Redazione
Emergenza Covid-19 e attività di sorveglianza nella provincia di Brindisi, il report aggiornato al 13 febbraio
Emergenza Covid-19 e attività di sorveglianza nella provincia di Brindisi, il report aggiornato al 13 febbraio. Aggiornamento settimanale dei dati sull’emergenza sanitaria nell’ultimo report a cura dell’Unità operativa di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl, elaborato su fonte dati Sorveglianza integrata dei casi di Coronavirus Covid-19 in Italia - Istituto Superiore di Sanità. I casi comprendono i positivi accertati con tamponi molecolari e antigenici certificati.
Alla data del 13 febbraio 2022 risultano positivi 5.115 soggetti, il 46,1% uomini e il 53,9% donne, con età media di 36 anni. I positivi sono così suddivisi per fasce di età: 1.681 nella fascia 0-18 anni, 2.773 tra 19-64 anni, 405 tra 65-79 anni, 256 negli 80 e oltre. L’ultimo aggiornamento sullo stato di salute degli attualmente positivi descrive il 76,2% dei soggetti asintomatici, il 12,2% paucisintomatici, il 10,8% con sintomatologia lieve, lo 0,7% severi e lo 0,1% critici.
Per quanto riguarda la distribuzione per Comune i positivi sono 1.227 a Brindisi, 502 a Fasano, 422 a Mesagne, 356 a Ostuni, 325 a Oria, 286 a Francavilla Fontana, 250 a Ceglie Messapica, 226 a San Vito dei Normanni, 222 a San Pietro Vernotico, 197 a Carovigno, 187 a Latiano, 142 a San Donaci, 140 a Cellino San Marco, 125 a Villa Castelli, 105 a San Pancrazio Salentino, 100 a Torre Santa Susanna, 93 a San Michele Salentino, 74 a Cisternino, 72 a Erchie, 64 a Torchiarolo. I Comuni della provincia di Brindisi con i maggiori valori di incidenza cumulativa sono, nell’ordine, Torchiarolo, Oria, Brindisi, Cellino San Marco.
Nel periodo compreso tra il 24 febbraio 2020 e il 13 febbraio 2022, i soggetti risultati positivi al test sono stati 64.301, con una incidenza cumulativa stimata pari a 1.647 casi x10.000 residenti; si registra una diminuzione dei casi da valutare nelle prossime settimane. Dei 64.301 soggetti risultati positivi al test, il 52,8% sono donne e il 47,2% sono uomini e l’età media è pari a 38 anni.
Il tasso di letalità è pari allo 0,8%. All’aumentare dell’età si osserva un incremento di tale tasso, mentre nella fascia 0-29 anni non si registrano decessi. Sono 493 i decessi totali: 396 casi tra persone che hanno tra 70 e 90 anni e più; 60 tra i 60 e i 69 anni, 26 casi tra i 50 e i 59, 8 casi tra i 40 e i 49, e 3 nella fascia 30-39.
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IL SINDACO MATARRELLI INCONTRA A MURO TENENTE IL NUOVO SOPRINTENDENTE FRANCESCA RICCIO
Insieme ad una delegazione di rappresentanti istituzionali e di funzionari dei Comuni di Mesagne e Latiano, il sindaco Matarrelli e il sindaco di Latiano Mino Maiorano hanno incontrato Francesca Riccio, il nuovo soprintendente ABAP - Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce; Fernando Errico, funzionario architetto ABAP Brindisi e Lecce; Giuseppe Muci, funzionario archeologo ABAP Brindisi e Lecce.
Si sono recati a Muro Tenente: l’archeologo Christian Napolitano, coordinatore del Parco Archeologico, li ha guidato alla scoperta dell’area facendo emergere e riemergere la storia di un luogo che negli ultimi decenni, da terra di conquista di tombaroli e vandali, è diventato un simbolo di identità, cultura e civiltà da conoscere, valorizzare e proteggere.
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Domenica 20 febbraio in Villa Comunale a Mesagne torna il mercatino dell’antiquariato e degli hobbisti
L’ufficio Attività Produttive della città di Mesagne informa che domenica 20 febbraio, dopo la pausa di gennaio decisa dagli organizzatori, torna il mercatino degli hobbisti e dell’antiquariato a cura dalle associazioni “Zacaredde” e “Arteventinpiazza”. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Mesagne, si svolgerà per l’intera giornata presso la Villa Comunale e in via Tenente Ugo Granafei.
L’appuntamento ospiterà l’atteso percorso allestito con oggetti, mobili e utensili che qualcuno ha deciso di non utilizzare più e che potrebbero invece rappresentare proprio ciò che altri cercano, in una sorta di circolarità che restituisce vita alle cose e valore ad un’economia guidata dalla logica del riuso. Gli originali manufatti esposti sulle bancarelle degli hobbisti completeranno l’esperienza che tanti visitatori apprezzano, da appassionati e curiosi, alla ricerca di particolarità o come occasione per uscire e godersi una delle aree più caratteristiche della Città.
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Covid - 19. Oggi sono complessivamente 6154 i casi positivi in Puglia di cui 516 in provincia di Brindisi
Dati del giorno: 15 febbraio 2022
Dati complessivi
A Mesagne il Festival biennale "Culturare"
Mesagne e Micexperience, al via il protocollo per promuovere l'identità culturale dei territori.
Matarrelli e Argentieri: “Eventi culturali per ogni target, grandi personalità e arte gli ingredienti per crescere ed attrarre”.
È stato firmato stamattina il protocollo d’intesa tra la città di Mesagne, candidata capitale italiana della Cultura 2024, e la rete d'imprese Micexperience Puglia per la realizzazione del progetto di festival biennale “Culturare”, che si svolgerà a Mesagne il 23, 24 e 25 aprile 2022 prevedendo spettacoli, manifestazioni e convegni. Alla conferenza stampa di presentazione del documento sono intervenuti il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli, il referente della rete, Pierangelo Argentieri, e il consulente comunale alle Politiche culturali e scolastiche, Marco Calò. Il protocollo ha come obiettivo l’avvio di una collaborazione operativa per la realizzazione di un evento che si colloca a pieno titolo nel percorso avviato con Mesagne2024 di cui l’architetto Simonetta Dellomonaco - con il progetto denominato “Umana Meraviglia” - è progettista e direttore di candidatura.
“La proposta grazie alla quale la nostra città è stata ammessa alla selezione finale per l’ottenimento del prestigioso titolo, continuerà ad impegnare la nostra comunità e i numerosi sostenitori che ci hanno espresso fattiva vicinanza. Siamo pronti a realizzare iniziative che prescindono dall’esito ultimo della competizione, anche attraverso il consolidamento di buone prassi avviate e che negli ultimi anni hanno già sortito ottimi risultati”, ha spiegato il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli. Nasce così “Culturare”, che avrà come cornice l'intera Città di Mesagne. “I successi ottenuti in 4 anni di attività di partnership della rete con l’Amministrazione comunale – ha dichiarato Pierangelo Argentieri - ci convincono dell’opportunità di imprimere un’ulteriore svolta, finalizzata alla promozione del territorio in cui operiamo, da garantire anche mediante il necessario confronto con esperienze culturali del panorama nazionale e internazionale”.
L’idea alla quale il protocollo dà il via ha lo scopo di mettere a sistema contenuti e attrattori culturali pugliesi, rispetto ai quali viene preso in considerazione ogni target possibile di fruitori, a partire dai bambini e dalle famiglie. “Quello in programma è un evento che ha l’ambizione di ricavarsi un ruolo innovativo nel panorama italiano. La creazione della rete “Culturare” – ha concluso Marco Calò - punta a valorizzare i caratteri paesaggistici ed ambientali del nostro territorio, interpretando le identità storico-culturali e ricercando i legami con le realtà circostanti al fine di attivare circuiti di valorizzazione di luoghi e situazioni, che diventano occasione di ricchezza ed elementi di attrazione turistica”. Le linee di progetto già tracciate sono scandite da tre momenti: spazi di offerta culturale che aprono alla collaborazione con diversi soggetti (altri comuni, tour operator, associazioni), grandi personalità che interagiscono con la comunità attraverso momenti di ascolto dal vivo, la promozione di un’esperienza importante riconducile al percorso “Grandi Mostre”, già consolidato con le esposizioni delle opere di Picasso, Warhol e Modigliani.
Si pensa in grande e ci si muove di conseguenza: Mesagne ha compreso quanto sia indispensabile riuscirci per raggiungere i traguardi più ambiziosi
Il presidente Coldiretti: "vedo il coraggio e l'intraprendenza dei nostri agricoltori come motore del futuro olivicolo
L'annata olivicola 2021/2022 ha presentato vecchie difficoltà e nuove sfide per gli olivicoltori. Da un lato le solite speculazioni che hanno in pugno il mercato dell'olio, e comandano le dinamiche dei prezzi, e dall'altro il rincaro di energia e materie prime. Basta leggere i dati messi a disposizione dal Ministero: la giacenza nei magazzini pugliesi è di 13mila tonnellate di olio di provenienza straniera, secondo i dati del report Frantoio Italia dell’ispettorato centrale Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole. Ne abbiamo parlato con il presidente provinciale di Coldiretti, Filippo De Miccolis Angelini.
Presidente, secondo i dati del ministero, ancora un’annata difficile per l’olivicoltura brindisina.
“Certamente. Inoltre, una enormità di olio di bassa qualità verrà immesso nel mercato con le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. Troppo spesso la scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente”.
Come è la qualità del prodotto e la sua remunerazione?
“La qualità quest'anno è eccellente, con acidità bassissima e piacevoli fruttati verdi. L'elevata qualità di quest'anno fa ancor più emergere l'assurdità delle attuali dinamiche del mercato dell'olio, in cui la qualità non viene premiata e a determinare i prezzi sono gli olii lampanti, che poi hanno subito il processo di raffinazione”.
Presidente i nostri olivicoltori producono ottimi olii, ma il brand non è da leader.
“L'interesse è notevole, ma la strada è ancora lunga da fare. Nonostante la Puglia sia la maggior produttrice d'Italia, da sola produce quanto tutte le altre regioni messe insieme, deve ancora affermare con autorevolezza il proprio brand ed acquisire il ruolo da leader della produzione olivicola di qualità che le spetterebbe. Inoltre, non giovano le pratiche di italian sounding operate all'estero, che rubano la nostra identità affibbiandola a prodotti esteri di bassa qualità”.
Quali sono attualmente le principali criticità del comparto.
“Sicuramente incidono negativamente: l'assenza di una infrastruttura al servizio dell'esportazione, basti pensare a quanto si potrebbe fare sul porto di Brindisi per agevolare le esportazioni delle nostre produzioni; l'assenza di un serio piano olivicolo nazionale che punti al rilancio del settore, cosi come una vera battaglia all'avanzare della Xylella; la poca autorevolezza della nostra politica sui tavoli europei ed internazionali; i nostri prodotti hanno bisogno di meno burocrazia e di più tutele. Bisognerebbe sbattere qualche pugno in più sui tavoli giusti. Troppo spesso la Coldiretti conduce in modo solitario la battaglia per tutelare il made in Italy e la distintività delle nostre produzioni agricole”.
Cosa vede nel futuro dell’olivicoltura pugliese?
“Personalmente vedo il coraggio e l'intraprendenza dei nostri agricoltori come motore del futuro olivicolo della nostra regione. È un'amara soddisfazione, ma oggi tutto si basa sul loro coraggio e la loro grande resilienza. La forza del mondo agricolo mi inorgoglisce e mi sprona nella mia attività di rappresentanza. Il futuro olivicolo è da scrivere e la penna è nelle nostre mani, sta noi tenerla ben salda e non farcela togliere di mano. In questo l'agricoltura deve essere coesa, non abbassare la testa e gettare le basi per il futuro delle nuove generazioni. Piantare un ulivo, attendere che produca, vederlo crescere e fortificarsi è non solo agricoltura, ma un seme di speranza per il futuro della nostra terra”.
Le già critiche condizioni del mondo agricolo si stanno acuendo con l’aumento vertiginoso dei costi di energia. Infatti, a impattare fortemente sulla produzione olearia in Puglia sono il prezzo del carburante, raddoppiato in pochi mesi e il costo dell’energia, i rincari di vetro (+15%) per le bottiglie e carta (+70%) per le etichette, fino ai costi stellari per imbottigliamento, confezionamento e trasporti. “In questo scenario – hanno spiegato da Coldiretti - serve una ulteriore stretta sui controlli, per stoppare le pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali, grazie alla legge fortemente sollecitata da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali di una parte della Gdo non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi di produzione”. Inoltre, per l’organizzazione dei produttori “deve rimanere centrale il tema delle rinnovabili, che devono essere uno strumento a servizio dell'agricoltura e non un business per multinazionali il cui effetto è solo quello di sottrarre terra da coltivare agli agricoltori”. Oggi, infatti, si parla tanto di sostenibilità e New Green Deal. “Un progetto encomiabile, ma il cui conto non lo possono pagare gli agricoltori, soprattutto se non viene garantita la reciprocità della sostenibilità, facendo entrare nei nostri mercati e sulle nostre tavole prodotti esteri a bassissimo costo, perchè prodotti senza alcuna attenzione all'ambiente, alla sostenibilità ed al benessere dei dipendenti, spesso usando prodotti fitosanitari banditi in Europa da tempo”, ha tenuto a precisare Coldiretti. Poi c’è il dramma della Xylella che ha messo in crisi un intero settore. La Coldiretti Brindisi – ha spiegato il presidente provinciale della Coldiretti, De Miccolis - non ha mancato di far arrivare le proprie osservazioni al nuovo piano di gestione in cui non si soddisfano per la Piana degli ulivi monumentali e per gli ulivi secolari le giuste misure di salvaguardia. Cosi come mancano investimenti, formazione e fondi per condurre una lotta seria al vettore”. Ed ancora “mancano i fondi per le eradicazioni e reimpianti, così come le sovvenzioni per la diversificazione. Per non parlare dei ritardi e le solite pastoie burocratiche per i risarcimenti previsti dal piano Xylella per le annate 2016, 2017 e 2018. Invece che combattere in campo siamo costretti ad una battaglia contro scartoffie ed inefficienze”. La Xylella in alcuni territori non è più eradicabile e la gestione del patogeno e del vettore deve essere alla base della nuova olivicoltura in questi territori. “Lo ribadisco ad oggi gli agricoltori sono soli in questa battaglia e l'ulivo sembra essere un simbolo solo sulla carta intestata della nostra regione. Spero anche in una maggiore sensibilità da parte della nostra comunità: stiamo perdendo millenni di storia e cultura agricola nell'indifferenza dei più”, ha concluso il presidente di Coldiretti.
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Campagna olivicola: produzione in calo, buona la qualità
Ancora pochi giorni e poi i frantoi oleari della provincia di Brindisi chiuderanno i battenti con un bilancio dell’annata 2021/2022 non proprio edificante. Infatti, anche se la qualità dell’olio extra vergine di oliva prodotto è stata eccellente non si ha un’altrettanta buona collocazione del prodotto sui mercati nazionali e internazionali. La causa è da ricercare, secondo i produttori, nelle massicce quantità di olio che arrivano dall’estero e che hanno un prezzo di vendita molto basso. Inoltre, ad aggravare il bilancio si è messa una contrazione considerevole delle quantità di olive raccolte poiché la xylella sta falcidiando gli agri della provincia. Infatti, i territori a sud di Brindisi hanno una produzione ormai ridotta tantissimo mentre le zone a nord hanno fatto registrare un calo contenuto. In genere tra il 20 e 30 per cento.
Su questo argomento tutti i produttori lamentano una discutibile gestione della xylella da parte della Regione Puglia. Ancora pochi anni e poi il patrimonio olivicolo della provincia non esisterà più. I nuovi impianti di Leccino e Favolosa, quando arriveranno in produzione, non potranno colmare il gap produttivo che si è perso in questi anni. “Purtroppo il comparto oleario nel nostro territorio si sta perdendo – ha spiegato Emanuele Guglielmi, imprenditore agricolo e vice presidente della cantina Riforma Fondiaria di Mesagne -. Quest’anno abbiamo ottenuto, grazie all’assenza della mosca, delle olive sane da cui si è ottenuto un olio extra vergine eccezionale. Ma le quantità sono minime perché gli alberi stanno seccando tutti. Nonostante i nuovi impianti che si stanno realizzando, che dovrebbero essere resistenti alla xylella, ma che arriveranno a produzione tra diversi anni”. Poi Guglielmi fa il punto della situazione sulla commercializzazione dell’olio. “Con i nostri costi di gestione un litro di olio extra vergine di oliva non si può vendere a meno di 8 euro a litro – ha spiegato l’agricoltore – invece sugli scaffali dei market si trova prodotto a meno di 3 euro. Questo non è possibile e il consumatore si deve chiedere cosa sta acquistando”. Per Giuseppe Schiena, presidente dell’Agricola Latianese, oltre a convenire con quanto detto dal Guglielmi, ha aggiunto anche la mancanza di tournover nel settore.
“Oggi – ci ha detto – sono pochissimi i giovani che si vogliono impegnare in agricoltura. Come cooperativa abbiamo avviato un progetto per favorire i nuovi impianti di oliveti contribuendo sui costi. Purtroppo, non ci sono giovani che abbracciano questa attività e i produttori attuali, quasi tutti settantenni, non se la sentono di investire. Infine, c’è la mancanza strutturale di una rete idrica per l’agricoltura. La siccità è ormai una realtà con cui fare i conti”. Il presidente della cooperativa “Alcide De Gasperi” di Mesagne, Carmelo Dellimauri, ha confermato la buona qualità del prodotto ottenuto dovuto principalmente “ai caldi estivi che non hanno permesso alla mosca dell’olivo di causare danni e, pertanto, non sono stati effettuati trattamenti antiparassitari”. Il presidente ha aggiunto che “le rese tra olive molite e olio prodotto sono state piuttosto basse. Diversamente la qualità che è molto buona”. Il presidente, inoltre, si è detto preoccupato poiché gli aumenti dell’energia elettrica stanno facendo aumentare, in maniera esponenziale, il costo delle materie prime necessarie per la molitura delle olive. “Oggi – ci ha spiegato – un litro di olio extra vergine di oliva si vende a circa 8 euro. Un prezzo che presto dovrà aumentare proprio a causa dei rincari. A fronte di ciò è incomprensibile che sugli scaffali dei supermarket si vendano olii extra vergine a prezzi bassissimi”.
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Una sconfitta amara per la New Virtus Mesagne
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Campagne sotto scacco: furti di prodotti, trattori, rame e gasolio
Puglia, campagne sotto scacco: furti di prodotti, trattori, rame e gasolio. Report dalle province: a Lizzano colpito un vigneto, nel Leccese espiantati e rubati gli ulivi “anti-Xylella”.
Furti anche nella BAT e nel Barese, situazione critica nel Foggiano, non va meglio nel Brindisino. CIA Puglia: “Istituire una polizia rurale regionale, studiare le modalità migliori per impiegare l’esercito”
Furti in tutta la Puglia, con le campagne e le aziende agricole di nuovo sotto tiro. E’ questa la denuncia che arriva da ogni singola declinazione provinciale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia.
A TARANTO E BRINDISI. L’ultimo episodio riguarda un’azienda di Lizzano (Taranto), dove sono stati rubati circa 500 pali zincati in un vigneto di Primitivo. Lo stesso vigneto, nottetempo, ha subito il danno ulteriore del taglio dei fili ogni 5-6 metri nell’impianto. “Tra furti e sabotaggi a scopo di intimidazione, a cui si aggiungono i veri e propri ‘salassi’ causati dal rincaro dei costi di produzione, le aziende agricole del Tarantino sono allo stremo. Chiediamo una riunione urgente col Prefetto per trovare misure che affrontino più concretamente il problema”, ha dichiarato Pietro De Padova, presidente di CIA Due Mari. Nel Brindisino, gli agricoltori associati CIA negli ultimi mesi denunciano un incremento dei furti di rame.
BAT E BARI. Nella provincia di Barletta-Andria-Trani e nell’area metropolitana di Bari le cose non vanno meglio. Le ultime settimane hanno fatto registrare un incremento di furti relativi a piante di ulivo, legna, macchinari e trattori. Si sono verificati, inoltre, furti di rame e di gasolio. “Da diversi mesi”, ha spiegato Felice Ardito, presidente di CIA Levante, “chiediamo un potenziamento delle risorse di intelligence e di controllo delle aree rurali. Occorre denunciare, ma è necessario che forze dell’ordine e magistratura abbiano risorse umane e strumentali adeguate per indagare, presidiare e intervenire”.
NEL SALENTO. A Cutrofiano, recentemente, sono stati espiantati e rubati 120 alberi di Leccino e Favolosa. “Si tratta delle varietà di ulivo più resistenti alla Xylella, sulle quali si basa la speranza di rilancio di un intero settore, quello olivicolo, che nel Salento sta scontando ancora i danni incalcolabili della diffusione della cosiddetta sputacchina”, ha dichiarato Benedetto Accogli, presidente di CIA Salento. “Questi furti non causano soltanto danni economici ingenti, ma compromettono anche un faticoso e laboriosissimo processo di rilancio senza le speranze di rinascita per l’olivicoltura salentina sarebbero compromesse”.
NEL FOGGIANO. In Capitanata, a Serracapriola e San Paolo di Civitate sono stati denunciati diversi furti di olive. A San Nicandro Garganico, invece, sono stati rubati due cavalli. “La scarsa sicurezza nelle campagne”, ha ricordato il presidente di CIA Capitanata Michele Ferrandino, “riguarda tutta la Daunia, in particolar modo gli agri immensi per estensione di Foggia, Cerignola, San Severo, Lucera e di tutta l’area del Gargano”.
EMERGENZA ENDEMICA. “Lo diciamo da tempo”, ha aggiunto Giannicola D’Amico, vicepresidente di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, “occorre che lo Stato metta forze dell’ordine e magistratura nelle condizioni di avere maggiori risorse umane, mezzi e strumenti a disposizione per contrastare efficacemente la criminalità organizzata in Puglia. Da tempo chiediamo l’istituzione di una polizia rurale regionale. Torniamo a chiedere l’utilizzo dell’esercito per presidiare efficacemente il territorio. Gli agricoltori sono esasperati e invocano maggiori risorse per un migliore coordinamento delle forze dell'ordine al fine di garantire e incrementare i controlli. Non vorremmo passasse l’idea che lo Stato, nelle zone rurali, abbia issato la bandiera bianca. Abbiamo più volte fatto rilevare che la soluzione non può essere quella delle ronde notturne con cui gli agricoltori si stanno auto-organizzando, ma l’assenza di presidio e controllo del territorio di fatto sta lasciando alle aziende agricole ben poche alternative”.
Sono 3mila i pugliesi che hanno scelto di festeggiare la giornata degli innamorati con una cena romantica in agriturismo immersi nella tranquillità della campagna e a contatto con la natura, senza dimenticare quanti approfittando della collocazione favorevole della ricorrenza hanno optato per un weekend lungo di vacanza. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Puglia, sulla base delle indicazioni dell’associazione agrituristica Terranostra Puglia per San Valentino.
Dal pesto di Rodolfo Valentino allo spritz agricolo afrodisiaco, dal peperoncino al finocchietto selvatico, dalla curcuma allo zafferano, dal cinipi al verruch, dalle mandorle al miele, fino alle ostriche a miglio= e i funghi afrodisiaci naturali per eccellenza, sono solo alcuni dei superfood che per gusto e qualità nutrizionali si possono mettere in tavola per la cena di San Valentino. Sono questi i cibi consigliati da Coldiretti Puglia per rendere più piccante il tradizionale appuntamento serale che accompagna la tradizionale consegna del dono tra gli innamorati.
Tornano dunque le cene di coppia sospese lo scorso anno a causa – sottolinea la Coldiretti regionale – delle limitazioni legate all’emergenza Covid che aveva costretto ristoranti e agriturismi alla chiusura serale. Tante le iniziative nei 900 agriturismi, presenti in Puglia secondo Campagna Amica e aperti per la festa degli innamorati, che sono spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse – sottolinea Coldiretti Puglia – i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Per l’occasione sono molte e differenziate le proposte negli agriturismi di Terranostra Puglia, dalla cucina tipica ai menu a tema afrodisiaci fino alla semplice possibilità di asporto di piatti pronti realizzati con ingredienti locali.
All’appuntamento non possono mancare i fiori che quasi un pugliese su due (45%) che fa regali per San Valentino ha scelto di regalare secondo l’indagine on line condotta dal sito undefined. Quest’anno – sottolinea la Coldiretti Puglia – i fiori sono proprio il simbolo di un primo ritorno alla normalità ma anche l’occasione per far ripartire gli acquisti di piante e fiori in Italia nonostante le gravissime difficoltà legate all’aumento dei costi energetici che stanno mettendo in ginocchio le serre. Quest’anno produrre fiori costa agli agricoltori italiani il 30% con i vivai che sono oggi costretti a produrre praticamente in perdita. L’emergenza energetica si riversa infatti – sottolinea Coldiretti regionale – non solo sui costi di riscaldamento delle serre, ma anche su carburanti per la movimentazione dei macchinari, sui costi delle materie prime, fertilizzanti, vasi e cartoni. Da qui l’importanza di preferire in un momento difficile per l’economia nazionale le produzioni Made in Italy – conclude la Coldiretti Puglia – scegliendo l’acquisto di fiori tricolori, direttamente dai produttori o da punti vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione e il territorio.
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