Redazione

L’agricoltura pugliese è alle prese con una crisi senza precedenti che non sta risparmiando alcun comparto. Oltre a ciò continuano a permanere criticità ormai ataviche, strutturali ed infrastrutturali, che vanno affrontate con vigore e concretezza.

CIA – AGRICOLTORI ITALIANI di Puglia ha indetto una mobilitazione regionaleper tenere alta l’attenzione sulle emergenze in corso e per sollecitare le Istituzioni preposte a qualunque livello affinchè si trovino soluzioni adeguate.
Di seguito un quadro delle situazioni critiche e le proposte che CIA – AGRICOLTORI ITALIANI Puglia sottopone alle Istituzioni, chiedendo a tutti i livelli di fare squadra e di agire in sinergia per salvare l’economia regionale pugliese, trovando soluzioni condivise ed utilizzando in modo strategico le risorse a disposizione e incrementarle per mettere in moto azioni concrete, rapide, efficaci.
 
I COSTI DELLE MATERIE PRIME
Le materie prime – gasolio agricolo, fertilizzanti, mangimi ed altro – registrano quotidianamente aumenti spropositati (fino al 200% in più) per il combinato disposto delle speculazioni e degli effetti negativi della guerra in Ucraina. 
 
RICHIESTE:
Estensione di almeno altri 6 mesi del credito di imposta sul gasolio agricolo del 20-30%;
Eliminazione delle accise sul gasolio agricolo;
Defiscalizzazione previdenziale in materia di lavoro agricolo;
Riduzione del 50% il costo dei contributi previdenziali ed assistenziali;
Controlli da parte degli organismi preposti (forze dell’ordine) sulle speculazioni e sull’aumento dei prezzi in generale;
 
I PREZZI DEI PRODOTTI AGRICOLI
I prezzi riconosciuti ai produttori agricoli molto spesso non coprono nemmeno le spese di coltivazione e raccolta.
Produrre al di sotto dei costi di produzione non è possibile, così come non lo è produrre a ‘costi italiani’ e svendere a prezzi internazionali le produzioni ottenute, stando attenti a rispettare – doverosamente e come facciamo sempre - i contratti di lavoro, le norme sulla sicurezza e le regole per garantire la salubrità dei prodotti. Tutta questa mole di lavoro non è riconosciuta da chi porta sulle tavole dei consumatori quei prodotti.
In sostanza, il comparto agricolo è uno dei pochi a subire e a non determinare il prezzo dei propri prodotti, con uno squilibrio di potere contrattuale che pende completamente a favore della GDO (la Grande Distribuzione Organizzata) e dei mediatori.
 
RICHIESTE:
Riequilibrare i rapporti all’interno della filiera e in particolar modo con la GDO; 
Aggregare e differenziare l’offerta e favorire la rinascita di punti vendita e negozi specializzati per la distribuzione dei prodotti;
Eliminare le disparità esistenti anche in ambito europeo ed extra europeo rispetto all’uso dei fitofarmaci;
Sovvenzionare l’espianto di vecchi impianti, in modo da rinnovare le strutture e incentivare l’innovazione varietale;
Favorire l’aggregazione in OP;
Realizzare il catasto ortofrutticolo;
 
MANODOPERA AGRICOLA
L’emergenza della manodopera nel settore agricolo è insostenibile per le imprese. La situazione è prossima a diventare critica. Non si riesce a reperire manodopera, manca il flusso dell’Est Europa e dai Paesi extracomunitari. 
Il comparto agricolo, poi, è soggetto quotidianamente alle condizioni meteo-climatiche che possono  o non permettere la esecuzione dei relativi lavori in campagna. Pertanto risulta davvero vincolante e penalizzante la norma che obbliga i datori di lavoro agricoli ad avviare le assunzioni il giorno precedente l’inizio del rapporto di lavoro. 
 
RICHIESTE:
Utilizzare i “corridoi verdi” per i lavoratori extra comunitari;
Utilizzare la manodopera dei percettori del Reddito di Cittadinanza;
Rivisitazione delle norme in materia di assunzioni agricole che consentano ai datori di lavoro agricoli di poter effettuare assunzioni immediate lo stesso giorno di inizio del rapporto di lavoro.
 
 
I CAMBIAMENTI CLIMATICI E LE CALAMITA’ NATURALI
 
Non vi è giorno in cui non si registrano calamità naturali: siccità, alluvioni, grandinate, bombe d’acqua, nevicate, gelate. L’incidenza delle calamità naturali è ormai devastante.
 
RICHIESTE:
riforma della legge 102/2004;
costituire un fondo assicurativo per tutelare le aziende agricole dagli eventi naturali e dalle crisi di mercato, in parte coperto dalla fiscalità generale ed in parte dai fondi del Psr;
accellerare le istruttorie per il riconoscimento degli indennizzi.
 
LA FAUNA SELVATICA
La presenza incontrollata sul territorio di fauna selvatica (cinghiali, lupi, cinghiali, storni), sta determinando annualmente milioni di euro di danni ad allevamenti e coltivazioni, sta mettendo in pericolo anche i residenti nelle campagne.
È necessario procedere ad un abbattimento selettivo e controllato dei cinghiali. 
 
RICHIESTE:
abbattimento selettivo e controllato dei cinghiali per riportare a livelli di sostenibilità ambientale la presenza di detti animali sul territorio;
riconoscere risarcimenti veri e propri agli agricoltori danneggiati;
superare il regime del de minimis e i limiti da esso imposti;
riformare radicalmente la legge 157/1992;
prevedere la sterilizzazione dei cinghiali;
prevedere la eventuale realizzazione della filiera della carne di cinghiale.
 
XYLELLA FASTIDIOSA
Abbiamo sempre sostenuto che la Xylella fastidiosa non avrebbe atteso i tempi della burocrazia, della politica e della giustizia. 
Non ci eravamo sbagliati, stante l’avanzamento del batterio giunto ormai in provincia di Bari. 
A tal proposito si ribadisce ancora una volta che il nostro riferimento è sempre stata e sarà la scienza e non la fantascienza, i santoni e gli pseudoambientalisti che tanti danni hanno arrecato in questi anni attraverso le loro azioni di disinformazione e di proteste senza senso e senza fondamento scientifico, distruggendo in quasi 10 anni un patrimonio immenso.
Gli agricoltori in questi anni hanno rispettato le regole, innanzitutto eseguendo regolarmente le buone pratiche agricole e tutte le procedure previste dai piani di azione annuali varati dalla Regione Puglia, con un aumento esponenziale dei costi a fronte di bilanci aziendali in molti casi ridotti a zero.
Restano ancora delle criticità – soprattutto notevoli ritardi - circa la eradicazione delle piante infette per le quali i proprietari non avanzano richiesta di eradicazione volontaria.
 
RICHIESTE:
nomina di un commissario straordinario per gli abbattimenti con poteri, mezzi, risorse economiche e umane straordinarie;
accelerare la erogazione della 2.da e 3.za annualità per i frantoi;
accelerare le istruttorie delle domande relative alla mis. 4.1.C
destinare ulteriori risorse per la rigenerazione olivicola delle province interessate;
svolgere periodicamente le attività di monitoraggio delle piante e dei vettori;
destinare risorse agli agricoltori che svolgono con diligenza le buone pratiche agricole;
prorogare per altri due anni gli indennizzi per i danni subiti da Xylella;
implementare ulteriormente la ricerca scientifica e la sperimentazione;
continuare nella sperimentazione dei sovrainnesti dei monumentali;
integrare la concessione di carburante agricolo per le zone colpite dal batterio
attivare al più presto il catasto olivicolo per le zone colpite dalla Xylella;
bando Psr ad hoc per le aziende che hanno reimpiantato alle quali è necessario dare un supporto fino alla produzione;
un coordinamento per il monitoraggio di tutte le risorse messe a disposizione del sistema agricolo affinché vengano utilizzate per una vera rigenerazione del sistema agricolo e del paesaggio.
 
 
 
LA RISORSA ACQUA
 
In molti territori della Puglia le infrastrutture irrigue risalgono al periodo degli anni ’50 e da allora in molti casi non vi è stata manutenzione né ammodernamenti. Occorre mettere nelle condizioni tutti i Consorzi di Bonifica presenti sul territorio pugliese di predisporre una progettualità utile a migliorare le infrastrutture e consentire il più possibile l’utilizzo delle acque provenienti dagli invasi piuttosto che quelle proveniente dai pozzi. 
 
RICHIESTE:
risorse specifiche messe a disposizione per investire nei territori cercando di creare invasi;
Incentivare il riuso e l’utilizzo delle acque reflue provenienti dai depuratori;
Un’autorità unica di gestione delle acque;
Demandare la gestione della realizzazione di nuovi invasi a livello nazionale e non agli enti locali;
Attivare le procedure per il riconoscimento dello stato di calamità dovuta alla siccità dell’anno in corso;
Avviare una nuova sanatoria per i pozzi.
 
I CONSORZI DI BONIFICA
 
CIA – AGRICOLTORI ITALIANI di Puglia ritiene i consorzi di bonifica importanti strumenti di gestione del territorio. Però devono funzionare appieno e rispondere alla loro mission.
 
RICHIESTE:
accelerare la riforma complessiva dei consorzi di bonifica commissariati;
condivisione seria e concreta dei nuovi piani generali di bonifica e dei piani di classifica;
trovare una soluzione concordata rispetto ai ruoli del tributo 630;
programmare un piano di lavori pluriennali dei Consorzi.
 
 
AGRITURISMO
 
Le aziende agrituristiche hanno subito ingenti danni a causa della pandemia Covid 19. A ciò si aggiunge la difficoltà attuale di non riuscire a trovare personale specializzato.
 
RICHIESTE:
Riproporre la misura 21 del PSR Puglia;
Riproporre il Fondo per la filiera della. Il fondo in passato consentiva di richiedere contributi a fondo perduto da un minimo di mille fino a un massimo di diecimila euro per l'acquisto di prodotti 100% Made in Italy,  
 
 
UVA DA TAVOLA: LA QUESTIONE ROYALTY
 
In alcuni Paesi, come Israele, Cile e Stati Uniti, la ricerca scientifica ha prodotto nuove varietà di frutti. La proprietà intellettuale di quelle produzioni implica il pagamento delle royalty, da parte dei semplici agricoltori sul territorio, non solo per avere l’autorizzazione a coltivare determinate varietà ma anche nella successiva vendita del raccolto. 
 
RICHIESTE:
Bloccare l’azione di strozzinaggio praticata dai breeders;
Sostenere programmi nazionali di ricerca in sinergia tra Istituzioni pubbliche, enti scientifici e imprese, comprese le Op per il miglioramento genetico per l’uva da tavola e gestione pubblica delle nuove varietà.
 
IN GENERALE…
 
Nel complesso e con celerità serve una riforma del sistema del risarcimento dei danni da calamità e da crisi di mercato con regole semplici ed in grado di rispondere immediatamente alle esigenze degli agricoltori. Dobbiamo superare la logica dell'emergenza e delle soluzioni tampone. E non possiamo più subordinare le vite degli agricoltori a tempi burocratici biblici. 
 
In generale, al fine di riportare il settore agricolo pugliese, nei margini di una sostenibilità di gestione e competitività produttiva chiediamo anche di:  
 
Approntare misure specifiche nel PSR pugliese e nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza;
Appostare risorse per la gestione delle crisi di mercato;
Appostare risorse per la realizzazione di infrastrutture di stoccaggio legate a strumenti di trasporto intermodale;
Appostare risorse per l’efficentamento energetico, di macchine e strutture, e per il riutilizzo di tutti gli scarti di lavorazione e scarti potatura;
Approntare misure per la gestione del rischio da calamità e crisi di mercato;
Iniziare a lavorare a livello europeo per prevedere e varare nel prossimo futuro una sorta di “PNRR 2”;
Rinnovare le cambiali agrarie;
Intervenire sugli istituti bancari che ultimamente stanno chiedendo alle aziende di rientrare dai fidi;
Sospendere le rate mutui per 12 mesi;
Effettuare la anticipazione immediata di tutte le somme dovute su domanda PAC 2022 e PSR misure agroambientali;
Realizzare dei piani di settore dei comparti produttivi agricoli della nostra regione da inserire in un contesto di piani di settore nazionale;
Rivisitare le norme fondanti della PAC a livello europeo a fronte delle criticità emerse a seguito del conflitto Russia-Ucraina.
 
CONCLUSIONI
 
In conclusione chiediamo alle istituzioni a tutti i livelli, in primis a Regione Puglia e Governo nazionale, di attivarsi immediatamente per affrontare le criticità innanzi accennate e di trovare le possibili soluzioni a salvaguardia delle imprese agricole e dei lavoratori. 
Qualora non dovessero esserci le prime risposte alle legittime istanze degli agricoltori, CIA Puglia è pronta a scendere in piazza a oltranza.
 

Una discarica abusiva è stata scoperta questa mattina da alcuni ciclisti impegnati a fare un tour sul territorio. In contrada Vasapulli, a pochi metri dalla vasca di laminazione, i soliti incivili hanno gettato diversi rifiuti tanto da rendere l'aria irrespirabile. 

​Sono 50 gli incendi attivi in Puglia con centinaia di ettari bruciati dalle fiamme, più che raddoppiati nel 2022 rispetto alla media storica in un’estate segnata dalla siccità che sta devastando campi e colture, con l’anticiclone Caronte che sta mettendo sotto assedio dell’afa campagne e città con temperature fino ad oltre 40 gradi. È quanto emerge dalle elaborazioni della Coldiretti Puglia, sulla base della mappa attiva del fuoco, con il Resource Management Fire Information System (FIRMS) della NASA che distribuisce i dati attivi sul fuoco quasi in tempo reale, entro 3 ore dall'osservazione satellitare dello spettroradiometro moderate di imaging a risoluzione ( MODIS) e il set di radiometri a infrarossi visibile (VIIRS).

Nelle campagne e nei boschi le alte temperature e l’assenza di precipitazioni hanno inaridito i terreni – sottolinea Coldiretti Puglia - con aree sempre più esposte al divampare delle fiamme, con il cambiamento climatico che favorisce roghi più frequenti e intensi, con un aumento globale di quelli estremi fino al 14% entro il 2030 e del 50% entro la fine del secolo secondo l’Onu.

Ogni rogo – sottolinea la Coldiretti regionale – costa ai cittadini oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici in un arco di tempo che raggiunge i 15 anni. Una situazione che aggrava il conto dei danni causati dalla siccità per la mancanza di precipitazioni, con la Puglia che risulta la regione d’Italia dove piove meno con 641,5 millimetri annui medi e mantiene anche il primato negativo – aggiunge Coldiretti Puglia – della disponibilità annua media di risorsa pro capite con soli 1000 metri cubi, meno della metà della disponibilità annua pro capite media nazionale stimata in 2330 metri cubi, secondo i dati del Rapporto dell’ISPRA e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’ambiente.

Se certamente il divampare delle fiamme in boschi e campagne è favorito dal clima anomalo con alte temperature e afa, a preoccupare – sottolinea la Coldiretti – è l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente, per cui la Coldiretti ha elaborato un decalogo per combattere gli incendi.

Soprattutto nelle campagne - precisa la Coldiretti - non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall'automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi.

La prima regola per non causare l'insorgenza di un incendio è quella - afferma la Coldiretti Puglia - di evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via che il fuoco sia spento.

Soprattutto nelle campagne - precisa la Coldiretti - non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall'automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi.

Inoltre - continua la Coldiretti Puglia - non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone di campagna o boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell'ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente. Nel caso in cui venga avvistato un incendio - consiglia la Coldiretti regionale - non prendere iniziative autonome, ma occorre mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme per informare tempestivamente le autorità responsabili con i numeri di emergenza disponibili. Dal momento che - conclude la Coldiretti Puglia - un elevato numero degli incendi è opera di piromani o di criminali interessati alla distruzione dei boschi, occorre collaborare con le autorità responsabili per fermare comportamenti sospetti o dolosi favoriti dallo stato di abbandono di campi e boschi.

In Puglia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, – ricorda la Coldiretti Puglia – la tendenza al surriscaldamento è accompagnata da una più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che – continua la Coldiretti - sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa, con la siccità che taglia rese e raccolti.

Accanto a misure per immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione è necessario coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica per una gestione unitaria del bilancio idrico con l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo visto che viene raccolto solo l’11% dell’acqua piovana e si potrebbe arrivare al 50% evitando così situazioni di crisi come quella critica del 2022.

Vapore bollente per ridurre il volume della prostata: è, in estrema sintesi, il metodo Rezum, una nuova procedura chirurgica da praticata di recente anche nell'ospedale Perrino di Brindisi. Ad avvantaggiarsene per primi tre pazienti, provenienti da comuni della provincia, di età compresa fra i 66 ed i 70 anni. È proprio col passare degli anni, infatti, che nella popolazione maschile si accentuano le disfunzioni prostatiche. 

I tre, tutti affetti da ipertrofia prostatica, sono stati operati giovedì 23 giugno nell'unità operativa complessa di Urologia del Perrino, e subito dimessi il giorno dopo. Uno dei vantaggi della tecnica Rezum è proprio questo: i tempi di ricovero diminuiscono notevolmente. Quelli post-intervento di chirurgia endoscopica (attualmente il più diffuso) invece durano sino a quattro o cinque giorni. Un altro vantaggio, ancora più significativo, è dato dalla rapidità di esecuzione: con il metodo Rezum un intervento dura dai 10 ai 15 minuti, contro i 90-120 delle tecniche endoscopiche; e in più, non occorre tagliare ed asportare i tessuti.
L'ipertrofia prostatica è una patologia benigna, ma è particolarmente fastidiosa e invalidante e, se è più diffusa in età avanzata, è anche vero che può cominciare a manifestarsi già in soggetti che hanno superato da poco la quarantina.
Per acquisire la padronanza della nuova tecnica i medici di Urologia hanno frequentato corsi professionali specializzati. Il procedimento è semplice: attraverso un catetere si irrora la prostata con un getto di vapore acqueo, ad una temperatura di 103 gradi. L'irrorazione dura 9 secondi. Il calore riduce l’eccesso di cellule prostatiche, e la ghiandola inizia a sgonfiarsi: entro tre mesi, la guarigione. Si evita di tagliare i tessuti, e si può far ricorso ad una anestesia più blanda. Ma non solo: in questo modo possono essere trattati anche pazienti complessi (infartuati, assuntori di anticoagulanti, etc.) per i quali un intervento o un'anestesia tradizionali potrebbero portare qualche complicazione. Inoltre trattare la prostata in questo modo consente di conservare, nella maggior parte dei casi, la regolare funzione dell'eiaculazione. 
"Con questo sistema - spiega il dottor Palazzo - tutto procede più velocemente: se l'intervento dura un quarto d'ora, è ovvio che posso eseguirne di più in una sola sessione operatoria. Quindi, si possono abbattere le liste di attesa, che attualmente giungono ad allungarsi anche ai nove mesi. Questo anche perché trattandosi di una patologia benigna passa naturalmente in secondo piano rispetto ai casi più urgenti, come quelli di tumore. Ma con Rezum - prosegue Palazzo - riusciamo sicuramente a rendere tutto più veloce, e quindi a ridurre i tempi. E poi c'è l'aspetto economico. Se la degenza dura meno, i costi per la sanità diminuiscono. Il nostro ospedale - dice ancora Palazzo - si è dotato, oltre che del dispositivo di base, anche di venti "manipoli", vale a dire corredi usa-e-getta utilizzabili per i singoli interventi. Tale dotazione dovrebbe essere in grado di coprire le esigenze operatorie sino alla fine dell'anno. Dopo questa prima fase contiamo di acquistarne altri. Rezum - conclude - comunque non sostituirà del tutto la chirurgia tradizionale, che continuerà ad essere praticata nei casi in cui è impossibile farne a meno".
L’unità operativa complessa di Urologia dispone di 21 posti letto. Nel reparto sono in servizio 10 medici, due dei quali a tempo determinato, e 16 infermieri. Nel 2020 sono stati eseguiti 45 interventi su prostata ipertrofica; numero ridotto a causa delle restrizioni Covid. Nel 2021 gli interventi sono passati a 60.
 

Astronomitaly, in collaborazione con diverse realtà locali, ha organizzato svariate esperienze nel corso dell’estate 2022 su tutto il territorio italiano.

In Puglia, insieme a Borgo Turrito e Cantine Polvanera, la Rete del Turismo Astronomico proporrà due serate incentrate sull’esplorazione del cielo stellato e dei suoi numerosi tesori, come stelle doppie, nebulose, ammassi stellari e oggetti del Sistema Solare. Nel corso delle varie esperienze, i partecipanti verranno condotti in un viaggio alla scoperta della volta celeste, usufruendo di strumentazione professionale e all’avanguardia.

Sarà un’estate ricca di eventi astronomici e oggetti del cielo notturno, visibili sia ad occhio nudo che mediante l’utilizzo del telescopio, anche in occasione degli eventi organizzati in Puglia da Astronomitaly. Già da inizio luglio, il pianeta Saturno, con i suoi splendidi anelli, inizierà a mostrarsi sopra l’orizzonte prima della mezzanotte; per osservare Giove, bisognerà attendere almeno fino alle ore 01:00 circa. Tra gli oggetti maggiormente osservati nelle notti estive vi sono anche splendide stelle come la brillante Vega e la rossa Mu Cephei, le stelle doppie Mizar, Albireo e Achird, insieme ad oggetti del profondo cielo come l’Ammasso Globulare di Ercole e le nebulose Anello e Manubrio.

GLI EVENTI CONFERMATI IN PUGLIA

Tutti gli eventi organizzati da Astronomitaly, in tutta Italia, possono essere consultati cliccando qui.

IL TURISMO DELLE STELLE

Cosa significa fare turismo astronomico?  

Viaggiare e riscoprire il piacere dell’avvolgente abbraccio di un cielo limpido, ammirare i crateri della Luna, affascinanti stelle doppie, Giove e i suoi satelliti galileiani insieme allo spettacolo mozzafiato offerto degli anelli di Saturno attraverso un telescopio, non rappresentano solo delle occasioni didattiche e formative da un punto di vista culturale. Tali momenti sono esperienze autentiche, le quali possono divenire ricordi indelebili.

Astronomitaly, la Rete Nazionale del Turismo Astronomico, guida lo sviluppo dell’astroturismo in Italia organizzando appuntamenti di osservazione del cielo stellato ed esperienze turistiche sostenibili. La certificazione “I Cieli Più Belli d’Italia” ideata da Astronomitaly mira a promuovere e valorizzare i luoghi del nostro Paese in cui poter tornare ad ammirare il cielo stellato grazie alla bassa percentuale di inquinamento luminoso.

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Astronomitaly è la Rete Nazionale del Turismo Astronomico in Italia vincitrice del “Premio Talento Italiano”, riconoscimento nazionale promosso e ideato da Talenti Italiani e SL&A, e del "Premio Italive" per il miglior evento enogastronomico d'Italia, sostenuta da Legambiente Turismo, Associazione Italiana Turismo Responsabile, Vivilitalia, Luiss School of Government, Federparchi e Federturismo Confindustria.

Nel tennis una gara felice è anche quella al termine della quale conquisti il primo vantaggio nella poule salvezza. Vittoria interna per i ragazzi del Circolo Tennis Brindisi che ieri (domenica 26 giugno), nel turno di andata playout del Campionato Nazionale Squadre di Serie B1 Maschile, si sono imposti per 4 a 2 sugli ospiti del Circolo Tennis Lanciano.

Sei gli incontri disputati (4 singolari e 2 doppi) e una vittoria importante in chiave salvezza per i biancazzurri che, allo stato attuale, per la permanenza nella categoria, dovranno obbligatoriamente vincere o pareggiare la gara di ritorno oppure, in caso di sconfitta, cercare di chiudere il turno con il punteggio di 2 a 4, puntando tutto sul doppio di spareggio.

Nei singolari: Filippo Tonnicchi (Brindisi, classifica 2.5) è stato sconfitto da Davide Guerra (Lanciano, classifica 2.4) 6-2/6-2; Andrea Massari (Brindisi, classifica 2.6) è stato sconfitto da Andrea Rossi Principe (Lanciano, classifica 2.5) 7-6/6-3; Maciej Rajski (Brindisi, classifica 2.3) ha battuto Riccardo Di Nocera (Lanciano, classifica 2.2) 6-0/6-0; Matteo Giangrande (Brindisi, classifica 2.6) ha battuto Daniele Cirelli (Lanciano, classifica 2.5) 6-1/6-1.

Nei doppi: Rajski/Giangrande (Brindisi, classifica 2.3 e 2.6) hanno battuto Guerra/Rossi Principe (Lanciano, classifica 2.4 e 2.5) 6-2/6-2; Massari/Tarlo (Brindisi, classifica 2.6 e 3.1) hanno battuto Di Biase/Seccia (Lanciano, classifica entrambi 2.7) 4-6/6-4/10-2.

«Siamo felici di questa vittoria che ci dà energia in ottica salvezza – ha affermato nel post gara Vito Tarlo, capitano del C.T. Brindisi -. Abbiamo disputato una gara incredibile: in svantaggio per 0 a 2 al termine dei primi due singolari, siamo riusciti a recuperare e a chiudere positivamente i due doppi superando gli avversari. I ragazzi hanno dato prova di grande carattere. Adesso, restiamo concentrati per il prossimo turno, la gara di ritorno è tutta da giocare e l’obiettivo della permanenza ancora da raggiungere. È il momento di tenere i piedi ben piantati a terra».

Domenica prossima (3 luglio), i biancazzurri affronteranno nuovamente, questa volta in trasferta, la formazione del Circolo Tennis Lanciano nella gara di ritorno, decisiva per la permanenza in serie B1.

Nei prossimi 5 anni arriveranno quasi 2 miliardi di euro per lo sviluppo rurale della Puglia con la nuova ripartizione dei fondi del PSR 2023-2027, un’attribuzione consistente che impone una decisa inversione di tendenza per non ripetere gli stessi errori del passato, sburocratizzando le procedure e puntando sulle filiere, sui giovani e razionalizzando le risorse per i GAL. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in relazione al riparto Feasr per il periodo 2023-2027per le regioni italiane, con la Puglia che si vede assegnare 1.184.879.283 euro con il 49,50% di cofinanziamento nazionale.

E’ necessario costruire un PSR in linea con le reali esigenze delle imprese agricole – dice Coldiretti Puglia – che faccia recuperare la competitività persa negli anni precedenti, grazie a bandi snelli perché la burocrazia “ruba” in Puglia fino a 120 giorni all’anno al lavoro nelle aziende agricole ma soprattutto frena, con le inefficienze, l’avvio di nuove attività e l’ingresso di giovani nell’attività di impresa. Con i fenomeni inflazionistici aggravati dalla guerra in Ucraina, serve investire sulle filiere, per costruire percorsi dal campo alla tavola che riconoscano il giusto valore alle produzioni agricole e al cibo locale – insiste Coldiretti Puglia – riequilibrando i fondi assegnati ai GAL che tengano conto del minimo imposto da Bruxelles, pari al 5% delle risorse totali, dando finalmente spazio e risorse ad una misura ad hoc sul benessere animale, attraverso una semplificazione burocratica e una maggiore capacità di spesa.

“Come sempre, offriremo il massimo della collaborazione perché dobbiamo salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui con il conflitto in Ucraina il cibo ha dimostrato tutta la sua strategicità. Va garantito sostegno e competitività alle imprese, consentendo così di svolgere un ruolo essenziale di produzione, nel presidio territoriale, nel contrasto alla crisi climatica e contro il dissesto idrogeologico”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Lo scenario di crisi, causato dal caro gasolio, dove più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi, secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea, evidenzia uno tsunami sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari.

Nelle campagne si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli. Ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti sono proprio le coltivazioni di cereali, dal grano al mais, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato. In difficoltà serre e vivai per la produzione di piante, fiori, ma anche verdura e ortaggi seguiti dalle stalle da latte.

Occorrono investimenti per aumentare la produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne – conclude Coldiretti Puglia - all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le Nbt a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.

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I 500 milioni di euro assegnati tempo fa per la nostra provincia attraverso  il CIS (contratto istituzionale di sviluppo) sono diventati in queste ore  poche decine di milioni di euro…. se arriveranno.

Il Sindacato Cobas esprime, a partire della misera valutazione sui finanziamenti ,  profonde critiche al “Contratto Istituzionale di Sviluppo” che sarà firmato Martedì 28 Giugno a Brindisi in Prefettura tra i Sindaci della Provincia di Brindisi e la Ministra per il Sud Mara Carfagna relativamente alle cifre che verranno date ai Comuni.

Dalle roboanti dichiarazioni dell’inizio di politici e sindaci che attraverso i finanziamenti del CIS sarebbe cambiato il volto economico ed occupazionale della nostra provincia all’accontentarsi di quello che “passa il Governo” il passo è breve.

Sono abituati questi politici e governanti locali e regionali a far apparire come la migliore delle cose operazioni che sono in realtà regalie di basso profilo.

E’ chiaro che non ci sputiamo sopra  questi soldi , non siamo mica scemi  , ma pretendiamo di dire quello che pensiamo .  Il risarcimento per questa provincia di fronte ai danni subiti tarda ad arrivare e forse non arriverà mai .

 E’ necessario che la gente si ribelli a questa situazione grave dove ad esempio alle multinazionali dell’energia è permesso di speculare portando la benzina ad oltre 2 euro nonostante i timidi interventi del governo nazionale sulle accise.

Una economia di guerra taglia le risorse per i territori e fa diventare ancora più ricchi i capitalisti…che brutta parola ma ancora troppo in voga.

Di nuovo la nostra terra diventa di nuovo di conquista per chi vuole venire qua a fare le peggiori cose mentre gli investimenti importanti li fanno altrove.

Invitiamo alla protesta dirigendo la nostra rabbia a partire dai governanti nazionali e scendendo giù ad arrivare ai Sindaci ed Amministrazioni varie.

Per il Cobas Roberto Aprile

Ad oltre due anni dall'omicidio del diciannovenne Giampiero Carvone, avvenuto in questo rione Perrino di Brindisi il 10.09.2019 a seguito di una serrata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce - Direzione Distrettuale Antimafia, gli investigatori della Squadra Mobile giungono all'epilogo della vicenda individuando, grazie anche al contributo dichiarativo di alcuni collaboratori di giustizia, il responsabile dell'azione omicidiaria che, dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Lecce notificata in data odierna, risulterebbe essere:

  • F., di anni 26, brindisino, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari.

A carico del G.F. venivano raccolti, in oltre due anni di attività di indagine, inconfutabili elementi di prova che consentivano al P.M. della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce di richiedere al

G.I.P. l'emissione del provvedimento  oggi eseguito.

L'azione delittuosa, scaturita da un furto di autovettura in pregiudizio di un soggetto brindisino legato da rapporti di parentela ad un noto esponente della criminalità locale, dopo avere ingenerato una serie di reazioni violente che determinavano la commissione di due azioni delittuose verificatesi il pomeriggio precedente l'omicidio, che portavano all'arresto dei responsabili in esecuzione di due distinti provvedimenti cautelari emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Brindisi, indirizzava l'attività investigativa verso quello che pareva essere il movente dell'omicidio: il furto dell'autovettura.

In realtà la successiva attività investigativa imponeva una differente prospettazione delle problematiche che avevano determinato l'omicidio spostando le ragioni ad esso sottese da una iniziale valutazione dei fatti come legati alla criminalità comune ad un episodio di criminalità organizzata, gestita quest'ultima da codici non scritti ma ben noti a tutti i consociati che sono obbligati ad osservarli.

L'omicidio di Gianpiero CARVONE non è, infatti, reazione diretta al furto dell'autovettura ma punizione di uno "sgarro" del povero Gianpiero, che probabilmente  in ragione della giovane età

 

non era riuscito ancora ad assimilare i contenuti del codice di comportamento mafioso, nei confronti dei suoi stessi amici e forse anche correi nell'episodio che aveva determinato le vicende delittuose.

Giampiero Carvone veniva punito in puro stile mafioso per non avere coperto, secondo uno dei principi cardine della codicistica criminale, quello dell'omertà, quelli che da altra parte della criminalità venivano additati come gli autori di uno "sgarro" che, a prescindere dalle conseguenze, meritava di essere punito.

In proposito scrive il G.I.P. che ... il ragazzo è stato ucciso per porre fine ad una  situazione "scomoda " che per l’autore dell’'omicidio poteva trovare soluzione solo  con l’eliminazione fisica del giovane Carvone, definito come esuberante e, in quanto tale, non gradito negli ambienti malavitosi nei quali, nonostante tutto, era inserito. Prosegue il G.I.P. affermando che: Giampiero Carvone muore a causa di un  furto d’auto e del successivo danneggiamento della stessa dovuto ad un sinistro stradale, furto perpetrato in danno di persone “sbagliate”; ma muore fondamentalmente per avere fatto “l’infame”, avendo riferito ad un uomo di  spessore ,  assai temuto, i nomi dei suoi complici nel furto, tra cui proprio l’'odierno indagato.

L 'assurdità dell'omicidio dell'appena diciannovenne è evidente se si consideri che, in una città dove i furti d'auto si contano a decine, il motivo che origina l'episodio delittuoso sia proprio da ricercare in un fatto reato talmente diffuso da non preoccupare più nessuno, o meglio, da preoccupare solo chi, inserito in organizzazioni criminali, è tenuto al rispetto e ad essere rispettato in quanto mafioso e il “rispetto” è imposto ad ogni sodale o ad ogni “promesso” quale risultava essere Giampiero Carvone.

Ritornando all'attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile la stessa è consistita nel ricostruire, tramite le dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti, gli ultimi momenti di vita del Carvone e quanto accaduto nel pomeriggio precedente l'omicidio.

Sono quindi stati posti in risalto i contrasti nei contributi dichiarativi e gli stessi evidenziati alla Procura Distrettuale che, confrontati gli stessi con quanto dichiarato da collaboratori di giustizia, li sottoponeva alla valutazione del G.I.P., unitamente al elementi di prova successivamente emersi nel corso delle indagini, che si determinava ad emettere il provvedimento notificato oggi.

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