Redazione

Il tribunale di Brindisi ieri mattina ha emesso la sentenza di condanna a 6 anni di reclusione, per il reato di tentato omicidio, nei confronti di un giovene 21enne mesagnese accusato di aver tentato di ammazzare il compagno della madre. Il giovane aveva affrontato l'uomo all'indirizzo del quale aveva sparato un colpo di pistola calibro 7,65 che si era andato a conficcare nel portone. Lo stesso tribunale ha inflitto la pena di 3 anni e 11 mesi al padre del ragazzo, di 61 anni, ritenuti accolti i reati di violenza privata e minacce. 

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È morto nella notte Antonio D'Amico, stilista ed ex compagno di Gianni Versace. Aveva 63 anni e da mesi combatteva contro una malattia che si è rivelata fatale. In questo periodo - dice chi gli era vicino - ha sempre dato a tutti un esempio di forza e coraggio. Antonio D'Amico un anno fa aveva inaugurato la sua nuova linea di abiti sartoriali, Principe di Ragada. A dare la notizia stamani il suo manager e amico Rody Mirri.

 La vita di Antonio D'Amico, nato a Mesagne nel 1959, è stata segnata dal lungo legame con lo stilista Gianni Versace. I due si incontrarono nel 1982 e la loro relazione durò fino al 1997, data della morte di Versace. Dal 2002 viveva a Manerba del Garda, in provincia di Brescia, dove aveva avviato la gestione, assieme ad alcuni soci, di un ristorante. Una volta chiuso, si è dedicato all'attività di designer, lanciando diverse linee di abbigliamento, una ispirata al golf, «Antonio D'Amico Golf» e una di abiti sartoriali chiamata «Principe di Ragada». Notoriamente non sono mai stati buoni i rapporti tra i Versace e D'Amico, che che era con Gianni a Miami quando fu ucciso.

Mesagne, via Manfredi Svevo ore 10 di una tipica giornata con auto posteggiate in maniera selvaggia, impropria e il traffico intorno frenetico e nervoso. Strombazzamenti e gas di scarico nell'aria. E' quanto si verifica ogni giorno in via Manfredi Svevo, dove automobilisti poco inclini a posteggiare a qualche decina di metri e farsi due passi salutari a piedi preferisce posteggiare in maniera del tutto inappropriata e intralciare il traffico. E chi se ne frega degli altri l'importante è che trovi la mia comodità. Eppure basterebbe così poco a far rientrare il tutto nella normalità se solo qualche vigile urbano, o agenti di polizia locale come si chiamano da un pò di tempo, anzichè passare senza notare l'obbrobrio si fermasse a fare un pò di prevenzione. Certo, prevenzione perché non è detto che per eliminare le cattive abitudini bisogna per forza sanzionare. Ogni tanto il fischietto che è in loro dotazione, sempre che ancora lo abbiano, emettesse qualche fischio. La multa può arrivare quando c'è qualche recidivo. Perché si sa che prevenire è meglio che curare.

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Lo scorso 3 dicembre, presso il Salotto Letterario della Viola Editrice, alla presenza di un foltissimo pubblico, il Generale della Guardia di Finanza, Luigi Del Vecchio, ormai cittadino e residente di Ostuni, ha presentato il suo Thriller dal titolo “Ostuni. Un'Insospettabile Presenza” ambientato nella “Città Bianca”. Nell'occasione, l'autore si è intrattenuto con gli intervenuti per illustrare e narrare le bellezze culturali, storiche e architettoniche di cui gode Ostuni.

Una presentazione che si è svolta durante un incontro tra i diversi autori della casa editrice, che hanno presentato la loro ultima opera. Una serata di cultura che ha saputo fornire nuovi spunti per una crescita interculturale tra temi diversi tra loro ma legati a doppio filo dall’amore e la passione per la scrittura da parte degli autori.

SINOSSI LIBRO “OSTUNI. UN'INSOSPETTABILE PRESENZA”«Ostuni. 21 dicembre 2017. Il Natale è alle porte. I preparativi per i giorni di festa incombono, le strade sono un brulicare di negozi illuminati, di melodie della pizzica, di profumi di squisito piacere, di amori che si rincorrono. Il rinvenimento del corpo di un vecchio usuraio con un riccio di mare conficcato in gola, all'interno di una chiesa sconsacrata, scuote la città. Il caso è affidato al Commissario Vito Berlingieri. Le dinamiche attraverso le quali è maturato l'omicidio si presentano subito complesse; altri quattro crudeli omicidi si susseguiranno in un vortice rapido in cui Berlingieri sembra inizialmente annaspare, fino al giorno in cui i suoi occhi scoprono ciò che mai avrebbero immaginato di vedere».

 L’AUTORE – LUIGI DEL VECCHIO

 Luigi Del Vecchio è nato a Napoli il 24 agosto 1962. Dal giugno di quest'anno è residente ad Ostuni. Laureato in Giurisprudenza e Scienze della Sicurezza Economico Finanziaria, è un Generale della Guardia di Finanza in congedo. Dopo aver frequentato l'Accademia del Corpo, ha prestato servizio in Puglia, Calabria e Campania. Nel suo ultimo incarico ha diretto la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Napoli, la più grande in Italia. Attualmente si sta dedicando alla sua grande passione: la scrittura. Ha pubblicato con Viola Editrice il suo primo libro, un thriller ambientato ad Ostuni dal titolo “Ostuni. Un'insospettabile presenza” ed è impegnato nella stesura della sua seconda opera.

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Serata da incubo per centinaia di passeggeri diretti in Piemonte. Dovevano raggiungere Torino, ma il volo ha riportato oltre sei ore di ritardo all’atterraggio. È accaduto, ieri sera, lunedì 5 novembre, con il volo Bari Torino W65625, con pesanti disagi per i passeggeri della compagnia aerea Wizzair.

I passeggeri, quindi, sono stati costretti a trascorrere ore intere all’interno dell’aeroporto di Bari, vedendo rinviato il proprio volo in partenza inizialmente alle 15:15 e atterrato solamente nella tarda serata e precisamente alle 23:17.

Un disservizio che ha portato non pochi disagi per i passeggeri desiderosi di raggiungere la città campana, che, però, grazie all’assistenza gratuita di ItaliaRimborso, possono ottenere 250 euro come compensazione pecuniaria. Sembra che il ritardo, infatti, sia dovuto a problematiche della compagnia aerea ed il team sostiene che ci possano essere gli estremi per l’applicazione del Regolamento Comunitario 261/2004.

Per contattare ItaliaRimborso e segnalare il volo in ritardo Wizzair Bari Torino è possibile farlo segnalando direttamente il disservizio con il form presente nel sito italiarimborso.it.

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Cosa fare e cosa non fare in un territorio in cui è possibile che vi sia la presenza di lupi?

Risponde l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ricordando anzitutto che il lupo è una specie protetta dalla normativa nazionale e dell'Unione Europea e quindi non può essere cacciato né ucciso. Solo in casi del tutto eccezionali la normativa consente di derogare a questo stato di protezione nel caso di animali considerati "problematici".

Nel rispetto della legge e della biodiversità, si pone la necessità di garantire la coesistenza d’interessi diversi: tutela del patrimonio faunistico e tutela della attività che possono essere minacciate dalla presenza della specie.

Il lupo è un animale schivo, non pericoloso per l’uomo. Naturalmente caccia per mangiare, essendo un predatore e talvolta può avvicinarsi, soprattutto di notte, in aree antropizzate.

L'espansione del lupo in Italia, negli ultimi quarant'anni, è stata frutto esclusivamente di dinamiche naturali e nessun lupo è stato mai rilasciato a scopo di ripopolamento.

L’Oipa evidenzia che alla paura del lupo, generata anche surrettiziamente, qualcuno ha risposto con azioni irresponsabili che determinano responsabilità penali in chi le commette: reati connessi (articolo 544 bis e ter del Codice penale e bracconaggio).

«Occorre favorire una serena convivenza senza generare allarmi, anche mediatici, e senza diffondere fake news al riguardo», spiega il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Una coscienza civile e un sistema giuridico sempre più attenti al tema del benessere e della tutela animale detta invece scelte e comportamenti di buon senso. Tra queste, vi sono anche alcune accortezze che possono aiutare una convivenza rispettosa con il lupo all’insegna del rispetto e del buonsenso».

Ecco un piccolo vademecum utile per chi abita in zone in cui è presente il lupo:

. non tenere i cani a catena, come anche previsto dalla legislazione di molte Regioni

. evitare di lasciare cibo alla fauna selvatica

. tenere di notte gli animali domestici in locali chiusi

. evitare di lasciare resti di animali accanto alle case

. non lasciare rifiuti organici (placente, carcasse) nelle letamaie e nelle vicinanze di stalle

. non lasciare cibo avanzato nelle colonie feline

Nel caso di un incontro con un lupo:

. parlare ad alta voce e agitare le braccia per allontanarlo

. se il lupo è lontano, restare in silenzio e non interferire

. non seguire le sue tracce e non disturbarlo

. se si è in escursione con il proprio cane, tenerlo al guinzaglio; comportamento da tenere sempre quando si è in un territorio popolato da fauna selvatica. In particolare, il lupo potrebbe attaccare alla vista del cane, considerandolo un avversario.

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NATALE: COLDIRETTI PUGLIA, NIENTE REGALI PER 4 PUGLIESI SU 10; AL TOP DONI ‘UTILI’. La crisi economica legata agli effetti della guerra in Ucraina e l’aumento dell’inflazione tagliano la spesa per i regali di Natale, con 4 pugliesi su 10 costretti a tirare la cinghia, rinunciando al classico scambio dei doni natalizi. E’ il risultato del sondaggio condotto da Coldiretti Puglia sul sito undefined dal quale emerge che il 38% dei pugliesi non acquisterà regali natalizi, il 22% ridurrà la spesa del 70%, il 16% spenderà la metà rispetto all’anno scorso e solo il 9% destinerà lo stesso budget dell’anno scorso all’acquisto dei cadeau di Natale.

Tra i regali più gettonati, libri, vestiti e scarpe, soldi, prodotti di bellezza e l’enogastronomia anche per l’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola, che si esprime con la preparazione fai da te di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione.

I rincari dei prezzi spinti dalla crisi energetica per la guerra in Ucraina spingono dunque quest’anno verso spese utili che – continua la Coldiretti  regionale – premiano soprattutto il cibo che risulta la migliore garanzia sull’originalità dei prodotti alimentari in vendita nei mercati è proprio quella della presenza personale del produttore agricolo che – sottolinea la Coldiretti Puglia – può offrire informazioni dirette sul luogo di produzione e sui metodi utilizzati.

Nella classifica dei prodotti enogastronomici più colpiti dalla scure dei consumatori ci sono al primo posto gli alcolici ai quali – riferisce Coldiretti – sono stati costretti a dire addio, del tutto o anche solo parzialmente, il 44% dei cittadini. Al secondo posto i dolci che vengono tagliati in quantità dal 44%, mentre al terzo ci sono i salumi ai quali ha rinunciato il 38,7% dei cittadini, subito davanti al pesce (38%) e alla carne (37%). Ma il carovita porta addirittura a ridurre gli acquisti di alimenti per bambini, con il 31% di persone che ne acquista di meno. In situazione di difficoltà i meno colpiti sono alcuni prodotti base della dieta mediterranea come frutta (tagliata del 16% dei consumatori), verdura (dal 12%) e pasta (dall’11%).

Anche quest’anno l’on line si conferma come un canale importante per la spesa dei regali. Le motivazioni per la spesa in rete – spiega la Coldiretti – sono la possibilità di avere la consegna a domicilio, una più ampia possibilità di scelta, l’opportunità di fare confronti e i prezzi convenienti anche se restano perplessità soprattutto sulla sicurezza dell’acquisto, la consegna di un prodotto integro e i rischi per la mancata corrispondenza del prodotto sul video rispetto a quello consegnato.

Ma resistono anche i tradizionali luoghi di consumo dai negozi fino – continua la Coldiretti – ai mercatini che in vista delle festività iniziano a popolare i centri delle città e dei luoghi di villeggiatura e che garantiscono spesso la possibilità di trovare regali ad “originalità garantita” al giusto prezzo. Un orientamento che – conclude la Coldiretti – riguarda anche l’alimentazione con la ricerca di prodotti del territorio da acquistare direttamente dal produttore nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica.

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Dopo l’avvio nelle tre regioni pilota, Emilia-Romagna, Piemonte e Sicilia, parte anche in Puglia il progetto di formazione “D-Vino”, ideato dall’associazione nazionale Le Donne del Vino con il supporto di tutte le delegazioni regionali, dedicato agli istituti per il turismo e alberghieri. Il fine è creare un contatto tra gli studenti e l’intera filiera produttiva del vino: vigneti e cantine, ristorazione, enoteche, giornalisti e addetti alla comunicazione e al marketing, sommelier ed esperti perché Le Donne del Vino comprendono professioniste di tutti questi settori.Laasessore_Donato_Pentassuglia.jpg

Gli indirizzi politici vanno in questa direzione, favorire lo sviluppo dei distretti del vino e delle imprese che producono, somministrano e vendono vino nell’ottica di offrire al consumatore e al turista un’esperienza, prima di tutto. Inoltre, crescono i dati in merito al turismo enogastronomico, negli ultimi anni si registra un +55% con circa 10mila cantine turistiche e più di 14mila visite nelle cantine italiane, inoltre il vino costituisce un terzo dei ricavi dei ristoranti ed è una delle attività di maggior interesse dei viaggiatori stranieri in Italia. È evidente, quindi, arrivare al mondo del lavoro con una giusta preparazione di base.Lintervnto_della_docente_Patrizia_Miano_Alberghiero_Brindisi.jpg

“Questo progetto – ha dichiarato Marianna Cardone, delegata per la Puglia de Le Donne del Vino - è un’opportunità per noi professioniste del mondo del vino di entrare nelle scuole e portare la nostra esperienza diretta ai ragazzi in procinto di scegliere il loro futuro. Un’ occasione unica per noi di essere ispirazione per i futuri operatori del settore e sicuramente un valore aggiunto per gli istituti che accolgono il D-Vino di affiancare alla formazione degli studenti l’aspetto pratico per renderli ancora più consapevoli delle scelte che faranno.”Miano_Tarantino_Cardone_Verni_studenti.jpg

Attraverso delle lezioni costruite su un metodo didattico esperienziale, si cerca di dare delle prospettive più concrete ai futuri professionisti del settore alberghiero e turistico e insieme si vuole migliorare la consapevolezza del consumo responsabile. Gli obiettivi: inserire figure professionalizzate nei ristoranti, nelle enoteche e wine-bar, nelle cantine per accogliere turisti, nelle strutture ricettive, negli uffici turistici e apt, tour operatori, strade del vino.  Le scuole interessate in Puglia sono l’Istituto Alberghiero I.I.S.S. Aldo Moro di Margherita Di Savoia, l’Istituto Alberghiero I.I.S.S Consoli di Castellana Grotte e l’Istituto Alberghiero I.I.S.S. Sandro Pertini di Brindisi.Lintervento_di_Antonio_Tarantino_docente_Alberghiero_Margherita_di_Savoia.jpg

Le lezioni, della durata di 10 ore per ogni anno del ciclo scolastico, si inseriscono nel 20% di autonomia didattica di ciascuna scuola e sono svolte nell’ambito dell’orario esistente, senza aggiungere ore di lavoro agli studenti. Il lavoro de Le Donne del Vino, che avviene in compresenza con i docenti, è in forma gratuita per l’anno in corso, in quanto si tratta di una fase sperimentale del progetto. I primi tre anni costituiscono una sorta di avviamento, in seguito le scuole in autonomia gestiranno le lezioni con la partnership per le attività sul campo dell’associazione Le Donne del Vino.Le_Donne_del_Vino_Puglia_e_lassessore_allagricoltura_Donato_Pentassuglia.jpg

Il progetto, ideato e scritto da Donatella Cinelli Colombini, presidente nazionale dell’associazione, Antonietta Mazzeo, delegata per l’Emilia-Romagna, Roberta Urso, delegata per la Sicilia, Roberta Lanero, socia per il Piemonte, è stato presentato anche all’ultimo SIMEI (Salone internazionale macchine per enologia e imbottigliamento di Unione italiana) e il prossimo anno avrà il sostegno del Ministero dell’Istruzione. I temi che saranno sviluppati vanno dal ruolo del vino nella società e nell’economia al linguaggio internazionale del vino, dalle professioni del vino al wine management, dalla storia del vino al vino nelle varie espressioni culturali, dalla conoscenza di vini e territori alla normativa del vino in Italia, dai distretti enoturistici al bere consapevole e responsabile.Marianna_Cardone_con_due_studenti_dellAlberghiero_di_Castella_Grotte.jpg

“E’ un progetto che mette insieme promozione, valorizzazione del sistema vitivinicolo e formazione professionale in aula e sul campo”, ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, a margine della conferenza stampa di presentazione del progetto che si è tenuta oggi, martedì 6 dicembre 2022 a Bari presso l’assessorato.

“Ringrazio la delegazione pugliese dell’associazione Le Donne del Vino per aver messo a punto un progetto che credo rappresenti un’opportunità per i più giovani, che si affacciano sul mondo del lavoro, non solo di scoprire, attraverso produttori ed esperti conoscitori del mondo del vino, la ricchezza del nostro patrimonio enologico. Ma anche di conoscere i numerosi sbocchi professionali che questo straordinario settore offre, specie alle ragazze e ai ragazzi. Sono sempre molto orgoglioso nel presentare e sostenere progetti che coinvolgono le scuole, certo della necessità per il sistema agroalimentare pugliese di investire sempre di più e meglio in formazione ed educazione al fine di dare ai più giovani chance e strumenti utili per costruire al meglio il proprio futuro lavorativo. Sono le nuove generazioni adeguatamente formate e motivate la nostra più grande ipoteca per lo sviluppo del nostro sistema rurale, in grado di saper custodire, migliorare, valorizzare questo nostro inestimabile patrimonio economico, ambientale, sociale e culturale che è il sistema agroalimentare”, ha concluso l’assessore Pentassuglia.

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Le associazioni Mesagne Bene Comune e Street View, con il patrocinio del Comune di Mesagne e del Consorzio dell'ATS BR 4, organizzano la presentazione della trentaduesima edizione del Dossier Statistico Immigrazione 2022, che si svolgerà martedì 13 dicembre alle ore 18:30 presso le Officine Ipogee a Mesagne. 

Il rapporto socio-statistico è realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con il Centro Studi e rivista Confronti, grazie al sostegno dell'Istituto di Studi Politici “S. Pio V” e dell'Otto per Mille della Tavola Valdese. Esso analizza il panorama migratorio in Italia alla fine del 2021, ad oltre due anni dall'avvento di una pandemia globale e nel mezzo di una guerra dalle implicazioni mondiali scoppiata alle porte dell'Europa.

I dati del Dossier sottolineano come le “3 C” di Conflitti, Clima e Covid-19 siano tra i fattori chiave per comprendere le migrazioni contemporanee. Infatti, nel 2021 i 32 conflitti nel mondo hanno congiunto i propri effetti devastanti a quelli dell’emergenza climatica e della pandemia da Covid-19, rendendo inabitabili aree sempre più vaste del pianeta. A questi fattori di espulsione si è aggiunta, di recente, la guerra tra Russia e Ucraina, che a fine settembre 2022 aveva già spinto 7,4 milioni di profughi ucraini nei Paesi UE. Del resto, i conflitti moltiplicano e aggravano – con un’intensità impressionante durante la guerra in Ucraina – le crisi alimentari. Oggi nel mondo soffrono la fame 870 milioni di persone, aumentate di 150 milioni dal 2020. A loro volta le crisi ambientali, provocate in gran parte dal cambiamento climatico, nel solo 2021 hanno generato 24 milioni di sfollati interni. Gli effetti delle condizioni meteorologiche estreme, dalla siccità alle inondazioni, dalle desertificazioni all’inquinamento, colpiscono “soprattutto i Paesi poveri e i poveri che vivono nei Paesi ricchi”. Secondo la Banca mondiale entro il 2050 i migranti ambientali, in fuga dai disastri ambientali causati dal cambiamento climatico, potrebbero arrivare a 220 milioni di persone.

Anche in Italia l'immigrazione è sempre più “climatica”. Nel 2021, infatti, i primi Paesi di origine delle persone giunte nella nostra penisola erano tra quelli che maggiormente stanno soffrendo la pressione del cambiamento climatico: Bangladesh, Pakistan, Iran, Siria, Eritrea, Guinea, Costa d'Avorio, Afghanistan, Egitto, Tunisia. Si tratta di Paesi dipendenti dal grano russo e ucraino e di aree del mondo allo stremo per la siccità intervallata da alluvioni, per l’innalzamento delle temperature medie e per le conseguenti carestie che stanno affamando decine di milioni di persone.

A far crescere il numero dei migranti forzati, infatti, ci sono i conflitti disseminati in tutto il mondo, che non provocano solo morti, sfollati e distruzione, ma generano un forte impatto ecologico che peserà anche sulle future generazioni. Ne è un esempio il conflitto in Ucraina, che ha innescato anche un’altra guerra, quella del grano e dei cereali, che a sua volta rischia di peggiorare la già precaria sicurezza alimentare in diversi Paesi del mondo. La dipendenza dal grano proveniente dai due Paesi belligeranti, unitamente alla crisi climatica in corso – in particolare per quanto riguarda il Medio Oriente, l’Africa settentrionale e subsahariana – minaccia quindi di aumentare la spinta migratoria dalla sponda Sud del Mediterraneo. 

Ad accogliere l’esodo di milioni di sfollati sono, principalmente, Paesi con risorse precarie e a loro volta fragili anche da un punto di vista ambientale. Nel 2021, l’83% dei rifugiati è stato accolto in Paesi a reddito basso o medio. Eppure, negli Stati più ricchi e maggiormente responsabili della crisi climatica continua a diffondersi un allarmismo sull’arrivo in massa di profughi climatici. Sempre più denaro pubblico viene speso per militarizzare i confini piuttosto che per ridurre le cause del disastro climatico.

Commenta il presidente di IDOS, Luca Di Sciullo: “Ingiustizia climatica e ingiustizia sociale si saldano e la migrazione diventa l’unica strategia di adattamento per chi non ha altra alternativa che fuggire dalla povertà in tutte le sue forme. Non basta evitare i conflitti per risolvere la questione delle migrazioni forzate; è anche necessario imparare a convivere in maniera più sostenibile con il nostro pianeta, rovesciando l’attuale modello di sviluppo e ragionando concretamente sul diritto a migrare”.

Il Dossier Statistico Immigrazione è uno strumento conoscitivo a disposizione di tutti coloro che intendono acquisire una conoscenza esatta, organica e puntuale delle migrazioni, in Italia e nel più ampio contesto internazionale, nella consapevolezza che esse costituiscono un fenomeno imprescindibile per comprendere il nostro tempo e sempre più decisivo per il futuro delle società contemporanee. 

 

L'incontro vedrà la presenza del presidente di IDOS, che offrirà ai partecipanti la possibilità di comprendere i punti salienti dell'edizione di quest'anno, e si arricchirà del contributo di studiosi ed esperti in materia. 

 

Saluti istituzionali

Comune di Mesagne;

Antonio Calabrese, Presidente del Consorzio dell'ATS BR 4.

 

Interventi programmati

Anna Maria Scalera, Ass. Servizi Sociali Comune Mesagne

Antonio Calabrese, Presidente Consorzio ATS Br4

Luca Di Sciullo, Presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS;

Antonio Ciniero, Professore di Sociologia delle migrazioni dell'Università del Salento, redazione regionale del Centro Studi e Ricerche IDOS;

Valentina Farina, Garante provinciale per i diritti delle persone private della libertà personale;

Pietro Rossi, Garante regionale per i diritti delle persone private della libertà personale;

Anna Chiara Scalera, mediatrice linguistico-culturale del Consorzio dell'ATS BR 4.

 Modera

Brunilda Tahirllari, Mesagne Bene Comune.

Durante l'evento sarà possibile effettuare gratuitamente il download del rapporto integrale dal sito www.dossierimmigrazione.it.

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Un gruppo di riferimento territoriale per potenziare le azioni di intervento previste nell’ambito del progetto PIPPI 10, il programma per prevenire l’istituzionalizzazione dei bambini e sostenere la genitorialità. Si è svolto nei giorni scorsi nell’Auditorium del Castello di Mesagne l’incontro per la costituzione del team che avrà il compito di organizzare e sostenere le specifiche attività di monitoraggio e di valutazione dello stato di implementazione del progetto stesso. Grazie a PIPPI - finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a partire dal 2011 e che si avvale del supporto del Gruppo scientifico dell’Università di Padova -  sono stati avviati interventi multidisciplinari che mirano a prevenire l’allontanamento dei bambini e dei ragazzi dalle famiglie in situazioni di fragilità.ATS_BR4_PROGETTO_Pippi_2.jpg

“Il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2021-2023 riconosce Pippi come Livello Essenziale delle Prestazioni Sociali. Alla luce di tale novità – ha spiegato durante l’incontro il dott. Antonio Calabrese,  presidente del Consorzio BR4 - gli Ambiti territoriali di Mesagne e Francavilla Fontana stanno operando in maniera integrata in un percorso di livello avanzato che possa servire da progetto “pilota” per la diffusione del modello PIPPI e la sperimentazione di buone prassi già collaudate”. All’iniziativa pubblica sono intervenute: Mina Campana, assistente sociale e referente territoriale e coach del Programma; Valentina Begaj, assistente sociale e  coach del programma, l’assistente sociale Gianna Denuzzo e la pedagogista Romina Cassano, entrambe tutor di Pippi.  Hanno partecipato i referenti dell’USSM - Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni Brindisi e Lecce,i rappresentanti delle Scuole e dei Servizi ASL del territorio, i soggetti del Terzo Settore e  il Vicario foraneo don Gianluca Carriero.

Perseguire obiettivi condivisi utili alla creazione di un sistema di protezione intorno alle fragilità familiari che possono essere causa e condizione dell’allontanamento dei minori dai nuclei di appartenenza: con questo intento, il gruppo di lavoro continuerà ad operare, rendendo strutturali le esperienze maturate a supporto di bambini e genitori in stato di vulnerabilità, per favorire il lavoro di cura dell’infanzia. Una rete di protezione che è da intendersi come l’insieme degli interventi che mirano a promuovere condizioni idonee alla crescita, a prevenire rischi di sviluppo, a preservare e proteggere la salute e la sicurezza dei bambini.