Redazione
TRUFFE: COLDIRETTI PUGLIA, OLIO PUGLIESE PRODOTTO PIÙ TAROCCATO D’ITALIA SUL WEB (230 CASI)
L’olio pugliese è il prodotto agroalimentare più taroccato d’Italia sul web nel 2021, proprio quanto i consumi delle famiglie di olio extravergine sono in crescita sull’onda del successo della Dieta Mediterranea proclamata patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, in base al rapporto 2021 dell’Ispettorato Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole, da cui emerge che on line sono stati eseguiti 230 interventi contro prodotti truffaldini venduti con la dicitura ‘olio di Puglia’.
Le brutte copie dell’olio pugliese sono solo alcune delle truffe sulle specialità Made in Italy smascherate nel 2021 sulle piattaforme di vendita on line, dove spicca anche la lenticchia di Altamura. “Con i prodotti che sfruttano l’italian sounding, un business che fattura nel mondo oltre 100 miliardi di euro, occorre difendere anche sul web un patrimonio agroalimentare straordinario sotto attacco dell’agropirateria internazionale. Le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se ci fosse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, quando sono ancora falsi quasi due prodotti alimentari di ‘tipo italiano’ su tre”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Coldiretti ha coniato un neologismo per descrivere il panorama criminale “agropirateria”. Il fenomeno criminale si sviluppa – aggiunge Coldiretti Puglia - attraverso la vendita, le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e diventano “made in Puglia” e “made in Italy” fregiandosi in modo fraudolento dell’immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni tricolore.
Serve diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva fra i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell’olio e del patrimonio produttivo pugliese – conclude Coldiretti Puglia – proprio quando i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’olio. In Puglia aziende agricole e frantoi hanno saputo cogliere gli spunti positivi offerti dal mondo del vino, abile nell’attività di marketing e di grande promozione delle etichette pugliesi a livello nazionale e internazionale. Da qui stanno nascendo sale di degustazione all’interno delle aziende olivicole e dei frantoi, il packaging sta divenendo sempre più ammiccante, è salito il livello qualitativo degli oli.
“Lo scenario ‘evolutivo’ delle agromafie – insiste Muraglia - è drammaticamente dilagante. Vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti, ora anche sul web, che percorrono migliaia di chilometri – aggiunge Muraglia - prima di giungere al consumatore finale, ma anche con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto”.
Il falso Made in Italy a tavola colpisce in misura diversa tutti i diversi prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta e riguarda tutti i continenti, denuncia Coldiretti Puglia, come dimostrato dall’attività investigativa di NAS, ICQRF, Carabinieri Forestali.
Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare, conclude Coldiretti Puglia nel sottolineare che l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che per questo va perseguita con la revisione delle leggi sui reati alimentari elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali.
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Liste di attesa, le iniziative dell'Asl
La direzione strategica della Asl è al lavoro per ampliare l’offerta delle prestazioni in ambito ospedaliero, distrettuale e territoriale, utilizzando tutti i sistemi previsti dalla normativa statale, regionale e contrattuale.
Un’attività particolarmente complessa in questo periodo post pandemico, che richiede un impegno collettivo degli stakeholder - coinvolti a vario titolo - nella ricerca di soluzioni atte a rispondere alle esigenze di salute della popolazione. La Regione Puglia ha formalmente recepito di recente la proposta del Piano di abbattimento delle liste di attesa formulate dalla direzione, in conformità alle linee guida ministeriali e regionali. Il Piano è attualmente in via di definizione.
Per quanto riguarda invece l'aggiornamento del Piano aziendale per la gestione delle liste di attesa riferito al triennio 2019-2021, si evidenzia che è ancora vigente in attesa delle nuove direttive ministeriali e regionali. La documentazione utile è disponibile sul sito istituzionale Asl Brindisi sotto il menù Assistenza - Tempi di attesa.
La Asl ricorda, inoltre, che per le prenotazioni di prestazioni i pazienti oncologici possono rivolgersi allo sportello Cup di Oncoematologia dell'ospedale Perrino aperto dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 18.
Per la presa in carico dei nuovi pazienti oncologici, invece, è attivo il CORO (Centro di orientamento oncologico) al Perrino di Brindisi e al Camberlingo di Francavilla Fontana dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12.30.
Le prenotazioni possono essere effettuate anche on line tramite il Portale della Salute, qualora non fosse possibile, il paziente oncologico può rivolgersi alle strutture prima indicate e alle Direzione mediche dei presidi ospedalieri e Distretti della Asl che si faranno carico del problema.
L’obiettivo è attuare strategie, utilizzando tutte le risorse a disposizione, per ridurre al massimo il disagio per gli utenti, dedicando particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione.
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VINO: COLDIRETTI PUGLIA, FERMI 6,7 MLN ETTOLITRI IN CANTINE CON +35% COSTI PER GUERRA
Fermi nelle cantine pugliesi 6,7 milioni di ettolitri di vini DOP, IGP e varietali, proprio quando a causa dei rincari energetici e della guerra in Ucraina sono aumentati del 35% i costi per produrre il vino con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dell’analisi del rapporto Cantina Italia dell’ICQRF al 30 aprile 2022 che registra un aumento del 27% dei volumi di vino pugliese in giacenza nelle cantine rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Le aziende vitivinicole Made in Italy – sottolinea la Coldiretti regionale - si sono così trovate a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori con le bottiglie di vetro che costano più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua la Coldiretti – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. In generale, secondo il global index Freightos, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa. Occorre peraltro ricordare che sino ad oggi – insiste Coldiretti Puglia - l’incremento dei costi è stato scaricato sulle spalle dei viticoltori, come dimostra il fatto che il prezzo di vendita del vino, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, è aumentato al dettaglio di appena il 2,5% a maggio 2022 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre gli alimentari sono aumentati in media del 7,1%.
“La Puglia può ripartire dai punti di forza con il vino che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può svolgere un ruolo di traino per l’intera economia”, analizza Gianni Cantele, responsabile della Consulta Vitivinicola di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che “per sostenere il trend di crescita del vino Made in Italy serve anche agire sui ritardi strutturali e sbloccare tutte le infrastrutture, abbattendo al contempo i costi, che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo”.
In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 €/km, più alto di nazioni come la Francia (1.08 €/km) e la Germania (1.04 €/ km), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est: in Lettonia il costo dell’autotrasporto è di 0,60 €/km, in Romania 0.64 €/km; in Lituania 0,65 €/km, in Polonia 0.70 €/km secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga (www.divulgastudi.it). Si tratta di un aggravio per gli operatori economici italiani superiore dell’11% rispetto alla media europea – afferma Coldiretti Puglia – e ostacola lo sviluppo del potenziale economico del Paese, in particolare per i settori per i quali il sistema della logistica risulta cruciale, come nel caso del sistema agroalimentare nazionale, punta di eccellenza dell’export Made in Italy. In tale ottica il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) finanziato con il Recovery Fund può essere determinante – insiste Coldiretti Puglia - per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo.
Per difendere il patrimonio vitivinicolo tricolore è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro – conclude Coldiretti Puglia– sottolineando che tutelare il vino significa tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico.
Adesso Carlo riposa in pace nella sua Mesagne. I funerali
La pioggerella impercettibile che ieri pomeriggio è caduta su Mesagne sembrava lacrime venute giù dal cielo. In questo clima si sono svolti ieri pomeriggio a Mesagne i funerali di Carlo Giannini, lo chef 34enne ammazzato in un parco di Sheffield, in Gran Bretagna, dove lavorava in un ristorante. Il feretro è giunto in chiesa alle ore 15 mentre la messa funebre è iniziata alle ore 17. Sulla bara un mazzo di rose bianche, simbolo della purezza, intrecciate con rami di olivo, che simboleggiano la pace, e spighe di grano a simboleggiare la rinascita. Poi sul feretro è stata posata la foto di Carlo e la sua casacca nera da chef. Intorno l’intera famiglia con papà Antimo, che all’arrivo della salma del figliolo gli è andato incontro per accompagnarla in chiesa. C’era la mamma Rosalba con al fianco la figlia Francesca e il marito Andrea. Dall’altro lato hanno preso posto i fratelli di Carlo, Marco e Stefano. Quest’ultimo accompagnato dalla moglie Valentina. Con loro c’era anche l’ex fidanzata, inglese, di Carlo che ha voluto accompagnare la salma fino a Mesagne, vivendo la “via Crucis” delle esequie.
Per due ore il Santuario di Mater Domini è stato meta di un continuo pellegrinaggio. Parenti, amici, ex colleghi e colleghe, gente comune, che sono rimasti addolorati dalla morte del giovane mesagnese. La famiglia Giannini, come ci si poteva immaginare, si è chiusa in un dolore inconsolabile. Tuttavia, nonostante provati da questa tragedia hanno sempre espresso parole di speranza per tutti coloro che li hanno voluti incontrare. Mamma Rosalba e papà Antimo, entrambi hanno alle spalle la professione di infermiere, sono profondamente cattolici. Lei attualmente è impegnata a svolgere il ministero straordinario dell’eucarestia mentre papà Antimo è priore della confraternita di Mater Domini.
Il parroco, don Pietro De Punzio, che ha officiato il rito funebre insieme al diacono, Maurizio Palermo, ha iniziato la sua omelia dicendo: “Siamo qui oggi pomeriggio davanti alla bara di Carlo ammazzato in un contesto così violento e assurdo. Carlo è vissuto qui con noi e tra noi, era un ragazzo dinamico, in certi momenti esuberante, e allegro. Ho in mente tanti episodi che mi ricordano la sua amicizia. Oggi siamo qui per tributargli l’ultimo saluto a questo giovane che solo un mese fa aveva tanti sogni e tante speranze. Carlo, infatti, aveva tante possibilità di divenire un ottimo chef. Si era inserito nel comparto della ristorazione con tanta gioia tanto che il proprietario del ristorante inglese in cui lavorava aveva apprezzato la sua competenza e professionalità”. Don Pietro ha tenuto a precisare che la famiglia Giannini è da ammirare “perché nel dolore è stata molto dignitosa. Sono loro, infatti, che danno coraggio a coloro che piangono la morte di Carlo. Ecco perché mi sento di dire loro “non sia turbato il vostro cuore” perché la fede vi ha sostenuti in tanti momenti, ma, soprattutto, in queste tragiche ore”. Il sacerdote ha, poi, concluso: “Grazie alla famiglia Giannini per i valori che ha testimoniato con la vita e che ha trasmesso ai figli. Ed anche Carlo aveva gli stessi valori”.
Alla cerimonia funebre ha partecipato il sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, e il consigliere regionale, Mauro Vizzino. Infine, il fratello Stefano sui social ha postato questo messaggio: “La morte improvvisa di Carlo, crudele e inaspettata, ci ha lasciato senza parole e devastati. Siamo fiduciosi che comprenderete il nostro doloroso silenzio”.
LE INDAGINI
Se le esequie e la tumulazione del feretro hanno concluso i riti religiosi e civili legati alla morte di Carlo Giannini resta aperto il fascicolo relativo alle indagini che in un contesto cinematografico potremmo titolare: “Il grande mistero dell’omicidio Giannini”. Infatti, a 30 giorni dall’omicidio dello chef 34enne mesagnese poco o nulla si sa. I familiari, cui gli investigatori inglesi hanno suggerito di non rilasciare dichiarazioni in merito, al momento sono all’oscuro di eventuali nuove situazioni. Di certo si sa che in campo è scesa l’Europol italiana a cui i detective inglesi hanno chiesto assistenza per ricostruire il puzzle della vita del Giannini. Cosa normalissima in un’indagine di omicidio internazionale. Come si conosce la causa della morte dovuta a un accoltellamento. Un solo fendente, mortale. Adesso basilare per gli investigatori è comprenderne il movente. Solo conoscendolo si può inquadrare l’intera vicenda e dare la caccia ai, o al, killer e arrestare gli eventuali mandanti. Nelle ore successive l’omicidio la polizia di Sheffield, la località presso cui è avvenuto l’accoltellamento del giovane mesagnese, ha arrestato un ragazzo di 17 anni e uno di 18, rilasciati dopo alcune ore a seguito del pagamento della cauzione. Evidentemente le prove raccolte non erano schiaccianti, ma solo indiziarie che, pertanto, non hanno potuto inchiodare i due giovani alle loro responsabilità. Perciò sono stati rimessi in libertà anche se sotto controllo della polizia. L'omicidio è maturato in Inghilterra, nel South Yorkshire, nella città di Sheffield, dove Carlo Giannini era ritornato a lavorare dopo una parentesi tedesca. Infatti, con il fratello Stefano e la cognata Valentina avevano avviato una pizzeria in Germania, nel cuore della foresta nera. Poi Carlo aveva deciso di fare ritorno in Inghilterra. Ed è qui che, probabilmente, va cercato il movente della sua morte. La pista principale potrebbe essere quella di un’aggressione con rapina, avvenuta nella notte all’interno del parco. In pratica Carlo si sarebbe trovato nel luogo sbagliato all’ora sbagliata. Per dare nuova linfa alle indagini i detective inglesi hanno postato sui social un invito rivolto a coloro che nelle ore in cui è maturato l’omicidio del Giannini si trovavano nel parco e potrebbero essere stati testimoni oculari dello stesso. Tuttavia, a garantire la famiglia che le indagini non si aereranno ci sono i funzionari della Farnesina che sono in contatto con l’ambasciata italiana di Londra e il consolato di Sheffield.
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Collasso per una dipendente Bms al teatro Verdi di Brindisi
Questa mattina , Giovedì 9 Maggio, la temperatura all'interno del teatro Verdi era era già insopportabile di primo mattino ;alle ore 8,30 una dipendente della Brindisi Multiservizi impegnata con altre al servizio di pulizia ha avuto un collasso .E' stato chiamato il 118 che è intervenuto prontamente provvedendo al trasporto della persona in ospedale.
La storia è questa:
da anni alle lavoratrici delle pulizie di BMS viene negata la accensione della aria condizionata, così da congelare al freddo e dal soffocare l'estate .Tentativi di carattere bonario che non hanno avuto infatti nessun tipo di risultato positivo;è ora di farla finita con questi abusi
Le dipendenti avevano infatti realizzato reclami in azienda anche con lettere scritte per questa situazione , non sono servite a niente fino ad arrivare al drammatico episodio di questa mattina.
Responsabile della sicurezza dei dipendenti è la società per cui lavorano, la BMS.
Le leggi sulla sicurezza prevedono una temperatura massima a cui si può lavorare ;superata quella temperatura il datore di lavoro deve provvedere ad una mitigazione della temperatura ,soprattutto d'estate.
La cosa peggiore è il razzismo istituzionale per cui l'aria condizionata al teatro Verdi si accende alle 10,30 quando sono impegnati in attività teatrali.
Intanto denunceremo allo Spesal , struttura dell'ASL interessata a queste situazione , le inosservanze della BMS.
Le morti delle lavoratrici e dei lavoratori nei campi non nasce da condizioni molto diverse da quelle che subiscono le lavoratrici della BMS mentre svolgono le loro attività di pulizia al Teatro Verdi.
Brindisi 09.06.2022
Per il Cobas Roberto Aprile
Medici in fuga dal 118 e dai reparti, interventi rimandati per la cronica emergenza estiva di sangue, tempi biblici in coda ai pronto soccorso, liste d'attesa infinite, impossibilità di prenotare delle visite perché ai Cup (Centri unici di prenotazione) per determinate prestazioni (eco-addome, otorino, gastroenterologia, urologia, oculistica…) le agende sono bloccate, e i tempi sono lunghi anche per pazienti oncologici. Sappiamo che tutto ciò è illegittimo, ma come si arriva a risolvere una situazione che era già difficile prima della pandemia e ora è diventata drammatica?
Sono tante, anche troppe le criticità che attendono una risposta. Ieri, 8 giugno, in una iniziativa organizzata unitariamente da CGIL, CISL, UIL Regionali con la partecipazione dell’Assessore alla Sanità Palese e il management del dipartimento salute, ci è stato illustrato il progetto, che dovrebbe cambiare la Sanità pubblica pugliese grazie alla risorse del PNRR. Ma se sul piano programmatorio può convincere ciò che si vuole realizzare in termini di strutture per la medicina territoriale e per l’integrazione con quella ospedaliera, nessuna risposta concreta ci è stata data rispetto al bisogno di cura dei cittadini pugliesi, e di quelli brindisini in particolare, per cui urge un serio e serrato confronto a livello regionale con l’Assessorato, e territoriale con la direzione generale della Asl. Come Spi Cgil di Brindisi, a tutela di quella fascia tanto bistrattata che rappresentiamo, gli anziani, abbiamo bisogno di misure urgenti che incidano, prioritariamente, nel ridurre le liste d’attesa. E chiediamo: è un problema regolamentare le prestazioni istituzionali dei medici con la libera professione svolta in intramoenia?
Sta diventando un problema di carenza di figure specialistiche, perché non c’è stato il necessario turn-over, e ora rischiamo le chiusure se non c’è un piano di assunzioni che tenga conto delle emergenze? Le competenze e le capacità, magari, di guardare un po’ come hanno affrontato tale criticità altre regioni, deve mettere in condizioni gli attuali addetti ai lavori a trovare soluzioni adesso, non nel 2026, o a seguire, perché nel frattempo chi non ha la possibilità economica di rivolgersi al privato, è costretto a rinunciare a curarsi! Ed è quello che purtroppo registriamo in un numero sempre più alto di persone anziane. Vivere più a lungo deve significare poterlo fare in buona salute, e il più possibile nella propria casa, non rassegnarsi a morire perché non ci si può curare.
Non crediamo inoltre che si possa continuare a tollerare quanto accaduto nelle scorse ore presso il CUP di Fasano, con gli utenti costretti a ritornare a casa senza aver ricevuto assistenza dopo file di ore sotto il sole. Gente che si sente male e ha bisogno di essere soccorsa dal 118 per via del caldo.
E a proposito del servizio del 118, con i medici in fuga perché il personale è sempre più provato dalle carenze di organico, la soluzione illustrata ieri dal Direttore del dipartimento regionale Promozione Salute Vito Montanaro, sarà quella più efficace? E’ quello che auspichiamo, ma non depone bene se per far funzionare il 118 chiudiamo i punti di primo intervento, specie in estate e in comuni ad alta presenza turistica. Ed è intollerabile la mancanza di tanti medici di Pronto soccorso in ogni ospedale pugliese come denuncia il Cimo Puglia (solo in provincia di Brindisi 24 unità).
Inoltre, negli ospedali dell’ASL di Brindisi aspettiamo che si attivino tutti i posti letto previsti dal piano di riordino, non dimenticando che siamo la provincia più penalizzata nei rapporti numerici abitanti/posti letto, e, nonostante ci siano punte di eccellenza nel nostro sistema, grazie all’impegno di tanti seri professionisti, sappiamo anche che tanti interventi vengono rimandati, per varie cause, che vanno approfondite per porre rimedio. Infine il Pronto Soccorso…sai quando arrivi ma non sai quanto ci rimani!
Abbiamo ascoltato ieri le analisi del perché la sanità pubblica sia stata ridotta in queste condizioni, apprezzato tanti buoni propositi, ma come Spi Cgil rivendichiamo che la salute è un diritto costituzionale che va reso esigibile per chiunque, ogni giorno e in ogni parte della nostra amata Puglia. Quindi come Sindacato continueremo a fare la nostra parte, che oggi, dopo la pandemia, significa che non siamo disposti a continuare ad aspettare.
Brindisi 9.6.2022
Michela Almiento
Segretaria Generale
SPI Cgil Brindisi
COLDIRETTI PUGLIA, 13 EVENTI ESTREMI CON TEMPESTE D’ACQUA E VENTO, TORNADO, TROMBA D’ARIA E GRANDINATE IN 24 ORE
In 24 ore si sono verificati ben 13 eventi estremi tra grandinate, tornado, trombe d’aria, e tempeste di vento e acqua che hanno colpito a macchia di leopardo la Puglia provocando danni nei centri urbani ed in campagna. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento all’ultima ondata di maltempo che ha colpito la Puglia, con il permanere dello stato di allerta arancione e gialla in ampie aree della regione.
Forti grandinate si sono abbattute – aggiunge Coldiretti Puglia - sui campi a Foggia, Ascoli Satriano, Cerignola, Martina Franca, Torricella e Lizzano, 1 tromba d’aria a Taranto e 1 tornado a Lecce, 4 tempeste d’acqua a Lecce, Foggia, Martina Franca, Grottaglie e 1 tempesta di vento a Melendugno.
La caduta della grandine nelle campagne – sottolinea la Coldiretti Puglia – è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni nei campi proprio alla vigilia della raccolta, mandando in fumo un intero anno di lavoro. Un evento climatico avverso che – precisa la Coldiretti Puglia – si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis.
Le precipitazioni violente provocano danni perché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua su un territorio – sottolinea Coldiretti Puglia – reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con 230 i comuni, ovvero l’89% del totale, a rischio idrogeologico secondo dati Ispra.
I fenomeni estremi, oltre ad azzerare le produzioni, danneggiano piante e alberi, con una frequenza e una violenza che gli agricoltori non possono in alcun modo gestire e sopportare in solitudine.
Il rischio idrogeologico riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali per il 67% perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi – insiste Coldiretti Puglia - a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate. La salvaguardia del suolo, dell’ambiente e delle produzioni agricole e agroalimentari è fondamentale per garantire un avvenire alle future generazioni.
Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo.
Ad essere colpiti dalle ultime perturbazioni – riferisce la Coldiretti Puglia – sono state le coltivazioni di grano, avena ma anche vigneti e alberi da frutto che sono stati abbattuti dalla furia del vento che ha provocato anche danni alle coperture di fabbricati e capannoni delle aziende agricole.
Nelle zone interessate dal maltempo sono in corso le verifiche dei danni da parte della Coldiretti che segnala peraltro grande preoccupazione per la siccità che sta assediando la Puglia mettendo a rischio i raccolti, con la tropicalizzazione del clima– conclude Coldiretti Puglia - che ha provocato 3 miliardi di euro di danni in Puglia negli ultimi 10 anni.
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Centri estivi per minori diversamente abili: sul sito del Consorzio BR4 l’avviso pubblico
Il Consorzio dell’Ambito Territoriale Sociale BR4 informa che è attivo l’avviso pubblico per la realizzazione dei laboratori estivi in favore di minori destinatari del servizio di integrazione scolastica specialistica, del servizio di assistenza educativa domiciliare e di minori con bisogni educativi speciali segnalati dai servizi sociali dei Comuni afferenti all’ATS BR4.
‘I centri estivi tornano a riproporsi come opportunità culturale ed educativa per i bambini e i ragazzi con disabilità e in condizioni di fragilità. Le attività laboratoriali si svolgeranno presso le strutture che perseguono o hanno consolidato esperienze nel contesto educativo, ricreativo, sportivo e sociale dei territori dell’Ambito Territoriale’, spiega il presidente del Consorzio, Antonio Calabrese, sottolineando il livello di qualità dell’offerta ludico-pedagogica raggiunto dal servizio grazie all’attenzione istituzionale espressa dai novi enti pubblici che formano l’ATS BR4. E del quale fanno parte, insieme al Comune di Mesagne, Cellino San Marco, Erchie, Latiano, San Donaci, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Torre Santa Susanna.
Possono manifestare interesse Enti del Terzo Settore, imprese profit/non profit e agenzie/enti formativi, d'istruzione ed educativi. L’avviso completo e gli allegati da compilare sono disponibili sul Sito istituzionale del Consorzio (all’indirizzo undefined) e sul sito dei nove Comuni che ne fanno parte. La domanda dovrà pervenire all’ufficio di Piano entro le ore 12 del prossimo 17 giugno, a mezzo Pec all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Nell’oggetto andrà indicata la dicitura: ‘Manifestazione di interesse per lo svolgimento dei laboratori estivo anno 2022’.
Eventuali informazioni e chiarimenti possono essere richiesti all’ufficio di Piano in via Santacesaria 7 a Mesagne mediante invio di mail all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonicamente al numero 0831/779207.
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Il prossimo sabato 11 giugno 2022, alle ore 20:00, nella Chiesa Matrice di Mesagne sarà svolta la cerimonia di donazione, all’Archivio Capitolare di Mesagne, dell’opera manoscritta Messapographia seu Historia Messapiae, scritta da Diego Ferdinando circa il 1655.
L’opera è costituita da n. 241 carte cucite a formare un libro rilegato in pergamena + n.17 carte sciolte facenti parte della stessa opera.
Il manoscritto è stato donato dal prof. Domenico Urgesi (che lo aveva ricevuto dalla compianta Sig.ra Maria Profilo), per proprio atto di liberalità gratuito e disinteressato, rinunciando ad ogni e qualsivoglia pretesa materiale ed economica attuale e futura riguardo al predetto manoscritto.
L’opera rappresenta una delle più antiche ricostruzioni della storia di Mesagne; essa ha improntato per oltre tre secoli l’identità storiografica della città.
Sarà presente il sig. Giovanni Aquaro, erede unico della sig.ra Maria Profilo, informato della volontà del prof. Domenico Urgesi, condividendo ed apprezzando tale volontà.
Nell’occasione, sarà svolta una prolusione dal prof. Antonio Mario Caputo, già Direttore della Biblioteca Arcivescovile “Annibale De Leo”.
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Cobas: servizi sociali e opposizione a nuove gare
Il Sindacato Cobas incontra domani pomeriggio, Venerdì 10 Giugno 2022, alle ore 15,30 i comuni di Brindisi e San Vito dei Normanni che insieme gestiscono i servizi sociali per discutere sulle nuove gare partite in questi giorni.
Il Cobas rigetta completamente le nuove gare programmate dai 2 comuni , Brindisi e San Vito dei Normanni; chiama alla mobilitazione i lavoratori/trici interessati ed i cittadini/e perché con queste nuove gare i servizi sociali subiscono un ulteriore processo di demolizione dell’esistente , con professionalità distrutte e stipendi ancora più bassi.
I lavoratori iscritti ai Cobas dei diversi servizi stanno in queste ore scrivendo al Comune di Brindisi tutte le osservazioni relative ai limiti contenuti nelle loro gare, affinchè si eviti quella macelleria sociale contenuta nelle stesse.
Da queste osservazioni dei lavoratori/trici esce un quadro devastante delle nuove gare che sono da rigettare completamente per il bene dei cittadini, soprattutto dove i servizi fungono da collegamento con istituzioni come la Magistratura.
Alla faccia della dei più deboli , dei bambini, delle indifese.
Tra l’altro l’impegno delle 2 Amministrazioni era di discutere i contenuti prima dell’avvio delle gare ; hanno sempre parlato di condivisione che di fatto non è mai esistita nonostante proprio nei servizi sociali vi è assoluta necessità, un blitz e via come ogni volta.
Il Cobas fin dal Dicembre 2019 si è sempre mostrata contraria al taglio economico riservato ai servizi sociali nel piano di predissesto del Comune di Brindisi che ha portato a riduzione di ore dei lavoratori interessati con un primo significativo peggioramento per i cittadini.
Le nostre proteste sotto il comune addirittura riuscirono ad evitare la cancellazione dei servizi dell’assistenza domiciliare , ADI e SAD, prevista nel piano di predissesto .
Questa volta si è passati molto oltre con lo scorporo dei servizi , con lavoratori che passano da un servizio all’altro calpestando professionalità costruite in oltre 20 anni di attività .
Saremo probabilmente in presenza di nuovi tagli per i lavoratori/trici che già oggi con lauree e quant’altro raggiungono a fatica le mille euro, alla faccia del salario minimo di cui in molti ne rivendicano la necessità.
I 2 Comuni hanno avviato gare con tempi a dir poco stretti in presenza con anomalie legislative e della chiusura della piattaforma digitale dove poterle realizzare.
Tutto questo nonostante i 2 comuni fossero stati avvertiti della chiusura della piattaforma per manutenzione.
Insomma ,un pateracchio a cui bisogna dire basta.
Da tempo si parla si parla dell’avvio del Consorzio utile per la gestione dei servizi sociali con possibili finanziamenti slegati dal piano di predissesto del Comune di Brindisi perciò migliorativi, ma ancora non se ne intravvede nemmeno l’ombra.
Sicuramente però delle cariche del futuro Consorzio stanno provvedendo alla spartizione.