Redazione
I Tamburellisti di Otranto al centro commerciale “AppiAnticA”.
Oggi, domenica 25 agosto, per la rassegna “Spettacoliamo”: musica, degustazione e il laboratorio per bambini.
Nuova tappa estiva al centro commerciale AppiAntica di Mesagne che oggi, domenica 25 agosto a partire dalle ore 17.30, dà appuntamento in galleria con la musica dei Tamburellisti di Otranto. Ad attenderli, grandi e piccini, troveranno i balli al ritmo della migliore pizzica salentina, una imperdibile degustazione e un coinvolgente laboratorio di tamburello per bambini. L’ingresso è gratuito.
«Radici e tradizioni da proteggere e trasmettere alle future generazioni per ricordare la propria essenza», da qui l’idea del maestro Massimo Panarese di aggregare quaranta bambini con la passione per la musica. Radici e tradizione sono anche gli elementi che riassumono la mission del gruppo dei Tamburellisti di Otranto, nato nell’aprile del 2009 con l’intento di avvicinare in particolare i giovanissimi, e in generale gli appassionati di ogni età, alla musica popolare. Il progetto negli anni è cresciuto fino a guadagnarsi la presenza in piazze prestigiose e la partecipazione a diversi programmi televisivi nazionali. Come tengono a sottolineare i protagonisti, il nome Tamburellisti di Otranto non è solo una questione geografica, ma è soprattutto un legame identitario con la cultura della Terra d’Otranto.
L'Ufficio Scolastico Provinciale di Brindisi rischia di far chiudere l’Istituto Tecnico Economico di Mesagne
Ufficio Scolastico Provinciale di Brindisi rischia di far chiudere l’Istituto Tecnico Economico di Mesagne.
Sospesa attività di ristorazione
A seguito di segnalazioni pervenute da numerose fonti che denunciavano l’esercizio di un’attività abusiva di ristorazione in sede fissa, con prevalente manipolazione e cottura di carne e pesce, in contrada Giovanbattista, in area esterna al quartiere Sant’Elia – Brindisi, è stata organizzata e condotta, congiuntamente,specifica attività di controllo da parte degli Ufficiali e Agenti di Polizia Giudiziaria, in servizio presso la Questura di Brindisi, il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, il Nucleo di Polizia Amministrativa – Comando Polizia Locale – e il Dipartimento di Prevenzione, Igiene e Nutrizione – Azienda Sanitaria Locale.
Il controllo veniva eseguito all’interno di villetta indipendente, avente un’estensione di alcune centinaia di metri quadri, costruita abusivamente nel corpo di fabbrica principale e, successivamente,ampliato nella volumetria, mediante la costruzione di alcune verande anch’esse abusive, tutte opere in assenza di agibilità e quindi non fruibili dalla proprietà, né tanto meno dai clienti dell’esercizio pubblico di somministrazione di alimenti e bevande.
Sul posto gli Organi inquirenti verificavano la veridicità dellesegnalazioni avendo modo di accertare il prosieguo dell’attività abusiva, già gravata da precedenti Ordinanze di cessazione immediata dell’attività di ristorazione e da Diffida all’osservanzadelle stesse, tutti provvedimenti amministrativi emessi dal Settore Attività Produttive – SUAP del Comune di Brindisi, sempre disattesidal gestore.
Nel corso del controllo vi erano diversi avventori intenti a consumare i pasti, condizione che portava a contestare al gestore la violazione, di cui all’art. 61/3° della Legg Regionale n. 24/2015 perché in corso l’attività in assenza della prescritta autorizzazione/titolo abilitativo;illecito che prevede, oltre all’applicazione della sanzione pecuniaria,la sanzione accessoria della chiusura immediata dell’attività di somministrazione.
A causa dell’assenza di certificazione sanitaria e di mancata attivazione del sistema di autocontrollo sulla salubrità dei prodotti alimentari, il personale ispettivo procedeva a sequestrare il prodotto alimentare e a conferirlo, secondo quanto previsto dalla disciplina in materia.
Assunto quanto accertato e verificata l’inosservanza delle Ordinanzedi cessazione, il personale ispettivo apponeva i sigilli al fine di rendere efficaci ed esecutive le Ordinanze disattese, facendo presente che la violazione dei sigilli, in base al codice di procedura penale,prevede l’arresto facoltativo in flagranza per chiunque vada a violarli.
L’attività interforze proseguirà nei prossimi giorni a tutela della salute e dell’incolumità pubblica, orientando i controlli verso le attività non lecite che alterano le regole del libero mercato e della leale concorrenza.
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CRIMINALITÀ: RAID IN CAMPAGNA PER RUBARE 40 Q.LI UVA
CRIMINALITÀ: COLDIRETTI PUGLIA, RAID IN CAMPAGNA PER RUBARE 40 Q.LI UVA: MAPPA FENOMENI CRIMINOSI PROVINCIA PER PROVINCIA
I fenomeni criminosi sono sempre più legati alla ‘stagionalità’ delle produzioni e delle attività
Ennesimo furto di 40 quintali di uva quando la vendemmia nel foggiano è ormai alle porte, con la criminalità anche spicciola che rende difficile la quotidianità degli imprenditori in campagna, con i raid che sono un fenomeno ormai senza soluzione di continuità da anni e costringono gli agricoltori a vigilare di notte, ma gli episodi si stanno registrando anche in pieno giorno. La denuncia è di Coldiretti Puglia, alla notizia del furto di un quantitativo ingente di uva a San Severo in provincia di Foggia, dove nei giorni scorsi sono stati selvaggiamente tagliati i tiranti di un tendone di uva ai danni di un altro giovane agricoltore.
Ormai nelle campagne pugliesi le attività criminose sono legate alla “stagionalità” delle produzioni, con squadre ben organizzate tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo/aprile, rubano le ciliegie a maggio, l’uva da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno, ma preferiscono i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrando che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi – afferma Coldiretti Puglia - perché molto apprezzati dai mercati. Infine sradicano e portano via gli olivi monumentali perché qualcuno evidentemente li ricerca. I furti sono praticamente quotidiani tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne.
Si moltiplicano i furti di ferro, acciaio, rame, cavi elettrici e telefonici in campagna – aggiunge Coldiretti Puglia - con le aziende agricole che rimangono spente e isolate telefonicamente, mentre i pozzi per i irrigare restano fermi, pregiudicando le produzioni agricole che hanno bisogno di acqua.
Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredate, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati – segnala Coldiretti Puglia - lasciano le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali, furti di prodotti in campo e delle piantine resistenti a Xylella appena messe a dimora, taglio di ceppi di uva da vino Primitivo, di uva da tavola e tiranti di tendoni, sabotaggi di cantine, taglio e furti di ulivi secolari, sono solo alcuni degli atti criminosi a danno degli agricoltori.
Le campagne sono in balia di gruppi della criminalità, delle agromafie che fanno il paio con le ecomafie, che non si fermano – insiste Coldiretti Puglia - neppure davanti al momento di incertezza con la guerra e l’emergenza che sta arrecando gravi danni alle aziende agricole, anzi si moltiplicano i fenomeni criminali con furti di mezzi, prodotti agricoli e chilometri di fili di rame, smaltimento di rifiuti di ogni genere nei campi, poi bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile.
LA MAPPA DEI FENOMENI CRIMINOSI PROVINCIA PER PROVINCIA
BARI E BAT
Non si arresta la strage di ulivi nelle campagne con piante danneggiate, atti vandalici, danni e furti di olivi secolari che hanno spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne, mentre altri si sono affidati a istituti di vigilanza.
Dai furti di animali a fini estorsivi fino ad arrivare all’uccisione degli stessi, la criminalità strisciante nelle campagne di Bari e BAT minaccia di aggravarsi con i furti di tubi e idratanti, fino al saccheggio o al danneggiamento dei pozzi artesiani.
Nel periodo della raccolta delle olive, i predoni delle campagne fanno razzia di olive che come diamanti andrebbero sorvegliate di notte e scortate durante i trasferimenti nei frantoi.
I mandanti dei gruppi criminali sono italiani anche se spesso si avvalgono di ‘manodopera’ straniera. Depredano gli oliveti del barese, della BAT. In 2/3 minuti riescono a portare via oltre 30 kg di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze anche di ferro per far crollare il maggior numero di prodotto, danneggiando al contempo le piante. Le squadre di malfattori trascinano le reti sotto gli olivi a mano a mano che i complici percuotono i rami, per raccogliere il maggiore numero possibile di olive in caduta. Oltre alla perdita di reddito per il furto di olive e al danneggiamento delle piante, gli agricoltori sono costretti ad impiegare più manodopera per recuperare dal terreno parte della ‘refurtiva’ che i ladri, trascinando velocemente le reti di raccolta, non riescono a portare via. Gli agricoltori, ormai per il terzo anno consecutivo, sono vittime di un fenomeno che si sta consolidando e aggravando nel tempo.
I frantoi sono costretti ad avvisare la Questura prima di far partire i camion di olio extravergine alla volta delle varie destinazioni italiane per farli scortare fino all’imbocco dell’autostrada, eppure questa è la situazione nella BAT e soprattutto ad Andria, culla dell’olivicoltura pugliese. Il fenomeno che si ripete ogni anno mette a repentaglio l’incolumità stessa degli olivicoltori, costretti a fare ronde diurne e notturne. Le forze dell’ordine hanno un territorio assai vasto da presidiare, pertanto ampie zone non sono pattugliate. Stessa sorte subiscono mandorle, uva da tavola, uva da vino, perché i gruppi criminali seguono la stagionalità delle produzioni.
FOGGIA
I comuni maggiormente interessati da questo problema sono Cerignola, Lucera, Orta Nova, Torremaggiore, San Severo, San Marco in Lamis, S. Giovanni Rotondo, Poggio Imperiale, ma il fenomeno è diffuso su tutto il territorio provinciale, con una recrudescenza di fenomeni estorsivi con aggressioni che si stanno verificando a Manfredonia.
La tipologia di furti risulta essere di varia natura. Si passa dalla sottrazione del raccolto dalle piante in campo, dagli asparagi ai carciofi, alle aggressioni per il furto dei mezzi agricoli e/o delle attrezzature e/o del bestiame, dei raccolti già messi su cassoni, o addirittura alla sottrazione dei cavi di rame e del ferro. Molto diffusa è la razzia dei mezzi agricoli con la successiva richiesta di riscatto. Si moltiplicano i furti di rame, cavi elettrici e telefonici in campagna con le aziende agricole che rimangono spente e isolate telefonicamente, mentre i pozzi per i irrigare restano fermi, pregiudicando le produzioni ortofrutticole che hanno bisogno di acqua. La criminalità mette le mani anche sulle reti di distribuzione irrigua del Nord Fortore del Consorzio per la bonifica della Capitanata, dopo i furti e i danneggiamenti a pozzi artesiani ed aziende agricole che si sono moltiplicati nelle ultime settimane in tutta la Puglia.
Le campagne foggiane sono in balia di gruppi della criminalità, delle agromafie che fanno il paio con le ecomafie, con lo sversamento di rifiuti di ogni genere nei campi, poi bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile.
TARANTO
Raid nei vigneti in provincia di Taranto dove oltre al furto delle barbatelle, ora a sparire, complice il buio della notte, i pali in acciaio degli impianti viticoli. Si registrano furto di mezzi agricoli in aumento soprattutto nell'area orientale e fenomeno di questi giorni il furto delle balle di fieno dai campi durante la notte nell'area foraggiera soprattutto nell’area zootecnica di Mottola. Per non parlare del taglio dei ceppi e dei tendoni dell’uva da tavola e da vino e dei furti di produzioni agricole di pregio che stanno interessando sia la zona orientale a Manduria, Sava, Maruggio che quella occidentale, con in testa Castellaneta, Palagiano e Ginosa.
BRINDISI
I raid nelle campagne con il furto di pali di acciaio dei vigneti sono un fenomeno che prima si registravano solo di notte, ma gli episodi si stanno registrando anche in pieno giorno. Si stanno moltiplicando le segnalazioni di scarico notturno di rifiuti nei campi, compreso Eternit e copertoni, mentre gli agricoltori vengono multati e obbligati a provvedere alla rimozione con ditte specializzate.
Si segnalano furti di carciofi, ortaggi, mezzi agricoli quali trattori, scopatrice, furgoni, oltre alla recrudescenza del fenomeno dei furti di ulivi e uva. I mezzi agricoli sono rubati soprattutto durante le ore diurne, nel pieno dello svolgimento delle attività agricole e all’imbrunire si registra il maggior numero di furti di olive.
LECCE
La maggiore incidenza di furti in aree rurali in provincia di Lecce si verificano nell’hinterland della città capoluogo, in particolare nei comuni confinanti con Lecce e immediatamente vicini al confine con la provincia di Brindisi. In questi comuni si sono verificati numerosi casi di furti di pali tutori sia di vigneto che di oliveto, furti di piante di olivo appena trapiantate e di tubi di irrigazione, compreso anche alcuni attrezzi agricoli.
Altri casi si sono verificati nella zona del Capo di Leuca, con irruzioni notturne nelle aziende e furto di gasolio agricolo ed attrezzature.
Mesagne, nel segno di Leonardo e di De Nittis l’ultima settimana di «Agosto in mostra»
Mesagne, nel segno di Leonardo e di De Nittis l’ultima settimana di «Agosto in mostra».
UN GIGANTE PER COACH OLIVE: ILIMANE NDOYE
UN GIGANTE PER COACH OLIVE: ILIMANE NDOYE.
Il 25 agosto, alle 19, presso la Chiesa di San Domenico a Oria, una messa in memoria di Maria Marsella, Antonia Carbone e Maria Dell’Aquila, tragicamente scomparse nel 1993
Si alzarono all'alba per guadagnare appena 23.000 lire. Tanto avevano promesso loro, Maria Marsella, di 25 anni, Antonia Carbone, di 29 anni, e Maria Dell’Aquila, di 51 anni. Era la mattina del 25 agosto 1993. Si alzarono all'alba per andare a lavorare nei campi, ma a casa non tornarono più.
Quel giorno, le tre donne viaggiavano su un pulmino sovraffollato, insieme ad altre quindici braccianti, dirette verso i campi. Il veicolo, omologato per nove persone, trasportava diciotto lavoratrici. La strada si trasformò presto in una trappola mortale: dopo una collisione con un camion, il pulmino uscì di strada, causando la morte. Altre dieci donne rimasero ferite, segnando per sempre la vita di chi sopravvisse a quella tragica mattina.
Per non dimenticare questo drammatico evento e per onorare la memoria delle tre vittime, la Flai Cgil Brindisi organizza una giornata di memoria collettiva. Domenica 25 agosto, alle ore 19:00, presso la Chiesa di San Domenico a Oria, si terrà una Santa Messa in loro ricordo invitando tutta la cittadinanza a partecipare a questo momento di riflessione e di preghiera.
Alla cerimonia saranno presenti oltre al Sindaco Cosimo Ferretti, la Segreteria Flai Cgil Puglia e Flai Cgil Brindisi, Antonio Macchia Segretario Generale Cgil Brindisi e il Coordinamento Provinciale di Libera Brindisi.
Subito dopo la Messa, intorno alle 20, ci ritroveremo presso il Monumento alle Vittime del Caporalato per deporre una corona di fiori. Un gesto simbolico per ricordare tutte le vittime dello sfruttamento lavorativo e del caporalato, affinché la loro sofferenza non sia stata vana.
Invitando tutta la comunità a partecipare numerosa a questa giornata di memoria e di lotta per i diritti si rinnova insieme l’impegno della Flai Cgil contro il caporalato e a favore della sicurezza sul lavoro. “Solo mantenendo viva la memoria e lottando uniti possiamo sperare di vincere questa battaglia”.
E tutto questo è necessario più che mai oggi, dal momento che nei campi i lavoratori continuano a morire e il caporalato è una piaga che non è stata debellata, anzi.
Qualche giorno fa, ad esempio (il 18 agosto scorso), probabilmente per il caldo e la fatica un bracciante è morto mentre lavorava nei campi: è successo a Borgo Piave, poco a sud di Latina. Un lavoratore indiano di etnia sikh di 54 anni, Dalvir Singh è stato trovato senza vita in un campo, dov’era impiegato con contratto e permesso di soggiorno in regola.
Questo episodio si è verificato, a nemmeno due mesi di distanza - sempre in provincia di Latina - del dramma di Satnam Singh, il bracciante indiano buttato sul ciglio della sua abitazione assieme al braccio, che gli era stato amputato da un macchinario, dal proprietario dell'azienda agricola per cui lavorava così come tanti altri episodi altrettanto violenti.
La battaglia della Flai su questo fronte è sempre attiva, come dimostra il contributo portato nelle scorse settimane al Tavolo permanente provinciale per il contrasto dello sfruttamento lavorativo in Agricoltura e del Caporalato svoltosi in Prefettura. In questa sede abbiamo chiesto, tra le altre cose, all'Autorità di governo, che Brindisi non si lasci sfuggire i 2 milioni di euro disponibili per la creazione di strutture anti-ghetto e rimarcato la necessità di incrementare sensibilmente le adesioni alla Rete del lavoro agricolo di qualità , parlando della necessità di fare rete in particolare sui temi trasporti e residenza come strumenti fondamentali per togliere alla malavita l’intermediazione illecita della manodopera nei campi. Abbiamo espresso tutte le nostre criticità in merito alla legge Bossi -Fini, sugli insediamenti abusivi e chiesto di creare una struttura pubblica per fare in modo favorire un corretto incontro tra domanda e offerta di lavoro nei campi.
Sono solo alcuni degli importanti temi che ci vedono da sempre impegnati nella costruzione di maggiori diritti e tutele e dei lavoratori agricoli e dell'agroindustria e su cui continueremo con maggior determinazione la nostra lotta per sconfiggere il caporalato.
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A Torre Guaceto nate oltre 100 Caretta caretta (Guarda il video)
Sono 102 le tartarughe marine nate nella riserva di Torre Guaceto dal primo nido documentato nell’area protetta. Un evento eccezionale concluso con l’ingresso in mare delle piccole grazie all’impegno del personale del Consorzio di Gestione, dei volontari dei campi WWF e di “Io sono Torre Guaceto” che, in staffetta, hanno presidiato e protetto il nido.
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INNOVAZIONE: COLDIRETTI PUGLIA, CORSO ALTA FORMAZIONE IN AGRITECH PER GIOVANI AGRICOLTORI
‘GRANDE FRATELLO’ CONTRO CAMBIAMENTI CLIMATICI E GESTIONE ACQUA
Il “Grande Fratello” è arrivato in campi, masserie e stalle, con il controllo a distanza degli animali attraverso telefonini, tablet e pc con rilevazioni sullo stato di salute, gli spostamenti e la distribuzione di cibo e acqua, ma anche per la mappatura e il monitoraggio da remoto dei terreni, una rivoluzione che ha bisogno di formazione degli agricoltori. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento al corso di formazione in agritech organizzato da Coldiretti Giovani e BF Educational per la formazione in "Tecnologia a servizio dell'Agricoltura", con la possibilità di candidarsi ad una delle 100 borse di studio messe a disposizione per uno dei moduli del Percorso di Alta Specializzazione per giovani imprenditori agricoli (è possibile iscriversi sul sito di Coldiretti Giovani Impresa).
Un profondo cambiamento che vede in prima fila proprio le nuove generazioni con quasi una impresa agricola giovanile su tre (31%) che applica oggi tecniche di agricoltura di precisione, secondo un’analisi Coldiretti sulla base del Rapporto del centro Studi Divulga.
“La rivoluzione digitale in agricoltura vede lo sviluppo di applicazioni di alta tecnologia sempre più adatte alle produzioni su diversi fronti – spiega Donato Mercadante, leader di Coldiretti Giovani Puglia – dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dal ridimensionamento al minimo dell’impatto ambientale con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e sul consumo di carburanti”.
Attraverso il Portale del Socio, Coldiretti ha realizzato la piattaforma Demetra di agricoltura di precisione (DSS) con sensori di campo, una App satellitare, disponibile anche da smartphone e scaricabile su Apple Store (Ios) e su Google Play (android), che consente di accedere alle mappe degli appezzamenti delle singole colture e avere previsioni meteo dettagliate sempre aggiornate, con un sistema di supporto alle decisioni con indici elaborati su singolo appezzamento e immagini satellitari con vari indici di vigoria per monitorare lo stato di ogni singola coltura, integrando tali informazioni anche con quelle provenienti da sensori di campo.
Con Demetra si possono raccogliere i dati direttamente in campo inserendo variazioni colturali, fasi fenologiche e irrigazioni. Ma l’app avvisa anche con notifiche personalizzate su quel che accade su ogni singolo terreno, aiutando a intervenire al momento giusto per ottimizzare le rese, ridurre i costi di gestione e affrontare le emergenze, a partire da quelle legate ai cambiamenti climatici.
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SERVIZI SOCIALI , GARE AD AGOSTO E CON “URGENZA” – LUPERTI E GRECO: SEGNALEREMO AL PREFETTO SCELTE COSI’ DISCUTIBILI
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