita dal mercato del lavoro. In particolare, si definirà una norma che consenta al lavoratore che ha maturato un montante in un fondo integrativo di attingere prima dell’età di pensionamento a tale montante, volontariamente e nella misura scelta, per usufruire di una rendita temporanea per il periodo che manca alla maturazione del diritto alla pensione (età del pensionamento di vecchiaia). Tale nuova opportunità (denominata “Rendita Integrativa Temporanea Anticipata”, RITA) sarà agevolata fiscalmente con una tassazione inferiore a quella oggi prevista per le anticipazioni, e pari a quella prevista sulla pensione complementare erogata in rendita. Il Governo s’impegna altresì a definire strumenti d’incentivazione fiscale finalizzati ad agevolare l’utilizzo volontario del TFR accantonato presso l’impresa o di contributi aggiuntivi per accedere alle prestazioni anticipate di previdenza complementare. Per la fase 2, in un accordo di misure da attuare nel triennio 2017-2010, ci si concentrerà sulla futura sostenibilità ed equità del sistema previdenziale. Il Governo e le OO.SS. s’impegnano, infine per la fase II, a proseguire il confronto per la definizione di ulteriori misure di riforma del sistema di calcolo contributivo, per renderlo più equo e flessibile, per affrontare il tema dell’adeguatezza delle pensioni dei giovani lavoratori con redditi bassi e discontinui e per favorire lo sviluppo del risparmio nella previdenza integrativa, mantenendo la sostenibilità finanziaria e il corretto rapporto tra generazioni insiti nel metodo contributivo (punti 8 e 9). Per la Uil pensionati di Brindisi è stato fatto un buon lavoro, anche se non si è arrivati, ancora tra le parti, per un accordo quadro a una conclusione ben definita. Il sindacato ha raggiunto un “buon risultato” dopo dieci anni, sulla “distinzione tra lavori”, preferendo nell’uscita chi ha svolto attività più faticose, mentre nell’Ape non si condivide lo strumento attuativo perché, secondo la Uil pensionati territoriale, l’anticipazione è da vedere nello scambio intergenerazionale tra lavoratori anziani e giovani che non riescono a entrare nell’attuale mercato del lavoro (sei disoccupati su dieci cercano lavoro da oltre un anno nel Mezzogiorno). Il segretario nazionale della Uil Carmelo Barbagallo chiede di continuare il tavolo di concertazione perché considera i 6 miliardi stanziati non sufficienti e non dimentica gli esodati e il resto della piattaforma rivendicativa dei pensionati. Il nostro impegno, naturalmente, non si ferma qui. È stata invertita una tendenza in uso nel nostro Paese che ha sempre visto fare cassa sui pensionandi e sui pensionati. Sarà un confronto costruttivo che verterà nella realizzazione integrale della piattaforma rivendicativa dei pensionati orientata a dare risposte ai tanti problemi dei giovani brindisini senza lavoro (e costretti a lasciare il luogo natio e il proprio paese) o lavoratori e pensionati, ancora da risolvere. Il segretario responsabile territoriale di Brindisi Tindaro Giunta