Novembre 07, 2024

Redazione

Chiusura del cimitero comunale per i giorni 28 marzo (domenica delle Palme) del 4 aprile (Santa Pasqua) e del 5 aprile (Lunedì dell’Angelo) 2021. (Scarica l'ordinanza)

Partirà da Torre Santa Susanna e da San Pietro Vernotico la fase sperimentale del progetto di dialisi domiciliare con metodica Daily home hemodialysis (Dhhd) e Automated peritoneal dialysis (Apd), due nuove tecniche che garantiscono vantaggi clinici, sociali ed economici, tanto per il paziente quanto per il sistema sanitario.

“I due comuni – spiega il direttore generale della Asl, Giuseppe Pasqualone - sono stati individuati come territori pilota per l'avvio del nuovo protocollo messo a punto dalla Nefrologia del Perrino diretta da Luigi Vernaglione: nel breve e medio periodo si prevede di offrire le nuove tecniche di dialisi domiciliare a 50 pazienti uremici su una popolazione che in provincia di Brindisi è di circa 280 utenti”.

L'attivazione di questi programmi ha lo scopo di garantire al paziente una migliore qualità della vita, con il reinserimento a tempo pieno nell’attività lavorativa, e di creare le condizioni per una migliore riabilitazione clinica. Le nuove tecniche prevedono anche l’impiego di apparecchiature più semplici e sicure che consentono un maggior controllo di alcuni parametri fisiologici e delle alterazioni metaboliche tipiche dell’uremia e la gestione diretta delle attività dialitiche da parte del paziente o del caregiver. Anche a livello di costi, gli studi condotti dall'équipe di Vernaglione hanno certificato l'efficienza della Dhhd e della Apd rispetto ai metodi erogati nel Centro dialisi ospedaliero.

La dialisi domiciliare, inoltre, prevede l'attivazione di una piattaforma di telemedicina per il monitoraggio da remoto dei parametri dialitici e clinici. L’emodialisi domiciliare, quindi, è un'alternativa ancora poco diffusa ma per molti versi più vantaggiosa rispetto alla consueta pratica ospedaliera.

“Rispetto all'emodialisi ospedaliera, che viene effettuata con frequenza trisettimanale con sedute della durata di 240 minuti ciascuna, la Dhhd – spiega Vernaglione - viene effettuata al domicilio del paziente per almeno quattro volte la settimana con sedute di trattamento di circa 210 minuti. La riduzione dei tempi di trattamento e dei periodi interdialitici rende questa metodica biologicamente più tollerabile grazie a una miglior stabilità emodinamica e a una più efficace rimozione di fosforo”.

La letteratura scientifica ha ospitato diversi studi di confronto tra i dati dei pazienti trattati con Dhhd e quelli dei pazienti sottoposti a emodialisi tradizionale. In sintesi, è stato evidenziato l'85% di riduzione dei “tempi di recupero” da astenia post-dialitica; il 30% di riduzione dei sintomi depressivi; tra 6% e 17% di miglioramento della qualità della vita; una significativa riduzione dell'uso di farmaci anti-ipertensivi (nel 33% dei casi il farmaco è stato sospeso, nel 56% dei casi il farmaco è stato ridotto del 50%); la riduzione del 40% della mortalità attesa.

“La dialisi peritoneale – prosegue il nefrologo - si esegue in modalità Apd a domicilio, ogni giorno, di notte, mediante un'apparecchiatura che gestisce in autonomia gli scambi dialitici a paziente dormiente. Questo trattamento consente la completa indipendenza del paziente durante il giorno e rappresenta un metodo più fisiologico dal punto di vista emodinamico, depurativo e di biocompatibilità”. Un altro punto a vantaggio delle pratiche domiciliari sta nella semplicità di gestione delle operazioni derivante dal miglioramento tecnologico e dalla miniaturizzazione delle apparecchiature che rendono possibile la conduzione del trattamento direttamente dal paziente o dal caregiver anche se, ovviamente, un'equipe medico-infermieristica, composta da 2 medici e 10 infermieri adeguatamente formati, affiancherà l'utenza in ogni necessità e sorveglierà costantemente l'evoluzione dei trattamenti. “La telemedicina – aggiunge Vernaglione - permette il follow-up medico da remoto del paziente durante i trattamenti, limitando, laddove non sussistano complicanze, la necessità di visita medica al domicilio del paziente o in ambulatorio a una sola volta al mese”.  Il sindaco di Torre Santa Susanna, Michele Saccomanno, ha commentato con soddisfazione l'iniziativa che rappresenta “una bella sinergia tra Amministrazione e Asl Brindisi, il segno di grande visione sul futuro. Sono felice - aggiunge - perché da assessore regionale alla Sanità ebbi il piacere di realizzare dialisi territoriali in tutta la Puglia, a partire dalle zone turistiche. Ringrazio il direttore generale Pasqualone per aver reso attuale un impegno antico della mia vita politica”.

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Nonostante la pandemia e le morti da Covid, che stanno falcidiando l’Italia e non solo, la città di Mesagne ha tenuto piuttosto bene sul fronte dei decessi. Nel 2020, infatti, sono decedute 307 persone contro le 327 del 2019. Purtroppo dei 7 centenari del 2019 ne sono rimasti solo 2 nel 2020. In picchiata, invece, i matrimoni. Tra i tanti giovani che hanno dovuto rinunciare a pronunciare il fatidico “Si”, ci sono anche Agnese e Raffaele che hanno rimandato il matrimonio per ben due volte. Adesso, ristrettezze permettendo convoleranno a nozze il 21 agosto prossimo. Dunque, il 2020 a Mesagne non ha riservato sorprese eclatanti sul fronte anagrafico: la popolazione della cittadina messapica è leggermente aumentata con un incremento di 207 unità rispetto all’anno precedente. L’ufficio Anagrafe di Palazzo di Città ha registrato, nel mese di gennaio 2021, 2 centenari, un uomo ed una donna, e 101 anziani con un’età compresa fra i novanta e i novantanove anni, 35 uomini e 66 donne. Al momento la popolazione è composta da 26.356 abitanti con 156 nascite, 85 bambini e 71 bambine, nell’anno 2020. I maschi residenti in città sono 12.598 mentre le femmine 13.758. Nel 2019 le nascite erano state 10 in più, i residenti a Mesagne erano 26.149. Nel 2020, sono venuti a mancare 307 mesagnesi, di cui 169 uomini e 138 donne mentre nel 2019 erano stati 327, di cui 170 uomini e 157 donne. Un trend in leggero ribasso, quindi, quello che si evidenzia, dai dati conservati in municipio, in relazione al numero dei centenari, se si considerano i dati del 2019. Ad inizio 2020, infatti, i centenari erano ben 7 con 314 anziani fra i novanta e i novantanove anni.  Nel 2016 i centenari, a Mesagne, erano, invece, cinque, mentre gli ultranovantenni erano 312; nel 2018, invece, c’erano solo 3 centenari e gli anziani che superavano novant’anni erano 305. In linea con i dati nazionali, le donne risultano più longeve degli uomini. A inizio 2021, gli anziani, che hanno superato i cento anni sono soltanto 2.

Significativo a Mesagne, così come nel resto d’Italia, il crollo del numero dei matrimoni. A vivere la lunga attesa verso il sì, ci sono Raffaele e Agnese, una coppia di giovani che aveva fissato la data delle proprie nozze nel 2020 e l’ha rinviata per ben due volte. “Avevamo fissato le nozze al 31 maggio 2020 – hanno raccontato Raffaele e Agnese -. Con l’aggravarsi della situazione a livello nazionale, abbiamo deciso di rimandare il sì nel mese di dicembre 2020, fiduciosi che sino a quel momento la pandemia fosse rientrata”. Però, l’arrivo delle nuove ondate di contagi ha costretto la coppia a rimandare nuovamente le nozze a fine agosto 2021. Stesso tortuoso percorso vissuto dalla sorella di Raffaele e il suo compagno, che avevano fissato il proprio matrimonio il 4 settembre 2020, rimandato nell’aprile 2021. Nuova data, per loro, a luglio 2021. “I momenti di sconforto sono stati molteplici, innanzitutto perché il sogno di una vita si allontanava ogni volta un po’ di più. Ci siamo fatti forza e abbiamo affrontato questo stallo perenne in cui non riceviamo notizie, come tutti gli operatori del settore. L’unico auspicio – hanno concluso i promessi sposi -  è che si proceda speditamente con le vaccinazioni per poter, anche con accortezze specifiche, festeggiare un momento così importante per la vita di una coppia”.

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi venerdì 26 marzo 2021 in Puglia, sono stati registrati  12.135 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 2.162 casi positivi: 817 in provincia di Bari, 176 in provincia di Brindisi, 160 nella provincia BAT, 382 in provincia di Foggia, 243 in provincia di Lecce, 381 in provincia di Taranto, 8 casi di residenti fuori regione, 5 casi di provincia di residenza non nota sono stati riclassificati e attribuiti.

Sono stati registrati 41 decessi: 25 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 4 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Lecce, 6 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.817.711 test.

135.498 sono i pazienti guariti.

44.796 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 184.941 così suddivisi:

72.682 nella Provincia di Bari;

18.268 nella Provincia di Bat;

13.369 nella Provincia di Brindisi;

34.605 nella Provincia di Foggia;

16.977 nella Provincia di Lecce;

28.064 nella Provincia di Taranto;

669 attribuiti a residenti fuori regione;

307 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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Brindisi. Sorpreso per la seconda volta a circolare per le vie della Città alla guida di un’autovettura pur non avendo mai conseguito la patente, Denunciato. In Brindisi, i Carabinieri della locale Compagnia–Sezione Radiomobile, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato un 30enne del luogo per guida senza patente perché mai conseguita. In particolare, i militari lo hanno sorpreso alla guida di un’autovettura, sprovvisto della relativa patente che l’uomo non ha mai conseguito, reiterando la medesima violazione che gli era già stata contestata dagli operanti a maggio del 2020. Il veicolo è stato sottoposto a fermo amministrativo.

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Erchie. Trovato in possesso di un coltello a scatto, denunciato. I Carabinieri della Stazione di Erchie, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato di in stato libertà un 44enne del luogo, per porto abusivo di armi. In particolare, l’uomo, nella serata del 24 marzo, controllato in una piazza del centro abitato e sottoposto a perquisizione personale, è stato trovato in possesso di un coltello a scatto che deteneva nella tasca dei pantaloni, successivamente sequestrato.

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Fasano. Ai domiciliari, detiene in casa 9 dosi di cocaina da 1 grammo ognuna, arrestato. I Carabinieri della Stazione di Fasano hanno arrestato, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, SPANO Domenico, 46enne del luogo, in atto sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. In particolare, l’uomo, a seguito di perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di 9 grammi circa di cocaina, suddivisi in 9 dosi, occultati in un mobile del soggiorno, nonché della somma contante di 1.010,00 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio, il tutto sottoposto a sequestro. L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Brindisi.

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Lieto fine per Grisù, il micio di 14 anni che era stata cacciato dal treno Lecce- Torino di domenica scorsa da un capotreno. Gli agenti della Polfer e i volontari Enpa non hanno mai smesso di cercarlo e di sperare. Questa mattina la gioiosa scoperta: Grisù non aveva mai lasciato la stazione di Pescara. Aveva trovato un posticino al sole, protetto da un cespuglio. E così l'hanno trovato poche ore fa gli agenti della Polfer. Sul posto sono subito accorsi i proprietari, la figlia dei signori che era venuta appositamente a Pescara per cercarlo, e i volontari dell’Enpa di Pescara.

Immensa la felicità al momento del ricongiungimento. Il gattino, infatti, abituato alla cattività, è anziano e si temeva per la sua salute. Grisù invece sta bene, ha bevuto, e oggi dopo un buon pasto è pronto a ripartire per tornare dai suoi proprietari, un’anziana coppia del Salento, che lo stanno aspettando con trepidazione.

“Il lieto fine che speravamo!- ha affermato la Presidente Enpa, Carla Rocchi – non potevamo iniziare la giornata in modo migliore. Ringrazio i volontari dell'Enpa di Pescara e gli agenti della Polfer che hanno preso a cuore il destino del micio senza mai arrendersi! Ora speriamo che gravi condotte di questo tipo non si ripetano più e vengano debitamente sanzionate. Serve più attenzione e sensibilità”. 

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COVID: COLDIRETTI PUGLIA, CIRCHI IN PIAZZA; SOS PER VATUSSI, CAMMELLI E IPPOPOTAMI ALLA FAME. A soffrire anche i circhi acquatici con squali e delfini a cui le cooperative della pesca hanno donato pesce e gamberetti. Per garantire la sopravvivenza degli animali dei circhi “disoccupati” a causa dell’emergenza Covid, con blocco degli spettacoli e le limitazioni agli spostamenti, gli agricoltori della Coldiretti Puglia hanno donato 500mila chili di fieno e mangime, assieme a latte, succhi di frutta, dolci, conserve, formaggi, passate di pomodoro, uova e olio extravergine d’oliva per le famiglie dei circensi. E’ il bilancio della grande operazione di solidarietà degli agricoltori della Coldiretti nell’anno della pandemia verso centinaia di tigri, leoni, giraffe, zebre, ippopotami, elefanti, cavalli, vatussi e cammelli, struzzi, lama, pony, mucche irlandesi, rimasti di fatto senza sostentamento. A soffrire anche i circhi acquatici, a cui le cooperative della pesca di Coldiretti Puglia hanno donato pesce azzurro, gamberetti bianchi, merluzzi, pupilli, totani, per alimentare delfini e squali.

A causa dell’emergenza Covid è cresciuto l’allarme per migliaia di animali per il blocco forzato degli spostamenti e degli spettacoli dei circhi, con la situazione del mondo dello spettacolo viaggiante, non più florida da anni, che è diventata drammatica con la pandemia a causa dell’impossibilità a lavorare, con la perdita di ogni tipo di introiti ma con la necessità di continuare a sostenere gran parte delle ordinarie spese di gestione, comprese quelle per gli animali. Portare cibo agli animali del circo – precisa la Coldiretti Puglia – significa aiutare le famiglie di artisti circensi che con quegli stessi animali vivono e lavorano grazie a spettacoli che ogni anno divertono e fanno passare momenti di serenità a oltre un milione di persone tra grandi e bambini.

Sotto i tendoni delle carovane – spiega Coldiretti su dati Censis – si trovano tigri, leoni, cammelli, elefanti, ippopotami, cavalli, asini, cani, struzzi, giraffe, rinoceronti e zebre. In tutta Italia sono almeno 70 le realtà attive che portano avanti una tradizione antica di secoli – spiega la Coldiretti – con la gestione di quasi duemila animali che vanno accuditi tutti i giorni. La situazione del mondo dello spettacolo viaggiante non più florida da anni è diventata drammatica con l’emergenza coronavirus a causa dell’impossibilità a lavorare, con la perdita di ogni tipo di introiti ma con la necessità di continuare a sostenere gran parte delle ordinarie spese di gestione, comprese quelle per gli animali che solo per il mangiare costano oltre 2,7 milioni di euro all’anno.

Portare cibo agli animali del circo – conclude Coldiretti Puglia – significa aiutare le famiglie di artisti circensi che con quegli stessi animali vivono e lavorano grazie a spettacoli che ogni anno divertono e fanno passare momenti di serenità a oltre un milione di persone tra grandi e bambini.

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