Redazione

COLDIRETTI PUGLIA, CON LA FINE DELL'ESTATE TORNA IL RITO FAMILIARE DELLE CONSERVE FAI DA TE

Con la fine dell’estate torna il rito delle conserve ‘fai da te’, con i pugliesi intenti tra pentole e vasetti a preparare marmellate, sottoli e sottaceti, oltre alla tradizionale passata di pomodoro che riunisce l’intera famiglia per assicurare le scorte per l’inverno. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia, presentata in occasione della giornata dedicata a sottoli, sottaceti e confetture nei mercati di Campagna Amica di Via Appia 226 a Brindisi e di Viale Virgilio 33 a Taranto, dove alla presenza di biologi, nutrizionisti ed esperti, sono stati svelati ai consumatori segreti e consigli utili per le conserve fai da te, ma negli agriturismi di Campagna Amica nel fine settimana saranno i cuochi contadini a ‘portare in tavola’ ortaggi ed erbe di campo e dei boschi mirabilmente trasformate in conserve della nonna, come anche la frutta di stagione che, trasformata in marmellata, guarnirà dolci e crostate.

“Stiamo assistendo al ritorno di comportamenti virtuosi che si esprimono anche nei riti settembrini della preparazione delle conserve fai da te, con intere giornate trascorse per recuperare il prodotto, pulirlo, lavorarlo, cucinarlo, metterlo in vaso e riempire la dispensa. Una maggiore attenzione rispetto al passato viene riservata alla scelta delle materie prime che spesso vengono acquistate direttamente dai produttori agricoli in azienda, nelle botteghe o nei mercati degli agricoltori a chilometro zero di Campagna Amica”, afferma​ Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

La preparazione delle conserve in casa secondo una tradizione del passato – sottolinea la Coldiretti regionale – sembrava destinata a perdersi ed è invece tornata di grande attualità con la pandemia, con le lunghe settimane di lockdown e lo smart working che hanno fatto riscoprire la voglia di cucinare per effetto del maggior tempo passato fra le mura di casa.

La preparazione più radicata nella tradizione è quella della trasformazione del pomodoro che prevede semplici, ma importanti operazioni come la selezione e il lavaggio accurato dei pomodori, l’asciugatura, la cottura in acqua bollente per favorire il distacco della buccia dalla polpa e infine la spremitura, l’imbottigliamento e la sterilizzazione delle bottiglie.

Altro rito della tradizione pugliese è la preparazione dei famosi ‘carciofini’ sottolio, a cui vanno eliminate le foglie esterne e tagliate la sommità, salvando solo un pezzetto di gambo che va decorticato. Va tagliato ogni carciofo in 4-6 spicchi, privandoli della barbina e per non farli annerire, via via che sono puliti bisogna immergerli in una ciotola di acqua acidulata con il succo di mezzo limone. I carciofi vanno lessati poi in acqua e aceto, con il vino e 10-12 g di sale. Dopo averli scolati con una schiumarola su un canovaccio, in modo che assorba l’acqua, una volta raffreddati vanno riposti in un vaso di vetro da 1 litro, incastrandoli in modo da lasciare meno spazio possibile tra uno e l’altro e alternandoli con gli aromi e il vasetto deve essere riempito rigorosamente di olio extravergine di oliva a coprire completamente i carciofi.

Immancabili poi tra le conserve fatte in casa sono le marmellate. Una volta scelta, la frutta preferita va lavata, tagliata e lasciata a macerare con succo di limone e zucchero per una notte intera prima di essere cotta a fuoco medio per una trentina di minuti in modo da farla addensare prima di metterla in vasetto e sterilizzare lo stesso. Una opportunità che consente di utilizzare frutta molto matura che, proprio per tale motivo – informa la Coldiretti regionale – si può acquistare a cassette a prezzi convenienti, contribuendo ad evitare gli sprechi.

L’attività di trasformatori “fai da te”, comunque – conclude Coldiretti Puglia – comporta l’osservanza di precise regole in quanto la sicurezza degli alimenti conservati parte dalla qualità e sanità dei prodotti utilizzati, ma non può prescindere da precise norme di lavorazione che valgono per il settore agroindustriale, ma anche per i consumatori casalinghi, soprattutto nella fase della sterilizzazione. 

Divertentissimo musical questa sera a Mesagne dal titolo: “Un sogno all’indietro, i favolosi anni ’60, fatti canzoni e poesie”. L’evento musicale è organizzato dal Lions club e vede sul palco il poeta Emanuele Castrignanò e “La compagnia group”. Un divertentissimo recital attraverso il quale Castrignanò farà un revival degli anni della rinascita del Paese. I testi e la regia sono dello stesso Castrignanò. Lo spettacolo, che si svolgerà nella piazza d’armi del castello Normanno-Svevo, in caso di pioggia nell’attiguo auditorium, inizia con un ringraziamento a coloro che in questi anni di Covid si stanno prodigando per mettere al sicuro la popolazione. E giù con la poesia “Li vecchi e llu virusu cinesi” e alcune parodie di medici e specialisti che in questi mesi sono stati i protagonisti dei rotocalchi.

castrignanò emanueleE tra varie musiche si passa a ricordare gli inizi degli anni Sessanta quando l’Italia del dopoguerra si è rimboccata le maniche e ha iniziato a lavorare preludendo quello che sarebbe stato un vero e proprio boom economico. “Conoscere, anche in modo leggero, la propria storia, le proprie origini, serve a non restare prigionieri del presente e, quindi, incapaci di progettare futuro”, ha spiegato Emanuele Castrignanò. Ripercorreremo, così, gli anni ’60 – ha aggiunto il poeta “vedremo l’influenza che hanno avuto sui nostri cambiamenti e ricorderemo, attraverso la musica, le canzoni e le poesie dialettali, come eravamo. Le canzoni, perché, sono la colonna sonora della nostra vita. Le poesie dialettali perché esse mantengono la loro specificità. Disegna e caratterizza l’appartenenza, le radici”. Tuttavia, nel recital sono ricordati anche i momenti difficili di quegli anni, dove si contestava l’autoritarismo, non solo nella scuola e nelle fabbriche, grazie agli studenti ed agli operai, ma anche nella famiglia e nella stessa chiesa. Sono gli anni in cui l’economia della provincia di Brindisi passa da agricola a industriale e si assiste all’esodo dalle campagne, l’urbanizzazione selvaggia, l’emigrazione. Ben 10 milioni di italiani sono coinvolti in migrazioni interregionali. Le città si gonfiano a dismisura, si costruisce in barba ad ogni piano regolatore. Il resto del recital è tutto da ascoltare. L’ingresso è su prenotazione. A fine settembre ci sarà la replica dello spettacolo. Start alle ore 20.

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 «Da un lato dovremmo sentirci confortati dal report del primo semestre Inail del 2021, in merito ai decessi sul luogo di lavoro, che sono certo in diminuzione rispetto all’anno nero del Covid (2020), ma che, nel contempo, si rivelano in aumento rispetto al biennio precedente 2018-2019. Dall’altra parte, ciò che emerge è la realtà desolante di un paese dove in assoluto, la categoria di lavoratori che oggi paga il maggior prezzo in termini di vite umane è proprio quella degli infermieri. Senza nulla togliere ai rischi che ogni giorno corrono gli operai che lavorano sulle impalcature a centinaia di metri di altezza, o coloro che rischiano costantemente nella gestione di macchinari pericolosi, è proprio quella degli infermieri, ancora una volta, la professione più a rischio nel complesso panorama del mondo del lavoro, nel nostro Paese.

Se solo si vuole dare un'occhiata alle denunce di infortunio, quelle con conseguenze non mortali, l’INAIL rivela che i tecnici della salute rappresentano il picco, con il 37,6% del totale. Di questi l’82,7% sono infermieri. Il dato è schiacciante: ci ammaliamo sul posto di lavoro, ogni giorno. 

Inoltre guardiamo con attenzione alla curva dei contagi tra i professionisti della salute: indubbiamente è calata dal 39,3% degli ultimi mesi dello scorso anno al 24,5% dei primi cinque del 2021. 

Ma abbiamo visto come solo nell’ultimo mese, tra luglio e agosto, si sia registrato un aumento di contagi, che passano da 250 a ben 1951. Non è cosa da poco.

Ma veniamo ai decessi, la parte più triste, l’argomento che non vorremmo toccare mai: nei primi sei mesi del 2021 i tecnici della salute rappresentano il picco tra coloro che hanno perso la vita sul lavoro, con il 10,3%. Di questi il 68% sono infermieri».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«E’ bene che i cittadini, per i quali noi ogni giorno i nostri infermieri combattono nelle stanze e nelle corsie di un ospedale, sappiano quanto accade. E’ bene che la nostra classe politica non faccia più orecchie da mercante o che nasconda la testa sotto la sabbia.

Noi rappresentiamo le elevate professionalità della sanità italiana, il presente e il futuro del sistema. E in questi giorni di trattativa per il rinnovo contrattuale, in questi giorni in cui ci accompagna la speranza legittima di ottenere quella valorizzazione economica che meritiamo da tempo, ci sentiamo in dovere, come sindacato delle professioni sanitarie, di voler ricordare a tutti, nessuno escluso, che afferisce proprio agli infermieri la percentuale più alta di decessi nel mondo del lavoro italiano. Qualcuno ci dirà che non è affatto una sorpresa, qualcun altro sottolineerà che è tutta colpa della pandemia.

Ma lasciateci dire, con rabbia e dolore, che tra precariato, carenza di personale cronica e stipendi tra i più bassi d’Europa, stiamo davvero pagando un tributo altissimo, i cui effetti devastanti ricadranno sui cittadini e sui malati. Il quesito allora ci appare legittimo: quanto potrebbero fare, oggi, Governo e Regioni, in termini di impegno e pragmatismo, per agire d'anticipo rispetto a dati sconfortanti come questi?».

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Ieri, personale del Commissariato di P.S. di Ostuni ha arrestato E.M.L., classe ’87 di nazionalità marocchina, per i reati di minaccia, violenza privata, lesioni aggravate, guida in stato di ebrezza e con patente revocata. L’arrestato, dopo aver causato un incidente stradale nel centro abitato di Ostuni, si rendeva protagonista di una serie di aggressioni - inizialmente verbali e poi fisiche - nei confronti di S.A., giovane ostunese, conducente dell’altra autovettura coinvolta nel sinistro stradale e della di lui fidanzata M.A. L’uomo, nel tentativo di sfuggire alla sua responsabilità nella collisione dei veicoli,  cercava dapprima di spostare le autovetture ma, non riuscendovi per l’opposizione del conducente, iniziava a dare in escandescenza minacciando ed inveendo contro S.A. e la sua compagna. Con l’arrivo sul posto di S.R., padre del ragazzo, l’aggressività del E.M.L. aumentava che iniziava ad inveirgli contro e poi a colpirlo, benché questi cercasse di calmarlo. L’E.M.L., dunque, estraeva dal cofano della propria autovettura un cacciavite con cui cercava di colpire S.R., colpi che fortunatamente venivano schivati.

A questo punto, S.R. era costretto ad utilizzare come protezione un veicolo posteggiato ma neanche questo frenava la violenza di E.M.L. che, non domo, ritornava alla sua macchina, prelevava un cric e tornava alla carica nel tentativo di colpire S.R. In questi concitati frangenti, giungeva sul posto l’equipaggio della volante che, resisi conto della gravità della situazione, cercavano di ricondurre alla calma l’aggressore il quale, per tutta risposta, insisteva nelle sue condotte aggressive e minacciose nei confronti di padre e figlio. Soltanto grazie alla ferma opposizione degli agenti intervenuti si evitava un nuovo contatto fisico, tenacemente cercato e voluto da E.M.L. Tutti i soggetti coinvolti venivano sottoposti alle cure presso il locale nosocomio, ove a S.R. venivano riscontrate più lesioni in varie parti del corpo. All’esito delle formalità di rito l’arrestato, su disposizione del P.M. di turno, veniva sottoposto agli arresti domiciliari a disposizione dell’A.G..

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Il Presidente di ANCE Brindisi Angelo Contessa ha incontrato il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale Ugo Patroni Griffi.

L’occasione è stata propizia per compiere una analisi degli scenari che interessano il territorio brindisino e sulle possibilità di interventi infrastrutturali realizzabili grazie alle risorse finanziarie già disponibili. In questo contesto, rientrano anche gli ultimi importanti stanziamenti destinati al porto di Brindisi (58 milioni di euro per la colmata e il banchina mento tra il Petrolchimico e Costa Morena Est e 30 milioni di euro per il banchinamento di Capobianco).

Ne è scaturita una comune consapevolezza delle grandi opportunità che quest’area della Puglia potrebbe utilizzare per incanalarsi su binari di crescita economica ed occupazionale, intercettando traffici commerciali e turistici.

Perché tutto ciò si concretizzi, però, è necessario con immediatezza mettere in marcia un processo di pianificazione territoriale, da utilizzare come puntuale e unico punto di riferimento per l’attuazione di concreti processi di crescita.

E’ evidente, pertanto, che il dato di partenza non può che essere quello di creare condizioni di dialogo e di costante confronto con chi può offrire un contributo qualificato in termini amministrativi,

tecnici ed operativi.

Da qui la decisione di ANCE Brindisi di promuovere, in piena sintonia con l’Autorità di Sistema Portuale, momenti di confronto che vadano oltre la semplice esplicitazione delle rispettive posizioni per traguardare, invece, risultati concreti per Brindisi.

Tale iniziativa potrà realizzarsi anche attraverso lo strumento del “webinar” per accorciare i tempi e per far registrare, allo stesso tempo, partecipazioni qualificate rispetto agli obiettivi che si intendono raggiungere.

“L’economia portuale – ha affermato il Presidente Contessa – rappresenta un asse strategico per imprimere una svolta al nostro territorio che ha bisogno di idee chiare e di visioni condivise per superare l’onda d’urto dei processi di riconversione industriale già in atto. Ecco perché è fondamentale il dialogo costante con il Presidente Patroni Griffi che ringrazio per la piena disponibilità manifestata anche in questa occasione”.

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La necropoli rinvenuta intorno all’antico tempietto di San Lorenzo sarà lasciata a vista, coperta solo da alcune lastre di cristallo, affinché siano visibili i resti mortali, attraverso una riproduzione 3D, che sono stati inumati nei secoli passati. Inoltre, grazie agli scavi archeologici è stato possibile riscrivere parte della storia di questo monumento religioso. La chiesa di San Lorenzo è ubicata nei pressi della nuova via Appia e, presumibilmente, nel raggio di passaggio della vecchia via Appia, la Regina viarum.

Così, grazie alle ricerche archeologiche condotte nel corso della primavera scorsa a Mesagne, alle spalle del catino absidale e lungo il fianco meridionale della chiesa di San Lorenzo fuori le mura, si è iniziato a fare luce su questo monumento per alcuni aspetti enigmatico. “In base ai dati emersi fino ad ora, nonostante i lavori di restauro eseguiti nel 1986 abbiano causato gravi danni ai depositi archeologici, si può affermare con ragionevole certezza che l’edificio non sembra sorgere sui resti di strutture precedenti, come, per esempio, ville romane o luoghi di culto pagani”, ha spiegato l’archeologo Christian Napolitano. Dal punto di vista strutturale sono emerse le fondazioni di un muro esterno alla chiesa, riferibile con ogni probabilità al nartece, demolito nel corso del secolo scorso che, ad una prima osservazione, sembrerebbe realizzato in un momento successivo alla costruzione della chiesa. “Senza dubbio, uno degli aspetti più interessanti emersi dalle indagini è la presenza di un cimitero pluristratificato lungo il perimetro esterno della chiesa, che si provvederà a datare facendo ricorso anche al radiocarbonio”, ha sottolineato l’archeologo. Inoltre, l’Amministrazione comunale sta cercando di avviare un’intesa con la parrocchia proprietaria della fabbrica cristiana per garantirne la regolare apertura al pubblico.

“Attualmente lo scavo archeologico è stato sospeso in una fase assolutamente preliminare, pertanto, assieme all’Amministrazione comunale di Mesagne e alla Soprintendenza Abap di Lecce, si conta di riuscire a completare le indagini lungo il fianco meridionale della chiesa e, nei limiti del possibile, di indagarne altri settori per poter riscrivere la storia della chiesa di San Lorenzo fuori le mura”, ha precisato l’architetto Marta Caliolo, responsabile dell’ufficio Urbanistica. “Stiamo lavorando affinché anche il tempietto di San Lorenzo, con i suoi rinvenimenti archeologici, sia valorizzato e abbia ampia visibilità lungo l'antico tracciato della via Appia, già meta di viandanti che partono da Roma per arrivare alle colonne terminali di Brindisi”, ha sottolineato Mimmo Stella, consulente politico del sindaco Matarrelli per i Beni culturali.

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Carovigno. Esercente di un’attività commerciale viola le norme in materia di tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro, denunciato.

In Carovigno, a conclusione di un controllo eseguito presso una attività commerciale del luogo, i Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni, unitamente ai colleghi dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Brindisi e del Gruppo Forestale di Brindisi, hanno denunciato il 24enne titolare della citata attività al quale sono state contestate:

-​ ​ ​ ​ ​ ​ ​7862,44 euro di ammenda per violazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro;

-​ ​ ​ ​ ​ ​ ​400,00 euro di sanzione amministrativa poiché non sono stati adottati tutti i contenuti del protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro.

San Michele Salentino. Allontanato dalla casa familiare con divieto di avvicinarsi alla vittima per aver maltrattato un familiare convivente per circa 20 anni.

In San Michele Salentino, i Carabinieri della locale Stazione hanno dato esecuzione all’Ordinanza di allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento alla persona offesa, emessa dal Tribunale – ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari di Brindisi, nei confronti di un 52enne del luogo, poiché responsabile di maltrattamenti in famiglia perduranti da circa 20 anni.

Un ulteriore fondo da 140 milioni di euro, che si somma ai contributi già previsti nei decreti Ristori e Sostegni, per sostenere quelle attività d’impresa e professioni che sono rimaste chiuse per legge, in conseguenza delle misure restrittive adottate per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Con l’approvazione del decreto interministeriale, è stato definitivo l’elenco delle attività che hanno diritto ad usufruire del sostegno economico, in quanto rimaste chiuse per un periodo complessivo di almeno 100 giorni nonché i criteri e le modalità per richiedere il contributo, le cui tempistiche saranno stabilite dall’Agenzia delle Entrate.


“Discoteche e sale da ballo potranno richiedere contributi a fondo perduto fino ad un massimo di 25mila euro per ciascun beneficiario: a costoro è destinata una quota pari a 20 milioni di euro del fondo istituito dal Ministero dello Sviluppo economico – dichiara il deputato Emanuele Scagliusi (M5S) – Le altre attività ammesse alla misura come palestre, impianti sportivi, parchi tematici, eventi di teatro, cinema, arte, fiere e cerimonie potranno richiedere contributi fino a 12mila euro. Si tratta di un provvedimento doveroso verso quelle categorie che hanno pagato un prezzo più alto a causa delle regole restrittive per fronteggiare l’avanzata del Covid-19. Un fondo che potrà anche essere rifinanziato e che ci auguriamo – conclude il deputato 5 Stelle – riesca a stretto giro a elargire le risorse di sostegno alle imprese”.

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Supera di 6 punti la media nazionale la percentuale di bambini obesi e in sovrappeso in Puglia, il 15% rispetto al 9% del valore nazionale, dove i lunghi periodi trascorsi in casa hanno portato ad aumentare il consumo di cibi spazzatura e bevande zuccherate e a ridurre l’attività fisica, con più ore passate davanti alla tv e al pc. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Puglia, a poco più di 15 giorni dalla riapertura delle scuole, sulla base dei dati rilevati sistema di sorveglianza nazionale “OKkio alla Salute” che rileva una diminuzione progressiva della prevalenza di bambini in sovrappeso, ma di contro aumenta la prevalenza di bambini obesi.  

“I percorsi virtuosi sull’approvvigionamento delle mense scolastiche con il cibo a Km0 dovranno diventare prioritari alla ripresa dell’attività didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado. L’86% dei genitori ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare, mentre solo il 12 per cento ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Vanno modificate abitudini di consumo sbagliate che si sono diffuse ovunque e formare dei consumatori consapevoli – aggiunge Coldiretti Puglia – sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell' agricoltura con i cibi consumati ogni giorno.

“L’effetto nefasto di una cattiva alimentazione non è solo l’obesità perché numerose sono le malattie causate da una alimentazione scorretta. Ciò dimostra l’importanza prioritaria di formare una vera e propria cultura della ‘buona e sana tavola’, educazione che deve partire necessariamente dall’età scolare per vivere meglio e più a lungo. I prodotti tradizionali e tipici rispondono all’esigenza di garantire sicurezza alimentare, tutela ambientale e salvaguardia della storia e del patrimonio di tradizioni del territorio”, insiste Floriana Fanizza, responsabile nazionale e regionale di Coldiretti Donne Impresa.

Per aiutare tutto il sistema scolastico e le famiglie ad alimentare al meglio le giovani generazioni e l’intero nucleo familiare, da anni il Progetto di Educazione alla Campagna Amica ha agevolato l’incontro tra i bambini e i prodotti agricoli ‘fatti’ dagli agricoltori. In Puglia negli ultimi 10 anni – riferisce Coldiretti Puglia - sono stati coinvolti nel progetto delle masserie didattiche 200mila bambini e 480 scuole, di cui il 70% nella fascia d’età compresa fra i 4 e gli 11 anni, dalla scuola materna alla primaria e il 30% studenti più grandi medie e superiori.

I lockdown e le misure di prevenzione con la chiusura a più riprese delle scuole in un anno e oltre di Covid – sottolinea la Coldiretti regionale - hanno impattato pesantemente sulla salute dei minori ancor più che sugli adulti, che tra le esigenze lavorative e la possibilità di fare attività fisica almeno individuale, sono riusciti ad assorbire meglio i problemi causati dalla permanenza forzata tra le mura domestiche. Al contrario, bambini e adolescenti hanno subito tutti gli effetti negativi del blocco degli spostamenti – evidenzia Coldiretti Puglia -, con il risultato di aver consumato un pasto in più, spesso a base di cibi spazzatura e bibite gassate, ridotto il consumo di frutta e verdura, incrementato di ben 5 ore il tempo passato davanti allo schermo tra televisione, internet, videogiochi e didattica a distanza, secondo uno studio dell'Università di Buffalo in collaborazione con l’Università di Verona. Ridotta anche l’attività fisica, soprattutto per i minori che vivono nei grandi centri urbani e che nella maggior parte dei casi non hanno avuto a disposizione lo “sfogo” di un giardino o uno spazio verde.

L’obiettivo – conclude la Coldiretti Puglia – è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea, ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura, aggravato dal Covid.

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