il governo della città a una delle cinque coalizioni è in stand by, diciamo pure attonita ma, soprattutto, disorientata. Non tanto per il ricorso al turno di ballottaggio, che ricordiamo sarà il prossimo 9 giugno, quanto per il timore di trovarsi in una condizione politica anomala, meglio conosciuta come “anatra zoppa”, cioè il Consiglio comunale di una coalizione e il sindaco della coalizione opposta. Tutto ciò, come è comprensibile, porterà all’ingovernabilità della città con il ricorso nuovamente alle urne. Una situazione che la città ha vissuto alcuni lustri fa con l’ex sindaco Vincenzo Incalza. Ciò si è verificato perché le liste della coalizione “Insintonia”, candidato sindaco Toni Matarrelli, hanno ottenuto più voti del loro leader. Infatti, hanno raggiunto 8.080 voti, il 2,90%, mentre Matarrelli ne ha presi 7.415, il 47,18% con ben 665 voti in meno. I suoi sfidanti, al contrario, ne hanno presi in più delle proprie liste di riferimento. Calabrese, ad esempio, ne ha presi 181 in più, Dimastrodonato 402, Ferraro 91 e Saracino 435. Questa situazione ha determinato la conformazione del prossimo Consiglio comunale a maggioranza delle liste della coalizione di “Insintonia”. Sui sedici componenti il Consiglio nove sono stati già assegnati alle nove liste civiche della coalizione vincente. Sugli scranni siederanno Vincenzo Sicilia per Giovani mesagnesi, Dino Crusi per Mesagne viva, Giuseppe Semeraro per Mesagne popolare, Anna Maria Scalera per Avanti Mesagne, Gino Vizzino per l’omonima lista, Roberto D’Ancona per la Mia città, Antimo Sportelli per Mesagne insieme, Omar Ture per Mesagne centro e Mauro Resta per Mesagne civica per lasciare il posto a Matarrelli. Sui banchi opposti siederanno sette consigliere delle altre coalizioni. E cioè Francesco Rogoli, Rosanna Saracino e Giuseppe Indolfi per il Pd, Pompeo Molfetta per Liberi tutti, Carlo Ferraro per il M5s, Carmine Dimastrodonato e Maurizio Devicienti per Mesagne moderata. In caso di vittoria di Toni Matarrelli nella maggioranza scatta il decimo consigliere: Alessandro Cesaria, de La Mia città, che prende il posto di Maurizio Devicienti di Mesagne moderata. Se, al contrario, il ballottaggio dovesse essere vinto da Rosanna Saracino entra in Consiglio Alessandro De Nitto, per “La M”, ed esce Mauro Resta di Mesagne civica. Questo, almeno, il conteggio stilato dagli istituzionalisti mesagnesi adottando il metodo D’hondt. Adesso i 13 giorni che ci separano dal fatidico 9 giugno, data del ballottaggio, saranno impiegati da Matarrelli e Saracino per trovare delle convergenze progettuali con i candidati sindaco usciti sconfitti dal confronto elettorale. Certo c’è da dire che essi saranno uniti dalla determinazione di voler sconfiggere Matarrelli. Infatti, durante la campagna elettorale Saracino, Dimastrosonato e Ferraro più volte hanno lanciato strali contro il candidato di “Insintonia”. Calabrese, al contrario ha svolto una campagna sobria ed eticamente corretta. Tuttavia, in caso di sostegno da parte di Dimastrodonato alla Saracino ci sarebbe da vedere cosa ne pensano la Lega e Fratelli d’Italia a sostenere la candidata del Pd. Inoltre, la Saracino può offrire poco poiché in fase preliminare ha già detto che il suo vice sindaco sarà Alessandro De Nitto de La M. Resta fuori dal Consiglio comunale Fernando Orsini, del Pd, più volte consigliere comunale e presidente del Consiglio.
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