Redazione
Hospice Mesagne. Caroli: Emiliano e De Nuccio non chiariscono all’inaugurazione. Lo faranno in audizione
“Ci saremmo aspettati che ieri, in occasione dell’inaugurazione del nuovo Hospice di Mesagne, il presidente Emiliano, anche in qualità di magistrato in aspettativa, facesse chiarezza sulla cooperativa che gestirà la struttura, La Rondine di Lanciano, replicando al nostro comunicato, di ben 5 giorni, mai smentito. Ci sembra di aver intuito, guardando le foto e i servizi televisivi, e leggendo note e articoli, che ieri qualcuno ha deciso che sicuramente non era opportuna la presenza dei vertici della suddetta cooperativa all’inaugurazione…
“Nessuno mette in discussione l’importanza di una struttura così importante per il territorio e per le famiglie che vivono lo strazio di un familiare in fin di vita, ma questo non significa non dover dare spiegazioni non a Fratelli d’Italia, ma ai brindisini e ai pugliesi.
“Per questo, ritorniamo a rivolgere a Emiliano e al DG della ASL BR De Nuccio le stesse domande che abbiamo formulato nei giorni scorsi e che ribadiremo nell’audizione che abbiamo chiesto di convocare urgentemente al presidente della Commissione Sanità, Vizzino: perché in questo specifico caso è stato deciso che la gestione fosse affidata a privati? Con quale selezione è stata scelta la coop abruzzese? Risulta o meno che sulla stessa vi sia un’indagine della Procura di Chieti che nel maggio scorso ha notificato avvisi di conclusione inchiesta anche ai vertici?
“Garantisti come siamo ci auguriamo che nell’interesse di tutti si vada verso l’archiviazione, ma se invece ci trovassimo di fronte a una richiesta di rinvio a giudizio per il centrosinistra sarebbe tutto ‘normale’? Tutti siamo innocenti fino alla Cassazione, ma quante volte questo principio è stato dimenticato quando riguardava persone e scelte fatte dal centrodestra.
“Per questo pretendiamo chiarezza, perché l’Emiliano con la toga del pm… può darsi che abbia cambiato pelle!”
Hospice Mesagne. Caroli: Emiliano e De Nuccio non chiariscono all’inaugurazione. Lo faranno in audizione. |
OLIO: COLDIRETTI PUGLIA, AL VIA RACCOLTA OLIVE IN PUGLIA
OLIO: COLDIRETTI PUGLIA, AL VIA RACCOLTA OLIVE IN PUGLIA CON PRODUZIONE A PICCO (-40%) PER SICCITÀ E CALDO RECORD.
Qualità eccellente ma è allarme speculazioni.
Al via in anticipo di 15 giorni la raccolta delle olive in Puglia, l’oliveto d’Italia, che segna in media un crollo del 40% rispetto allo scorso anno, a causa della siccità che ha stretto la regione sin dalla primavera e persiste, ma in compenso la qualità risulta eccellente. E’ quanto emerge dalla stima di Coldiretti Puglia e Unaprol sulla campagna olivicola 2024/2025, diffusa in occasione dell’avvio della raccolta delle olive in un anno profondamente segnato dalla siccità, dalle temperature record e dalla mancanza di piogge, con -72% di acqua negli invasi pugliesi anche ad ottobre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso..
In provincia di Bari e nella BAT si rischia un calo fino al 40% della raccolta di olive a causa delle temperature sopra la media già ad aprile e maggio, un caldo anomalo e fuori stagione che da subito – denuncia Coldiretti Puglia - ha preoccupato gli olivicoltori, perché sfavorevole alla fisiologica mignolatura dell’olivo. Infatti, nel mese di maggio ricorre la fioritura dell’olivo che quest’anno, nonostante la prolifica produzione registrata durante la scorsa campagna olearia, sembrava essere soddisfacente un po' ovunque, ma le buone aspettative sono state poi tradite da un progressivo aborto dei fiori dovuto appunto all’eccessivo e duraturo caldo.
In provincia di Foggia, con l’avvio della campagna olearia si sta delineando un quadro più chiaro della stagione olivicola, dove l’innalzamento delle temperature dal mese di maggio ad agosto e la mancanza di piogge è stato di ostacolo per l’allegagione. Di fatto, anche nell’areale foggiano è stimata una bassa produzione di olive, in termini percentuali in calo del 50% rispetto alla scorsa stagione olivicola. Calo sensibile anche in Salento, con le province di Taranto e Brindisi che risentono della siccità e della mancanza di piogge, ma anche i costi di produzione – aggiunge Coldiretti Puglia - sono triplicati e la mancanza di manodopera sia per la coltivazione dei terreni sia per l’apertura dei frantoi penalizza gravemente il settore olivicolo – oleario.
A causa della Xylella fastidiosa– insiste Coldiretti Puglia - sono andate perse 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 70% della produzione di olio di oliva anche nell’annata 2022 con il crollo produttivo divenuto incontrovertibile dal 2015 ad oggi, e finora il numero stimato di ulivi reimpiantati è pari a poco più di 3 milioni, contro i 21 milioni di piante infette per la strage causata dalla Xylella, pari ad appena il 14%.
Buone notizie arrivano, invece, sul fronte della qualità che si annuncia eccellente, grazie all’impegno delle circa 400 mila aziende agricole nazionali nel garantire un prodotto dagli standard elevatissimi, regalando all’Italia la leadership in Europa per il maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp) con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo, sulla base dell’analisi Coldiretti.
“Non è un caso che lo scorso anno l’olio extravergine d’oliva 100% Made in Italy italiano sia stato l’unico a crescere nei consumi dimostrando come i consumatori italiani abbiano premiato la qualità di un prodotto dalle caratteristiche organolettiche immediatamente percepibili - sottolinea David Granieri, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente di Unaprol, l’associazione dei produttori olivicoli -. Un risultato che evidenzia come il nostro Evo non debba essere considerato più una commodity legata alla logica del prezzo, ma un vero e proprio alimento, che peraltro innumerevoli studi indicano come prezioso elisir di lunga vita, oltre che caposaldo della Dieta Mediterranea. Da qui la necessità di tenere alta la guardia contro ogni tentativo di speculazione che possono trovare terreno fertile nella scarsità di prodotto a livello mondiale, nell’inevitabile incremento delle quotazioni e nella riduzione del differenziale di prezzo tra l’olio extravergine italiano e quello dei principali paesi produttori”.
“Non è più rinviabile un piano strategico dell’olivicoltura – aggiungono presidente e direttore di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo e Pietro Piccioni - che metta al centro le aziende che sono sul mercato, producono reddito e occupazione, oltre al recupero dei tanti uliveti abbandonati che devono essere rinnovati per ridare ossigeno e speranze ai territori, proseguendo a livello internazionale la battaglia per tutelare la qualità del nostro olio extravergine d’oliva, cercando di cambiare anche alcuni parametri che penalizzano i nostri agricoltori già vessati dal cambiamento climatico e dall’aumento sconsiderato dei costi energetici. Il futuro dell’olio italiano passa da questi interventi fondamentali per tutelare un prodotto simbolo del Made in Italy”,
Tra l’altro Unaprol e Coldiretti portano avanti una politica di contrasto alle frodi, sempre più crescenti per la scarsità di prodotto, proponendo in tutti i tavoli istituzionali, nazionali ed internazionali, la proposta del restringimento dei parametri relativi al livello di acidità dell’olio Evo, da 0,8% a 0,5%. Importante in tale ottica l’arrivo del nuovo decreto, fortemente voluto da Coldiretti e Unaprol e in fase di pubblicazione, sulle modalità di registrazione delle olive acquistate dai commercianti di olive, con specifiche funzionalità previste sul Sian, che assicurerà maggiore trasparenza e tracciabilità. Necessario anche rafforzare la disciplina sui condimenti, che dovrebbero avere l’indicazione dettagliata in etichetta della percentuale di olio extravergine d’oliva presente in miscele che utilizzano prevalentemente oli raffinati e devono essere nettamente separati sugli scaffali dall’olio Evo, per non ingenerare confusione nei consumatori e consentire manovre ingannevoli.
Ma l’impegno della filiera olivicola italiana con Unaprol e Coldiretti guarda anche ai cambiamenti climatici chiedendo di accelerare sulla realizzazione del piano di invasi con pompaggi e cambiare passo per una gestione della risorsa idrica programmata, senza la quale anche l’olivicoltura italiana non può più garantire una produzione costante e di qualità per gli effetti sempre più violenti dei cambiamenti climatici.
Brindisi, oltre 1 kg di cocaina sequestrata dalla Polizia di Stato: un uomo arrestato.
Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, della presunzione di non colpevolezza e della necessaria verifica dibattimentale, per quanto risulta allo stato attuale, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue.
Nella mattinata del 10 ottobre scorso, la Polizia di Stato di Brindisi ha proceduto all'arresto di un cittadino albanese di anni 37, residente in questo capoluogo, fermato mentre era alla guida di un’autovettura di grossa cilindrata.
Durante il controllo del veicolo, effettuato dagli operatori della Sezione Polizia Stradale di Brindisi e del Distaccamento Polizia Stradale di Fasano, sulla S.P. ex SS16, sono emerse circostanze sospette tali da richiedere ulteriori accertamenti da parte degli agenti. A seguito di attente verifiche, all’interno del vano bagagliaio, occultato in una intercapedine, veniva rinvenuto un involucro contenente grammi 1142 di sostanza stupefacente del tipo cocaina. Sul posto intervenivano in ausilio le unità cinofile della Polizia di Frontiera di Brindisi.
Il cittadino straniero, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, veniva arrestato ed associato alla Casa Circondariale di Brindisi.
Sono in corso ulteriori indagini per chiarire l’esatta provenienza e destinazione della sostanza sequestrata.
L’operazione è dimostrazione del costante impegno della Polizia di Stato nel garantire il rispetto delle leggi e la sicurezza della cittadinanza, intensificando i controlli nelle aree urbane e periferiche della città.
I Finanzieri sequestrano 500 falsi articoli di noti marchi
La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Brindisi ha svolto, nell’ambito di mirati controlli ed a seguito di preliminare analisi info-investigativa, nel comune di Latiano, attività in materia di tutela dei diritti della proprietà industriale e contrasto alla contraffazione.
Il blitz, eseguito dalle unità specializzate “Baschi Verdi” della Compagnia Pronto Impiego di Brindisi, rientra in un più ampio dispositivo di contrasto ai traffici illeciti finalizzato all’intensificazione del controllo economico del territorio, a tutela degli operatori commerciali che esercitano l’attività nel rispetto delle regole di mercato.
All’esito delle attività, i militari hanno rinvenuto e sequestrato circa 500 articoli, tra capi di abbigliamento, scarpe e accessori, riportanti marchi riconducibili a noti brand nazionali ed internazionali che risulterebbero contraffatti (Louis Vuitton, Gucci, Saint Laurent, Christian Dior, Nike, Stone Island, The North Face, Moncler ed altri).
I citati articoli riproducevano fedelmente le caratteristiche tipiche dei marchi suindicati, traendo in tal modo in inganno i potenziali acquirenti.
Un soggetto è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Brindisi, in relazione alle ipotesi di reato di commercializzazione di prodotti contraffatti e ricettazione.
La responsabilità penale del soggetto coinvolto, tuttavia, sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile. Nei confronti dello stesso vige, infatti, la presunzione di innocenza che l’articolo 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.
La contraffazione e il commercio di prodotti non genuini e insicuri danneggiano il mercato e la libera concorrenza, sottraendo opportunità e lavoro alle imprese che rispettano le regole, oltre a rappresentare un potenziale pericolo per la salute del consumatore finale, che acquisterebbe articoli che sfuggono alle standardizzate filiere di produzione.
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Carovigno ospita l'incontro "Che cos'è l'autismo?" per sensibilizzare e supportare le famiglie
Si è svolto presso l'Aula Consiliare del Comune di Carovigno l'incontro informativo dal titolo "Che cos'è l'autismo?", organizzato dalla cooperativa sociale Educa. L'evento ha visto una significativa partecipazione di genitori, educatori, insegnanti, professionisti sanitari e cittadini interessati, con l'obiettivo di fornire strumenti utili per comprendere meglio il disturbo dello spettro autistico e promuovere una maggiore consapevolezza sul tema.
Le relatrici principali dell'incontro sono state la Dott.ssa Mariangela Acquaviva, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, nonché analista del comportamento certificata BCBA e IACABAI, e la Dott.ssa Concetta Marco, psicologa clinica e analista del comportamento. Le due esperte hanno illustrato i principali aspetti dell'autismo, concentrandosi sulle tecniche di intervento cognitivo-comportamentale e sulle strategie educative efficaci per supportare le persone affette da questo disturbo.
L'evento è stato aperto dai saluti istituzionali dell'Assessore ai Servizi Sociali, Luigi Orlandini, e dall'Assistente Sociale, Maria Concetta Totaro. Entrambi hanno evidenziato l'importanza di sensibilizzare la comunità sul tema dell'autismo e di sostenere le famiglie che convivono quotidianamente con questa realtà. L’Assessore Orlandini ha sottolineato la necessità di un sostegno istituzionale costante, affermando: “È fondamentale essere al fianco delle famiglie con figli che hanno disturbi dello spettro autistico. Le istituzioni, a ogni livello, devono sostenere queste famiglie anche in ambito scolastico, potenziando l'integrazione scolastica che necessita di un importante incremento di risorse e trasferimenti da parte dello Stato.”
L'incontro ha rappresentato un momento di riflessione e approfondimento, volto a promuovere una maggiore inclusione delle persone con disturbo dello spettro autistico nella comunità, rafforzando il dialogo e il supporto reciproco tra istituzioni, famiglie e professionisti del settore.
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BRINDISI, LA VISIONE DEL NUOVO TEATRO VERDI: UNA STAGIONE PER TUTTI
l Consiglio di Amministrazione della Fondazione Nuovo Teatro Verdi di Brindisi esprime soddisfazione per la nuova stagione artistica e per il lancio della campagna abbonamenti, che prosegue ora con i nuovi tesseramenti dopo la fase dedicata ai rinnovi. È anche doveroso riconoscere il successo della rassegna estiva “Verdi in Città”, che ha rappresentato un momento significativo di apertura e connessione tra il teatro e la comunità, dimostrando quanto il teatro possa aprirsi a nuovi spazi e nuove dinamiche di partecipazione.
Un ringraziamento particolare va alla direzione artistica che ha saputo tradurre concretamente le linee programmatiche tracciate dal Consiglio di Amministrazione all’inizio del suo mandato, incentrate sulla valorizzazione della comunità e su un’attenzione speciale per le nuove generazioni. Oltre a essere uno spazio di rappresentazione, il teatro è un luogo di dialogo, un catalizzatore di energie collettive e di visioni individuali. È il fulcro di un processo culturale più ampio che mira a consolidare il senso di appartenenza e identità della città.
La nuova stagione introduce, in linea con questa visione, la sezione “Verdi Green”, una proposta condivisa dal Consiglio di Amministrazione per coinvolgere il pubblico giovane, spesso disconnesso dalle pratiche teatrali tradizionali. La cultura, e in particolare il teatro, devono saper parlare a tutte le generazioni, adattarsi ai loro linguaggi, ai loro codici, senza mai perdere il loro ruolo di guida e stimolo per una lettura critica del presente. Ci auguriamo che il pubblico più giovane si senta coinvolto e rappresentato scoprendo nel teatro un luogo in cui riconoscersi e confrontarsi con temi che parlano alla contemporaneità.
Il teatro identifica un territorio nel quale la comunità può riflettere su se stessa, confrontarsi, immaginare. È qui che il dibattito si accende, che le idee prendono forma e si scontrano in un processo di crescita comune e comunitaria. Proprio su questo fondamento si basa il dossier di candidatura di Brindisi a Capitale italiana della Cultura 2027, che vede nella cultura il motore di uno sviluppo nuovo, non solo economico, ma sociale e civile, un processo capace di aprire la città verso gli orizzonti più evoluti del mondo contemporaneo.
La stagione artistica 2024-25 mantiene la tradizionale attenzione alla qualità e all’originalità, con un equilibrio tra generi e linguaggi che caratterizza da sempre la proposta del Nuovo Teatro Verdi. La sezione “Verdi Green” propone un abbonamento dedicato ai più giovani, ma fruibile da tutti, un viaggio attraverso quattro spettacoli che parlano il linguaggio del nostro tempo spaziando tra generi diversi. “Caravaggio di chiaro e di oscuro” di Luigi D’Elia, “Quel che provo dir non so” di Pierpaolo Spollon, “Fra’ - San Francesco, la superstar del Medioevo” di Giovanni Scifoni, e “La fisica che ci piace” del professor Vincenzo Schettini. Un programma pensato per “chiamare a teatro” un pubblico nuovo e stimolare il dialogo culturale.
A teatro si intrecciano pensieri, emozioni e riflessioni. È da qui che osserviamo il mondo con occhi nuovi e curiosi. Venire a teatro significa partecipare alla costruzione di una comunità più consapevole e viva. Vi aspettiamo al Nuovo Teatro Verdi: perché il futuro di Brindisi si costruisce anche sulle storie che scegliamo di ascoltare e condividere.
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Garanti territoriali dei detenuti: «rischiamo norme di dubbia legittimità costituzionale e un impatto esplosivo sul sistema penitenziario»
A proposito del disegno di legge ‘sicurezza’ in discussione in Parlamento, il portavoce e il coordinamento della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali dei detenuti: «rischiamo norme di dubbia legittimità costituzionale e un impatto esplosivo sul sistema penitenziario»
Il Portavoce e il Coordinamento della conferenza nazionale dei garanti territoriali delle persone private della libertà personale esprimono ancora una volta preoccupazione per lo scollamento tra la realtà drammatica delle carceri italiane e i provvedimenti normativi già promulgati o in corso di approvazione. Sovraffollate e con un numero altissimo di suicidi tra persone detenute e agenti di polizia penitenziaria, le carceri sono una polveriera: esasperazione, abbandono e indifferenza verso il modo dell’esecuzione della pena, che non può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità, fanno di questo momento storico il più delicato dopo la sentenza “Torreggiani” della Corte europea dei diritti dell’uomo. Più di ottomila persone detenute, che devono scontare un residuo di pena inferiore a un anno, potrebbero uscire dal carcere con interventi mirati – come, ad esempio, la c.d. liberazione anticipata “speciale” – che il Parlamento non sembra voler prendere in considerazione.
Abbiamo così, per un verso, i rimedi omeopatici di scarso o nessun impatto nel breve periodo introdotti dalla legge 8 agosto 2024, n. 112, e, per l’altro, le temibili disposizioni e nuove fattispecie di reato previste dal disegno di legge sulla sicurezza pubblica in corso di votazione in Parlamento.
L’approvazione, solo qualche giorno fa, dell’art. 12 che cancella il differimento obbligatorio della pena per donne in gravidanza e madri di minori di un anno rappresenta un enorme passo indietro rispetto alla tutela della maternità e dell’infanzia, ed è in netto contrasto con i pronunciamenti sul tema della Corte costituzionale e delle convenzioni internazionali.
Per quanto attiene alle norme sul rafforzamento della sicurezza all’interno degli istituti penitenziari e nelle strutture di trattenimento e accoglienza per i migranti, anche qui si evidenzia la logica securitaria che permea l’intero provvedimento normativo perseguendo l’obiettivo della criminalizzazione di ogni forma di dissenso. L’idea di fondo è che ogni specie di dissenso contro l’autorità costituita o le istituzioni totali debba essere punita con esemplare severità.
Siamo preoccupati per la formulazione del nuovo art. 415 bis c.p., che – se approvato - punirebbe la pacifica protesta all’interno di un istituto penitenziario ancor di più se nella forma aggravata.
Lo stesso problema si riscontra anche rispetto al parallelo art. 14 T.U. immigrazione come riformulato dal disegno di legge in esame, che punisce con la reclusione da uno a sei anni chiunque – durante il trattenimento o la permanenza nelle strutture per i migranti – promuove, organizza o dirige una rivolta mediante atti di violenza o minaccia o mediante atti di resistenza anche passiva agli ordini impartiti. Il fatto deve essere commesso da tre o più persone riunite e prevede la punibilità per la mera partecipazione.
Risulta assai grave l’assimilazione, sul piano del disvalore di condotta, tra violenza, minaccia ed atti di resistenza passiva: difficile, peraltro, anche sul piano logico, immaginare una rivolta pericolosa che consista in atti di mera disubbidienza civile. Sarà quindi criminalizzato lo sciopero della fame portato avanti da tre o più detenuti? Il tenore delle norme non consente di escluderlo.
Ci auguriamo che il Ministro della Giustizia intervenga prima che il Parlamento approvi in via definitiva disposizioni dall’impatto esplosivo e di dubbia legittimità costituzionale.
Il portavoce
Samuele Ciambriello, Garante regione Campania
Il Coordinamento
Bruno Mellano, Garante regione Piemonte
Valentina Calderone, Garante comune Roma
Valentina Farina, Garante provincia Brindisi
Giuseppe Fanfani, Garante regione Toscana
Francesco Maisto, Garante comune Milano
Veronica Valenti, Garante comune Parma
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Denunciate 2 persone e altre 5 segnalate amministrativamente
Nell’ambito dei servizi disposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, mirati a innalzare il livello di prevenzione dei reati e incrementare una cornice di sicurezza, nei giorni scorsi, i Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni hanno svolto un servizio straordinario di controllo del territorio a Ceglie Messapica. In tale contesto hanno:
a. denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria una persona, per porto ingiustificato di un coltello, rinvenuto nella sua autovettura in seguito a un approfondito accertamento durante un controllo alla circolazione stradale;
b. confiscato un veicolo e ritirato la patente di guida al conducente poiché sorpreso alla guida in stato di ebrezza in conseguenza dell’uso di bevande alcoliche;
c. segnalato all’Autorità Amministrativa, per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale:
- un 42enne di Ostuni poiché, controllato mentre si trovava alla guida di un’autovettura, è stato trovato in possesso di sostanza stupefacente del tipo cocaina. Nella circostanza, al conducente è stata ritirata la patente di guida;
- un 18enne di Ceglie Messapica poiché è stato trovato in possesso di oltre 2 grammi di hashish;
- un 15enne di Ceglie Messapica, trovato in possesso di hashish;
- un 44enne di Modugno (BA), trovato in possesso di hashish;
- una 20enne di Ceglie Messapica, trovata in possesso di marijuana.
Gli stupefacenti rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro.
Complessivamente sono stati eseguiti 7 controlli a persone sottoposte a misure di sicurezza e prevenzione, identificate 30 persone, controllati 18 automezzi, effettuate 5 perquisizioni, confiscato un veicolo, ritirate 2 patenti di guida ed elevate varie contravvenzioni al Codice della Strada.
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Sanità Brindisi, Galizia (UGL Salute): "È inaccettabile compromettere il servizio di front office dell'ASL"
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