ci si riferisce alla Beata Vergine del Monte Carmelo, la cui memoria ricorre il 16 luglio. Lo si legge anche nella più consultata enciclopedia on line a disposizione: «Secondo la tradizione – leggiamo in Wikipedia - Simone Stock era profondamente devoto della Madonna e capitava spesso che la supplicasse di concedere al suo Ordine speciale protezione, con il dono di qualche privilegio. La leggenda narra che la Vergine volle dargli ascolto e la domenica 16 luglio 1251 apparve al santo all'età di 86 anni, circondata dagli angeli e con il Bambino in braccio, gli mostrò uno scapolare…». È bello allora soffermarci su questo evento leggendo un libro antico, che non è passa sul mercato dell’antiquariato da anni e che non è agevole trovare nelle biblioteche pubbliche. Si tratta del Sommario dell'antichissima origine della religione carmelitana. Con le indulgenze, priuilegi, e gratie conceduti da molti sommi pontefici ... Raccolte con diligenza per Camillo d'Ausilio carmelitano. L’opera vide la luce la prima volta “In Napoli : appresso Gio. Iacomo Carlino, & Antonio Pace” nel 1595 e dovette avere successo se nel 1601, sempre “In Napoli : appresso Gio. Iacomo Carlino : ad istanza d'Henrico Bacco libraro à S. Biasio” fu stampata nuovamente e nello stesso anno, ancora, se ne annovera un’altra edizione “In Verona : appresso Francesco dalle Donne”.
Camillo Ausilio, del resto, non era un quisque de populo. «Nato a Napoli e vestì l’abito carmelitano», scrisse Camillo Minieri Riccio nelle sue Notizie biografiche e bibliografiche degli scrittori napoletani e aggiunse che «nel 1583 3 nel 1605 fu priore del suo convento del Carmine Maggiore di Napoli» e «si morì il 21 di novembre del 1608».
«Lascierò considerare a ciascheduno deuoto, et vero seruo di Christo, che allegrezza di cuore, che contento di animo, et che consolatione di Spirito hebbero tutti quei poueri Religiosi Carmelitani, quando della lor causa intesero il felice successo, il miracolo grande, et la segnalata gratia, haueuano fuori di ogni lor pensiero riceuuto dalla Gloriosa Vergine, et dalla santa apostolica Sedia», esordì il padre Camillo nel capitolo VIII dell’opera che consideriamo, raccontando di «quando la Gloriosa Vergine apparve a San Simone Stoch et gli donò lo Habitino». Il «meritissimo Generale de i Carmelitani… per supremo contento di ogni sua consolatione et per quiete di tutti i Carmelitani – scrisse -, più volte con grandissimo feruore di Spirito spargendo deuotissime preghiere supplicò la sua vera madre, et benignissima Regina de Cieli, …per l’auuenire si degnasse darle qualche particolare priuilegio, o segno, per il quale ciascheduno conoscesse, che ella è particolare padrona, et protettrice di questa sua Santa Religione». E la Vergine del Carmelo, continuò l’Ausilio, «accompagnata da molti Angioli, tutta sfauillando de lucidi splendori, una notte gli apparue con un Habitino, in mano di colore Carmelitano». La Vergine parlò in latino a Simone Stoch «quasi dir volesse: O mio diletto, et deuoto Religioso, quale tante volte con sì ardente desiderio, et deuote preghiere mi hai supplicato, che ti dasse qualche particolare segno della protettione, ch’io tengo i questa tua Religione, horsù prendi questo mio Santo Habitino del tuo ordine, in particolare, et perpetuo segno della mia compagnia, et confraternità, il quale sarà sicura caparra, et Pruiligeio a te, et a tutti i Carmelitani, che ciascheduno non morrà con esso, non sarà mai tormentato dall’eterno incendio del foco dell’Inferno».
Ogni dono va condiviso, ecco perché, spiegò ancora Ausilio, «a tutto il popolo Christiano… si diede felice principio alla deuotissima Compagnia et Confraternità dell’Habitino del Carmine, con concorso di innumerevoli persone di qual si voglia conditione»: tutti «deuoti della Gloriosa Madonna del Carmine», ovvero, per citare l’autore, «di colore Carmelitano».