Streghe, amore e magia a Mesagne
Masciari di Federica Franzin è un gran bel romanzo ibrido, d’amore, storia, tradizioni e valori ambientato nella città di Mesagne, a cavallo tra il Cinquecento e l’oggi; il ritmo narrativo è serrato ma i personaggi sono ben caratterizzati, le vicende appassionano, temi e i dialoghi coinvolgono, gli scenari intrigano e tutto concorre a suggerirne la lettura.
Trama
Siamo nel XVI secolo e all’ombra del castello vivono due gemelle, due orfane: Lucia ed Anna. Delle loro radici posseggono solo due strani e misteriosi medaglioni, uno nero ed uno bianco, oltre alla leggenda d’esser state ritrovate in fasce sotto ad un albero di noce. Le bambine sono allevate da Rosa Olivares, una levatrice sfuggita da Benevento, perché accusata di stregoneria. La donna educa le due bambine e, in segreto, insegna loro a maneggiare i poteri di cui sono investite. Una volta cresciute, Anna si fa levatrice e curatrice, mentre Lucia rinnega la sua vera natura mettendosi al servizio della contessa, moglie del conte Francesco Beltrano, signore del paese e proprietario del castello.
Nel frattempo, in paese giunge un gesuita dell’Inquisizione, don Ferdinando, ad annunciare l’imminente ritorno del figlio del conte, partito in guerra molti anni prima.
Tra i due giovani, Francesco e Lucia, nasce l’amore e i due arrivano a sposarsi in segreto a causa dell’opposizione dei genitori di lui. Sono però costretti a fuggire da Mesagne e dopo mesi di latitanza i due ritornano al paese. Francesco spera nel perdono da parte della sua famiglia, anche perché Lucia è incinta. È una illusione: Francesco è fatto prigioniero e Lucia è costretta a fuggire. La ragazza è salvata da Uccia, una vecchia strega che si cela nelle gravine del tarantino. Alla magia oscura di Uccia fa ricorso anche Lucia quando scopre che l’amato Francesco è malato di peste, ma il prezzo da pagare è alto: il sacrificio del figlio che Lucia porta in grembo. L’ultima speranza per Lucia, moribonda dopo l’aborto, è di arrivare a Mesagne per terminare il sortilegio, salvare Francesco e forse anche se stessa. Lucia non sa di non avere alcuna speranza. Riusce infine a rendere immortale l’amato, ma è condannata al rogo dall’Inquisizione. L’intervento della gemella le salva l’anima.
All’ombra del medesimo castello, cinque secoli più tardi, arriva una forestiera. Si chiama Alessandra Manacorda, nata e cresciuta a Torino. Dopo la morte violenta di tutta la sua famiglia, nonché della sua gemella, Beatrice, decide di ritirarsi a Mesagne, città natale della nonna materna. È proprio nella tranquilla cittadina salentina si trova coinvolta in insoliti incidenti, che Alessandra attribuisce ai traumi subiti. Il destino però l’attende e la giovane incontra un altro forestiero, Francesco Beltrano, da poco proprietario del castello cittadino. La ragazza diviene oggetto dell’attenzione di due strane farmaciste, Agnese e Giuseppina Paternò: le due la riconoscono come la ragazza attesa da lungo tempo per il compimento della salvezza, o definitiva rovina, dell’anima della loro ava.
Ad Alessandra si interessa anche un professore dell’Università di Lecce, Vincenzo Greco, entrato in possesso del medaglione nero, e della sua storia.
Francesco ed Alessandra si innamorano ma mentre l’uomo accetta serenamente il destino che sta per compiersi, sino alle sue estreme conseguenze, la ragazza capisce presto che qualcosa non torna nella vita del fidanzato, e svolge delle indagini, aiutata proprio dal professore che, però, mira ad impossessarsi del potere del medaglione. Scopre così la correlazione fra il suo Francesco e quello vissuto secoli prima e capisce la terribile scelta che grava sulle sue spalle: rendersi immortale, per vivere in eterno con l’amato o accettare la fine incombente?
Alessandra riesce a superare la tentazione di sostituirsi a Dio e distrugge nel fuoco il medaglione nero, mentre il medaglione bianco segue nel rogo il gemello con Giuseppina Paternò che lo tiene al collo. Alessandra sviene e sogna Anna, Lucia e Beatrice: sono tutte salve. Francesco la raggiunge in sogno, consegnandole la loro bambina.
Di tutta quella vicenda ad Alessandra resta in mano il castello e nel ventre una figlia. Francesco è morto, la magia è persa per sempre. Forse…
Analisi
Per citare liberamente Roland Barthes, “la creazione del destino e la creazione del romanzo sono l’unico ed il medesimo movimento di chi vuole collocare teneramente la propria durata lungo il tempo generale degli altri”. Accade che nel bel mezzo della postmodernità e dell’ipermodernità ci si trovi tra le mani una riuscitissima opera prima dove si sostengono, ben mescolati ed intrecciati, diversi generi letterari ed estetici e tutti gli ingredienti che concorrono a farne un’opera di successo. Un ibrido letterario, insomma, che integra noir, storia, tradizione e sentimento. C’è nel romanzo della bravissima Franzin, che possiamo definire narratrice ibrida, qualcosa di antico e di nuovo, una forza magnetica ed espressiva niente affatto limitata dalla verità storica ma fortemente connessa con le vicende, intrecciate anche su diversi piani temporali, al punto che la giovane autrice riesce con sapienza a far coesistere la storia e le storie (Calvino diceva che un simile narratore è un ragionatore di storia), il sapore concreto del vero e dell’ambiente (nel romanzo Masciari il lettore può ricavare una mappa del centro storico della città di Mesagne), l’analisi psicologica e la suggestione letteraria e descrittiva, riuscendo in modo suggestivo e credibile a legare insieme il mondo esterno delle cose ed il mondo interiore della coscienza, dello spirito. C’è infatti nella doppia protagonista, Lucia-Alessandra, una spinta tra ciò che si è e ciò che si vuole o si deve essere, dal momento che ogni società, ieri come oggi, guarda con timore ed invidia chi non è mediocre, chi ha abilità e qualità innate o acquisite, chi è puro ed innocente, chi ama con trasporto e passione perché non ha dentro il seme avvelenato dell’egoismo e dellambizione. L’amore supera i secoli ma non sempre è una via d’uscita.
Biografia
Federica Franzin nasce a Chivasso il 21/07/1990. L'amore per la letteratura la spinge a frequentare e poi diplomarsi presso il liceo classico Gioberti di Torino. Frequenta poi la facoltà di Infermieristica e vi si laurea nel 2012. Dopo una breve esperienza di volontariato in un ospedale del Kenya, trova lavoro dapprima in una residenza per anziani, poi vince i concorsi in Asl e in Polizia di Stato. Protende per quest'ultima carriera ed è impiegata come ispettore infermiera negli Uffici Sanitari prima di Asti e poi di Torino. Sposata e mamma di due bambine, non ha mai abbandonato l'amore per la letteratura, che si concretizza in questo primo romanzo ambientato a Mesagne, paese d’origine del marito.
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